Julien Miquel – Uno dei più importanti Wine influencer al mondo parla di Vino italiano e Wine Bloggers

Oggi ho deciso di dare spazio ad un collega, nonché uno dei più importanti wine blogger e wine influencer al mondo, Julien Miquel.  (english version here)
Ho conosciuto Julien quando mi citò tra quelle le definì le Wine Social Media Celebrities (forse un tantinello esagerato per me, ma all’estero i Blogger in generale ed anche in Wine Blogger nella loro nicchia sono delle vere e proprie star), quindi non vedevo l’ora di aver l’occasione per ricambiare il favore”!
best wine blogger

Chi è Julien Miquel?

Julien fonda Social Vignerons a metà del 2014 ed il suo wineblog, dopo solo sei mesi, viene votato come “Miglior nuovo Wine Blog” ai Wine Blog Awards.
Un enologo, un esperto di social media marketing, ma in primis un grande winelover che ha deciso di mettere a disposizione di tutti, produttori di vino ed appassionati di tutto il mondo, la propria esperienza maturata grazie ad esperienze da winemaker in Francia (ha lavorato anche per Chateau Margaux), Spagna, Australia ed ovviamente in Italia. E’ proprio per questo che ho voluto ospitarlo qui su WineBlogRoll, in quanto avere un punto di vista di un esperto del Vino mondiale che abbia conosciuto l’Italia del Vino dall’interno, possa solo rappresentare un valore aggiunto alla mia personale consapevolezza e, spero, a quella di tutti voi. Come vedrete dalla brevissima chiacchierata con Julien, le domande sono molto semplici e dirette ed il tono è molto informale, come si confà a dei wine blogger che puntano tutto sulla condivisione e sullo storytelling.
Cosa ne pensi dell’Italia e di cosa ti occupavi nel
settore del vino in Italia?
Ho
lavorato in Italia come produttore di vino per poco più di 6 mesi
nel 2006.
A
dire il vero, giunsi nel vostro Paese l’anno dei Mondiali di
Calcio, proprio la domenica di luglio, durante la finale tra Francia
e Italia (vinsero gli Azzurri ovviamente!). Ero felice che l’Italia
avesse vinto, sennonché per aver reso più facile la mia vita
rispetto al caso in cui avessero vinto i Francesi, visto che avrei
trascorso il resto dell’anno in Italia! 😉
Ho
prodotto vino sulla costa toscana, nei pressi di Bolgheri, in una
tenuta chiamata Caiarossa. Producevamo vini “Super Tuscan” con
svariati vitigni, principalmente con Sangiovese, Cabernet Sauvignon e
Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot e Syrah e con Chardonnay e
Viognier per i bianchi.
È
stata un’esperienza fantastica, che mi ha dato la possibilità di
immergermi nella cultura locale, circondato dagli abitanti del posto.
Ho dovuto imparare l’italiano in un paio di mesi. Ho dovuto anche
iniziare a parlare un po’ più forte del solito e a gesticolare
mentre parlavo. 
Mi
sono innamorato come non mai dell’Italia, della profondità della
sua cultura e dell’indole gentile del suo popolo. Essere in grado
di parlarne la lingua aiuta moltissimo a comprenderne la cultura e a
condividere i momenti più belli.

Cosa
ti è piaciuto di più dell’Italia e del vino italiano?
Anche
se può sembrare scontato, in quanto molte persone potrebbero dare la
stessa risposta, tuttavia, quel che più ho amato del vino italiano è
stata la sua diversità.
L’Italia è il più grande Paese
produttore di vino al mondo
, eppure tutta la sua produzione è
suddivisa tra una miriade di piccoli produttori. Ogni zona presenta
vitigni propri, spesso sconosciuti altrove. Dunque, esagerando un
po’, si potrebbe dire che i vini sono molto diversi tra loro, il
che non risulta necessariamente un vantaggio per il Paese da un punto
di vista del marketing giacché, da winelover, potresti non finire
mai di esplorare e di imparare, nonché di restarne sorpreso.
Si
potrebbe anche sostenere, in generale, che in Italia c’è un forte
legame tra i vini e i loro terroir
,
il che amplifica la diversità complessiva. In Italia ogni vino
riesce ad esprimere in maniera più distinta rispetto ad altri Paesi
il luogo in cui esso è stato prodotto e gli individui che lo hanno
prodotto.
Vi è stata una minore influenza delle tendenze di moda,
delle tecniche moderne di vinificazione, dell’impiego di botti di
rovere, etc.
Il
mio sito web/blog si chiama Social Vignerons perché
ho la passione per i viticoltori e per quello che riescono ad
esprimere attraverso i loro vini. Di sicuro, in Italia c’è molto
da scoprire e da esplorare sotto questo profilo.
Per
di più, quasi tutti i vini italiani si possono abbinare facilmente a
qualsiasi piatto, il che per me, da buon francese, ovviamente risulta
fondamentale.
Cosa
pensi della qualità del vino italiano?
social vignerons
Non
credo vi sia una risposta generica a tale domanda. A causa della
diversità precedentemente menzionata e l’immenso volume della resa
vinicola del Paese, tutti i livelli di qualità sono rappresentati
nel vino italiano:
dai più ordinari, piuttosto a buon mercato, a
quelli che vengono considerati i migliori al mondo; ma nell’insieme
posso affermare che la qualità del vino italiano sia piuttosto
buona.
Credo che uno dei vantaggi del vino italiano nel suo complesso
consista nel fatto che una gran quantità della produzione di qualità
più scarsa venga esportata all’ingrosso senza essere
necessariamente venduta sotto l’etichetta di “Prodotto in
Italia”, in modo da non danneggiare l’immagine del Paese. Mi
vengono in mente gli enormi volumi destinati alla produzione dei vini
spumanti tedeschi Sekt
o ai blend
dei vini rossi da tavola a buon mercato “dall’Unione Europea”.
Pertanto, in linee generali, quel che viene fuori dalle bottiglie IGT
o DOP è di qualità piuttosto buona.

Cosa
pensi della comunicazione del vino italiano? Perché i Wine blogger
sono così importanti sul piano internazionale?
Nella
comunicazione essere diversi e divisi non è un bel vantaggio, come
ho illustrato nell’articolo sopracitato. È molto
più facile comunicare su una scala globale quando sei un grande
brand
piuttosto che un piccolo produttore.
Molti
piccoli vignaioli
non hanno tempo o denaro a sufficienza da investire nella
comunicazione.
Tuttavia,
ritengo che con i social media siamo entrati in un’era che permette
ai produttori di vino di connettersi con i propri clienti e con i
potenziali clienti molto più facilmente e a più basso costo.
I
social media permettono di collegare la diversità dei bevitori e degli amanti di vino di tutto il mondo alla diversità dei produttori di vino di
tutto il globo. Tutti possono trovare ciò che più gli
o le
interessa. Ogni bevitore di vino può trovarvi un vino o una storia
che gli piace. Ed ogni produttore dovrebbe essere in grado di trovare
persone a cui piaccia il proprio vino e la propria storia.
È
come se nel mondo del vino i social media siano stati effettivamente
creati per rispondere alla diversità.
È
questo il punto di vista di Social
Vignerons
,
in cui cerco di dare la possibilità ai produttori di raccontare la
propria storia attraverso il mio sito web e la mia community
virtuale. Invito i produttori a condividere semplicemente la loro
storia con me e con il mio pubblico. Come consulente, aiuto anche
qualcuno di loro ad essere più efficace sui social media per trovare
i clienti.
L’importanza
dei wine blogger
consiste nella continuità di questo movimento che
sta prendendo piede con il web e i social media, i quali conferiscono
a produttori e appassionati un maggior potere. Interagendo con i wine
blogger, i produttori di vino
possono ottenere recensioni sui loro
vini su scala globale praticamente gratis
. Non dovranno
necessariamente acquistare lo spazio pubblicitario. Vale lo stesso
per i bevitori di vino, i quali dovranno semplicemente verificare sui
wine blog qual è la vera qualità del vino piuttosto che pagare per
abbonarsi ad una rivista che non è necessariamente rappresentativa
della realtà.
Inoltre,
i wine blog permettono ai consumatori di saperne di più sui vini e
di fare acquisti consapevoli
. Permettono anche ai produttori di
raccontare la propria storia e di “spargere la voce” (è questo
lo slogan di
Social
Vigneron
s
)
sui loro vini.
Nessuno
passa inosservato con i wine blog! Per questo motivo, essi sono
sempre più popolari.

Conclusioni sull’intervisa a Julien Miquel e la situazione del Wine Blogging italiano

Credo che Julien, specie per quanto concerne la comunicazione, sia stato in grado di sintetizzare alcuni punti focali riguardanti il Vino italiano e, soprattutto, la figura del wine blogger, non tanto al fine di “tirare l’acqua al nostro mulino” (anche perché ci piace più il Vino!), bensì per dare una visione più internazionale di quelli che sono i valori della comunicazione del Vino odierna.
Non posso, quindi, che ringraziare il caro Julien Miquel  per il tempo concessomi. (Segui Julien Miquel sui social).

Special thanks alla traduttrice dei testi, Martina Pirosini, specializzata in traduzioni enoiche.

F.S.R.
#WineIsSharing

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