L’amore per la Sicilia (terra natìa di sua moglie) e per l’Etna dell’enologo Emiliano Falsino è noto da anni ma il suo progetto di vigna e di vino non era affatto scontato! Dopo 15 anni di esperienza sul territorio partita con il vignaiolo Giuseppe Russo (dell’Az. Girolamo Russo, all’epoca sconosciuta e oggi tra gli assoluti riferimenti sull’Etna) e proseguita con Graci e, ora, anche con l’Az. Agr. Maugeri, la volontà di poter esprimere la propria interpretazione dei vini del “Mongibello” lo ha spinto ad acquisire ca. 3ha di vigneti in Contrada Pignatone a Randazzo, versante nord della denominazione.
Tre i vini che ha deciso di produrre, per ora, da un mix di vigne vecchie e più “giovani” (0,9ha di 30 anni e 2,1ha di vigna vecchia con alberelli ultracentenari): un Rosato “Sciauro”, il Feudo Pignatone e il Feudo Pignatone “Davanti Casa”. Se della 2019 (la prima annata) vi avevo già accennato qualcosa riferendo di vini dalla nitida identità territoriale, con una mira enologica tesa a valorizzarne la dinamica di beva, senza risultare esili, l’assaggio delle 2020 conferma che la strada intrapresa è chiara e coerente, con un upgrade in termini di armonia generale e finezza.
Feudo Pignatone “Sciauro” Etna Rosato Doc 2020: che l’Etna sia terra vocata è indiscutibile e che sia uno dei pochi areali al mondo in cui si possono produrre grandi vini di diverse tipologie lo si sta scoprendo di annata in annata, anche attraverso le vinificazioni “in rosa” dei vitigni locali. Lo Sciauro di Emiliano Falsini conferma il grande potenziale dei rosati etnei manifestando identità aromatica con frutto e fiore di grande freschezza, accompagnati da note minerali, quasi sulfuree, nonché da sfumature di macchia mediterranea e spezia bianca. Un sorso slanciato ma non esile, saporito e persistente. Un Rosato buono ora ma capace di stupire in evoluzione. Sì, perché, nonostante io ami godere la maggior parte dei rosati italiani nella loro piena vitalità e freschezza, vi invito a credere nella “longevità” di alcune espressioni della tipologia, non mancheranno di stupirvi, specie tra il secondo e il terzo anno dall’imbottigliamento, quando ancora conserveranno sentori primari resi più complessi dall’evoluzione in vetro.
Feudo Pignatone Etna Rosso Doc 2020: è armonico, agile e saporito. Un vino fiero ma consapevole di non necessitare di sovrastruttura alcuna. Diretto e sicuro nel mostrare il “passaporto” e nel dichiarare la sua indubbia provenienza. Frutto maturo al punto giusto, fiore fine e lieve speziatura nera. Sorso longilineo, ma non scarno, lungo quanto basta ad arrivare al calice successivo, lasciando il palato sempre terso da un tannino leggero e la giusta quota ematico/minerale. Un Etna Rosso godibile ma non facile.
Feudo Pignatone “Davanti casa” Etna Rosso Doc 2020: è intenso, fiero, ritmato e vibrante, con una chiusura lunga tra ferro e sale. Un vino complesso e completo, ancora un po’ sulle sue ma capace di far già intendere cosa vorrà fare “da grande”. E’ un assaggio in anteprima e così va trattato, per quanto la bottiglia si lasci bere con estrema piacevolezza tutt’ora. Eleganza prospettica per un vino che sa da dove viene e dove vuole andare, senza fretta ma con grande sicurezza.
Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio |
La visione dell’enologo/produttore è palese e condivisibile: produrre vini dalla spiccata matrice territoriale, capaci di coniugare al meglio pienezza di frutto (è uno degli ultimi a raccogliere), agile dinamica di beva (l’altitudine e il peculiare pedoclima etneo permette di mantenere buona acidità pur raccogliendo a fine ottobre/inizio novembre), ricercando profondità e sapore, nel rispetto dell’identità strutturale e minerale etnea.
Oltre all’indubbia consapevolezza tecnica ciò che mi colpisce è la passione per l’Etna che Emiliano trasuda. C’è un profondo rispetto in questo progetto che parte dalla vigna e termina in calici privi di orpelli ed eccessi.
Come accade da anni per alcuni suoi colleghi la scelta di immedesimarsi non solo tecnicamente ma anche imprenditorialmente nella figura del produttore (dalle proprie vigne) aumenta percettibilmente la sensibilità dell’enologo nei confronti del proprio lavoro e questo può migliorare notevolmente l’approccio da consulente per altre realtà.
Le “sfide” di Emiliano Falsini sul vulcano, però, non si fermano qui! Insieme al noto produttore Giuseppe Russo e al cantiniere e vignaiolo Dante Pasqua ha, infatti, dato vita al progetto “I Suoli”, nato dalla condivisione di esperienze e visioni, conoscenze e competenze che porteranno i vini di questo trio di amici enoici a produrre vini di sicuro interesse di cui vi parlerò con piacere in futuro.
F.S.R.
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