I Vini Bucci – Eleganza senza tempo nella terra del Verdicchio

Come ho già avuto modo di
sottolineare con malcelata fierezza sono originario delle Marche ed
ho vissuto la mia infanzia e gran parte della mia adolescenza nel
pieno della DOC del Verdicchio dei Castelli di Jesi e l’azienda di
cui vi parlerò oggi, probabilmente la più rappresentativa per
quanto concerne il Verdicchio, ha imbottigliato la sua prima riserva
(di Villa Bucci) pochi mesi prima che nascessi, ovvero nel’83.
Parlo dell’Azienda Agricola F.lli Bucci,
l’eccellenza del Vino marchigiano ed il pionierismo per quanto
riguarda il Vino bianco italiano in senso lato.
La cosa che amo di più di
quest’azienda, che di certo non ha bisogno di presentazioni, è che,
ancora oggi, nonostante i grandi riconoscimenti ed il grande successo
nazionale ed internazionale ottenuto, continui imperterrita a
perseguire la propria filosofia fatta di concetti semplici, ma grande
attenzione e rispetto.
Si definiscono agricoltori,
perché in fondo, è questo che la Famiglia Bucci fa da generazioni,
fino all’arrivo dell’ormai noto Ampelio grazie al quale l’agricoltura
si arricchisce, acquisendo anche i canoni della viticoltura.
La volontà di produrre Vini
con il solo utilizzo di vitigni autoctoni 
e capacità di preservare
la Vecchie vigne aziendali, unitamente alle ridottissime quantità
per ettaro, hanno fatto e fanno tutt’ora di quest’azienda un vero e
proprio faro per la viticoltura delle Marche e non solo.

Il rapporto con il
territorio e con l’ecosistema in genere, è da sempre un cardine
fondamentale della ricerca della qualità di Ampelio Bucci, che,
persegue un’agricoltura artigianale e biologica (certificata) da
oltre 15 anni, quando ancora, di certo, il “Vino Bio” non era una
moda, ma piuttosto una chimera, al fine di portare un un’Uva sana,
“pulita” ed al pieno delle sue capacità espressive in Cantina.
Il rapporto fra l’agricolore/vignaiolo ed il proprio terroir è così
importante, intimo e personale per Ampelio e l’Azienda Bucci che non
hanno mai ritenuto opportuno apporre il logo della certificazione
biologica in controetichetta, che spesso identifica solo in parte gli
sforzi e la filosofia di un’azienda nel produrre in un regime che non
è solo biologico… bensì rispettoso!

Ispirati dai grandi bianchi
della Borgogna per la loro complessità e dai Rossi per la loro
eleganza, sin dal principio le parole d’ordine dei Bucci sono state
qualità e finezza ed è questo il filo conduttore di ogni mio
assaggio dei Vini di questa Cantina.
Il Verdicchio, in
particolare, deve molto a quest’azienda ed alle lungimiranti scelte
di Ampelio, che ancora oggi riesce, con l’utilizzo delle sue grandi
vecchie botti di rovere di slavonia, a creare equilibri perfetti,
privi di eccessi e di grande eleganza.
Le emozioni che condividerò
con Voi oggi, sono quelle relative alle due Riserve ed ai due Vini
classici, che definirili “entry level” sarebbe come definire ilRosso di Montalcino delle Potazzine un semplice sangiovese!
Per i bianchi citerò le mie descrizioni già riportare nell’articolo dedicato alla mia degustazione trasversale di Verdicchio.

Bucci Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. 2013: parliamo
dell’interpretazione più “pura” del Verdicchio di casa
Bucci, probabilmente l’azienda che ha fatto scuola nella
valorizzazione di questo vitigno, almeno per quanto concerne la
volontà di dare una dimensione più elevata e di carattere ad un
vitigno ed ancor più ad un Vino che fino a pochi anni fa, ancora,
subiva i preconcetti dovuti a dei metodi produttivi quanto meno
opinabili in termini di qualità e quantità, nonché ad uno stile
tendenzialmente omologato ed omologante, che, per nostra fortuna,
ormai sembra essere superato. Stile, quello di questo Verdicchio
Bucci 2013, che è tanto impeccabile quanto originale e di
personalità, volto sul gioco di pesi fra la peculiare fragranza
degli aromi e la verticale profondità del sorso. Vino che
considerare “base” farebbe gridare allo scandalo ed in
fatte base non è! Quando si parla di Cantine come quella dei Bucci
non si tratta di linee commerciali, ma di scelte dettate da
esperienza, passione, consapevolezza e rispetto. Rispetto che permea
ogni singolo aspetto della produzione di questo Vino e di tutti i
Vini di un’azienda che ha fatto e continua a fare la storia del
Verdicchio e delle Marche.
La semplicità che noterei anche fra mille!
Tenuta Pongelli Rosso Piceno
DOC 2013:
l’equilibrio nell’uvaggio di Sangiovese e Montepulciano
(50% e 50%) si riflette sul naso nel quale le tonalità più fresche
e floreali della sangiovesiana violetta si fondono perfettamente con
il frutto integro (prugna e ciliegia) del montepulciano.
In bocca a stupire è la
vena acida che percorre l’armoniosa amalgama fra il tannino più rude
del Montepulciano e quello più dolce del Sangiovese, in un sorso
fresco ed a tratti minerale, che invoglia alla beva… con quella
semplicità che diviene sinonimo di eleganza. Attenzione, però, non
prendere il Tenuta Pongelli come un qualsiasi Rosso Piceno da pronta
beva, qui c’è molto di più e non vi nego che sono molto molto
curioso di valutarne ed apprezzarne l’evoluzione nei prossimi 3/5
anni. Schietto, stuzzicante e di grande piacevolezza, come quattro chiacchiere camminando per i vicoli di un borgo medievale.
Villa Bucci Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Riserva 2010: il Vino più conclamato,
quello che da solo ha portato il concept del Verdicchio da Vino
versatile, ma a volte sin troppo “facile”, ad un livello
che lo pone sullo stesso piano dei grandi Vini bianchi francesi. Dico
questo perché il Villa Bucci, anche alla cieca, non si fa notare con
fuochi d’artificio o impetuosi aromi, bensì, ti impone di
riprogrammare per un attimo i sensi ed impostare la tua ricerca
sull’eleganza e la delicatezza. Profumi che spaziano da quelli
varietali classici a note che il legno ha gentilmente prima
aggraziato e poi concesso ad un Vino noccioloso, intrigantemente
speziato che danza fra la sua naturalezza bio e la sua e-levatura in
Cantina. In bocca è LUI (o forse meglio dire LEI)… corposo, ampio,
minerale quanto basti per prolungare il piacere di berlo in una linea
temporale tendente all’infinito. Ampelio Bucci è uno di quelli che
ha scritto e sa scrivere la storia con i gesti, con le scelte, con i
fatti e non tanto con proclami o grandi epiteti per i propri Vini,
che vanno solo assaggiati e goduti in quanto espressioni Vere e mai
omologate di quel meraviglioso connubio che solo la vitivinicoltura
sa creare: Natura-uomo.
Connubio in cui la Natura da e l’uomo non
deve far altro che accompagnare questi doni, cercando di rispettarli
al meglio, incidendo con la propria personalità e le proprie idee
solo nel diversificarsi da chi tenta di standardizzare qualcosa di
così vivo e unicamente peculiare come il Vino. Eleganza allo stato
“puro”!
Villa Bucci Rosso Piceno DOC
Riserva 2010:
un amico toscano mi disse, beh… ma Bucci fa bene solo
il Verdicchio, i rossi lasciali fare a noi! Quello stesso amico ha
dovuto ricredersi un istante dopo aver messo il naso per la prima
volta nel calice di questa Riserva, che dopo qualche bel “quarto
d’ora” in caraffa ha saputo esprimere al meglio la sua grande
finezza. La maggior percentuale di Montepulciano (70%) utilizzata in
questo caso viene addolcita dai 12 mesi in legno grande, mantenendo
intatte, ma delicate le note varietali alle quali si affiancano aromi
terziari leggermente speziati.
Un Vino che può sembrare
timido, ma in realtà ha una personalità molto simile al suo
corrispettivo bianco, ovvero la classe di chi non si concede con
impeto e superbia, bensì con savoir faire e consapevolezza di sé.

Un Vino che sa di tramonto
d’autunno, di quelli in cui ancora non è così freddo da aver il
timore di uscire in terrazza senza capotto, ma una volta uscito a
scaldarti il cuore ci pensano le emozioni suscitate da quei colori,
sempre in perfetta armonia, sempre capaci di rasserenare l’animo.
Concludo non potendo far altro che manifestare il mio profondo e sincero rispetto per chi ha avuto il coraggio e la capacità di apportare qualità nella viticoltura di una regione che ha davvero tanto da dare, ma spesso si perde nella mancanza di lungimiranza e nell’insicurezza. La Famiglia Bucci è ormai da 30 anni un punto di riferimento per i bianchisti italiani e la cosa che ne denota maggiormente la valenza è la stima che molti amici produttori riversano nei confronti di Ampelio e della sua realtà, ancor prima di premi e riconoscimenti dei quali, ovviamente, i Vini Bucci fanno incetta.
E’ un piacere ed un onore poter scrivere di veri e propri pezzi di storia della viticoltura della mia regione d’origine e del nostro paese.


F.S.R.

#WineIsSharing

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