Mentre il mondo combatte contro il virus, la Commissione europea ha presentato un piano d’azione per la lotta contro il Cancro: «Europe’s Beating Cancer Plan».
Per me che ho vissuto il Cancro perdendo alcune delle persone più importanti della mia vita sin troppo presto non può che suonare come una buona notizia quella relativa alla pubblicazione di un piano che prevede norme e linee guida a favore del male che, a prescindere dalla pandemia attuale, ha distrutto la vita di molti in epoca “moderna” e chissà di quanti altri in passato.
Mali spesso ricondotti (ma non sempre riconducibili) allo stile di vita e, per farla più semplice, al fumo in primis e a ciò che mangiamo e beviamo in secondo luogo.
Eppure, leggendo bene le notizie che circolano riguardo questo piano io stesso, che ho più volte sottolineato quanto fosse importante non dimenticarsi della lotta contro il cancro e dell’assistenza ai malati in un periodo in cui il Covid ha inciso negativamente su questi aspetti, non ho potuto evitare di preoccuparmi.
Perché? Perché sembra che l’Europe’s Beating Cancer Plan contempli il “suggerimento” all’adozione di claim allarmistici (come quelli che troviamo sui pacchetti di sigarette) sulle etichette delle bottiglie di vino per la serie “nuoce gravemente alla salute”. Soluzione che, a detta di molti, andrebbe ad assimilare il vino al fumo. Paura che è stata placata dalle parole di commissari europei che hanno tranquillizzato riguardo la salvaguardia del ruolo del vino nello stile di vita europeo e il non inserimento di questo prodotto così radicato nella tradizione di molti paesi del vecchio continente in una sorta di blacklist degli “alimenti”.
Al tempo stesso, però, è stato ribadito che potrebbero essere introdotte a breve nuove norme per l’etichettatura con l’inserimento obbligatorio dell’elenco degli ingredienti e dei valori nutrizionali sull’etichetta delle bevande alcoliche già dal 2022, mentre nel 2021 potrebbe aggiungersi avvertenze sulla salute. Il fine sarebbe quello di dare ai consumatori gli strumenti utili a scegliere con consapevolezza il prodotto vino avendo la possibilità di comprendere in maniera chiara le sue componenti e i suoi valori nutrizionali, nonché i possibili effetti sulla salute.
Se devo essere sincero, l’idea che si possano inserire in retroetichetta alcuni importanti valori analitici non mi è mai parsa così deleteria, anzi potrebbe – insieme ad altre accortezze – portare ad una maggior valorizzazione dei vini prodotti in maniera rispettosa nei confronti della produzione meramente “industriale”. Ovviamente, confido che, semmai questa norma dovesse entrare in vigore, i valori da inserire vengano valutati con cognizione di causa e con ampia conoscenza di quelle che sono le dinamiche della vitivinicoltura, dalla vigna alla bottiglia. Staremo a vedere..! Ne avevo scritto nel link che segue diversi anni fa: www.wineblogroll.com/etichetta-del-vino
Ciò che dovrebbe preoccupare di più i produttori, però, è il punto riguardante i tagli nei confronti dei finanziamenti mirati alla promozione del vino all’estero. Altro punto sul quale bisognerà fare chiarezza è quello riguardante la proposta di rivedere la tassazione sull’alcol e la restrizione degli acquisti transfrontalieri con il rischio di alimentare il mercato nero.
Queste proposte, ancor più in questo particolare e nefasto periodo storico-economico-sociale, rischiano di mettere ancora più in crisi un comparto già martoriato dagli esiti della pandemia.
Non credo che per aumentare la consapevolezza del consumatore si debba agire con strumenti che inducano paura e allarmismo, bensì reputo sempre più opportuno condurre campagne di comunicazione a livello europeo riguardo il ruolo del vino all’interno delle nostre diete e dello stile di vita europeo. Educare chi beve vino e chi lo berrà ad un consumo più consapevole è fondamentale e, per quanto per appassionati e addetti ai lavori possa sembrare scontato vedere un calice di vino come un piccolo grande lusso da godersi con la dovuta calma e senza eccessi, lo sarà ancora di più quando riprenderemo possesso delle nostre libertà.
Spero che l’Europa si adoperi in tal senso e non si limiti a trattare una bottiglia di vino alla stregua di un pacchetto di sigarette e che invece di attuare piani generici e fuorvianti si prodighi in azioni più drastiche riguardo pratiche dannose per la nostra salute e per quella della terra come l’utilizzo del glifosato che già da tempo avrebbero dovuto vietare, ma questo è un altro discorso…
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