A poco più di un anno dall’inizio della Pandemia condivido con voi il racconto, i punti di vista e i consigli di Alessio Fortunato, professionista italiano che vive e lavora da anni in Cina e ha potuto constatare in prima persona l’evoluzione di questa assurda situazione globale sia in Italia che in Asia, con non poche differenze.
Per chi non conoscesse Alessio Fortunato è giovane enologo, consulente in Wine Business e professore presso la prima Università in enologia e wine business instituita in Asia, la North West Agriculture and Forestry University in Xi’An. Per approfondire le dinamiche del suo lavoro e il suo punto di vista sul vino italiano in Cina vi invito a leggere anche questo articolo pubblicato 4 anni fa: www.wineblogroll.com/vendere-vino-in-cina.
Vi lascio ora alla breve ma esaustiva chiacchierata virtuale fra me e Alessio:
Come hai vissuto l’inizio della Pandemia tra Italia e Cina?
Complicatissima l’avventura che ho avuto ad inizio pandemia nel 2020. Sembra ieri, era fine gennaio 2020 ed ero in vacanza durante il capodanno cinese nelle Filippine. In Cina durante quel periodo tutto si ferma. Quando stavo per rientrare, il volo di rientro per la Cina è stato cancellato a due minuti dal boarding. Mai visto qualcosa del genere! Il mio aereo era lì, eppure non potevo entrare nonostante avessi il biglietto. L’aereo è stato cancellato perché il gov. Cinese ha chiuso le frontiere e tantissimi voli internazionali per la Cina erano stati di colpo soppressi. Ho volato con l’ultimo volo disponibile da Manila alla Corea del Sud, nella speranza di riuscire ad entrare in Cina dall’unico stato che avrebbe chiuso dopo 6 ore i suoi confini con la Cina. Per fortuna ce l’ho fatta e sono rientrato con l’ultimo volo dalla Corea alla Cina. Un viaggio pieno di paura e tensione.
Ho lasciato la Cina a febbraio 2020 e sono rientrato ad Ottobre. Sono tra i pochissimi professionisti stranieri che sono riusciti ad entrare dato che ci voleva una lettera d’invito dal ministero dell’economia cinese per autorizzare il visto. Moltissime analisi prima di partire per la Cina e una quarantena lunghissima a Shanghai di 14 giorni chiuso in Hotel con tanti tamponi. All’arrivo nella mia seconda città di destinazione di nuovo una lunga quarantena e tamponi. Un viaggio veramente lungo per rientrare.
Come si è evoluta la Pandemia nei due paesi a tuo parere?
All’inizio, quando rientrai in Italia dalla Cina, non pensavo che avremmo vissuto una situazione cosi difficile. La Cina ha bloccato la trasmissione del virus nel suo paese, al minimo caso positivo blocco di intere città e provincia in modo da permettere di rintracciare i potenziali infetti e metterli in quarantena. Questo viene applicato ancora oggi, oltre all’utilizzo di un QR-code che devi mostrare all’entrata dei locali e dei mezzi di traposto pubblico altrimenti non puoi entrare. Se è verde sei libero di andare se ha altri colori sei obbligato alla quarantena a casa, perché forse sei stato in zone che ora sono a rischio contagio. Metodo che vedo in prima persona molto efficace e efficiente. Sicuramente il controllo scrupoloso dei voli di rientro gli permette di mettere in quarantena le persone all’arrivo senza che possano contagiare e andare in giro. Cosa che all’arrivo in Italia nessuno si è minimamente interessato da dove arrivassi o prendere nota per farmi fare la quarantena.
Cos’hai trovato al tuo ritorno in Cina?
Sembra pazzesco ma in soli pochi mesi la Cina è cambiata tanto, specialmente nel mondo del vino. L’e-commerce ha continuato la sua ascesa e si è avuto un cambiamento specialmente nelle città di primo livello. Nel 2020 a Shanghai la ristorazione e gli hotel erano i principali canali di vendita per il vino secondo la mia esperienza. Ora ci sono tanti distributori e importatori che si sono specializzati a farti arrivare il vino a casa in meno di 2 ore dall’ordine.
Quali consigli daresti alle istituzioni e alle cantine italiane per uscire dalla crisi, secondo la tua esperienza in Oriente?
La Cina e l’Asia rappresentano mercati dal grande potenziale per i vini italiani. In tutti questi anni ho notato che i vini italiani piacciono molto ai cinesi, ma bisogna capire come promuoverli con loro e soprattutto quali scelte gestionali fare prima di affacciarsi al mercato.
Non presentatevi in modo troppo tecnico e dando sempre tanta enfasi alle tipologie di terreno. Per molti importatori e distributori la cosa più importante da capire è chi siete voi. Raccontategli di voi stessi e degli aneddoti che hanno accompagnato il vostro percorso aziendale.
F.S.R.
#WineIsSharing
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