Maria Pia Castelli – Vini intrisi di rispetto e consapevolezza nelle Marche

Torno a parlare delle mie Marche e nello specifico del Piceno, zona che sta vivendo un periodo di palese fermento grazie ai virtuosismi di piccole realtà capaci di dare lustro ad un intero areale con saggezza artigiana e consapevole lungimiranza.

maria pia castelli vino naturale
Tra le punte di diamante di un territorio molto frastagliato e variegato nelle sue espressioni pedoclimatiche e varietali c’è da diversi anni, senza tema di smentita, Maria Pia Castelli.
La cantina di Maria Pia si trova a Monte Urano ed è qui che sorgono i suoi 8 ettari di vigna nei quali, a ca. 200m slm, alleva le uve di Montepulciano, Sangiovese, Pecorino, Passerina e Trebbiano dalle quali produce le sue ormai note referenze.
Oggi l’azienda è gestita in maniera attenta e ponderata dal figlio di Maria Pia e di Enrico ,Alessandro  (Bartoletti), che durante la nostra concisa ma esaustiva chiacchierata in vigna e in cantina dimostra grande competenza agronomica ed enologica ma soprattutto una passione che lo spinge costantemente a migliorarsi guardando ai mostri sacri italiani e francesi come modelli dai quali carpire il meglio ma mai da seguire in maniera passiva e pedissequa.
I terreni di matrice argillosa, ricchi di ferro e magnesio e le esposizioni sud sud-est, unitamente al microclima di quest’area mitigato dall’Adriatico permette a Maria Pia e alla sua famiglia di gestire vigneti che manifestano un naturale equilibrio senza necessità di concimi e trattamenti a base di prodotti di chimica di sintesi.
La gestione del vigneto rispetta i canoni della biodinamica, con concimazioni naturali create da compost organico e altri preparati vegetali.
La maggior parte delle lavorazione in vigna vengono effettuate a mano e l’obiettivo primario è quello di produrre vini frutto di una viticoltura e di un approccio enologico artigianali e rispettosi cercando di tutelare quanto più possibile l’identità territoriale e varietale.
Questa attitudine al rispetto dalla vigna alla cantina si traduce anche nella preservazione della biodiversità dell’ecosistema vigna in ogni appezzamento dell’azienda, in cui non è raro trovare fauna selvatica e un alta presenza di insetti che attestano la salubrità del contesto ambientale.

biodinamica maria pia castelli
Entrando in cantina ciò che salta subito agli occhi sono pulizia e ordine valori che sin troppo spesso si pensa siano estranei al mondo dei vini “artigianali” ma che, in realtà, sono ancor più importanti nella conduzione enologica di vinificazioni rispettose e in sottrazione.
Parlando con Alessandro non è difficile comprendere quanto i suoi riferimenti in quanto a cifra stilistica siano di stampo borgognone ma è la consapevolezza di dover adattare concezione e metodi alle proprie uve che rende questo giovane vignaiolo uno step al di sopra di molti suoi colleghi pari età.
 
Tutto questo si traduce nei seguenti vini:
vini maria pia castelli

 

Stella Flora Marche Igt Bianco (Pecorino 50%, Passerina 30%, Trebbiano 10%, Malvasia di Candia 10%) 2015: probabilmente il vino più rappresentativo dell’azienda in quanto capace di esaltare l’identità di un territorio attraverso alcuni dei suoi varietali più tradizionali attraverso un’interpretazione che trasforma il fare artigiano in qualcosa di molto più vicino all’arte che alla “semplice” lavoro manuale. Lo Stella Flora ingloba una luce nitida, che non si lascia opacizzare dalla macerazione, anzi ne trae forza che rilascia nel momento in cui viene versato nel calice e si lascia andare alla sua espressività pura. Alle note di frutto e fiore classiche si aggiungono sfumature balsamiche, agrumate, solari. Il sorso è pieno, asciutto, sapidissimo. Un vino dagli equilibri tanto spontanei quanto armonici. La maggior struttura rispetto alla 2014 potrebbe sembrare un ostacolo alla beva, ma la realtà è che l’agilità del sorso permane andando a completare uno spettro organolettico ancor più intenso e complesso. La 2012 assaggiata in questa piccola verticale dimostra non solo la longevità di questo vino ma anche e soprattutto le potenzialità evolutive in termini di eleganza e profondità delle quali lo Stella Flora gode.


Lorano Marche Igt Rosso 2015: un Sangiovese classico in una terra in cui il vitigno più coltivato d’Italia è sempre esistito ma non ha sempre resistito alla predilezione di molti per il Montepulciano.
Il varietale è integro nel frutto e il fiore sfuma in note balsamiche rinfrescanti.  Il sorso apre fiero, dal buon corpo e si distende con grande disinvoltura chiudendo minerale fra sale e ferro.


Erasmo Castelli Igt Marche 2013: se il Sangiovese è l’anima tesa e vibrante dell’azienda il Montepulciano è quella più possente, muscolare ma al contempo suadente e intrigante. Un vino intenso, pieno di sè ma per nulla arrogante, che affida l’evoluzione del suo carattere al tempo e all’esperienza per trovare equilibri rari anche al di là del confine con il vicino Abruzzo.
Un grande rosso capace di estendere la sua complessità maturando in vetro senza timori.


Ciò che ho sempre ammirato di questa azienda, di Maria Pia e di tutta la sua famiglia è il grande pragmatismo che sfocia in un’indubbia onestà intellettuale e, quindi, produttiva. Nulla è lasciato al caso, nessuna pratica agronomica e/o enologica è frutto di meri voli pindarici o di futili operazioni di marketing legate ai trend del “vino naturale”. Qui si è sempre fatto vino e sempre si farà con profondo rispetto e consapevolezza, mantenendo saldo l’attaccamento al fare artigiano ma senza lesinare conoscenza e competenza al fine di portare in bottiglia vini armonici, identitari e nitidi.

F.S.R.
#WineIsSharing

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