Vini po-etici nella poetica terra di Bolgheri

I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar.”



Sì… sono certo che abbiate già intuito, dai meravigliosi versi
di Giosué Carducci, che la meta del nostro enoico-letterario viaggio
sia proprio Bolgheri, meravigliosa terra e di certo uno dei territori
più noti nel panorama vitivinicolo italiano ed internazionale.

Avrei potuto parlare delle storiche e blasonate Cantine del
bolgherese, ma, come sapete, la mia ricerca è votata alla novità,
allorché essa faccia rima con qualità e positività, che spinta da
un’innata curiosità mi porta a conoscere realtà che, spesso, molti
di voi ancora non conoscono, ma che vale davvero la pena
approfondire.



Nello specifico, oggi siamo a Villanoviana, che quei “Cipressi alti e schietti” li ha scelti per la propria effigie. Villanoviana è l’azienda agricola
guidata da Barbara Monacelli & Marco Belli, due giovani ed
intraprendenti emiliani, che grazie ai genitori di Marco si sono
avvicinati a questo luogo carico di poesia, bellezza e potenzialità
produttive.
Le due personalità di Barbara & Paolo sono
complementari ed armoniche, peculiarità che ritroveremo nei Vini da
loro prodotti, di cui a breve vi parlerò.

Nata nel 2010 Villanoviana produce Vini con blend rossi di Merlot,
Cabernet Franc ed un bianco basse Vermentino con una piccola
percentuale di Viognier. Parliamo di una produzione di neanche 30.000
bottiglie, che mira alla qualità raggiunta senza metodi invasivi né
in Vigna né in Cantina.

Una filosofia, quella di Barbara & Paolo, che vuole porre al
centro del loro lavoro la ricerca dell’espressione più naturale e
spontanea di un terroir di pregio, che non ha di certo bisogno di
meri “aiutini”, arricchito dai valori intrinseci a chi crede in
una viticoltura sostenibile ed equilibrata, come l’autenticità,
l’amore per la terra, la gioia e non ultima l’armonia..

Ciò che mi ha subito fatto capire che “Io e Villanoviana”
potevamo andare molto d’accordo è stata un’affermazione dei
proprietari, che io, come sono certo molti di Voi, metto al principio
di tutto, dai rapporti interpersonali, al lavoro, nonché alla
relazione uomo-Natura: Rispetto” è la parola d’ordine!

Non solo per la natura e nella metodologia di lavorazione (la
cantina è in conversione biologica e sarà certificata dalla
vendemmia 2015), bensì un rispetto più ancor più profondo e
radicato in ogni gesto, in ogni scelta, anche quelli che in apparenza
non hanno alcun impatto sulla viticoltura.

Questo rispetto si traduce, a mio parere, anche in una maggior
sincerità nei confronti del consumatore, che si troverà nel calice
Vini che vedono i produttori prendere per mano la Natura senza mai
strattonarla o forzarla in alcuna delle sue fasi vitali… Vini
logici all’assaggio, ma non studiati e mai costruiti in Cantina.
Razionalità al servizio della naturalità e umiltà di chi sa che
anche la più abile mente, satura delle più scientifiche nozioni,
non potrà mai piegare la Natura al 100% al proprio volere, senza
pagare lo scotto della perdita della dote più importante di un Vino,
come delle persone: la sua Onestà!

Questa breve, ma intensa, presentazione voleva essere un’adeguata
e meritata prefazione al mio racconto…quello che parla di emozioni
in un calice, che, devo ammettere, i Vini di Villanoviana non hanno
lesinato:

Teia 2014 Vermentino Bolgheri DOC:
Vermentino 85% Viognier 15% per questo bianco dal taglio moderno, ma
di classe. Un Vino che vi impongo di assaggiare ad occhi
rigorosamente chiusi, ovviamente dopo averne ammirata la luminosità.
Gli occhi chiusi vi permetteranno di farvi una piacevole passeggiata
fra prati primaverili di margherite appena fiorite, per poi essere
catapultati in in una limonaia (che a pensarci bene in quelle terre è
possibile trovare), dove vi metterete comodamente seduti su una
poltroncina di vimini e prenderete dalla fruttiera posta sul tavolino
in ferro battuto e marmo che è lì ad aspettarvi una polposa pesca.

Tutto questo solo al naso, ma preparatevi a
fare il bis con un sorso che a questo viaggio ideale aggiungerà una
ventata di freschezza, quasi una brezza, che arriva dal mare carica
della sua leggera e piacevole salinità.

Da notare che grazie ai suoi 3 mesi in barrique
(di secondo e terzo passaggio) ed alla, se pur piccola, percentuale
di viognier è facile presumere una potenziale evoluzione che tenderà
verso note di dolce speziatura e miele. Non mi stupideri se questo
Vino tra 2/3 anni raggiungesse un grado di maturità inaspettato.



Erubesco 2013 Igt Toscana: uvaggio 65% di
Merlot e 25% di Cabernet Franc, fermentato in acciaio (lieviti
indigenti e malolattica spontanea) per poi affinare in cemento (6
mesi), prima di essere lasciato riposare 6 mesi in bottiglia prima
della commercializzazione. Queste informazioni, che non sempre
ritengo interessanti ai fini del mio parere emozionale, in questo
caso credo possano aiutarvi ad entrare in sintonia con I produttori e
con il Vino in questione, che già dal suo naso di piccoli frutti
rossi e note piacevolmente verdi, fino ad un finale tra la spezia
dolce ed il balsamico, sa di verità e spontaneità! Un sorso di
grande vitalità, che si fa bere senza fronzoli e construtti, nel suo
essere contemporaneo e – passatemi il termine da blogger –
contry-chic. Prendete Bolgheri, togliete il surplus in senso lato ed
otterrete l’Erubesco.



Imeneo 2012 Bolgheri Doc:
60% di Merlot 60% e 40% di Cabernet Franc, uve selezionate dagli
stessi 3ha dell’Erubesco, con parallela fermentazione, ma affinamento
in legno piccolo (barriques di rovere francese) di secondo e terzo
passaggio per 10 mesi o poco più. Vino importante… riconoscibile
tra molti, in quanto lo definirei un “Bolgherese Vero” e non un
“Vero Bolgherese” (chi vuol capire capisca..!), che alla mora
selvatica ed alle note mentolate aggiunge con quasi peccaminosa
sensualità un armonico intreccio di spezie, che vanno dalla più
dolce vaniglia alla più “tosta tostatura”.

Un bel viaggio, che non accenna a voler
terminare, neanche dopo esser sceso giù nell’anima già da un po’.

(alla cantina)



Che dire di più di una realtà tanto nuova quanto positiva e propositiva, che, credo, senza tema di smentita, farà parlare di sè, grazie alla propria filosofia, che in terra di facile “wine-branding” come Bolgheri non è così scontata!
Il mio umilissimo consiglio, come sempre, è quello di farvi un giro in azienda se capiterete da quelle parti o di viaggiare attraverso un calice dei loro Vini, curioso di sapere il vostro parere a riguardo.
In ultimo ringrazio la gentilissima Claudia Bondi per avermi fatto conoscere Villanoviana.




F.S.R.
Wine is sharing!

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