Bollicine d’Italia
La cosa che mi fa più piacere, lo ammetto, è vedere alcune delle aziende che ho voluto nel progetto DestinazioneVino, aderire a questo evento con grandi riscontri in termini di apprezzamento dei propri vini sia dai tecnici che dagli avventori meno esperti, con degli exploit come quello delle bollicine selezionate per una ben condotta degustazione guidata sugli spumanti (charmat e metodo classico), che ha visto eccellere il M’ami di Tenuta Belvedere (charmat Pinot Nero di grande territorialità, ampio e minerale), il Meramentae di Mongioia (metodo che io definirei “Mongioia style”, con note verdi e balsamiche di grande freschezza, con degli aromi di salvia e menta che hanno stupito tutti, ma non me che quel Vino l’ho scoperto proprio a Città di Castello più di un anno fa; un brut di Moscato che gioca coi tuoi sensi nel modo più naturalmente intrigante) ed ovviamente l’Ousia dell’Az. Vitivinicola Socci (un metodo classico base Verdicchio che si è distinto per eleganza, armonia e mineralità, nonché per la sua innata capacità di mantenere intatte le note varietali integrandole perfettamente con quelle tipiche dei grandi champenoise). Non nego che mi avrebbe fatto piacere vedere in degustazione anche il Brut Nature Apollonia di Federico Mencaroni, sempre in rappresentanza del Verdicchio, di cui avevo già parlato qualche mese fa. Un plauso alle altre bollicine in degustazione, tutte davvero all’altezza: Corte Fusia – Dosaggio Zero 2011,
Filanda De Boron – Lauro Spumante Extra Dry, Quartomoro – Q Metodo
Classico, Gurrieri – Donna Grazia Spumante, Marcato – Ar 2004-
Durello Metodo Classico Riserva. Socci, Tenuta Belvedere e Mongioia che si sono confermate aziende di qualità e duttilità su tutta la linea.
Vini, Cantine ed emozioni
Bollicine a parte, all’Only Wine è stato tempo di scoperte e riscoperte, con alcune aziende ed alcuni Vini che mi hanno lasciato un ricordo importante e sono stati in grado di stimolare la mia curiosità nonché la voglia di andare oltre l’assaggio estemporaneo.
Partendo dalle Marche, molto ben rappresentate, non posso che citare il Conventino di Montericcardo (PU) che ha presentato in degustazione uno dei miei vitigni preferiti, ovvero l’Incrocio Bruni, che mi ha davvero entusiasmato, delle ottime interpretazioni di Bianchello del Metauro;
Sempre nelle Marche, ma spostandoci verso il sud della regione, troviamo l’azienda Marconi Vini, che mi ha dimostrato coerenza e qualità sin dai Vini “base”, molto rappresentativi di varietale e territorio, ma che mi ha davvero emozionato con il Nona Luna, un rosso di grande prospettiva evolutiva, da assaggiare e riassaggiare di anno in anno.
Molto nelle mie corde il “Mio Fiano” (in Clayver) di Alessandra Leone, giovane produttrice che posso dire di aver visto crescere, enoicamente parlando, in un modo così repentino da essere più che fiero di aver fatto Km per arrivare sin nella sua cantina di Cerignola e di aver creduto in lei e nel suo sogno. Vino che è più di un punto di partenza e che mi ha stupito con la sua fresca schiettezza.
Interessantissimi come sempre i Vini di Podere di Pomaio, che riconfermano un nitido e fresco RosAntico e mi ammaliano con una perla d’eccellenza chiamata Clante, un Merlot in purezza da viti allevate ad alberello di grande potenza espressiva, ma al contempo elegante e di identità, con un finale sapido che fa da firma ai Vini di questa splendida azienda improntata totalmente sulla sostenibilità e sul rispetto.
Sempre in Toscana bellissime sensazioni e l’impressione di trovarsi di fronte a due Vini provenienti da un luogo dal fascino impressionante come il Castello di Vicarello. Vini che fanno di un raro equilibrio fra corpo e frutto, mineralità e freschezza, nonché di una speziatura naturale avvolta in un abbraccio balsamico, le proprie peculiarità espresse con grande sincerità.
Passiamo ad una delle più belle scoperte dell’Only Wine, ovvero l’azienda Nobili con le tre tra le più belle espressioni della Valtellina enoica che abbia mai avuto modo di incontrare: Sassella 2012, Inferno 2010 e Sfursat 2010 davvero belli, intensi, ma mai eccessivi o scomposti, di grande e spontanea eleganza.
Last but not least la perla rara dell’evento, ovvero il Vin de la Neu del giovanissimo Nicola Biasi, un enologo/produttore, che ha realizzato un progetto fatto della stessa materia dei sogni, ma concretizzato come, forse, neanche il più azzardato dei sogni sarebbe mai arrivato.
Johanniter, un incrocio tra Riesling e Pinot grigio, uno di quelli
che in gergo vengono chiamati vitigni resistenti, in quanto quasi
totalmente immuni ad alcune delle principali patologie della vite e
quindi, concettualmente e praticamente più sostenibili. Un Vino che deve il suo nome alla nevicata che ha sorpreso Nicola proprio all’epoca della vendemmia, in Val di Non, regno indiscusso delle Mele (Groppello di Revò a parte) ed ora della viticoltura moderna, ma profondamente rispettosa e lungimirante di questo enologo tanto giovane quanto d’esperienza. Un Vino complesso, ma diretto al naso, che in bocca si rivela molto più friendly in termini di beva, di grande piacevolezza e freschezza.
Un evento, questo Only Wine Festival, che sta diventando un appuntamento fisso per molti winelovers ed anche per me, ovviamente!
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