Benvenuto Brunello 2018 – Anteprima Brunello di Montalcino 2013, Riserva 2012 e Rosso di Montalcino 2016
Anche quest’anno
l’anteprima più attesa dell’anno si è conclusa con una serie di
assaggi, incontri e confronti che fanno entrare il Benvenuto Brunello
2018 di diritto tra le migliori anteprime di sempre per l’organizzazione e per l’attenzione alla comunicazione web e social da parte del Consorzio.
l’anteprima più attesa dell’anno si è conclusa con una serie di
assaggi, incontri e confronti che fanno entrare il Benvenuto Brunello
2018 di diritto tra le migliori anteprime di sempre per l’organizzazione e per l’attenzione alla comunicazione web e social da parte del Consorzio.
Dopo la doverosa premessa
legata all’annata 2013, condividerò con voi alcuni degli assaggi più
nitidi di questa edizione di Benvenuto Brunello.
legata all’annata 2013, condividerò con voi alcuni degli assaggi più
nitidi di questa edizione di Benvenuto Brunello.
L’annata 2013
Autunno mite, inverno
freddo e piovoso, primavera non troppo calda e estate, che seppur
arrivata in ritardo, si è protratta fino a settembre inoltrato.
Questo andamento più regolare da luglio a fine settembre, il vento e le buone escursioni termiche giorno-notte hanno permesso una
maturazione più graduale, una buona sanità delle uve e un buon equilibrio fra acidità e
concentrazione. In un’annata come questa –
che non si vedeva da lustri ormai – è stata premiata una raccolta in stile quasi tradizionale partita a metà settembre e protratta fino ad inizio ottobre in alcune zone. Di certo più una vendemmia più classica rispetto alle 2 settimane di anticipo alle quali, purtroppo, ci stiamo sempre di
più abituando. Il rischio per la sanità delle uve c’è stato solo in alcune zone più tardive, a causa di alcune piogge di ottobre.
freddo e piovoso, primavera non troppo calda e estate, che seppur
arrivata in ritardo, si è protratta fino a settembre inoltrato.
Questo andamento più regolare da luglio a fine settembre, il vento e le buone escursioni termiche giorno-notte hanno permesso una
maturazione più graduale, una buona sanità delle uve e un buon equilibrio fra acidità e
concentrazione. In un’annata come questa –
che non si vedeva da lustri ormai – è stata premiata una raccolta in stile quasi tradizionale partita a metà settembre e protratta fino ad inizio ottobre in alcune zone. Di certo più una vendemmia più classica rispetto alle 2 settimane di anticipo alle quali, purtroppo, ci stiamo sempre di
più abituando. Il rischio per la sanità delle uve c’è stato solo in alcune zone più tardive, a causa di alcune piogge di ottobre.
In termini organolettici
ad essere privilegiate sono state le peculiarità aromatiche e
gustative che riconducono ai canoni della freschezza, della
profondità e della finezza, che nei casi di maggior rispetto in
vigna e in cantina hanno dato origine ad un’armonia complessiva molto
elegante.
ad essere privilegiate sono state le peculiarità aromatiche e
gustative che riconducono ai canoni della freschezza, della
profondità e della finezza, che nei casi di maggior rispetto in
vigna e in cantina hanno dato origine ad un’armonia complessiva molto
elegante.
Il tutto va poi
contestualizzato e declinato in base alle caratteristiche
pedoclimatiche della quattro macro aree e delle singole realtà
aziendali distinguendo i corpi unici da chi (e a Montalcino sono
molte) ha piccole parcelle di vigneto in due o più differenti zone,
in grado di compensarsi al momento del taglio d’annata (se vinificate
separatamente) con grandi vantaggi in termini di bilanciamento fra
acidità e struttura.
contestualizzato e declinato in base alle caratteristiche
pedoclimatiche della quattro macro aree e delle singole realtà
aziendali distinguendo i corpi unici da chi (e a Montalcino sono
molte) ha piccole parcelle di vigneto in due o più differenti zone,
in grado di compensarsi al momento del taglio d’annata (se vinificate
separatamente) con grandi vantaggi in termini di bilanciamento fra
acidità e struttura.
Il Brunello 2013
Le attenzioni erano
rivolte tutte al Brunello 2013, ma venivano presentati anche i Rossi
di Montalcino 2016 e i Brunello di Montalcino Riserva 2012, con
alcune eccezioni per entrambe le categorie rappresentate da Rossi
2015 usciti più tardi e rare Riserve 2011 di chi ha preferito questa
annata alla successiva.
rivolte tutte al Brunello 2013, ma venivano presentati anche i Rossi
di Montalcino 2016 e i Brunello di Montalcino Riserva 2012, con
alcune eccezioni per entrambe le categorie rappresentate da Rossi
2015 usciti più tardi e rare Riserve 2011 di chi ha preferito questa
annata alla successiva.
Dando un colpo di spugna
preventivo alle dinamiche legate all’assegnazione di 4 stelle
all’annata 2013 contro le 4 della 2012, vi dico subito che l’annata
presentata quest’anno rientra perfettamente nelle mie corde per il
carattere più fresco e l’andamento climatico più “classico”.
preventivo alle dinamiche legate all’assegnazione di 4 stelle
all’annata 2013 contro le 4 della 2012, vi dico subito che l’annata
presentata quest’anno rientra perfettamente nelle mie corde per il
carattere più fresco e l’andamento climatico più “classico”.
Se il caldo tende a
“omologare” in termini di qualità media – nella 2012 l’andamento
degli assaggi era stato molto più regolare, ma con meno picchi –
in un’annata da considerarsi fresca come la 2013 le considerazioni
sui vini degustati risultano essere più altalenanti, ma con picchi
d’eccellenza davvero notevoli, specie per chi, come me, ama vini dal
profilo più dinamico e fine.
“omologare” in termini di qualità media – nella 2012 l’andamento
degli assaggi era stato molto più regolare, ma con meno picchi –
in un’annata da considerarsi fresca come la 2013 le considerazioni
sui vini degustati risultano essere più altalenanti, ma con picchi
d’eccellenza davvero notevoli, specie per chi, come me, ama vini dal
profilo più dinamico e fine.
Un’annata tanto
tradizionale quanto attuale in termini di risultati, che va incontro alla contemporanea
tendenza italiana, e sempre più globale, che privilegia vini più
freschi, asciutti, sapidi ma al contempo equilibrati, profondi ed
eleganti, a sfavore delle grandi concentrazioni e dei vini “piacioni”
troppo corposi e dalla beva meno agile.
tradizionale quanto attuale in termini di risultati, che va incontro alla contemporanea
tendenza italiana, e sempre più globale, che privilegia vini più
freschi, asciutti, sapidi ma al contempo equilibrati, profondi ed
eleganti, a sfavore delle grandi concentrazioni e dei vini “piacioni”
troppo corposi e dalla beva meno agile.
Un ritorno a gradazioni
meno importanti e ad acidità più lineari, con tannini in molti casi
meno aggressivi, asciutti e sabbiosi, senza lesinare una buona
struttura, fanno dei Brunello 2013 dei vini da bere oggi senza troppi
intoppi e per i quali auspicare un grande futuro in termini di
longevità e di evoluzione verso complessità e classe.
meno importanti e ad acidità più lineari, con tannini in molti casi
meno aggressivi, asciutti e sabbiosi, senza lesinare una buona
struttura, fanno dei Brunello 2013 dei vini da bere oggi senza troppi
intoppi e per i quali auspicare un grande futuro in termini di
longevità e di evoluzione verso complessità e classe.
Gli assaggi da ricordare del Benvenuto Brunello 2018
Brunello di Montalcino
2013
2013
(L’ordine dei vini citati
è puramente casuale e la seguente lista non rappresenta una
classifica di gradimento, ma “solo” l’elenco degli assaggi
che di più mi hanno colpito alla luce degli oltre 200 fatti tra Brunello annata, Riserva e Rosso)
è puramente casuale e la seguente lista non rappresenta una
classifica di gradimento, ma “solo” l’elenco degli assaggi
che di più mi hanno colpito alla luce degli oltre 200 fatti tra Brunello annata, Riserva e Rosso)
Albatreti – Di
carattere.
carattere.
Un Brunello capace di
coniugare alla freschezza della 2013 una forza espressiva
destabilizzante. Anche dopo un’intera giornata di assaggi è stato in
grado di destare le mie papille gustative dall’umano accenno di
assuefazione, distinguendosi nettamente dalla “massa” per la
chiarezza del varietale e per la profondità di un sorso intenso e saporito, dal tannino ben integrato. Nonostante in pochi li conoscano, i vini di Gaetano Salvioni sono
citati fra gli assaggi più nitidi dei miei Benvenuto Brunello da
almeno 3 anni, quindi io mi sento di considerarlo a tutti gli effetti
una grande conferma più che una “scoperta”.
coniugare alla freschezza della 2013 una forza espressiva
destabilizzante. Anche dopo un’intera giornata di assaggi è stato in
grado di destare le mie papille gustative dall’umano accenno di
assuefazione, distinguendosi nettamente dalla “massa” per la
chiarezza del varietale e per la profondità di un sorso intenso e saporito, dal tannino ben integrato. Nonostante in pochi li conoscano, i vini di Gaetano Salvioni sono
citati fra gli assaggi più nitidi dei miei Benvenuto Brunello da
almeno 3 anni, quindi io mi sento di considerarlo a tutti gli effetti
una grande conferma più che una “scoperta”.
Fattoria il Pino –
Energico
Energico
Jessica Pellegrini si dimostra ancora una volta un’interprete rispettosa della tradizione,
del suo territorio e dell’annata con un Brunello completo,
dall’ottimo slancio fresco e dinamico che si svolge con notevole
energia vitale. Grande ora ed ancor più in prospettiva. In pochi
anni è diventata già passata dall’essere una scommessa ad una certezza che dubito mi deluderà in
futuro.
del suo territorio e dell’annata con un Brunello completo,
dall’ottimo slancio fresco e dinamico che si svolge con notevole
energia vitale. Grande ora ed ancor più in prospettiva. In pochi
anni è diventata già passata dall’essere una scommessa ad una certezza che dubito mi deluderà in
futuro.
Le Potazzine – Fine
Sono queste le annate in
cui il sodalizio fra i vigneti a ovest e quelli a sud de Le Potazzine
dà il meglio di sé: grande armonia, slanciata freschezza, sapidità
e profondità da vendere per un vino di rara finezza. La coesione fra
la complessità dei profumi, i tannini di grande garbo e la dinamica
di una beva longilinea ma intensa, lo rendono un Brunello tanto
tradizionale quanto attuale nella capacità di coniugare il più
coerente rispetto per la tradizione ad un’eleganza e una bevibilità
più uniche che rare.
cui il sodalizio fra i vigneti a ovest e quelli a sud de Le Potazzine
dà il meglio di sé: grande armonia, slanciata freschezza, sapidità
e profondità da vendere per un vino di rara finezza. La coesione fra
la complessità dei profumi, i tannini di grande garbo e la dinamica
di una beva longilinea ma intensa, lo rendono un Brunello tanto
tradizionale quanto attuale nella capacità di coniugare il più
coerente rispetto per la tradizione ad un’eleganza e una bevibilità
più uniche che rare.
Gianni Brunelli –
Elegante
Elegante
E’ la prima volta che
cito un Brunello de Le Chiuse di Sotto fra gli assaggi memorabili
delle mie anteprime ma questa 2013 merita molto più di una
citazione, in quanto emblema dell’annata nel suo slancio teso dal
finale sapido avvolto in un velo di leggiadra eleganza, che non ne
offusca la fisionomia ma la risalta, con un tratto fine e distintivo.
Azienda che mi ha piacevolmente sorpreso su tutta la linea per la raffinatezza con la quale interpreta i suoi vini.
cito un Brunello de Le Chiuse di Sotto fra gli assaggi memorabili
delle mie anteprime ma questa 2013 merita molto più di una
citazione, in quanto emblema dell’annata nel suo slancio teso dal
finale sapido avvolto in un velo di leggiadra eleganza, che non ne
offusca la fisionomia ma la risalta, con un tratto fine e distintivo.
Azienda che mi ha piacevolmente sorpreso su tutta la linea per la raffinatezza con la quale interpreta i suoi vini.
Pietroso –
Equilibrato
Equilibrato
Un Brunello disegnato a
due mani da Madre Natura e da Gianni Pignattai con estrema precisione
e rispetto per il varietale e per l’annata. Frutto e note balsamiche
si fondono in un naso intrigante che fa da preambolo ad un sorso
lineare ma che non manca di piglio e carattere. La percezione fresca,
unita alla buona struttura e al tannino netto e di grande fittezza ne
fanno un Brunello dagli equilibri cesellati.
due mani da Madre Natura e da Gianni Pignattai con estrema precisione
e rispetto per il varietale e per l’annata. Frutto e note balsamiche
si fondono in un naso intrigante che fa da preambolo ad un sorso
lineare ma che non manca di piglio e carattere. La percezione fresca,
unita alla buona struttura e al tannino netto e di grande fittezza ne
fanno un Brunello dagli equilibri cesellati.
Il Marroneto – Identitario
I vini di Alessandro Mori non smetteranno mai di stupirmi con la loro nitida identità tradizionale e l’espressività varietale e territoriale. Il Brunello 2013 è fresco, balsamico, con una beva dinamica, asciutta; ha stoffa e una trama tannica fitta, di grande nettezza e precisione.
Il Madonna delle Grazie 2013 ha una personalità più complessa, profonda, appena inizia ad aprirsi ammalia con un naso che rende onore al Sangiovese e al suo più completo spettro olfattivo, per poi illuminare con un sorso impattante, slanciato, ma non povero di sostanza; il finale è saporito, ferroso, sanguigno comun denominatore dei grandi vini rossi. Un assaggio intimista di grande intensità che fa presagire un futuro radioso per un vino di notevole levatura, con il quale, una volta entrati in empatia, non si smetterebbe mai di intrattenersi.
Il Madonna delle Grazie 2013 ha una personalità più complessa, profonda, appena inizia ad aprirsi ammalia con un naso che rende onore al Sangiovese e al suo più completo spettro olfattivo, per poi illuminare con un sorso impattante, slanciato, ma non povero di sostanza; il finale è saporito, ferroso, sanguigno comun denominatore dei grandi vini rossi. Un assaggio intimista di grande intensità che fa presagire un futuro radioso per un vino di notevole levatura, con il quale, una volta entrati in empatia, non si smetterebbe mai di intrattenersi.
Salvioni – Stile
Una cifra stilistica che
non viene mai meno quella di Salvioni. Anche in un’annata in cui in
molti hanno rischiato di confondere la freschezza e la finezza con
l’esilità, il Brunello della Cerbaiola è in grado di mostrare
muscoli da maratoneta piuttosto che quelli da centometrista,
mantenendo una buona spina acida che attraversa e sostiene la ben
dosata concentrazione. Quando la potenza si fa armonia…
non viene mai meno quella di Salvioni. Anche in un’annata in cui in
molti hanno rischiato di confondere la freschezza e la finezza con
l’esilità, il Brunello della Cerbaiola è in grado di mostrare
muscoli da maratoneta piuttosto che quelli da centometrista,
mantenendo una buona spina acida che attraversa e sostiene la ben
dosata concentrazione. Quando la potenza si fa armonia…
Le Ragnaie –
Complesso
Complesso
Il Brunello V.V. 2013
esprime un grado di complessità che solo pochi grandi vini possono pensare di eguagliare. Vino integro, profondo, che gode della consueta freschezza che
questi vigneti sanno donare al vino grazie alla loro altitudine e al pedoclima favorevole. Dinamiche che sfociano in un’eleganza che
continuerà a crescere in vetro.
esprime un grado di complessità che solo pochi grandi vini possono pensare di eguagliare. Vino integro, profondo, che gode della consueta freschezza che
questi vigneti sanno donare al vino grazie alla loro altitudine e al pedoclima favorevole. Dinamiche che sfociano in un’eleganza che
continuerà a crescere in vetro.
Sanlorenzo – Sincero
Apprezzo da anni i vini
di Luciano Ciolfi per la loro riconducibilità alle sue vigne e alla
sua interpretazione delle stesse di annata in annata. Anche questo
Brunello Bramante 2013 è specchio del pedoclima dei suoi vigneti nel
versante sud-ovest a 500mslm ricchi di galestro: puro nel varietale,
fresco e teso nella beva, sapido nel finale, con un tannino
distintivo dei suoi vini. Ormai Sanlorenzo ha trovato la sua cifra
stilistica.
di Luciano Ciolfi per la loro riconducibilità alle sue vigne e alla
sua interpretazione delle stesse di annata in annata. Anche questo
Brunello Bramante 2013 è specchio del pedoclima dei suoi vigneti nel
versante sud-ovest a 500mslm ricchi di galestro: puro nel varietale,
fresco e teso nella beva, sapido nel finale, con un tannino
distintivo dei suoi vini. Ormai Sanlorenzo ha trovato la sua cifra
stilistica.
Terre Nere –
Prospettico
Prospettico
Un Brunello che ben
esprime le peculiarità dei vigneti di questa piccola realtà che
nelle annata giuste permettono di raggiungere un raro equilibrio fra
estratto e acidità donando al vino forza, dinamica e grande
potenziale evolutivo. Un tannino che con un po’ di vetro verrà integrato al meglio.
Credo molto in questa cantina e sono certo che
la crescita constatata quest’anno sia solo l’inizio di un luminoso
cammino.
esprime le peculiarità dei vigneti di questa piccola realtà che
nelle annata giuste permettono di raggiungere un raro equilibrio fra
estratto e acidità donando al vino forza, dinamica e grande
potenziale evolutivo. Un tannino che con un po’ di vetro verrà integrato al meglio.
Credo molto in questa cantina e sono certo che
la crescita constatata quest’anno sia solo l’inizio di un luminoso
cammino.
Il Palazzone –
Minerale
Minerale
Per quanto inflazionato
sia questo termine enoico, non posso non utilizzarlo per un Brunello
che mi ha sorpreso per una duplice anima minerale fatta di ferro e
sale. Un vino che si lascia bere con estremo piacere, senza risultare
scontato. Una piccola scoperta per me che non conoscevo questa
piccola e rispettosa cantina situata sul pendio nord-ovest di
Montalcino.
sia questo termine enoico, non posso non utilizzarlo per un Brunello
che mi ha sorpreso per una duplice anima minerale fatta di ferro e
sale. Un vino che si lascia bere con estremo piacere, senza risultare
scontato. Una piccola scoperta per me che non conoscevo questa
piccola e rispettosa cantina situata sul pendio nord-ovest di
Montalcino.
Fattoi – Continuo
Uno degli assaggi più
intensi e persistenti. A stupire è la grande armonia fra freschezza
e potenza di un vino che attinge alla tradizione per arrivare ad
essere contemporaneo. Sempre una luminosa conferma.
intensi e persistenti. A stupire è la grande armonia fra freschezza
e potenza di un vino che attinge alla tradizione per arrivare ad
essere contemporaneo. Sempre una luminosa conferma.
Col di Lamo – Lungo
Una realtà che cresce di
annata in annata aumentando la consapevolezza di chi il vino lo fa
ovvero della produttrice Giovanna – per gli amici Gianna – Neri e
delle sue viti. Un vino che ho dovuto riassaggiare più volte per
comprenderne le varie sfaccettature, che sembrano voler giocare con i
sensi finché, una volta portati in quel limbo chiamato austerità,
inizia ad aprirsi per poi affondare la stoccata vincente, fresca e
saporita, in un allungo che pochi saprebbero sostenere. Amo essere
sorpreso e la 2013 di Col di Lamo è di certo un vino che sa e saprà
sorprendere.
annata in annata aumentando la consapevolezza di chi il vino lo fa
ovvero della produttrice Giovanna – per gli amici Gianna – Neri e
delle sue viti. Un vino che ho dovuto riassaggiare più volte per
comprenderne le varie sfaccettature, che sembrano voler giocare con i
sensi finché, una volta portati in quel limbo chiamato austerità,
inizia ad aprirsi per poi affondare la stoccata vincente, fresca e
saporita, in un allungo che pochi saprebbero sostenere. Amo essere
sorpreso e la 2013 di Col di Lamo è di certo un vino che sa e saprà
sorprendere.
La Magia – Espressivo
Il Brunello “Ciliegio”
dell’azienda La Magia conferma quanto un territorio e ancor più un
singolo vigneto possano incidere sulla personalità di un vino. Un
vino pulito, che si fa apprezzare per un buonissimo bilanciamento fra
sensazioni più fresche e balsamiche e il fisico presentante e
sinuoso. Un vino con una sua personalità matura e ben delineata che
può solo crescere in bottiglia.
dell’azienda La Magia conferma quanto un territorio e ancor più un
singolo vigneto possano incidere sulla personalità di un vino. Un
vino pulito, che si fa apprezzare per un buonissimo bilanciamento fra
sensazioni più fresche e balsamiche e il fisico presentante e
sinuoso. Un vino con una sua personalità matura e ben delineata che
può solo crescere in bottiglia.
Cava d’Onice – Forte
Il Brunello 2013 del
“cru” Colombaio di Cava d’Onice è uno di quei vini da
guardare e sentire in prospettiva, ma non troppo. Un vino che ha ben
chiara la sua identità varietale e territoriale e che fa percepire
chiaramente un grande potenziale. Il corpo forte e tenace di questo
vino è ben bilanciato da uno slancio lineare e sicuro che non si
lascia ostacolare dal tannino. Una realtà, questa, da seguire con
attenzione negli anni a venire.
“cru” Colombaio di Cava d’Onice è uno di quei vini da
guardare e sentire in prospettiva, ma non troppo. Un vino che ha ben
chiara la sua identità varietale e territoriale e che fa percepire
chiaramente un grande potenziale. Il corpo forte e tenace di questo
vino è ben bilanciato da uno slancio lineare e sicuro che non si
lascia ostacolare dal tannino. Una realtà, questa, da seguire con
attenzione negli anni a venire.
Le Ripi – Buona la
prima!
prima!
Il Brunello “Cielo
d’Ulisse” è il neonato dell’azienda, pensato per uscire sul
mercato nei tempi previsti dal disciplinare (e non oltre, come accade
per il Lupi e Sirene). Un vino ben congegnato, che non manifesta
ostiche durezze e privilegia una beva agile e snella. Un vino
futuribile che farà di sicuro parlare di sé da qui in avanti.
d’Ulisse” è il neonato dell’azienda, pensato per uscire sul
mercato nei tempi previsti dal disciplinare (e non oltre, come accade
per il Lupi e Sirene). Un vino ben congegnato, che non manifesta
ostiche durezze e privilegia una beva agile e snella. Un vino
futuribile che farà di sicuro parlare di sé da qui in avanti.
Brunello di Montalcino
Riserva 2012
Riserva 2012
Podere San Giacomo –
Concreto
Concreto
Una delle poche riserve
che non hanno accusato l’annata calda e il lungo affinamento. Vino
che ha mantenuto ancora integro un buon frutto e, pur lasciando
intravedere un grande potenziale di invecchiamento, non oppone
particolari resistenze alla beva odierna.
che non hanno accusato l’annata calda e il lungo affinamento. Vino
che ha mantenuto ancora integro un buon frutto e, pur lasciando
intravedere un grande potenziale di invecchiamento, non oppone
particolari resistenze alla beva odierna.
Casisano – Ascendente
La Riserva “Colombaiolo”
è l’eccezione che conferma la regola. In un’annata in cui molte
Riserve sono risultate iperstrutturate e ai limiti della “cottura”
quella di Casisano ha manifestato un ottimo equilibrio, mantenendo
fede all’annata calda, ma preservando una buona acidità di base. Un
vino importante, da attendere, come si confà a una Riserva di grande
caratura.
è l’eccezione che conferma la regola. In un’annata in cui molte
Riserve sono risultate iperstrutturate e ai limiti della “cottura”
quella di Casisano ha manifestato un ottimo equilibrio, mantenendo
fede all’annata calda, ma preservando una buona acidità di base. Un
vino importante, da attendere, come si confà a una Riserva di grande
caratura.
Sesti – Riserva-to
Il Phenomena del Castello
di Argiano di Sesti è uno di quei vini che da anni, attraverso il
calice, mi spinge ad un introspezione profonda mia e del vino. Un
Brunello che si presenta timido, a tratti riservato, ma con il quale
basta essere educati e pazienti per comprenderne il carattere forte,
maturo e saggio. E’ un vino che temevo di non poter apprezzare in
un’annata calda come la 2012, ma che con la sua intrigante capacità
di fare il gioco delle tre carte con i miei punti di riferimento in
degustazione, è sempre tra gli assaggi che rimangono più impressi
nella memoria.
di Argiano di Sesti è uno di quei vini che da anni, attraverso il
calice, mi spinge ad un introspezione profonda mia e del vino. Un
Brunello che si presenta timido, a tratti riservato, ma con il quale
basta essere educati e pazienti per comprenderne il carattere forte,
maturo e saggio. E’ un vino che temevo di non poter apprezzare in
un’annata calda come la 2012, ma che con la sua intrigante capacità
di fare il gioco delle tre carte con i miei punti di riferimento in
degustazione, è sempre tra gli assaggi che rimangono più impressi
nella memoria.
Cerbaia – Nitido
La Riserva “Vigna
Cerbaia” è balsamica, matura ma non troppo, con una profondità
aromatica e un’intensità di sorso notevoli. L’annata è percepibile
nella sua accezione più positiva e il potenziale di bottiglia è tra
i più nitidi assaggiati.
Cerbaia” è balsamica, matura ma non troppo, con una profondità
aromatica e un’intensità di sorso notevoli. L’annata è percepibile
nella sua accezione più positiva e il potenziale di bottiglia è tra
i più nitidi assaggiati.
Rosso di Montalcino
2016
2016
Ferrero – Completo
Uno di quei rossi che già
dal naso dicono molto della loro integrità di frutto. Ottimo il
gioco di squadra fra nerbo e struttura, con un’eleganza soffusa e
diffusa che ne fa ben più di un “secondo vino”. Il sorso è
lungo e la percezione salina nel finale è davvero piacevole.
dal naso dicono molto della loro integrità di frutto. Ottimo il
gioco di squadra fra nerbo e struttura, con un’eleganza soffusa e
diffusa che ne fa ben più di un “secondo vino”. Il sorso è
lungo e la percezione salina nel finale è davvero piacevole.
Croce di Mezzo –
Inerziale
Inerziale
Uno dei Rossi che di più
hanno espresso l’equilibrio agilità di beva e potenziale evolutivo,
tipici dei grandi Rossi di Montalcino. L’annata favorevolissima ha
permesso un ottimo bilanciamento fra freschezza e corpo, con un
finale saporito, sapido che invoglia al refill inerziale.
hanno espresso l’equilibrio agilità di beva e potenziale evolutivo,
tipici dei grandi Rossi di Montalcino. L’annata favorevolissima ha
permesso un ottimo bilanciamento fra freschezza e corpo, con un
finale saporito, sapido che invoglia al refill inerziale.
Tricerchi –
Promettente
Promettente
Step by step,
quest’azienda sta iniziando a muovere i suoi primi passi fra i
“grandi” del Brunello. Uno dei nasi più nitidi e un sorso di
grande profondità. Il tannino è ben presente, ma già ben composto
e garbato. Anche il Brunello 2013 meriterebbe una citazione, ma
avendo assaggiato da botte e da vasca quello che sarà il futuro
dell’azienda, so che nei prossimi anni potrò spendermi in panegirici
più che meritati.
quest’azienda sta iniziando a muovere i suoi primi passi fra i
“grandi” del Brunello. Uno dei nasi più nitidi e un sorso di
grande profondità. Il tannino è ben presente, ma già ben composto
e garbato. Anche il Brunello 2013 meriterebbe una citazione, ma
avendo assaggiato da botte e da vasca quello che sarà il futuro
dell’azienda, so che nei prossimi anni potrò spendermi in panegirici
più che meritati.
La Mannella –
Intrigante
Intrigante
Il Rosso 2016
dell’azienda della famiglia Cortonesi mostra un carattere forte, è
intenso nel frutto e lieve nella speziatura; riesce a coniugare al
meglio la buona struttura con una spina acida ben integrata. Uno dei
rossi che meriterebbero qualche anno di cantina per essere apprezzati
a pieno.
dell’azienda della famiglia Cortonesi mostra un carattere forte, è
intenso nel frutto e lieve nella speziatura; riesce a coniugare al
meglio la buona struttura con una spina acida ben integrata. Uno dei
rossi che meriterebbero qualche anno di cantina per essere apprezzati
a pieno.
Albatreti –
Disarmante
Disarmante
Il vignaiolo “della
domenica” – chi conosce Gaetano Salvioni sa cosa intendo –
colpisce ancora! Il suo Rosso è un’esplosione di frutto, con un
accenno di aromi secondari a rendere il naso di questo vino tra i più
interessanti in assoluto. Un sorso che ne conferma l’unicità e
l’attitudine a stupire dei vini di questo piccolo artigiano del vino.
domenica” – chi conosce Gaetano Salvioni sa cosa intendo –
colpisce ancora! Il suo Rosso è un’esplosione di frutto, con un
accenno di aromi secondari a rendere il naso di questo vino tra i più
interessanti in assoluto. Un sorso che ne conferma l’unicità e
l’attitudine a stupire dei vini di questo piccolo artigiano del vino.
Ventolaio – Agile
Un Rosso dal naso
ammaliante, nitido e ben definito, senza le sfocature che in qualche
annata mi hanno impedito di sentire nelle mie corde i vini di
quest’azienda. Il frutto è integro e dall’equa maturità, il sorso
ha una buona spinta acida che lo rende molto agile alla beva.
ammaliante, nitido e ben definito, senza le sfocature che in qualche
annata mi hanno impedito di sentire nelle mie corde i vini di
quest’azienda. Il frutto è integro e dall’equa maturità, il sorso
ha una buona spinta acida che lo rende molto agile alla beva.
Le Potazzine –
Esemplare
Esemplare
Un grande Rosso di
Montalcino, senza se e senza ma, che ammalia con il suo naso
varietale ancora fresco, vivo ma al contempo profondo e sfida il
calice a restare vuoto, vincendo a mani basse con un sorso di grande
equilibrio ed estrema piacevolezza.
Montalcino, senza se e senza ma, che ammalia con il suo naso
varietale ancora fresco, vivo ma al contempo profondo e sfida il
calice a restare vuoto, vincendo a mani basse con un sorso di grande
equilibrio ed estrema piacevolezza.
Conclusioni
In generale ho trovato la 2013 un’annata ricca di vini nelle mie corde, capaci di esprimersi in finezza e verticalità, senza lesinare forza e materia, con un’ovvia predisposizione alla finezza, seppur con alcune cadute verso il basso che nella 2012 erano state attutite dalle più semplici maturazioni e da una vendemmia più semplice.
Per quanto riguarda le Riserve, devo ammettere che sono sempre un po’ ostiche per me in anteprima e quest’anno lo sono state ancora di più, con alcune interpretazioni troppo cariche e mature, al limite della surmaturazione e i lunghi affinamenti, con quelle concentrazioni e quella percentuale di alcol, ha permesso una deleteria presa di legno dalle botti, specie in caso di legni piccoli. Quelle che ho citato si sono fatte valere grazie ad un equilibrio tra maturità e acidità e per una buona prospettiva evolutiva.
Tra i Rossi di Montalcino 2016, invece, c’è l’imbarazzo della scelta in quanto l’annata – nonostante le migliori uve siano state destinate al Brunello – ha messo a disposizione dei vignaioli una materia prima di prim’ordine. Fra quelli citati troverete gli assaggi che di più si sono distinti per personalità, rispetto dell’annata e precisione.
Montalcino si conferma, a mio modesto parere, l’areale con il più alto livello di qualità media diffusa e la più nitida e percepibile identità territoriale, legata non solo all’utilizzo del monovitigno, ma anche e sempre di più alla volontà comune di ricercare interpretazioni del proprio pedoclima che rispettino la tradizione e risultino contemporanee con il loro equilibrio fra struttura e freschezza, fra carattere e finezza. In generale i vini risultano puliti (a parte sempre più rara eccezione) e il tannino è il vero e proprio spartiacque che vede da un lato i tannini più ruvidi, sabbiosi a tratti strappati e dall’altro quelli più fitti, composti, educati e persino vellutati.
Per quanto il global warming sia sempre più incidente sulle annate, speriamo che gli anni a venire ci riservino ancora qualche “2013”!
Concludo sottolineando che ho preferito non citare i Rossi 2015 e le Riserve 2011 in quanto il focus dell’anteprima erano le annate che, invece, ho preso in considerazione nella stesura di questo report, ma avrò sicuramente modo di condividere con voi le mie impressioni a riguarda durante l’arco dell’anno.
F.S.R.
#WineIsSharing
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