Leggendo il titolo qualcuno di Voi, sano di mente, si sarà chiesto: “Cosa diamine c’entra la viticoltura eroica con i Vampiri, per di più Blogger?!?” Tranquilli… Ora ve lo spiego!
Durante una delle mie solite notti in bianco, ho avuto la malsana idea di guardarmi l’horror-docu-film-movie e chi più ne ha più ne metta, intitolato “Videoblog di un Vampiro”.
Qui trovate il trailer del film: https://youtu.be/3vgLTLkaRh0 |
Già dal titolo potete immaginare di cosa si stia parlando… il caro Paolo Villaggio, in arte Fantozzi, dopo la prima parte, in cui di horror non c’è nulla, e vi dirò, è anche interessante, in quanto si tratta di un documentario di viaggio tra due ragazzi (di cui uno al suo ultimo viaggio, in quanto affetto da una malattia incurabile), culminato in Italia e più precisamente nelle Cinque Terre, esclamerebbe:
Voi direte… “che ce ne importa a noi di cos’hai guardato ieri notte?!?” Calmi… ora ci arriviamo! Un aiutino ve l’ho già dato: le Cinque Terre.
Infatti, i simpatici ragazzi decidono di fare visita ad una Cantina di Vernazza e la cosa più bella del film è il “trenino” (passatemi il termine) che trasporta il viticoltore ed i due ragazzi fino alle vigne ed attraverso di esse. Trenino che è l’unico stratagemma “tecnologico” per poter affrontare, in maniera un po’ meno faticosa una viticoltura davvero estrema fatta di pendii e terrazzamenti improbi.
Ecco fatto…da lì in poi ho perso completamente l’interesse per il film (che continuava ad andare avanti e del quale notavo solo i sussulti e le urla relative a quella che, ho poi scoperto, essere la trasformazione del tipo malato in Vampiro…bah?!?) e la mia mente è stata subito rediretta al Vino ed a quello stupendo, ma apparentemente inaccessibile vigneto, tanto che ho passato la notte insonne a cercarmi Vini da assaggiare, prodotti da alcuni viticoltori eroici italiani ed a cercare di capire quali fossero, nello specifico, i canoni per poter definire una produzione Vitivinicola eroica e, credo, la forma più ragionevole sia quella descritta dal Cervim (Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana), organismo internazionale che si propone di promuovere, sostenere e salvaguardare la viticoltura eroica:
- pendenza del terreno superiore a 30%;
- altitudine superiore ai 500 metri s.l.m.;
- sistemi viticoli su terrazze e gradoni;
- viticoltura delle piccole isole.
Parliamo quindi di condizioni per la coltura della vite estreme a livello di gestione delle dinamiche in vigna (legatura, potatura e vendemmia fra tutte), ma, spesso, favorevoli per quanto riguarda la vocazione dei terroir.
Esistono nel mondo varie zone che si sono contraddistinte per la viticoltura eroica e l’Italia, in realtà (assieme alla Francia ed alla Spagna), vantando un paesaggio vitivinicolo più idoneo e già predisposto naturalmente alla coltura della vite (altrimenti non saremmo uno dei maggiori produttori al mondo), è uno dei paesi con la percentuale più bassa di terreni vitati che possano essere considerati “eroici”.
In Svizzera, ad esempio, rappresenta circa il 35% dei vigneti nazionali, in
Portogallo il 20%, in Germania il 9%, mentre in Italia, in Francia e in
Spagna si aggira fra lo 0,5 e il 3 %.
Portogallo il 20%, in Germania il 9%, mentre in Italia, in Francia e in
Spagna si aggira fra lo 0,5 e il 3 %.
Questo, però, non significa che i viticoltori eroici italiani non rappresentino un tassello importante dell’enologia italiana sia a livello storico-tradizionale (in molte zone parliamo di colture antiche), sociale (praticamente tutte le realtà eroiche italiane sono a conduzione prettamente familiare) ed enologica appunto (i tratti distintivi di alcuni Vini prodotti in queste zone sono così peculiari da renderli fondamentale per completare la vostra visione d’insieme del panorama enoico/enologico italiano).
Prima di pubblicare qualche scatto che, in questo caso più che in altri, varrà molto molto più di mille parole, vi cito alcune delle aree in cui potreste trovare Viticoltori eroici (purtroppo, non è escluso che abbiate già degustato Vini prodotti in queste aree senza sapere da che tipo di viticoltura venissero, in quanto nella maggior parte dei casi non è inserito neanche un accenno alla viticoltura eroica in etichetta): Sicilia (Viticoltura di Mare e di Montagna/Vulcano – vedi Favignana/Etna), Cinqueterre, la viticoltura Alpina della Valle d’Aosta e del Piemonte (la più nota è la viticoltura alpina della Valsusa, ma l’esempio più noto è quello della DOCG del Moscato d’Asti con i suoi “Sorì”, vigneti con oltre il 50% di pendenza ai quali il giornalista/enologo Lorenzo Tablino ha dedicato il libro “Sorì, la fatica del sorriso”), la Valtellina (avete presente Ar.Pe.Pe.? Certo che sì! Beh…se avete assaggiato i loro favolosi Vini, potete asserire di aver “bevuto eroico”!), il Carso (Skerlj, Kante, Zidarich, Skerk ne sono esempi virtuosi), addirittura alcuni Prosecco vengono prodotti da viticoltura eroica per finire con le piccole isole come l’Elba, il Giglio e Capraia in Toscana e le Eolie e Pantelleria in Sicilia.
Come vedete c’è molto da assaggiare e c’è tanto da visitare e scoprire, in quanto non c’è caso più lampante di quello della viticoltura eroica, nel quale bere un Vino in loco possa donare emozioni “extra”, che difficilmente potreste trovare in un calice, per quanto buono, bevuto altrove.
La riflessione più importante, però, è quella che riguarda una peculiarità che accomuna queste aree e questa forma di viticoltura, nonché, ovviamente, i loro fautori, in quanto non solo vignaioli eroici che ingaggiano una consapevolmente impari “lotta” con una Natura impervia, bensì Eroi senza dei quali patrimoni storici, tradizionali, culturali e soprattutto paesaggistici di indiscusso pregio ed inopinabile importanza sarebbero già andati perduti, in quanto molti di questi vigneti vennero letteralmente abbandonati per motivi economici e logistici.
Inoltre, parliamo di Eroi, poiché, in molti di questi casi, la produzione è talmente piccola e dispendiosa, che il mero ritorno economico si riduce davvero al minimo, se poi ci aggiungiamo la tassazione vigente in Italia, comprendiamo agevolmente che “fatica” a 360° possa rappresentare tale scelta aziendale e di vita.
In un mondo in cui si ricercano a tutti i costi la facile comodità, la via più diretta e meno dispendiosa per il guadagno, la vita più agiata e le condizioni più favorevoli per lavorare in tutta serenità, ci sono persone che vanno controcorrente e ci regalano emozioni vere, di cui continuerò a parlarvi negli anni a seguire e che, credo meritino stima e rispetto, a prescindere dalle mere dinamiche commerciali e persino dagli usuali metodi di valutazione dei propri Vini, in quanto in questi casi, ancor più che in altri (e sapete come la penso…) ridurre un Vino e quindi il lavoro, la fatica e la passione di queste persone ad una frazione… beh…mi sembrerebbe davvero superficiale.
Ora vi lascio con qualche scatto preso qua e là nel web nella speranza che queste immagini vi emozionino come hanno emozionato me… Ah… dimenticavo! Non guardate quel Film col Vampiro, mi raccomando! Anche se alla fine, ho ceduto e mi sono goduto il finale, in cui si è chiuso il cerchio… non ci crederete, ma il ragazzo diventa una sorta di “eroe” scegliendo come vittime solo i malviventi ed i “cattivi” della situazione! Ops… ho appena “spoilerato”, sorry! Ora che mi viene in mente… il parallelismo fra il “Vampiro” ed i viticoltori, ed in particolare quelli eroici, in questo periodo di Crisi, calza a pennello… chi o che cosa funga da Vampiro “succhia sangue” lo lascio decidere a Voi!
Godetevi queste immagini e se ne avete altre o conoscete Viticoltori eroici da segnalarmi fatelo con un commento a questo post o tramite i miei profili social che trovate qui www.wineblogroll.com/social.
F.R.S.
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