L’Europa vuole introdurre “ingredienti” e calorie nelle etichette del vino tramite l’e-label e… se fosse un’opportunità?

Non è ancora ufficiale ma è notizia di 2 giorni fa quella di un accordo provvisorio raggiunto a Bruxelles sulla PAC (Politica Agricola Comune) che vedrebbe alle fine del prossimo anno l’introduzione nelle etichette del vino del contenuto calorico e/o dei valori nutrizionali. Ancor più importante e “rivoluzionaria” la novità relativa all’e-label, accessibile attraverso i sempre più comuni QrCode, in cui saranno riportati “ingredienti” ed eventuali prodotti allergenici. L’utilizzo dell’etichetta elettronica potrebbe agevolare le piccole e medie realtà vitivinicole italiane nel confezionamento, nella gestione del magazzino e nella logistica. Con una normativa comunitaria valida per tutte le aziende UE si potrà avere una sola retroetichetta “elettronica” utile per tutti i paesi all’interno dell’Unione.

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Entro la fine del 2023, inoltre, dovrebbero essere inseriti in retro-etichetta i loghi per l’indicazione obbligatoria delle avvertenze sanitarie: logo donna incinta (già presente), logo divieto di guida in stato d’ebrezza, divieto di consumo ai minori. Per ora sembra non ci siano conferme riguardo i temuti “avvisi” che vedrebbero il vino e altri tra “alimenti e bevande” (alcune carni, ad esempio) rientrare nel novero dei prodotti cancerogeni, alla stregua delle sigarette.

Di certo, se l’e-label venisse approvata come soluzione per introdurre eventuali indicazioni sulla composizione, sugli allergeni (che dovrebbero già essere presenti per quanto riguarda solfiti, uova, latticini e i prodotti a base di questi) e sulle calorie, all’interno potranno essere introdotte anche indicazioni sulle tecniche di produzione e sulla realtà produttrice in modo da rendere questa eventuale imposizione uno strumento utile a veicolare l’identità aziendale e la filosofia produttiva. In fondo, se c’è una cosa che è diventata più consueta in questo periodo di pandemia è stata proprio la diffusione dei QrCode e il loro utilizzo si è dimostrato più semplice e utile di quanto auspicato (vedi menù dei ristoranti). L’idea di poter sfruttare quest’occasione per introdurre in retro-etichetta maggiori informazioni, a prescindere da ciò che verrà legiferato a livello europeo, non mi dispiace. Potrebbe essere un ottimo strumento per dare al consumatore maggiori informazioni si sta accingendo a bere.

Comunque, in questi ultimi due anni si sono alternate molte proposte riguardo il vino, ma non ci resta che attendere per comprendere quali davvero si tradurranno in nuove leggi europee. 

F.S.R.

#WineIsSharing

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