In Calabria alla scoperta della Tenuta del Travale e del suo vino Eleuteria

Quest’anno avevo una mission… quella di dedicarmi il più possibile agli areali vitivinicoli del Sud Italia, ai loro vigneti, ai varietali tipici delle regioni del meridione, ma soprattutto alle storie di vino e di vita che questi luoghi sanno raccontare.
Uno dei miei ultimi viaggi nel Sud del vino mi ha portato nella bellissima e, sin troppo spesso, sottovalutata Calabria. Siamo a Rovito (CS), dove nel 1993 nasce la Tenuta del Travale, suggestiva proprietà, oggi gestita da Raffaella Ciardullo e suo marito Nicola Piluso, che hanno dato nuova vita a quello che era un appezzamento di terra ormai lasciato a sé stesso.

Un luogo pressoché incontaminato, una sorta di anfiteatro naturale dall’esposizione ottimale che garantisce sole e ventilazione, quindi la possibilità di portare in cantina uve mature e sane.
Uve che non t’aspetti di trovare in questa regione, in quanto, ormai, più consone alla regione al di là dello stretto, ovvero il Nerello Mascalese ed il Nerello Cappuccio, ma che in realtà hanno un profondo legame con questo territorio.
Varietali che nel 2007 prendono il posto delle piante ormai stanche e prive di vigoria dell’antico, purtroppo, maltrattato vigneto. La proprietà conta due soli ettari, posizionati su due opposti versanti, di pari estensione, in parte terrazzati come si conviene ad un nuovo impianto che miri a rispettare il territorio e l’equilibrio idrogeologico della vigna.
vigne nerello mascalese
In vigna ho avuto modo di camminare fra le piante ormai mature di nerello mascalese (80%) e nerello cappuccio (20%) e di essere circondato letteralmente da maestosi ulivi secolari, in un contesto veramente pregevole e di grande e naturale armonia.
La Tenuta sembra essere una perla rara, un’eccezione ed oggi lo è, ma quel territorio con altitudini che superano in alcune zone i 500s.l.m, baciato dal sole e accarezzato dai venti della Sila, era da sempre conosciuto e riconosciuto per la sua grande predisposizione alla viticoltura. Una vocazione che è stata appurata da Nicola e Raffaella, che con l’aiuto dell’Enologo Emiliano Falsini, portano avanti con grande premura, attenzione e passione la produzione di un solo vino, l’Eleuteria, che mira a rappresentare storia, presente e futuro della viticoltura di questo areale e ad essere un riferimento per l’intera regione in termini di qualità.

Le ridotte dimensioni della vigna (appena due ettari) hanno imposto criteri produttivi di elevata qualità, peraltro coerenti con la filosofia di vita dei suoi proprietari.

Nicola, oltre ad essere il produttore, insieme a sua moglie Raffaella, è anche un preparato sommelier ed ho avuto modo di assaggiare accanto a lui una selezione di vini prodotti con le stesse uve con le quali viene prodotto l’Eleuteria (dal greco “libertà”) ed è stato semplice comprendere quanto la sua volontà non sia semplicemente quella di potersi permettere di fare da sparring partner ai più nobili e quotati vini dell’Etna, bensì sia quella di raggiungere, seppur seguendo una strada identitaria ovviamente differente, apici egualmente elevati.

eleuteria vino
Eleuteria 2014 è caparbio nella palese voglia di esprimere la sua identità storica e territoriale, ma è al contempo elegante nel suo slancio al sorso e nella fine trama tannica. Assaggiato in comparazione ad alcuni dei più noti vini dell’Etna ciò che è emerso è proprio la spiccata personalità dell’Eleuteria della Tenuta del Travale, capace di ammaliare al naso con un frutto ancora evidente e sfumature terziarie dolci ed intriganti davvero ben armonizzate per poi sedurre definitivamente in bocca con un fendente che attraversa la struttura forte e ben definita con freschezza e dinamica. L’impressione è che il tempo sarà un amico fedele di questo vino.
Esistono vini ben fatti che meritano valutazioni tecniche più che positive e vini ben fatti che emozionano, l’Eleuteria rientra in entrambe le categorie, per me, ma devo ammettere che preferisco la seconda, che non mi annoia mai e lascia poco spazio a qualsiasi forma di dubbio. Assaggiando ciò che c’è in botte e potendo mettere il naso nei tagli che probabilmente andranno a comporre il blend della nuova annata, la percezione è quella di essere capitato in un’azienda di cui si parlerà molto nei prossimi anni, ma… come sempre… lo scopriremo solo “bevendo”! I presupposti ci sono tutti: passione, volontà di crescere, idee chiare e costanza, il tutto in un territorio vocatissimo e con la giusta competenza tecnica.

La Calabria è una territorio capace di stupire e di regalare meraviglia a chiunque abbia l’acume di dedicarle l’attenzione che merita e questa realtà con il suo vino rappresenta solo uno dei fari da seguire per tornare a scoprire e riscoprire una terra di grande vocazione vitivinicola, di grandi paesaggi e di grandi persone.

F.S.R.
#WineIsSharing

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