C’è un’azienda Vitivinicola qa Lizzano, in provincia di Taranto, che è stata creata da gente nata contadine, con lo scopo di tentare di valorizzare al meglio la propria generosa terra.
Parliamo di MilleUna, Cantina nata grazie alla
caparbietà di Dario Cavallo, che nel 2001, insieme ai soci Bruno De Conciliis,
Saverio Petrilli e Michele Schifone, diede vita a quello che è diventato uno dei punti di riferimento della viticoltura pugliese.
caparbietà di Dario Cavallo, che nel 2001, insieme ai soci Bruno De Conciliis,
Saverio Petrilli e Michele Schifone, diede vita a quello che è diventato uno dei punti di riferimento della viticoltura pugliese.
Ho avuto modo di conoscere i particolarissimi Vini di MilleUna grazie a Marco, il figlio di Dario,
enologo dell’azienda, che mi ha introdotto nella mentalità e nella visione enoica di questa realtà, così spiccatamente e volutamente unica nel suo genere.
enologo dell’azienda, che mi ha introdotto nella mentalità e nella visione enoica di questa realtà, così spiccatamente e volutamente unica nel suo genere.
Sin da subito la volontà fu quella di stupire, di non lasciar nulla al caso, ma di lasciar molto spazio alla naturale vocazione di un territorio prospero e dall’immenso potenziale, ancora non del tutto esplorato. La sfida fu trasformare quella materia prima già trattata da molti, in qualcosa di diverso, di unico e monumentale e probabilmente MilleUna ci sta riuscendo.
Parliamo di Vini considerati da alcuni fuori dai “soliti” crismi dell’enologia “commerciale” e magari lo sono… ben venga, no?! Parliamo di Vini che hanno una personalità ed un’espressività uniche ed a volte estreme che possono, addirittura, intimorire a primo impatto, ma che poi ti avvolgono come un caldo abbraccio e ti lasciano sognare ad occhi aperti di terre, passione e solare vitalità.

dei parchi fotovoltaici ed eolici, capaci di produrre Vini di grande intensità e concentrazione.
La cura in vigna è ponderata e rispettosa della materia prima ed ancor prima dell’ecosistema, utilizzando solo prodotti di copertura
a base di rame e zolfo.
a base di rame e zolfo.
Un’azienda questa che mi ha colpito davvero molto, non solo per l’eccezionalità di Vini “speciali”, fuori dai canoni per gusto, stile ed in molti casi gradazione, ma soprattutto per la capacità di andare contro la facile piacioneria manifestando un notevole coraggio nel voler proporre qualcosa di assolutamente diverso, pur mantenendo a pieno il rispetto di tradizione e territorio, nonché del singolo varietale.
Tra i Vini che ho provato ci terrei a parlarvi in particolare le etichette che hanno saputo toccare le giuste corde del mio cuore enoico, suscitando in me indimenticabili emozioni:
TRETARANTE Primitivo di Manduria D.O.C.: che io ami il Primitivo, chi mi segue ormai lo sa già, ma sapete anche che mi piace “valutare” i miei assaggi in termini emozionali, ancor prima che organolettici. Quando ho messo il naso per la prima volta nel mio primo calice di Tretarante, mi aspettavo un pugno in faccia, un po’ per i 18%, un po’ per la concentrazione di uve che racchiudono dentro ogni loro acino l’intensità e l’esperienza di alberelli di 90 anni, ma invece ho sentito la Puglia, o ancor meglio, il Primitivo! Un Primitivo puro, ma non semplice, complesso e dalle mille sfumature piene di frutto nero e confettura, ma anche di mediterraneità e una armoniosa ed armonizzante terziarizzazione che rievocano una serata di quelle sigaro, rum e cioccolato, per intenderci, con le sue foglie di tabacco biondo ed il finale di fava di cacao.
In bocca sprigiona la sua concentrazione in maniera morbida e mai eccessivamente impetuosa, se pur non si faccia problemi nel manifestare il suo gran bel corpo. Sarebbe un Vino da un calice e poco più, di quelli che degusti, ma non bevi, se non fosse per il fatto che, nonostante la sua forza, riesca a mantenere un’inattesa freschezza, che abbinata ad una coinvolgente nota balsamica permette di accorgersi della sua imponente gradazione solo dopo 3 calici almeno.
Vino raro, puro e vero, che mi ha fatto perdere letteralmente la testa nella sua versione (Tretarante) Dolce Naturale (2012) che con la pasta di mandorle è qualcosa di indescrivibilmente godurioso!
CAPITOLO LAURETO 2011 Negroamaro D.O.C.: se il Tretarante con i suoi 18° poteva incutere un certo rispetto reverenziale, qui ci troviamo nel calice un vero e proprio “mostro” di potenza con i suoi 19° e la sua estrema concentrazione… o forse, non è così? Beh… non vi nego che, ancora una volta, i Vini MilleUna ribaltano i miei timori per Vini che al solo leggerne la scheda tecnica sembrano impossibili nell’abbinamento o comunque difficilissimi nell’utilizzo durante un pasto magari rispettoso della cucina del territorio dal quale provengono, cosa che io ritengo, quasi, un obbligo per ogni Vino espressione di una terra e della sua cultura. I miei timori vengono, infatti, ribaltati di sana pianta dal naso mai sbilanciato di piccoli brutti neri ed amarena sottospirito, una leggera e fondamentale speziatura sostenuta da un aroma tostato quasi a voler rimarcare l’importanza del legno nella gestione di un carattere che poteva risultare eccessivamente impetuoso, se non educato a dovere da un uso sapiente e ponderato delle barrique. In bocca mi piace il suo tannino così morbido e mi ammaliano le sue sinuose rotondità. Un sorso che sembra tendere all’infinito o meglio al sorso successivo! Io l’ho stappato con una bella bistecca al sangue, ma secondo me sarebbe perfetto con le tipiche bombette pugliesi. Provatelo e fatemi sapere!
Una menzione particolare anche al Mantonero 2013, eccellente espressione di Negroamaro di sicuro più gastronomico del Capitolo Laureto e di maggior freschezza, ma anch’esso di grande complessità e di fine mineralità!
Vini speciali per palati alla ricerca di quella rara e vitale sensazione indotta dalla contrapposizione fra aspettativa e sorpresa, fra idea e realtà, fra dubbia consapevolezza e novità… insomma, Vini capaci di stupire anche il Winelover più curioso e con alle spalle migliaia di assaggi, grazie alla loro unicità ed alla voglia di proporre qualcosa che non sia vincolato a nessuna pseudo dinamica commerciale o modaiola, bensì solo ciò che è la massima espressione di un terroir, di un’idea e dell’annata, ovviamente!
Vi consiglio, come sempre, di seguirmi su facebook con l’hashtag #WineIsSharing per essere sempre aggiornati riguardo i miei assaggi e non vi anticipo nulla, ma sono certo troverete presto altre chicche firmate MilleUna.
F.S.R.
Wine is sharing!
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