Castell’in Villa resta in famiglia! Confutate le dicerie riguardo il futuro della storica azienda del Chianti Classico

Dipanati i dubbi sulla presunta vendita della storica azienda del Chianti Classico. Le redini di Castell’in Villa restano alla famiglia Pignatelli della Leonessa.

Conoscete l’aneddoto de “I tre setacci di Socrate”? Socrate avrebbe utilizzato questa massima per dissuadere un suo discepolo a confidargli di un ipotetico ma non certo accadimento che coinvolgeva un caro amico del filosofo, apparentemente, intento a offenderlo. Non mi dilungherò riportando tutta la storia ma la sinossi è tanto “semplice” quanto utile e ficcante:
“La verità, la bontà e l’utilità sono i tre setacci di Socrate, secondo i quali il filosofo greco, dovremmo filtrare le nostre affermazioni prima di esporle a qualcuno. La prima: sono sicuro della veridicità di quanto sto per raccontare? La seconda: quello che sto per dire è un’informazione positiva? E la terza: è davvero necessario dirlo?”

Nell’era dei titoli acchiappa-click, delle bufale e della disinformazione dilagante, la leggerezza con la quale vengono trasmesse notizie senza verificarne la veridicità è disarmante. L’importante è arrivare primi e non importa se la notizia in questione non abbia superato neanche uno dei tre setacci di Socrate. E’ per questo che ho ritenuto opportuno confutare una notizia o, per meglio dire, una mera diceria che negli ultimi mesi stava prendendo piede tra gli addetti ai lavori del mondo del vino. Parlo dell’asserzione – per qualcuno più che certa – che voleva il passaggio di proprietà della storica cantina del Chianti Classico Castell’in Villa dalle mani Principessa Coralìa Ghertsos Pignatelli della Leonessa a quelle di un noto e illustre personaggio del mondo del vino italiano. E’ bastato attendere qualche mese e chiedere alle persone coinvolte direttamente per avere una smentita ufficiale e “guadagnarne” una notizia che non solo conferma l’attuale proprietà dell’azienda ma ne traccia una prospettiva non scontata in continuità con la storia di una famiglia che ha reso Castell’in Villa un riferimento per la denominazione e per il vino italiano in toto. Nella mia ultima visita in cantina, infatti, ho avuto il piacere di conoscere Luigi Pignatelli della Leonessa, figlio della Principessa Coralia, che dopo anni all’estero, tra studio – prima – e lavoro – poi – ha sentito forte il richiamo delle vigne di famiglia a Castelnuovo Berardenga.


Sarà Luigi a coadiuvare sua madre nei prossimi anni, cercando di cogliere non solo i frutti di questa vendemmia (che ha messo in luce la vocazione di alcune parcelle aziendali in un’annata così complessa su tutto il territorio) ma anche e soprattutto gli insegnamenti di vita, di vite e di vino che solo una persona del calibro della Principessa potrebbe mettergli a disposizione. ,

Per chi non conoscesse la storia di Castell’in Villa, è proprio dall’amore per queste terre e per il vino di Riccardo Pignatelli della Leonessa e di Coralia Ghertsos Pignatelli della Leonessa, trasferitisi negli anni ’60 nell’antico borgo fortificato che da il nome alla località e all’azienda, che nasce una delle realtà vitivinicole più coerenti, concrete e rinomate del vino italiano.

All’inizio, entrambi erano inesperti nella produzione del vino e avevano pensato di creare una piccola cantina come un passatempo, ma presto si resero conto che le etichette che stavano producendo vantavano una qualità eccezionale. Già dalla loro prima annata (1971) con il Chianti Classico Riserva quelle terre convinsero la famiglia a continuare su quella strada. Fondamentale fu il sostegno dell’amico Giacomo Tachis (1977), che iniziò a lavorare a stretto contatto con Castell’in Villa decidendo insieme alla proprietà di produrre solo vini a base di uve a bacca rossa, eliminando completamente le uve bianche, che all’epoca erano ancora ammesse nella produzione del Chianti Classico.

Nel 1985, purtroppo, Riccardo Pignatelli della Leonessa se ne va prematuramente e Coralia, posta di fronte a una scelta di vita, deciderà di dedicarsi unicamente a quella passione condivisa con il marito per tanti anni e che non poteva che durare ancora. Seppur avesse già “qualche” vendemmia alle spella Coralia, con quell’innato e raro blend di umiltà e orgoglio, approfondisce la materia enologica e agronomica attraverso libri e confronti con grandi tecnici ed esperti del vino italiani e non solo. E’ una vignaiola e non c’è vino imbottigliato a Castell’in Villa che non passi per un suo assaggio da botte, non c’è ordine che non venga valutato ed evaso se non dalla Principessa, insomma non c’è scelta che venga presa senza il suo veto.
Un’eredità di saperi ed esperienze che Luigi ha definito con ironia e sagacia “l’Algoritmo di Castell’in Villa” che confida di poter assorbire e comprendere a pieno accanto a sua madre, per continuare a produrre vini che hanno fatto, stanno facendo e – sono certo – continueranno a fare la storia dell’azienda e del territorio e che hanno mostrato e dimostrato l’eccezionale bontà dei biotipi di Sangiovese presenti negli storici vigneti aziendali, ripropagati internamente tramite selezione massale e considerati oggi tra le migliori genetiche della varietà più coltivata d’Italia. Saperi, genetiche e vecchie annate che percorrono il tempo ai quali Luigi potrà attingere e che, dato l’acume, non mancheranno di essere portati avanti con rispetto e visione prospettica. Il tutto con la supervisione dell’enologo Federico Staderini (coadiuvato dall’agronomo Alessio Brocca e dal fedelissimo cantiniere Marcello Rubegni) nel pieno rispetto della filosofia aziendale che, trascendendo le etichette e le “categorie”, adotta tecniche poco interventiste, lieviti indigeni, botti di rovere di varia portata e il tempo. Ultimo capolavoro la Riserva “‘In” Castell’in Villa 2016 uscita recentemente alzando l’asticella percettiva dell’intera denominazione. Vini, quelli odierni, resi ancor più coerenti dalla possibilità di reperire vecchie annate che l’azienda suole rimettere in commercio a testimonianza del potenziale di queste terre in termini di longevità ed eleganza senza tempo. Anche per questo, aver avuto modo di conoscere una parte importante del futuro di questa realtà è stato davvero rassicurante e ha confermato una continuità di pensiero, ancor prima che di “nome”, nella quale si confidava.

castell'in villa cantina ristorante

I tre setacci sembrano aver dato il loro responso. Ora non resta che confidare nel tempo e nello scemare delle dicerie che imperversano circa il futuro di Castell’in Villa.

F.S.R.

#WineIsSharing

Lascia un commento

Blog at WordPress.com.

Up ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: