Il Vino “buono” nella GDO – Male o Bene?

Giorni fa ho fatto fermare la VinoMobile nei pressi di un Centro Commerciale diventato ormai tappa consueta di DestinazioneVino e sapete perché? No, non dovevo comprare dei regali di Natale o mangiare da McDonald’s, ma passare in enoteca! Sì, sembra proprio che quella sia una delle più fornite enoteche e probabilmente la migliore per quanto concerne la GDO.
vino gdo

 

Ogni volta che capito in zona mi ritrovo a verificare quali dei Vini di amici produttori inconsapevoli di essere “finiti” in grande distribuzione riesca a trovare e se inizialmente la cosa mi faceva un po’ strano, onestamente, con il passare del tempo e contestualizzando la presenza di quei Vini nell’ottica di una sorta di progetto a lungo termine, più unico che raro nella GDO, ormai, non mi vergogno di dire che non è poi così male trovare quelle etichette anche là dove anche il comune mortale, non dotato del gene del winelover o quanto meno che ancora non si sia accorto di averlo, possa avere un primo approccio con delle nicchie enoiche italiane.
Vi racconto di questo episodio per condividere con voi un dubbio, un pensiero, che mi rimbomba nella mente da giorni, che mi divide in due, in quanto da una parte so quanto la GDO prenda per il collo i produttori e quanto una realtà fornita come quella di cui vi ho parlato sopra possa mettere in difficoltà, giocando non ad armi pari, le enoteche ed i negozi specializzati, ma dall’altra mi spinge a chiedermi se non sia più democratica ed addirittura divulgativa la scelta di questo grande supermercato, che oltre, ovviamente, a farlo per motivi economici, sta facendo parlare di sè da diversi anni proprio per la propria enoteca interna?!?
Parlando con una persona giorni fa, proprio di GDO, mi sono reso conto di quanto potrebbe essere importante ed educativo iniziare a far conoscere Vini, che fino a poco tempo fa, io stesso, ritenevo opportuno e, quasi, obbligatorio andarsi a prendere in Cantina, meglio ancora dopo aver stretto la mano al produttore ed averci fatto due chiacchiere, in maniera più conforme a quelli che sono i tempi che corrono. La casalinga, l’impiegato, chiunque veda la spesa come un momento per evadere dalla routine potrebbe veder accrescere la propria curiosità e, con essa, la propria sensibilità nei confronti di un mondo affascinante ed accessibile a tutti come quello del Vino, semplicemente allargando la proposta dei Vini in GDO, abbinando ad una selezione più attenta la presenza di personale adeguatamente preparato, come già accade in alcuni punti vendita (vedi Esselunga ed Ipercoop).
So bene che le mere dinamiche di mercato impongono a queste aziende scelte orientate su pochi e conosciuti brand, ma mi chiedo quanti produttori italiani, medio piccoli, anche se la tendenza si invertisse accetterebbero, quello che per loro sembra essere, uno smacco di essere presenti a scaffale nel luogo in cui possiamo trovare ormai le eccellenze enogastronomiche italiane e mondiali, ma sembra essere un taboo trovare Vini con tirature sotto alle “300.000 bottiglie”(numero puramente indicativo).
Dando per inteso che io stesso farei fatica ad accettare la presenza di Vini che io mi sono andato a cercare e trovare nei posti più sperduti d’Italia e che, non diciamoci cavolate, hanno nei loro piccolissimi numeri un valore aggiunto anche in termini di condizionamento emozionale, se veramente il Vino è di tutti e tutti noi dai produttori ai comunicatori, ci ostiniamo ad usare questa frase come una sorta di elogio alla democraticità ed alla comprensibilità del Vino, perché non provare? Perché non tentare di educare il consumatore ad una maggior consapevolezza nell’acquisto del Vino, partendo proprio dalla GDO, cosa che in altri stati è la normalità?
Io come sempre, non ho una risposta certa a tutto questo, ma condivido con voi un mio pensiero, nella speranza che alcuni di voi, possano condividere con me e con gli altri lettori, magari tramite i social, la propria opinione. Sarebbe davvero interessante poter iniziare a parlare di Vino nei luoghi della quotidianità, avvicinando le famiglie al prodotto per poi spingerle a visitare territori e Cantine e la GDO è un mezzo, che se utilizzato nella maniera più opportuna potrebbe dare i suoi frutti!

Chiunque può comprare buon Vino, ma in Italia è più difficile trovarne al supermercato!

Concludo dicendo che io sarei un ipocrita a non ritenermi un privilegiato sia per la passione che mi ha letteralmente cambiato la vita, che per la fiducia di quei produttori che ci tengono ad avere una mia sincera impressione sui propri Vini e che quindi difficilmente acquisto Vino al supermercato a meno ed è palese che non tutti i reparti Vino della GDO potranno mai essere forniti come quelli di alcuni punti focali studiati appositamente per essere delle eccezioni, ma forse un equilibrio potrebbe esserci, una via di mezzo, uno spazio per quei Vini di cui possiamo esser certi su provenienza e qualità e soprattutto sul fatto che non siano “industriali”, per far sì che quel Vino non sia a solo pannaggio di noi winelovers accaniti o degli addetti ai lavori, ma che possa arrivare anche fortuitamente nelle case di chi, nonostante la scarsa conoscenza enoica, saprebbe comunque riconoscerne l’estrema diversità e, semplicemente, la sua bontà!
Io condivido ed appoggio, la scelta di molti amici produttori di non voler essere presenti sugli scaffali della grande distribuzione ordinaria italiana, proprio per la forma mentis che il cliente italiano ha, ancor prima del produttore e per il “nostro” concetto di GDO, ma sono certo, che molti di quei produttori non avrebbero problemi nel vedere le proprie bottiglie collocate in un degno contesto ed al giusto prezzo se ci fossero più situazioni come quelle pochissime alle quali mi riferivo. Per assurdo, non è detto che la cosa possa persino portare ad un innalzamento dei prezzi medi e ad un’educazione maggiore del consumatore anche in questo senso. Vi basti pensare che molti sono disposti a spendere 7€ per Vini che valgono meno del packaging che li contiene, ma che con lo stesso prezzo potrebbero tranquillamente acquistare Vini di qualità superiore e di origine certa. So che il mio è un delirio utopistico dovuto all’avvicinarsi delle feste, ma forse è davvero giunto il momento di svecchiare questo tradizionalismo tutto italiano e far tornare il Vino di qualità sulle tavole di tutti e non solo di pochi, magari, con dei temporari a rotazione gestiti da qualche associazione in collaborazione con una o più catene della GDO! Io la butto lì, poi fate vobis! 😉
 
F.S.R.
#WineIsSharing

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