Cristiano Cini – Mentore dei Sommelier e mente di Wine TV

Nel mio girovagar enoico di persone ne ho incontrate tante ma ce ne sono alcune che hanno che stimo particolarmente perché in grado di dare ancor prima di avere; per molti sono maestri per altri mentori, per me riferimenti con i quali è un privilegio confrontarmi.
Uno di questi è, senza ombra di dubbio, Cristiano Cini, un mostro sacro della Sommellerie italiana.
cristiano cini ais
Il curriculum di Cristiano la dice lunga sul suo amore per il vino e per il suo lavoro:
entra in Ais nel 1995. Si diploma sommelier nel 1998 e nel 1999 diventa professionista; sommelier nel ristorante di famiglia ad Arezzo, nel 2003 diventa degustatore ufficiale e relatore e nello stesso anno conquista il titolo di miglior sommelier della Toscana; nel 2005 vince il prestigioso concorso Master del Sangiovese e per tre anni di fila, dal 2006 al 2008, è vice campione italiano; entra nel consiglio regionale e in quello nazionale Ais, membro della giunta nazionale per 8 anni; ricopre l’incarico di presidente della Strada del Vino Terre di Arezzo e dalle ultime elezioni è presidente regionale Ais Toscana. A questo va aggiunto l’incarico di responsabile della scuola concorsi nazionale Sommelier Ais della quale è co-fondatore e l’impegno con Wine TV che ha ideato e porta avanti con successo.
Queste sono solo alcune delle tappe dell’appassionata vita professionale di Cristiano, ma per conoscere meglio una delle persone che di più ha dato al mondo della Sommellerie italiana attraverso la formazione e la condivisione della sua esperienza vi lascio alla nostra interessante chiacchierata dentro e intorno al vino:
– Ciao Cristiano, da dove è nata la tua passione per il vino e per la Sommellerie?
– Nasce da un’esigenza, perché provengo da una famiglia di ristoratori: mia sorella ed io rappresentiamo la quarta generazione e 87 anni di continuità. Non male eh!?”
 Inizio anni ’90, mia mamma – oggi dico “per fortuna!” – mi costrinse ad iscrivermi ai corsi Ais perché l’argomento per me era tabù.
  La differenza come sempre la fanno uomini e donne che si ha la fortuna di incontrare nel corso del nostro cammino quotidiano e formativo, beh io sono un uomo fortunato.

– Cosa significa essere sommelier per te?
– Significa molto è una scelta di vita, oggi è la mia vita. Intendo la professione come un moto perpetuo  in continua evoluzione, oggi prima di tutto siamo comunicatori preparati quindi credibili, nel nostro mondo la gavetta conta e tanto. 
 L’esperenziale della degustazione, dei viaggi nei territori del vino, dei colloqui e delle relazioni con i produttori, tutti, grandi e piccoli, biodinamici e convenzionali, tradizionalisti e innovatori, storici e nuovi, ripeto tutti. Senza questo non ci si può spendere.

– In che modo hai deciso di condividere la tua esperienza e la tua passione con i futuri sommelier e con i sommelier “da competizione”?
– Credo nel confronto sempre e comunque, a volte anche acceso ma sempre sostenuto in maniera costruttiva quindi con intelligenza.
 Serve ed è servito per primo a me stesso. La competizione è confronto alla massima elevazione. E’, quindi, una delle strade percorribili per crescere professionalmente ma bisogna mettersi in gioco, prendere spunto da quelli più bravi di noi per poi rielaborare l’acquisito secondo la nostra personalità.

– La scuola concorsi ha come principe fondamentale proprio la condivisione. Quanto credi sia importante il confronto per la crescita del palato, della conoscenza e delle competenze di un sommelier?
– Ti ho già risposto sopra, ma vorrei ribadire che da soli è dura, da soli non si migliora, l’individualismo in questo “sport” è limitante. Potrebbe sembrare strano ma questo è un sport di squadra e il palato e la sensibilità si allenano e si costruiscono attraverso la continuità e la condivisione.

– Come ci si prepara ad un concorso regionale e nazionale?
– Con la curiosità, la voglia, il sacrificio e la condivisione. Quando gareggiavo io, ieri l’altro (battuta), erano i lombardi a sparigliare il campo vincendo tutto, oggi sono i toscani, al di là della naturale ciclicità la formazione e il fare gruppo contano e tanto.

– Per me che sono un comunicatore il web e i social sono fondamentali per raggiungere un numero di persone che “de visu” non potrei mai raggiungere, ma è proprio a causa della deriva che la comunicazione enoica online sta prendendo che sto comprendendo sempre di più l’importanza di comunicare il vino in prima persona. Quanto credi sia importante per un Sommelier professionista essere un bravo comunicatore? Credi che il futuro dei Sommelier sia quello di diventare “wine influencers” o preferiresti vederli parlare di vino di fronte a platee di persone con il calice in mano, occhi negli occhi?

– Che fai provochi? Scherzo naturalmente. I cambiamenti fanno parte della vita, oggi siamo sempre connessi al nostro smartphone, purtroppo non ne possiamo fare a meno! Allora se la domanda è “su IG, FB, twitter ecc… dobbiamo esserci?”  la risposta è: “Certo!”.
  Il come è la questione, gli improvvisati durano quanto un alito di vento e sono deleteri per il sistema vino, gli improvvisati innervosiscono te quanto me. Allora fondamentale diventa essere comunicatori corretti e credibili questa è la responsabilità che dobbiamo sentire nostra. Vedere visual storytelling con un influencer o uno che si considera tale, mentre si rovescia una bottiglia di vino addosso in vigna sinceramente mi deprime. (scrivo questo politically correct, ma in realtà mi fa incazzare!).
Adesso ti rispondo… preferisco il contatto diretto vorrei riuscire ad emozionare gli appassionati guardandoli negli occhi, ma ricordiamoci che siamo nel 2020, quindi adeguiamoci: sistema misto.

– Cosa pensi della comunicazione del vino odierna?
– Che ha bisogno di professionisti capaci di contestualizzarsi nell’oggi. Una cosa è fondamentale, gli appassionati vogliono la narrazione vogliono storie vere e riscontrabili, non vogliono i fuochi d’artificio, ricordiamocelo.

– Nonostante i tuoi tanti impegni e la tua carica istituzionale con AIS, qualche anno fa hai deciso di dar vita ad un progetto coraggiono e lungimirante come quello di WineTV. Cos’è? Quali sono le peculiarità e gli obiettivi di questo canale tematico unico in Italia?
– L’Ais è parte della mia vita, mi ha dato tanto in 24 anni adesso tocca a me provare a restituire qualcosa. Wine Tv, sintetizzando, è credere di offrire contenuti fruibili e ben costruiti, o almeno al meglio delle nostre possibilità. E’ una piattaforma con il canale Sky 815 al centro, lo streaming sul canale youtube, Fb e IG. E’ un progetto in piena evoluzione che fortunatamente ha dei numeri straordinari, oltre 40.000 con punte di 45.000 utenti giornalieri tutti in target. Questo è un segnale chiaro c’è voglia di contenuti. Alla base di Wine c’è un concetto inclusivo, di apertura verso l’appassionato e il professionista del settore, vogliamo suggerimenti, volgiamo crescere insieme alla “nostra” community. Ci sono novità in cantiere strutturali e di contenuto, anticipo un format di cui son soddisfatto si chiama “Storie di vite, storie di vino” 5 puntate racconto con personaggi del calibro di Ampelio Bucci, Romano Dal Forno, Piero Mastroberardino, Francesco Paolo Valentini e Roberto Voerzio notate messi rigorosamente in ordine alfabetico, che ci racconteranno le loro storie ricche di aneddoti e curiosità che molte volte coincidono con una parte della storia del vino italiano. Un qualcosa pensato per conoscere e magari emozionarsi. In tv tra poco, faccio coming soon. 😉