Aggiornamenti dal caso Sauvignon Connection in Friuli

Ci sono momenti in cui i valori
dell’amicizia, della stima e del rispetto sono così forti da importi
di agire, anche là dove una sorta di spirito di autoconservazione o
di tutela della propria posizione ti imporrebbero di attendere
facendoti più o meno comodamente i fatti tuoi. Quel momento, per me,
è stato senza tema di smentita, il caso Sauvignon Connection, che
per la prima volta mi ha visto schierarmi dalla parte di una serie di
produttori, in una situazione considerata, dai più, scomoda. Lo
ammetto –
 e sarei ipocrita a non farlo…- io mi sono fidato del mio
istinto, ma anche e, soprattutto, della stima che provavo e provo
tutt’ora per alcuni dei produttori che sapevo coinvolti in questo
caos istantaneo ed inatteso.


Come saprete, si è già detto tanto ed
io stesso “forse” mi sono esposto in maniera oltremodo evidente,
ma sentivo fosse ciò che dovessi fare ed oggi tiro un sospiro di
sollievo, anzi due, nel leggere negli ultimi giorni già due
importanti aggiornamenti che sembrano confermare la mia tesi
iniziale, ovvero la completa estraneità ai fatti di tali produttori.
(In questo articolo la fonte delle mie affermazioni: http://messaggeroveneto.gelocal.it)
Questo mi rincuora molto, in quanto si parla di esiti negativi delle
analisi microbiologiche e di quelle chimiche, cosa che, a prescindere
da una mera soddisfazione personale nel non aver data per scontata la
colpevolezza dei produttori coinvolti, rappresenta un punto di
svolta per l’indagine.
Ora non ci resta che attendere che le
conclusioni siano discusse in aula il 15 dicembre, nella speranza che
venga fatta luce sulla questione.



Io, da par mio, ho vissuto e sentito in
maniera viscerale la vicenda, attraverso le parole, le sensazioni e
gli stati d’animo di alcuni produttori e confido che tutto si risolve
per il meglio e soprattutto in tempi brevissimi in modo da tornare ad
una normalità che, nel contesto di cui parliamo, è fatta di lavoro
ed umiltà.



Mi chiedo, in ultimo… ma se anche in ultima istanza tutto si dimostrasse un “buco nell’acqua” anzi, nel Vino, chi ripagherà le aziende coinvolte del gravissimo danno arrecato alla loro immagine ed alle loro finanze? E chi, soprattutto, potrà ripulire l’immagine di un’intero territorio e di un’eccellenza che era appena giunta, probabilmente, al suo apice storico, dopo un episodio così grave?
Continuo a riporre massima fiducia in “chi di dovere” e sono ansioso di avere un riscontro definitivo per porre la parola fine a questa spiacevolissima vicenda.

F.S.R.
#WineIsSharing

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