Una storia di Vigne, Vino e Vita quella di Lorenzo Corino

Entusiasta, curioso ed altresì commosso, oggi vi racconto la storia di un’emozione, regalatami da un Uomo – concedetemi la più che meritata maiuscola – ancor più che un personaggio, in quanto il termine “personaggio” sembra attingere alla finzione, alla costruzione di ciò che si vuole rappresentare, ma spesso non si è. Invece, l’Uomo in questione, ovvero Lorenzo Corino, basa il suo essere sul concetto di verità e si trasparenza, ha visto scorrere tra le sue mani numerose vendemmie senza mai scendere a compromessi, un uomo che, come me, detesta l’arroganza e l’inganno, curioso nel guardare al mondo e fiducioso nel aprirsi alle persone.
E’ per questo che ricevere, in anteprima, una copia dedicata del suo libro/ebook “VIGNE, VINO, VITA: i miei pensieri naturali” ha rappresentato per me un’emozione più che sincera, che non ho resistito nel voler condividere con voi. Lo farò, provando a raccontarvi quel poco, pochissimo, che potrei mai, in questa sede.
libro lorenzo corino vino
Galeotto fu il Trebbiano Procanico, oserei dire, in quanto conobbi Lorenzo, grazie ad una serie di fortuiti e fortunati incontri, scaturiti, come spesso mi accade, da un bicchiere di Vino. Quel calice di quel bianco macerato, così pulito ed intrigante, mi incuriosì a tal punto da cercarne l’origine e la trovai nell’enoicamente ostica terra di Maremma. Fu lì che, grazie al tramite di Antonella Manuli de La Maliosa (suo è il bianco in questione), ebbi modo di scambiare le prime impressioni con Lorenzo o per meglio dire di ascoltarlo per lo più silente ed incantato parlar di vigne e di virtù.
Ciò che mi colpì, sin dalle prime battute, fu qualcosa che io ho sempre ammirato e cercato tanto nel Vino quanto nelle persone, ovvero quel sempre più raro dono ed esercizio dell’animo chiamato equilibrio e, per di più, il tema trattato era tutt’altro che agevole: il “vino naturale”.
In un contesto enoico tediato, a volte logorato e deviato da futili diatribe, basate su una terminologia debole e fraintendibile e su dinamiche che partono dall’ideologia personale fino ad arrivare alle lacune ed i condizionamenti legislativi, sentir parlare Lorenzo Corino con tale armonia e garbo di concetti ed atti concreti in favore di una viticoltura naturale, ancor prima che di un “vino naturale” che, purtroppo, sa più di “brand” che di reale e sensibile scelta a tutela di territori e consumatori, mi ha aperto un mondo. 
Un mondo in cui “le colline si disegnano con i vigneti”, in cui è fondamentale tornare ad una consapevolezza artigiana ed antica per guardare al futuro con innovata e rinnovata sapienza magari riavvicinando la vigna al bosco, in cui i “veleni” non sono più razionalmente tollerabili e non solo ideologicamente… un mondo, anzi, un modo di guardare alla agricoltura ed al territorio capace di dare spiegazioni scientifiche e quindi concrete ad ogni scelta e di non raccontare “favolette” a tutela di movimenti che, purtroppo, sin troppo spesso, sconfinano nel poco utile settarismo.

“La natura: significa competizione,
combattimenti, pasto… sopravvivenza e sviluppo che si realizza
accanto a noi. Il “disturbo umano”, a diverse intensità e
invasività, per il possesso del terreno porta al dualismo tra
coltivazione e ‘infestante’. È un sistema molto dinamico e bene
adattato alle condizioni locali che sconfina nelle riserve genetiche
compresi i rapporti con le malattie (che accompagnano sempre ogni
organismo biologico). Quindi un atteggiamento ‘romantico’ o
‘sognatore’ va pur bene, ma scendere sul campo e cercare di
riflettere meglio sull’ingombro umano mi sembra più appropriato.” – Cit. Lorenzo Corino – <<Vigne, Vino, Vita: i miei pensieri naturali>>.

Prima di lasciarvi alla sua biografia, ci tengo a premettere una cosa, nell’attesa che possiate anche voi leggere il suo libro ed ancor più conoscerlo personalmente: Lorenzo Corino è, nel mondo del vino, la persona con il più alto rapporto umiltà-conoscenza che io abbia avuto modo di incontrare e non lo dico di certo per piaggeria, anche perché questo articolo è stato una mia idea e credo che poco serva ad una persona ed un professionista del suo calibro. Un’umiltà, la sua, intrisa di rispetto per i principi etici e sostenibili, fondata su tanta certezza, data da un approccio scientifico, quanta consapevole incertezza che è il primo motore dell’uomo che vuole andare oltre, scoprire nuove soluzioni ed integrare migliorie là dove sia possibile farlo. Da questo, io ne deduco che l’errore più grande è porsi in maniera arrogante e troppo sicura nei confronti di tutto ciò che è vivo e della natura in generale, in quanto meravigliosamente mutevole e dinamica, ma fondamentale è poter dare risposte concrete e motivazioni valide e dimostrabili per un approccio più naturalmente corretto all’agricoltura in generale ed alla viticoltura nello specifico.

Eccovi la biografia di Lorenzo Corino, per darvi un’idea più tangibile di ciò che ha rappresentato, rappresenta e può, tuttora, rappresentare per il mondo del Vino italiano a livello umano e professionale:

“Sono nato due mesi dopo la vendemmia
del 1947, memorabile per l’eccellenza nei gusti della Barbera. Le
decisioni fondamentali nel mio cammino sono state prese da ottimi
suggeritori che ho saputo ascoltare ricevendone incalcolabile
profitto. Ho lavorato volitivo ed anche un poco ostinato rifiutando
scorciatoie e compromessi: per questo ho anche sofferto ma mi ha
fatto molto bene.
Ho conosciuto e vissuto il mondo della ricerca
pubblica in agricoltura nazionale e all’estero, son felice di aver
colto nel segno del mio connatu- rale . La riconoscenza verso i miei
antenati ho cercato di esprimerla anche attraverso l’impegno
nell’azienda di famiglia, un ristoro importantissimo e fonte di
tante emozioni. La curiosità e il gusto per l’avventura non mi
sono mai mancate così, appena congedato dal mondo della ricerca in
viticoltura ed enologia, ho prontamente aderito ad una proposta di
biodinamica in Maremma, si chiama La Maliosa. Detesto l’arroganza e
l’inganno, mi piace tremendamente conoscere luoghi, persone e
fidarmi.
Laureato in Scienze Agrarie nel 1972,
inizio da subito la mia attività di ricercatore presso l’Istituto
Sperimentale per la Cerealicoltura di Roma. Grazie ad una borsa di
studio CNR presso Plant Breeding Institute di Cambridge (UK), lavoro
su un progetto di ricerca sulle resistenze genetiche dei cereali.
Tornato in Italia, entro come sperimentatore all’Istituto
Sperimentale perla Cerealicoltura e successivamente all’Istituto
Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano Veneto, sede di Asti,
di cui divento direttore nel 1989. Dal maggio 2008 ad Ottobre 2009
ricevo l’incarico di direzione dell’Unità di Ricerca per l’Uva
da Tavola e la Vitivinicoltura in ambiente Mediterraneo (Bari). Dal
Dicembre 2009 sono Dirigente presso Il Centro di Ricerca per l’
Enologia di Asti fino a tutto il 2012. Ho svolto ricerche in diversi
settori: aspetti della gestione del terreno viticolo e delle piante,
equilibri vegetoproduttivi, andamenti climatici e comportamenti di
vitigni e portinnesti in relazione agli ambienti, il sistema
biologico del vigneto nella sua complessità. Divento responsabile di
ricerca per diversi progetti e coordinatore del progetto Labter sulla
Viticoltura sostenibile nel Parco Nazionale delle Cinque Terre;
membro O.I.L.B. (Organizzazione Internazionale Lotta Biologica ed
Integrata) Socio S.I.G.A. (Società Italiana Genetica Agraria)
Accademico Accademia Italiana della Vite e del Vino. Ho fatto tanti i
viaggi tecnici e distudio: Francia – Svizzera – Germania –
Austria – Ungheria – Croazia – Spagna – Portogallo – Cile –
Sud Africa, U.K. , U.S.A
. Sono autore e coautore di oltre 90
pubblicazioni a carattere tecnico-scientifico nel settore
vitivinicolo
. Molte le collaborazioni con le Istituzioni italiane e
straniere, amministrazioni regionali, consorzi, associazioni
produttori, aziende private ed imprese di settore. Sono da sempre
attento alle produzioni agricole maggiormente in armonia con il mondo
rurale, con particolare attenzione alle gestioni con metodi
biologici. Ritengo fondamentale un ripensamento del modo di fare
viticoltura ed enologia in Italia, e sostengo la necessità del
maggiore rispetto dei valori ambientali ed etici. Tra questi
sicuramente l’impegno nel buon uso delle risorse energetiche
rinnovabili. Il mio pensiero si lega al valore fondamentale del
capitale terreno ed ambiente circostante, e del suo utilizzo ottimale
per accrescere la valenza salutistica dei suoi frutti. Rappresento la
sesta generazione di vignaioli a Costigliole d’Asti; ho preso la
conduzione del progetto vitivinicolo della Fattoria La Maliosa dal
gennaio 2013.”

Concludo ringraziando Lorenzo Corino per avermi concesso di poter attingere dapprima verbalmente e da ieri anche in forma cartacea al suo sconfinato sapere enoico, cogliendo l’occasione per invitare tutti i produttori, gli enologi ed in particolare i giovanissimi, ma ancor più gli appassionati di Vino a leggere i suoi scritti, anche attraverso il suo wineblog, ricco di spunti che vanno al di là delle mere lotte di fazione ed hanno il potere di aprire menti e cuori nei confronti del fare Vino in maniera consapevole e rispettosa. Nei suoi Vini, tra l’altro, troverete un esempio lampante di quanto si possa fare senza disfare e strafare.
Io ho già iniziato a leggere il suo libro e mi verrebbe da citare passaggi su passaggi, pensieri e aforismi da scolpire sulla pietra, ma non vorrei spoilerare troppo, quindi vi lascio con un ultimo brano tratto da “VIGNE, VINO, VITA: i miei pensieri naturali”:

“Sono convinto che la nostra storia del vino non mancherà
di continuare nella sua disordinata corsa verso un profitto
immediato, investimenti verso speculazioni e non nel valorizzare
i patrimoni; ma sono altrettanto convinto che ci siano
le condizioni affinché sempre più consumatori alla ricerca
di autenticità e produttori lungimiranti potranno incontrarsi
per scrivere nuove pagine del vino e della viticoltura
italiana con più solidità, originalità e in ultima analisi, più futuro.”

F.S.R.
#WineIsSharing

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