Ottime annate e pessime annate “non esistono” specie in Italia

“L’estate sta finendo e un’annata se ne va”… passatemi quest’adattamento di questa canzone un po’ d’antan dei Righeira, che si presta benissimo al mondo del vino, che vede l’avvicinamento alla fine dell’estate coincidere con l’arrivo di una nuova annata.
Nel mondo del Vino si tende sempre all’apriorismo in termini di comunicazione, speranze o catastrofismi ed anche in questa annata ne abbiamo sentite di ogni genere, dall’annata dal grande potenziale all’annata catastrofica per le condizioni avverse presentatesi in alcuni areali, per non parlare delle bombe d’acqua e delle grandinate che hanno realmente ridotto ai minimi termini interi vigneti degli sfortunati produttori che si troveranno con poco o nulla da vendemmiare, fino ad un più pacato equilibrio di questi ultimi giorni là dove la vendemmia sia ancora da farsi, per poi tornare all’estrema positività del Sud, dove già si sia vendemmiato o si stia per farlo.
Ogni annata è così, con i suoi inizi speranzosi e positivi, i suoi più o meno inaspettati capricci, note dolenti e finali in volata che, in alcuni casi, riescano a risollevare animi ed economie dei produttori, e non è forse per questo che noi tutti amiamo così tanto il Vino? Non è forse proprio per questi motivi che, nonostante ogni produttore sappia quanto difficile, incerto e maledettamente stressante sia fare vino, il richiamo della terra e la gioia di essere tramiti privilegiati fra la Natura e chi beve quel blend di sogni, fatica, competenza, sacrifici, investimenti ed una buona dose di cul…tura siano più forti dell’idea di abbandonare tutto, a volte così impellente e ridondante nelle menti dei produttori?
So di non parlare solo a nome mio, dati i continui confronti che ho con altri winelovers italiani e stranieri e, soprattutto, con produttori e vignaioli, nel dire che è inutile continuare a sprecare tempo ed inchiostro reale o virtuale nel cercare di definire annate ancor prima del tempo o ancor peggio nel cercare di condizionare vendite e mercati… ormai, è da troppo che ci diano la zappa sui piedi e forse è ora di aspettare, di assaggiare e di dire la pura e semplice verità… in Italia più che in qualsiasi altro paese, vuoi per la sua morfologia, vuoi per la l’immensa varietà di terreni, varietali e condizioni pedoclimatiche, nonché per la sempre più vasta diversità di interpretazione agronomica ed enologica della singola realtà, non esiste l’ottima annata in senso lato, come non esiste (facciamo i dovuti scongiuri, toccatine comprese!) una pessima annata che coinvolga l’intera penisola.
Come ogni anno, il compito di chi fa Vino sarà mettercela tutta per interpretare la meglio, senza troppi artifizi (speriamo!) quello che i propri vigneti sapranno mettere a sua disposizione, il compito di chi scrive dovrebbe essere quello di attendere, magari valutando in vendemmia le condizioni dell’uva, magari assaggiando qualche campione da vasca ancor prima che il Vino sia “pronto”, ma nella piena consapevolezza che l’unico modo per rendersi conto di come sia andata un’annata, in quella cantina, per quei vigneti, con quel terroir sarà assaggiare il Vino quando verrà il suo momento. Basti pensare a ciò che è successo e sta accadendo con i Vini del 2014, definita da molti ancor prima del suo termine una pessima annata, nella maggior parte dei casi (a parte quelli in cui i produttori rispettosi hanno deciso di non produrre le loro etichette migliori perché sarebbe stato impossibile raggiungere i livelli di qualità desiderati) sarete stupiti dalla qualità dei Vini, specie in un periodo in cui il gusto generale sembra propendere verso i Vini più freschi e minerali.
Quindi amici winelovers non disperate se avete sentito che l’annata corrente non sarà un granché, ma rispettate chi ha davvero perso parti ingenti del proprio raccolto magari informandovi ed essendo disposti a pagare qualche euro in più il loro vino (sarebbe più che giusto, anche se so che non siamo ancora pronti a questo…) ed al contempo non gasatevi se qualcuno spinge da mesi dicendo che la “duemila e qualcosa” sia stata l’annata del secolo. Semplicemente, aspettate ed assaggiate ciò che incontrerete sul vostro cammino enoico e fatevi la vostra idea, cantina per cantina, zona per zona, uva per uva, vino per vino. 
La migliore annata è e sarà sempre quella che vi emozionerà di più nel bicchiere, se poi avrete modo e tempo di enfatizzare queste emozioni ascoltandone aneddoti e racconti da parte dei singoli produttori ben venga, ma alla fine dei conti, l’unica cosa che può far la differenza tra un ottimo Vino ed un Vino meno buono è la vostra percezione di esso, condizionata o incondizionata che sia.
Io posso solo dire che la curiosità per l’annata che verrà è sempre impellente e che non esiste un’annata capace di deludere o sorprendere in toto, esistono solo interpretazioni più o meno azzeccate di quella determinata annata e questo fa sicuramente parte del “gioco”.


F.S.R.
#WineIsSharing

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