Avendo una concezione del Vino prettamente pragmatica e mai superficiale del Vino, ma allo stesso tempo legata indissolubilmente all’emozionalità del prodotto, mi dedico da sempre alla ricerca ed alla degustazione di Vini di nicchia o che comunque non debbano la loro notorietà a fattori esterni a quello della qualità, bensì che mi sappiamo stupire e coinvolgere solo una volta stappati… ma ci sono sempre eccezioni che confermano la regola!
Negli scorsi giorni, però, c’è stato un Vino che ha saputo suscitare inizialmente sensazioni contrastanti, per poi farmi decidere di scriverne a riguardo: il Charling.
Il suo nome già potrebbe “spaventare” i tradizionalisti e gli #ItalianWineLovers più propensi a nomi legati magari al terroir o alla Cantina produttrice, ma in questo caso, come per ogni scelta adottata dagli ideatori del progetto Charling, non è un caso si è scelto un nome moderno, accattivante ed internazionale.
Questo spumante brut, metodo Charmat (da uve 70% Chardonnay e 30% Riesling Renano), dal packaging così fashion, con la sua forma bombata ed il corpo gommato nero, le sue scritte in rilievo ed il particolare “collarino sottocapsula”ed infine il suo tappo Jeroboam, può far pensare ad un vino prettamente rivolto al mercato estero, che non badi troppo alla qualità, bensì punti ai grandi numeri, ma non è così! Nulla è stato lasciato al caso e lo studio del Design della bottiglia è stato improntato sin dal principio alla creazione di un prodotto bello, ma soprattutto efficace in termini di conservazione del prodotto ed i risultati raggiunti dallo speciale collo (registrato) e dalla scelta del tappo (www.diam-sugheri.com) hanno danno risultati davvero importanti, tanto da equiparare la conservazione in questo tipo di bottiglia da 0,75 a quella in formato Magnum.
Tornando al Vino in sé…il Charling è, innanzi tutto, biologico e dietro questo progetto che fonde Design, marketing e lusso c’è un’azienda di quelle vere, che da quasi 100 anni è nel mondo del Vino nel rispetto della tradizione, ma con una grande lungimiranza ed apertura alla novità: Le Contrade.
Passiamo alle mie considerazioni personali… non vi nego che inizialmente avevo non poche titubanze, in quanto non amo molto gli estremi nel packaging e nel labeling, ma allo stesso tempo, occupandomi di marketing da anni ed avendo sempre apprezzato il coraggio degli innovatori, queste titubanze sono state equiparate dalla curiosità di verificare se in un contenente così particolare potesse esserci un contenuto che potesse andare oltre il suo aspetto, che comunque si adatta perfettamente a contesti eleganti ed allo stesso tempo moderni, come lounge bar, locali fashion e ristoranti di livello.
Trovato il modo di far spazio alle sue sinuose forme nella cantinetta frigo a mia disposizione, ho stappato la prima bottiglia come aperitivo e non vi nego il mio stupore nel verificare un naso leggero, ma di grande freschezza (agrume e menta piperita), con un sorso vivace e coinvolgente (fiori bianchi e morbidezza appena accennata) , che ne fa da subito trasparire le potenzialità in quanto a “social wine”. Il perlage è fine e coerente con l’impatto “modern & classy” che questo Vino ancor prima di essere stappato.
A mio parere un ottimo prodotto sia per la ristorazione che per il branding aziendale, in quanto può essere personalizzato con il vostro logo per eventi o regalistica aziendale, oltre, ovviamente, a rappresentare un elemento di sicuro impatto e quindi capace di stimolare conversazioni per un evento privato fra amici.
Non vi resta che approfondire la sua conoscenza tramite il sito www.bolllicine.com nel quale scoprirete anche il simpatico aneddoto che ha portato i creatori di Charling alla scelta delle “3 ELLE”.
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