Francesca Fiasco – I primi vini della virtuosa Vignaiola del Cilento

Da che ho memoria la meta delle mie giornate è stata l’emozione e nel vino ho trovato vari veicoli capaci di portarmi a tale destinazione ma il più forte di tutti è, senza tema di smentita, la scoperta!
Arrivare prima degli altri è motivo di orgoglio e al contempo un privilegio. Giungere per primi là dove una nuova vigna è stata appena impiantata, non è ancora stato posato l’ultimo mattone della struttura di una cantina e, ancor più, in una realtà ancora in piena gestazione, in fermentazione, in attesa di comprendere a pieno “cosa sarà da grande”.

cantina francesca fiasco cilento
Eppure non sempre l’essere pionieri corrisponde con la scoperta, non sempre si crea quell’empatia che aiuta a guardare oltre lo stato “attuale” delle cose e raramente si prova quell’incondizionata fiducia prospettica che rende l’attesa un mero espediente del tempo per metterci alla prova.
Faccio questa premessa perché ormai quasi 3 anni fa mi trovai in Cilento, più precisamente in quel di Felitto, piccola cittadina adagiata su di una collina a ca. 300m slm.
E’ lì che incontrai Francesca, una giovane e volenterosa neo-vignaiola che, coadiuvata dalla sua famiglia e dal suo compagno, aveva messo in piedi una vera e propria cantina senza manifestare alcun dubbio riguardo al fatto che quello sarebbe stato il suo futuro!

cantine cilento fiasco
L’idea della della produttrice cilentana (classe ’87) nasce nel 2013, ma è solo dopo un paio di anni che iniziano i lavori per la costruzione della sua piccola ma funzionale cantina.
Francesca mi racconta di quanto amasse andare in campagna dai suoi nonni, che con tanta passione, ma allo stesso tempo, con tanto sacrificio, coltivavano il vigneto, lo stesso vigneto che oggi gestisco  gestisce lei. E’ proprio il nonno Luigi (classe ’31) a trasmetterle ancora oggi i rudimenti della viticoltura e a supervisionare l’andamento stagione del vigneto nonché il lavoro di sua nipote.

vignaioli storici
Ecco, quindi, che da un sogno e dalla passione tramandata dai nonni Francesca, oggi, si trova a coltivare i suoi 6 ettari di vigna dove troviamo varietali come l’Aglianicone, l’Aglianico, il Cabernet Sauvignon, il Sangiovese, il Barbera, il Merlot, il Coda di Volpe e il Fiano, oltre ad alcuni vecchi ceppi di cloni e biotipi dei quali ancora non si conosce con certezza la tipologia.

“La Vigna velata” – Copertura per la grandine
Nell’ultimo periodo, però, è stato impiantato 1,5ha in più (Aglianicone, Piedirosso e Fiano) con l’obiettivo di impiantare ancora un altro ettaro e mezzo per poi fermarsi e raggiungere la soglia atta a produrre una quantità di bottiglie utili a mantenere in piedi un progetto che fino ad ora ha visto solo investimenti, ma che da pochi giorni – finalmente! – può essere versato nei miei calici e di chiunque voglia assaggiare i vini di Francesca Fiasco.
Passando dalla prefazione più romantica agli aspetti agronomici ed enologici riscontrati durante le mie due visite presso questa piccola cantina del Cilento (sì, sono tornato anche quest’anno a ridosso dell’uscita dei vini perché troppo curioso di riassaggiare i vini in anteprima a maturazione compiuta) ciò che contraddistingue i vigneti di Felitto, oltre al mix di varietali tipico di queste zone in cui autoctoni si alternano ad internazionali in maniera ponderata, è il terreno fortemente calcareo, con la presenza di sedimenti di natura argillosa, marnosa e detritica.

fiasco vini
In cantina, grazie all’aiuto dell’enologo E. Falsini, l’idea è chiara: produrre vini capaci di enfatizzare le peculiarità pedoclimatiche del singolo “cru” e, più in generale, trovare equilibri identitari in grado di rendere i vini di questa piccola realtà fortemente riconoscibili e riconducibili a questo areale vitivinicolo così poco conosciuto ma altamente e storicamente vocato.
Sono lieto di condividere con voi i miei primi assaggi delle prime annate prodotte e commercializzate dalla cantina Francesca Fiasco:
vini francesca fiasco
Lapazio 2018 Paestum Bianco IGP – Francesca Fiasco: prende il nome da un’erba spontanea che cresce davanti alla cantina di Francesca e, ironia della sorte, il naso apre con tonalità erbacee, di campo con il fieno e la camomilla a fare da sfondo ad un frutto che arriva in seconda battuta come a voler dimostrare di non voler rendere noioso uno spettro aromatico così divertente. Il Lapazio è un vino luminoso che fa quasi pensare che il suo nome più che di un’erba si riferisca ad una pietra preziosa. Il sorso è vibrante e saporito, sferzante di freschezza e mineralità. La prospettiva sembra promettere bene anche in termini evolutivi.
Ersa 2017 Paestum IGP – Francesca Fiasco: Ersa è l’idiosincrasia del nome del Monte Cerzito e di quello della località Difesa e il suo taglio è più o meno lo stesso del Difesa: Aglianico, Cabernet Sauvignon, Barbera e uve a bacca rossa tipiche del territorio. Il frutto è integro, la speziatura lo rende intrigante sin dal primo naso e apre ad un sorso bilanciato che non lesina freschezza. Un vino ancora in divenire ma che si lascia bere con estrema gradevolezza.
Difesa 2016 Paestum IGP – Francesca Fiasco: toponimo della località dove è ubicata la cantina, il Difesa è un blend di Aglianico, Cabernet Sauvignon, Barbera e vitigni a bacca rossa tipici di questo areale. Ciò che stupisce è l’assennatezza di un taglio capace di trovare equilibri inattesi fra le asperità dell’Aglianico giovane, la fierezza del Cabernet Sauvignon e la vivacità acida della Barbera. Ciò che ne scaturisce è un naso garbato a armonico, forse solo ancora un po’ timido ma già sulla buona strada. Il sorso è intenso ma preserva una freschezza agile e slanciata. Un vino che ha dinamica di beva ma non risulta affatto scontato, con un tannino ben levigato e una buona profondità.
“?” 2016 Paestum IGP – Francesca Fiasco: Francesca ama definirlo “la mia creatura”. E’ il vino che prodotto con le uve provenienti dal vigneto adagiato alle pendici del Monte Cerzito piccola montagna che si trova all’interno del comune di Felitto. E’ un uvaggio da vigna che la vignaiola ha deciso di vinificare esattamente come da suggerimento di nonno Luigi. Le uve di Aglianicone, Cabernet Sauvignon, Aglianico, Sangiovese e Barbera si fondono in un vino che non manca di nulla, inizialmente austero come solo i grandi vini sanno essere per poi mostrarsi fiero nell’aprirsi ad uno spettro aromatico in cui le tonalità scure prevalgono con innesti balsamici a dare vitalità al naso. Il sorso è pieno, sicuro di sé ma privo di sovrastrutture materiche. Anche in questo caso è l’agilità data dalla netta vena acida a fare la differenza fra un vino difficile e un vino complesso ma estremamente facile da bere. (Scoprirete il nome di questo vino solo nei prossimi mesi).
Ricordo ancora le prime disquisizioni sul nome dell’azienda e sul numero di referenze da produrre che inizialmente dovevano essere una o due al massimo, ma oggi trovare queste quattro interpretazioni di territorio prodotte dalla giovane vignaiola cilentana non era neanche nelle mie più rosee previsioni. Condivido qui di seguito la lettera che Francesca mi ha inviato a testimonianza della fortuna che ho avuto nell’intuire le sue potenzialità già qualche annetto fa. Inseguendo il mito dell’inarrivabile Gino Veronelli, queste piccole grandi soddisfazioni sono tasselli fondamentali per continuare nelle mia instancabile ricerca di nuove realtà da scoprire e raccontare.

wine blogger veronelli
In conclusione posso asserire, senza tema di smentita, che la cara Francesca Fiasco sa il fatto suo e lo dimostra sin dalle scelte fatte nel packaging e nella tappatura di tutte le ca. 15.000 bottiglie prodotte. Questo conta molto per una piccola realtà al suo debutto ma ciò che conta ancor di più è trovare all’interno di bottiglie così ben “vestite” dei vini dalla personalità spiccata in grado di farsi apprezzare su tutta la linea. Io non ho dubbi sull’avvenire di questa giovane realtà, ma vi invito a smentirmi assaggiando i suoi vini.

F.S.R.
#WineIsSharing

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