Il Marsala può uscire dalla “crisi”? Intorcia e Martinez ci credono!

Durante il mio ultimo viaggio in
Sicilia ho sentito la necessità impellente di andare a Marsala al
fine di cercare di comprendere lo stato della DOC più antica
d’Italia e di un vino che sta vivendo da anni una crisi profonda.
Una crisi, quella del Marsala, dovuta a
diversi fattori storici, culturali ma soprattutto legati alla
latitanza di un Consorzio che avrebbe dovuto tutelare il capostipite
di tutte le doc italiche, mentre si è lasciato morire senza tentare
di reagire al palese momento di difficoltà di questo grande vino
liquoroso siciliano.

vino marsala crisi
Parlando con giovani produttori che
credono ancora nel rilancio del Marsala e con chi ha visto nascere,
crescere e morire il Consorzio di tutela, si evince che la crisi sia dipesa principalmente da 5 fattori (oltre a svariati altri):
  • La produzione di prodotti fuorvianti e di
    scarsa qualità a partire dagli anni ’70, che ha danneggiato il
    posizionamento del Marsala sia in termini economici che nella
    percezione del consumatore. Basti pensare ai vari “Marsala all’uovo” (che di Marsala hanno ben poco!), nonché alla
    promozione del Marsala più per l’utilizzo in cucina e pasticceria che come vino da bere;
  • La poca predisposizione di alcune grandi aziende a salvaguardare la qualità del Marsala e quindi
    l’impossibilità di avere una massa critica importante e di livello
    in Italia e nel mondo;
  • La negligente gestione del
    Consorzio e la sua cessazione;
  • Il trend globale e nazionale che
    vede i vini liquorosi e fortificati avere vita davvero difficile in
    termini di appeal e quindi di vendite;
  • Non ultime, in termini di importanza, le vicissitudini delle Cantine Florio, che negli ultimi 100 anni hanno vissuto fasi a dir poco altalenanti, ma che ancora oggi possono e devono fungere da motore per il rilancio del Marsala (per importanza del brand, per massa critica produttiva e per quantità di enoturisti ricevuti ogni anno nella propria struttura sono ancora oggi il riferimento primario in Italia e nel mondo).
Sia chiaro, queste sono solo alcune
delle problematiche che stanno rischiando di “estinguere” un
pezzo di storia enoica italiana, ma per fortuna c’è chi crede ancora
nel rinascita del Marsala.
Se il primo a credere profondamente in
una produzione di Marsala di alta qualità è stato Marco de Bartoli (con l’innovazione da un lato e la scelta di tecniche come il
metodo soleras più comuni ai cugini del Madeira), oggi ci sono altre
aziende che lavorano per riportare in auge questo grande vino. Io ho
scelto di visitare e di approfondire la conoscenza di due realtà
molto diverse fra loro, eppure con la stessa propensione alla
preservazione dei valori intrinseci alla storia del Marsala e ad una
produzione di grande qualità: Intorcia e Martinez.

Intorcia – Heritage

Partiamo da Intorcia, realtà fondata
nel lontano 1930, dall’omonima famiglia che negli anni è diventata
un punto di riferimento in Italia e nel mondo per il Marsala di
qualità.
La cosa che più di tutte mi ha spinto
a visitare questa cantina è la presenza in azienda di un giovane che
da anni si batte per comunicare il Marsala in modo contemporaneo, ma
senza mai dimenticarne le origini e, soprattutto, senza snaturarne le
qualità. Parlo di Francesco Intorcia, detto Ciccio per amici e
colleghi produttori, creato e fautore del progetto “Heritage”. Un
progetto che prevedeva la nascita di una linea di etichette votate
alla qualità e realizzate al fine di lanciare un messaggio forte di
attaccamento al territorio e ad un’eredità così antica e preziosa
da sentire forte il dovere di preservarla.

Intorcia – Heritage
C’è un aspetto che mi ha colpito
particolarmente del progetto Heritage e rappresenta una rarità nel
mondo del Marsala, che un po’ come accade per il Porto non prevede,
storicamente, vigneti di proprietà da parte dei produttori (se non
in piccola parte), ovvero la volontà di Francesco di riappropriarsi
dei vigneti di famiglia e di acquisirne altri, per ripartire proprio
dalla vigna. Una cosa che reputeremmo quasi normale, consueta, se si
trattasse di altre denominazioni e di altre tipologie di vini, ma che
per Marsale e per il Marsala rappresenta l’ennessimo forte messaggio
lanciato da questa realtà, che crede fermamente nel potenziale della
propria terra, delle proprie piante e delle proprie uve (Grillo in
particolare).
Le tipologie di Marsala sulle quali
Intorcia sta puntando sono il “Vergine”, il “Dolce” ed il
“Semisecco”, ma sono le Riserve Vintage come la 1980 ad aver
fatto fare il salto di qualità all’azienda, tornando ad accostare il
Marsala ai più quotati cugini del Porto.
Vi basterà recarvi al Vinitaly presso
lo stand tanto voluto da Francesco Intorcia per rendervi conto di
quanto sia forte la volontà dell’azienda di rompere gli indugi e
dissolvere i preconcetti legati a questo vino, tramite Master Class
con degustazioni approfondite
ed abbinamenti di alto profilo per
comprendere il reale potenziale di ogni tipologia di Marsala, anche come aperitivo o a tavola.
Un lento processo di innovazione
comunicativa e di rinnovamento mentale che va di pari passo con un
forte attaccamento alla tradizione ed alla storia di questo vino e di
questo territorio che Francesco sta cercando di velocizzare con idee
giovani e dinamiche, ma mai eccessive.
Come molte realtà anche Intorcia ha
dovuto ricorrere alla produzione di vini da tavola, ma anche in
questo caso Francesco ha voluto creare due linee votate alla qualità
ed alla massima espressione del territorio sia nei Vignemie Perricone
e Grillo che nei due Perpetuo base Nero d’Avola e Grillo. Per chi non
lo sapesse il Perpetuo è un vino è prodotto con una tecnica di
affinamento in uso prima dello sbarco degli inglesi e base per la
successiva produzione del Marsala che prevede la ricolma di botte
contenente una cuvée delle migliori annate e l’imbottigliamento di
parte di quella cuvée, mentre la restante attenderà la nuova
(purché valida) annata per essere ricolmata.
Se tra i Marsala quelli più
emozionanti, per me, sono stati il Marsala Vintage Riserva 1980 Vergine Secco
nella sua infinita complessità ed il Vintage 2014 Rubino Superiore
nella sua immediata e profonda piacevolezza, tra i vini igt il Grillo
Vignemie
si è volatilizzato in pochi minuti durante il pranzo e
credo non serva dire altro.

Martinez

La seconda azienda di cui vorrei
parlarvi è la Cantina Martinez, altro tassello del meraviglioso mosaico della
storia del Marsala, ormai in parte sbiadito, ma che in parte sa ancora far valere la sua unica bellezza. L’azienda prende il nome
dalla famiglia che l’ha fondata e nello specifico da Carlo Martinez,
intraprendente palermitano che investì in questa impresa, intuendo le grandi potenzialità commerciali del Marsala.
Cantina Martinez

Nata nel 1866, la Cantina Martinez è
una delle poche aziende storiche rimaste “in piedi” senza grandi
sconvolgimenti aziendali, bensì con un grande equilibrio fra
tradizione ed innovazione. L’azienda ha conferitori storici, come da tradizione, mentre tra le cose che la rendono una cantina molto attuale c’è una particolare
attenzione all’enoturismo e, quindi, ad aprire le porte del proprio
baglio di oltre 6000mq agli appassionati avventori. Nei locali del baglio, da poco ristrutturato, si possono ammirare ancora le botti
disposte a criaderas (qui si pratica in parte il metodo soleras), strumenti utilizzati nella produzione del Marsala nel corso dei decenni e, soprattutto, le monumentali botti di affinamento. Questo aspetto, non così
comune a Marsala, permette alla Martinez di veicolare in modo diretto
la storia della propria realtà, ma anche quella del vino liquoroso
più importante d’Italia.

Inoltre, Laura Doro, nipote degli
attuali proprietari e responsabile della comunicazione aziendale,
nell’accogliermi ha mostrato un trasporto viscerale nei
confronti del Marsala e dell’azienda di famiglia che non ha eguali. Reputo questa passione fondamentale se si vogliono davvero cambiare le cose!

A
testimonianza della volontà di Laura e della sua famiglia di
dare una svolta all’azienda ed al Marsala c’è il suo ingresso nell’associazione tutta al
femminile denominata Marsala Ladies che vede coinvolte altre note cantine
nelle persone di Alexandra Curatolo, Giuseppina De Bartoli e Maria
Chiara Bellino (Pellegrino). L’associazione Marsala Ladies nasce con
lo scopo di promuovere la cultura del Marsala in Sicilia, in Italia e
nel mondo con un approccio moderno e crossmediale. Altro sintomo
della forte volontà delle nuove generazioni di ridare linfa vitale
al Marsala.

Marsala Ladies
E’ sempre grazie a Laura che ho modo di
fare un rapido ed esaustivo ripasso della storia del Marsala ed in particolare del metodo di produzione e del disciplinare. E’ proprio
per questo che condivido con voi due schede realizzate proprio da
Martinez per comunicare in modo sintetico e comprensibile le
peculiarità produttive del Marsala:
Processo produttivo del Marsala
Disciplinare e Classificazione del Marsala
Tornando all’azienda Martinez, i vini assaggiati sono risultati tutti molto tradizionali e di qualità, specie il piacevolissimo Superiore Garibaldi Dolce e il Marsala Vergine Riserva 1995, secco ed equilibrato, con una lunga vita davanti e tanta complessità in divenire. Importanti sono le evoluzioni che piano piano si stanno apportando al packaging dei vini (solitamente non è un dettaglio di cui mi piace parlare, ma anche questo aspetto sarà fondamentale per svecchiare l’immagine del Marsala), ma soprattutto ad alzare l’asticella sarà l’uscita sul mercato di alcune riserve di annate storiche che, come per il progetto Hermitage di Intorcia, mirano ad un posizionamento più consono a vini di così grande longevità e complessità.
Nel caso dell’azienda Martinez, a differenza di molte altre realtà del marsalese, la scelta è stata quella di non prodigarsi nella produzione parallela di vini da tavola o comunque vini secchi non fortificati, continua però quella dei passiti liquorosi e dei vini da messa (mercato importantissimo per le realtà marsalesi).
Vini Marsala Martinez

In conclusione, posso confidarvi che dalla mia visita ho tratto conclusioni contrastanti che mi vedono perplesso nei confronti dell’intero “movimento Marsala” in quanto le grandi aziende non sembrano minimamente interessate a riportare in auge questo prezioso vino, ma d’altra parte sono molto fiducioso in queste due aziende in particolare ed in altre più propositive cantine, in quanto è palese che la strada intrapresa sia dura, ma percorribile. Sono certo che sia Intorcia che Martinez, seppur per vie diverse, stiano facendo e continueranno a fare tantissimo per il Marsala ancor prima che per le proprie imprese e questo fa loro onore. Io, da par mio, spero che molti di voi possano tornare a bere Marsala e, magari, a visitare queste aziende in loco per rendersi conto della grandezza della storia e della qualità di questo vino immortale.



F.S.R.
#WineIsSharing

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