Quando la ruralità e la tradizione diventano eleganza e non omologazione – Donato Angiuli

Di nuovo in Puglia, ma stavolta vi
porto ad Adelfia, nella zona di produzione del Primitivo DOP Gioia
del Colle
e più precisamente presso l’azienda Donato Angiuli,
un’azienda che, con estrema passione, si tramanda di generazione in
generazione e la voglia di non omologarsi alle mode e di produrre
Vini di nicchia conformi ai valori dell’agricoltura di una volta.
L’azienda oggi è guidata da Donato Angiuli con la collaborazione dei suoi figli Vito e Giuseppe e porta
avanti una filosofia che è restata immutata dal 1880: il territorio
deve essere rispettato; da qui la voglia di coltivare vitigni
autoctoni che ben si sposano con la natura del terreno e del
microclima.

Donato Angiuli ha dato vita al marchio
“MACCONE” per i vini di nicchia della sua cantina (Maccone è il
nome d’arte dialettale del primo cantiniere della cantina Angiuli,
uomo di grande personalità, professionalità e fama in ambito
agricolo locale) e sono questi i Vini che ho avuto modo di
assaggiare.Vini prodotti con uve di vecchi impianti ad alberello di
un’età media fra i 50 e gli 80 anni
, che concedono pochissimi
grappoli per ceppo, intensificando e aumentando notevolmente la
qualità del prodotto finito.

Mi
sono interessato all’azienda Angiuli, in particolare, perché avevo
sentito parlare del loro spumante rifermentato in bottiglia con un
metodo da loro definito ancestrale, frutto della collaborazione

con un centro di ricerca in vitivinicoltura della Valle d’Itria,
volto ad effettuare un’accurata ricerca sui cloni a bacca bianca
autoctoni pugliesi.
Grazie a questa ricerca è stato
selezionato un vitigno, tra vecchi alberelli della zona di
Locorotondo, che veniva chiamato dai vecchi agricoltori del posto, il
Maruggio. Analizzando
i diversi parametri del mosto di questo vitigno l’azienda ha valutato
l’idea di produrre uno spumante a fermentazione naturale, in quanto
si è riscontrata una, alquanto singolare (per un uva a bacca
bianca), costanza nell’andamento di maturazione di questo varietale.

Per quanto riguarda i vitigni a bacca
nera, invece, l’obiettivo (per fortuna comune ad altri rispettosi
vignaioli) è quello di valorizzare sempre più l’alberello come
tipologia di coltivazione e prediligendo alcuni cloni di Primitivo
ormai rari recuperati, grazie all’aiuto delle previe generazioni
che ancora oggi sono in grado di condividere il proprio sapere
contadino ed apportare esperienza e verità in azienda.
Anche i nuovi impianti di Primitivo
sono stati fatti ad alberello in quanto l’analisi comparativa tra
diversi tipi di Primitivo provenienti da diversi tipi di allevamento
(spalliera, tendone a carica limitata di gemme e spalliere a cordone
speronato) ha portato alla conclusione che la produzione ad alberello
ha valori analitici nettamente superiori agli altri sistemi.
I Vini di cui vorrei parlarvi sono i seguenti:

Maccone Rosso 17°: questo Primitivo di Gioia del Colle in purezza, affinato in solo acciaio, prodotto con uve provenienti da alberelli vecchi oltre 80 anni, non è un Vino facile… o forse sì? A mio parere, dipende solo da ciò che ci si aspetta da un Primitivo di quelli da bere a fine pasto, godendosi un sorso lento e suadente e lasciandosi inebriare da aromi che spaziano dalla confettura di ciliegia, a note ancora fresche di albicocche mature, per passare a dei terziari che, pur non avendo nulla a che vedere con il legno, si evolvono in una speziatura davvero intrigante. E’ un Vino complesso… non difficile… ma non per questo non apprezzabile da chiunque ami approcciarsi ad un calice senza preconcetti, senza attendersi qualcosa di convenzionale, di già sentito!

E’ un Vino intriso di storia e ruralità eppure capace di grande sicurezza e portamento.
Maccone Spumante Brut Bianco IGP Puglia – Metodo “Ancestrale”: come accennato previamente, questo particolare spumante è prodotto con uve Maruggio. E’ quanto di più si avvicini ad uno spumante in stile “naturale” prodotto nel Sud Italia, con aromi netti di bergamotto e frutta a polpa bianca ed una piacevole freschezza in bocca. Anche in questo caso si palesa, sin dal primo confronto fra packaging della bottiglia e ciò che ci ritroviamo nel calice, un contrasto che incuriosisce.  Infatti, fra la scelta completamente fuori da ogni moda e volutamente anacronistica, di utilizzare cartellino e cordino senza né capsula né etichetta frontale, ma solo una controetichetta in cui inserire le informazioni obbligatorie, e la vista di un perlage così fine ed elegante nel calice, sembrerebbe non esserci alcuna corrispondenza, ma in realtà, ciò di cui ci si rende conto assaggiando questo Vino è che nulla è più elegante della semplicità e nulla è più attuale del passato, in un’era in cui si porta l’innovazione, spesso, all’esasperazione.
Vino che stupisce e che strappa sorrisi sinceri!

Vi consiglio anche il Moscato Bianco Secco e mi incuriosisce molto il nuovo Primitivo Rosato, ma come sempre, a Voi l’ultima parola!
Ci tengo a sottolineare che per quest’azienda comunicare e
valorizzare la tradizione, cercando di ritrovare la novità nella creazione di
prodotti di nicchia, continuando ad essere fedeli alla propria
filosofia, è fondamentale ed in un periodo in cui si parla tanto di
agricoltura biologica, di ecosostenibilità è triste vedere che,
alla fine dei conti, si prediligano sempre più gli impianti a
spalliera meccanizzati o metodologie invasive sia di gestione del lavoro in vigna che di quello in Cantina. L’Azienda Donato Angiuli rifugge la meccanizzazione per operazioni quali la
potatura, la potatura verde, la vendemmia, che difficilmente
potrebbero produrre reale qualità e prodotti veri fino in fondo.
Fare Vino in maniera sincera e rispettosa, però, non significa solo
rispettare l’ambiente e la materia prima, bensì preservare
quell’atmosfera festosa e gioiosa, fatta di attimi di rara fatica,
alternati a grande convivialità e condivisione, che sempre meno di
respira nelle vigne, ma che è fondamentale per chi crede che il Vino
sia, davvero, la massima espressione del lavoro di squadra fra uomo e
Natura.


Questo punto di vista sul Vino mi piace in modo particolare e credo, fortunatamente, sia condiviso da molti produttori (se pur sempre troppo pochi) e da molti winelovers, che sono certo spingano in questo senso, appoggiando e supportando aziende con questa, semplicemente facendo la cosa che ci riesce meglio, bevendo questi interessantissimi Vini.


F.S.R.
#WineIsSharing

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