L’importanza del giusto calice da degustazione vino – Intervista a Luana Rossi sui nuovi calici Skyline di VDglass

Negli ultimi anni ho avuto modo di focalizzare la mia attenzione sul mondo dei calici e di collaborare con svariate realtà del mondo della produzione di bicchiere di vino italiane e non solo. L’ho fatto come “tester” e “taster”, utilizzando diversi modelli di calice (per forma del bevante, altezza dello stelo e spessore del vetro o cristallo) per le mie degustazioni personali. Tra le realtà che ho avuto modo di conoscere meglio nell’ultimo lustro c’è VDglass, azienda italiana che mi ha particolarmente colpito con una nuova linea di calici appena testata. A parlarvi di VDglass e dei calici in questione sarà la cara Luana Rossi Marketing e Promotions Manager dell’azienda, grazie alla quale ho avuto modo di conoscere uno dei brand più importanti nel panorama nazionale ed internazionale quando si parla di calici da vino altamente performanti e di qualità.
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-Chi è Vdglass?
VDGlass nasce nel 1999 a Parma, all’interno di un humus fortemente permeato dalla storica tradizione vetraria che caratterizza la città e la Famiglia fondatrice.
L’Azienda persegue l’obiettivo di fornire con competenza, professionalità e creatività soluzioni esclusive, a partire dalle progettazione e sviluppo di nuovi bicchieri in vetro atti a diventare parte integrante ed immagine distintiva della brand identity del nostro Cliente.
Leader in Europa nel settore beverage, dal 2010 inizia a sviluppare prodotti di alto livello rivolti al settore enologico e dei distillati. 

-Come è evoluto il mondo dei calici da vino negli ultimi anni?
Negli ultimi anni si è tanto sviluppata la cultura del vino ed intorno a essa, di conseguenza, è andato sviluppandosi anche un approfondimento su tutti quegli strumenti che gravitano intorno al vino… scoprendo, così, che anche il calice fa la differenza in degustazione. Un calice può esaltare le caratteristiche e valorizzare un buon vino diventando un importante veicolo di sensazioni, percezioni ed emozioni. 
Intorno al ‘calice giusto per ogni tipologia di vino’ sono nate scuole di pensiero che passando attraverso la ristorazione stanno portando il culto del bere anche nelle case. Oggi scegliamo con cura il modo migliore per servire il vino anche sulle nostre tavole.

-Come nasce un calice VDGlass?
I nostri prodotti nascono con l’idea di parlare e portare messaggi, contenuti, valori estetici ed intrinseci e tutto questo insieme, a seconda.
Ogni nostro calice si sviluppa intorno ad una IDEA NUOVA.
Ci piace scoprire nuove prospettive, fornire stimoli attraverso prodotti che aprano alla sperimentazione, al desiderio di viaggiare attraverso la degustazione.
-Quali sono le nuove linee?
La collezione Skyline per noi non è la novità dell’anno soltanto ma ci sembra di aver concretizzato un ideale. La collezione si compone di 4 calici, ognuno con una propria architettura nella quale ogni parte concorre per trasmettere piacere alla vista, sensazione di leggerezza impalpabile e senso di stabilità.
Ogni parte in un calice deve contribuire a creare una struttura armoniosa nell’insieme.
Skyline è diventata la sintesi di questo concetto in cui piede, stelo, coppa, bordo, materia prima, trasparenza, leggerezza, si fondono in un accordo perfetto.
La stessa perfetta armonia si riflette all’interno e quindi nella prestazione.
In fase di progettazione abbiamo coinvolto Simone Loguercio, Miglior Sommelier AIS 2018.
Il primo approccio è stato di stupore… ma quando dallo stupore scaturisce la curiosità di sperimentare il prodotto esplorando nuove funzioni e potenzialità, allora si può considerare di aver colto nel segno. Al di là dei risultati delle analisi sensoriali e degli ottimi feedback ricevuti… penso che il grande plus di Skyline sia proprio lo stimolo: lo stimolo di scoprire, sperimentare, giocare…
Quindi, alla domanda: ‘E’ possibile produrre calici dal forte impatto estetico ma al contempo performanti in degustazione?’ rispondiamo ‘Sì! Se la forma si costruisce intono al contenuto e non viceversa. E’esattamente quanto accaduto nel tempo a VDGlass, dalla sua nascita ad oggi.’
I modelli Skyline (e le mie opinioni su ciascun modello) 
Universale: “Apre le porte dell’universo Skyline con la sua versatilità che lo rende adatto sia a vini rossi che a vini bianchi.”
Si presta anche alle note più complesse. E’ il calice perfetto per degustazioni in batteria che contemplano più vini di diversa natura, ma anche una soluzione ottimale per i ristoranti che vogliono inserire un solo calice da vino per motivi di comodità.

Flute Classico: “La classica forma flute declinata sulle linee Skyline.”
Una versione che mi ha permesso di tornare ad utilizzare uno dei calici che utilizzo meno in degustazione, grazie ad una forma del bevante esteticamente appagante ma, soprattutto, molto performante con gli spumanti.

Balloon Cult: “Nato per diventare un cult. Spinge l’esperienza sensoriale verso nuovi
livelli di percezione.”
Il volume ne suggerisce l’utilizzo per vini concentrati e complessi ma la forma rende intrigante la degustazione di ogni tipologia di vino, anche spumante. E’ il calice esteticamente più accattivante, quello che vorrei trovare a tavola in molti ristoranti di livello.

Meditazione:Per i migliori fine serata.”
Esalta le note dolci dei vini da dessert ma si presta anche all’utilizzo per la degustazione dei distillati. E’ una di quelle soluzioni che manca sin troppo spesso, in quanto poco considerata, ma merita grande attenzione sia in termini di design che di performance degustativa.

-Quali sono i riscontri che la linea Skyline ha ottenuto dal suo lancio?
Il successo che sta avendo Skyline è, per noi, senza precedenti.
Colpisce immediatamente per le sue forme ma la sorpresa arriva con l’esperienza. 
Sommeliers, enologi, appassionati, estimatori, conoscitori, esteti… chiunque sia alla ricerca di una esperienza sensoriale nuova e di livello superiore ne resta colpito.
calici degustazione vino
Ringrazio Luana Rossi e la VDglass per il tempo dedicatomi e per l’opportunità di testare i nuovi calici Skyline che si sono dimostrati una piacevolissima scoperta sia in termini di design (inutile nascondere quanto sia importante l’impatto estetico di un calice sia in termini di percezione del degustatore esperto che – e soprattutto – nella ristorazione di alto profilo) che in quanto a performance. Tra i vari modelli, sicuramente, il Balloon Cult è quello che utilizzerò per le mie degustazioni alternandolo agli altri calici a mia disposizione, continuando a comparare l’espressività del singolo vino in diversi bicchieri. In molti pensano non ci siano differenze percettibili assaggiando lo stesso vino in differenti calici ma vi invito a fare una degustazione comparativa di almeno 3 calici di diversa forma (anche apparentemente minima) e di diverse aziende per rendervi conto voi stessi di quanto lo stesso vino in “contenitori” differenti possa esprimersi diversamente.
F.S.R.
#WineIsSharing

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