Giorni fa mi sono imbattuto in un’interessante ricerca portata avanti dall’amico Christian Forgione, così ho deciso di lasciargli ancora una volta un po’ di spazio tra le pagine del mio wine blog per approfondire la sua conoscenza e la conoscenza del suo lavoro, che potrebbe tornare utile a molti in questo periodo. Come sempre, non occupandomi di marketing ma di comunicazione, preferisco lasciare la parola agli esperti del settore quando gli argomenti trattati sfociano nell’ambito della promozione, andando oltre la mera divulgazione.
Nel 2021 le cantine italiane sono presenti a livello digitale e come lo utilizzano? Christian Forgione (ideatore del progetto Contesti diVini) e il suo team, hanno provato a rispondere a queste domande attraverso una ricerca dal titolo “Wine Digital: un potenziale grezzo”.
– Ciao Christian, ci spieghi cosa tratta la ricerca?
Ciao Francesco. La ricerca ha come punto focale la presenza digitale delle cantine di vino. In particolare analizzando 200 aziende, sparse tra Nord, Centro e Sud Italia, tutte con una produzione inferiore alle 250.000 bottiglie, abbiamo cercato di capire quale fosse lo attuale del mondo enologico in materia digitale.
– Cosa è emerso? Perchè “potenziale grezzo”?
I dati raccontano di un trend positivo se si parla di mera adozione di canali digitali o di una presenza minima online, ma collegando i dati tra loro si notano parecchi aspetti che fotografano ancora parecchie lacune nell’utilizzo consapevole e finalizzato al raggiungimento di obiettivi commerciali. “Potenziale grezzo” perché ritengo il mondo del vino un settore con possibilità altamente digitali, ma ancora troppo lontano dal sfruttarle al meglio e al massimo.
– Quali sono i dati più significativi della ricerca?
Sostanzialmente tre:
1- Nel 21% delle cantine analizzate i contatti (es. indirizzo, telefono, mail…) sono discordanti tra i vari punti digitali.
2- Il 90% delle cantine utilizza i social senza investimenti in Advertising.
3- Il 30% delle cantine, ad una richiesta di informazione via mail, non risponde entro i primi due giorni.
– Cosa ci raccontano questi dati?
Partiamo dalla fine. Non rispondere, adeguatamente, alle richieste digitali vuol dire perdere clienti. Semplice, duro ma terribilmente vero. Che passi così tanto tempo per avere una risposta, o che si investa del tempo a pubblicare contenuti senza che ci sia un vero e proprio obiettivo aziendale da raggiungere racconta di come certi strumenti siano stati creati quasi per obbligo. Mi dispiace ripetermi, ma quel che manca è la consapevolezza di quel che sta accadendo. Il solo e magnifico passaparola non sarà più sufficiente, se non correttamente gestito, e gli agenti o commerciali, per quanto bravi, da soli faranno sempre più fatica perché oggi la fase di acquisizione di informazioni viene svolta, soprattutto, online.
Tutta la ricerca l’ho raccontata in un webinar a metà dicembre, se qualcuno fosse interessato può rivederlo scrivendo su questa pagina: https://contestidivini.it/wine- digital-un-potenziale-grezzo/.
– Per capire l’importanza della presenza digitale, da cosa consiglieresti di partire?
Dalla consapevolezza che oggi le persone vivono ONLIFE (un termine che unisce online e life e che vuole spiegare come si sia sempre connessi).
Questo implica che le scelte delle persone stanno cambiando in modo definitivo.
E’ fondamentale informarsi sulle opportunità presenti concretamente e come bisogna organizzare una vigna digitale pronta a dar frutti, ovvero ad essere realmente efficace sia alla parte commerciale che a quella logistica.
Perché si può essere i più bravi del mondo a realizzare video o a fare campagne social, ma per ottenere risultati ci vuole un confronto continuativo e costruttivo con l’azienda. Questo passo spesso fa tutta la differenza del mondo.
Fortunatamente sono tanti i professionisti seri e preparati che seppur con modalità diverse predicano l’importanza di agire in modo consapevole e non buttarsi su soluzioni pre confezionate.
Io ed il team di Contesti diVini siamo una di queste soluzioni e spesso vediamo che la crescita di consapevolezza dell’imprenditore vuol dire maggiori risultati commerciali. Da qui la scelta di offrire non solo consulenza, ma anche un percorso che dia l’autonomia necessaria al responsabile marketing della cantina o all’imprenditore vitivinicolo per compiere da subito le giuste scelte.
Ringrazio Chrsitian Forgione per la consueta disponibilità e per aver condiviso con me e con i lettori di WineBlogRoll.com la sua interessante ricerca. Come ho avuto modo di dire più volte, per me il marketing non è il “diavolo”, bensì un argomento da trattare con professionalità e competenza perché, pur non occupandomene direttamente, ne comprendo l’utilità per chi deve promuovere la propria realtà ai fini della vendita e della crescita della conoscenza della propria realtà e del suo valore. In un’epoca in cui molti degli investimenti delle cantine italiane vengono depauperati disponendo di attività come quelle dei sedicenti “Wine influencers”, di fiere online e di campagne di promozione improvvisate da chi non ha reali competenze nel settore, è importante comprendere le dinamiche reali e concrete che esistono dietro al wine marketing e l’unico modo per farlo è confrontarsi con dei professionisti del settore.
F.S.R.
#WineIsSharing
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