qualcosina riguardo la FIVI (Federazione Italiana Vignaioli
Indipendenti) di cui il sito www.fivi.it
ed oggi torno a parlare di uno dei loro soci, ovvero l’Azienda Agricola Boscaini Carlo, azienda a conduzione familiare sita a Sant’Ambrogio di Valpolicella, che produce Vini rispettosi della tradizione, con grande passione e spinta evolutiva.
classica piccola azienda familiare gestita da due fratelli, Carlo &
Mario, che hanno ereditato passione ed azienda dal padre Arturo
Ernesto, che l’aveva ereditata da suo padre, ovvero il nonno Carlo
Boscaini, fondatore dell’azienda e colui dal quale prende il nome.
produzioni di nicchia, anche per quanto riguarda le grandi
denominazioni come quelle della Valpolicella, vengano, spesso, più
apprezzate all’estero che in patria. E’, soprattutto, questa
situazione, che vede i Vini della Az. Agr. Boscaini Carlo, essere
più difficilmente reperibili in enoteche e ristoranti italiani, che
mi ha fatto riflettere e mi ha spinto a scrivere di questa realtà,
che come altre, trova estimatori in tutto il mondo, ma in Italia si
trova a doversi confrontare con dinamiche poco legate all’indiscussa
qualità dei propri Vini e del proprio operato, in vigna ed in
Cantina… ma a riguardo mi esprimerò nel finale dell’articolo.
odierno, che attinge alla tradizione ed alla memoria tramandata dal
Nonno Carlo, ma che ha saputo evolversi, passando per notevoli
investimenti per ammodernamenti in ogni comparto aziendale, che
puntassero ad una produzione maggiormente sostenibile e con un
utilizzo della chimica sempre minore.
Ad attestare il rispetto per l’uva, per il prodotto finale e, quindi, per Noi consumatori, c’è la scelta di condurre l’azienda, dal ’93,
con il metodo della lotta integrata, alla quale si è aggiunta,
quest’anno, la metodologia della “confusione sessuale” per
combattere gli insetti nocivi in modo biologico.
rispetto per il contesto paesaggistico che ospita l’azienda uno dei
capisaldi aziendali, mira ad un chiaro obiettivo, che non posso che
condividere a pieno, ovvero alla produzione di Vini, che siano
piacevoli e semplici da bere, pur mantenendo una notevole complessità
in termini organolettici ed una grande identità, legata al
territorio, ma anche alla tradizione familiare.
Boscaini, con uve rigorosamente provenienti dai propri vigneti, annoveriamo il Valpolicella DOC Classico, Valpolicella Superiore,
Amarone della Valpolicella DOC Classico, Recioto della Valpolicella,
ma io vi parlerò, nello specifico, dei tre prodotti di punta che ho
avuto modo di degustare in settimana e che, vi anticipo, mi hanno
piacevolmente sorpreso:
40% rondinella 10% rifermentate sulle vinacce dell’Amarone e, in
questo caso, anche su quelle del Recioto. Il colore rubino, che
illude per un attimo l’occhio di poterci passare attraverso, ma che
appena messo a suo agio nel calice mostra la sua invalicabilità
visiva. Il naso è tipico, ma molto fine, alle amarene sottospirito
si aggiungono intriganti note di cannella e pepe bianco. Il primo
sorso e avvolgente e piacevolmente caldo, con una struttura portante
importante (scusate il gioco di parole) ed una buona persistenza. Ciò
che colpisce di più, però, è che la, pur presente, morbidezza non
sia mai eccessiva e che la nota alcolica che, a volte eccede in nel
Ripasso Superiore (almeno per i miei gusti), in questo caso sia
tenuta a bada benissimo dall’equilibrio di durezza e morbidezza.
Armonia che rende questo Vino, nonostante i suoi 14% vol. e rotti,
uno di quelli di cui il calice si svuoti in maniera costante e
ripetitiva! Ottimo anche il rapporto qualità-prezzo! Ve lo
stra-consiglio!
(dindarella, croatina, pelara) 10% appassimento in fruttaio in
cassettine fino a gennaio) : partendo dal presupposto che io adoro
l’Amarone in (quasi) ogni sua espressione, in quanto lo trovo un Vino
geniale, nato per mera casualità, ma notato, capito e lanciato nel
mondo del Vino italiano con grande acume e sapienza, oggi sarà
facile essere oggettivi.

di quelli Veri, che se pur destinato in gran parte al mercato estero,
esprime una sincerità ed una ricchezza in termini di tradizione e di
attenzione, che lo rendono davvero un Vino di livello assoluto. Rosso
intenso, impenetrabile agli occhi, ma penetrabile dalla fantasia di
chi avvicina il naso a queste note croccanti di frutta rossa, di
vaniglia, pepe e sigaro toscano, che porta con sé un ricordo della
botte di rovere che l’ha accudito per 18 lunghi mesi. Un consiglio,
decantandolo la leggera e comprensibile nota alcolica svanisce. Il
sorso è corposo e caldo come una notte di fronte ad un camino con
la persona che si Ama. Un Vino vivo, che nonostante la sua gradazione
(16% vol.) ti spinge ad essere bevuto con estrema piacevolezza,
meglio se in due e, se non dovete tornare a casa in macchina (o anche
a piedi!), rappresenta il Vino più romantico che ci sia, per un dopo
cena all’insegna dell’Amar…one!

per me un Vino carico di pulsioni e di quel giusto mix fra dolcezza e
passione che solo questo Vino, padre inconsapevole, ma responsabile,
dell’Amarone, sa raggiungere.
dell’Amarone ad un granato già ben definito, mentre al naso è
subito chiara la dolcezza della confettura di mirtillo, di visciola
surmatura ed una leggera nota di tabacco e cioccolato fondente… la
percentuale di cacao non ve la so dire, mi dispiace!!!
la persona Amata, il Recioto condividetelo anch’esso con chi avete
più a cuore, ma con parsimonia e noterete che dal giorno in cui
l’avrete stappato, la sua leggera evoluzione, data dall’ossigenazione
dovuta all’apertura, vi permetterà di bere un Vino nuovo ed
egualmente piacevole per diverse serate, prolungando, si spera, il
romanticismo, la passione e la dolcezza.
all’appunto fatto nelle fasi iniziali del post, nel quale parlavo del
fatto che Vini come questi siano meno conosciuti in Italia, di quanto
lo siano all’estero, chiarendo, innanzi tutto, che, in questo caso,
non vale la “regola” che vale invece per aziende molto molto
molto più grandi in termini di numeri (produzione, fatturati
ecc…), ovvero quella che a volte possono farci storcere il naso,
notando cosa viene venduto all’estero, del Vino, con prezzi che in
Italia nessuno pagherebbe per prodotti prettamente da GDO,
spacciandolo come la massima espressione di quella piuttosto che
l’altra denominazione.
uno dei “Brand” enoici italiani più conosciuti e riconosciuti al
mondo, ma è, altresì vero, che, per il consumatore medio non è
semplice riconoscerne l’effettiva qualità, forse più che per altri
Vini, ma è anche vero che Vini come quelli di Carlo Boscaini
racchiudono nella propria filosofia produttiva e, quindi, in ogni
singola bottiglia tutto ciò che, non solo il Winelover straniero, ma
soprattutto il Winelover italiano dovrebbe ricercare in un Vino,
ovvero bevibilità, originalità (intesa sia come unicità che come
fedeltà alla propria origine storica, tradizionale e territoriale)
ed allo stesso tempo notevole complessità organolettica. Doti,
queste, capaci di soddisfare trasversalmente l’appassionato, il
professionista ed il semplice bevitore occasionale. Io, non vi nego,
che se trovassi i Vini Boscaini in più enoteche e/o ristoranti
rispetto a quelli in cui si possono trovare, non ne sarei di certo
dispiaciuto!
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