Le Enoteche Italiane ai tempi del Corona Virus tra consegna a domicilio e proposte per affrontare la crisi post-pandemia

Continua il mio confronto quotidiano con gli esponenti dei vari comparti del settore enoico riguardo la situazione attuale e le prospettive nel post-corona virus.
Oggi, condivido con voi la mia chiacchierata con il Presidente dell’Associazione Enoteche Italiane Vinarius Andrea Terraneo. Le risposte di Andrea ci aiuteranno a contestualizzare al meglio cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere per gli enotecari del nostro paese a causa della pandemia e della crisi economica che ne sta derivando.
Enoteche corona virus


Come sta attraversando l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 il
settore delle enoteche?
Partendo
dal presupposto che tutte le enoteche con mescita sono state chiuse
per decreto e quindi hanno perso il totale degli incassi e fino a
quando non potranno riaprire e ad oggi non sappiamo in quali
condizioni di lavoro, abbiamo svolto un sondaggio riservato come
sempre agli associati ma per la prima volta, stante la pregnanza
dell’argomento, allargato anche ad enoteche non associate, e
riguarda l’attuale situazione del commercio al dettaglio di vino di
qualità a cui hanno risposto 105 enoteche italiane. I dati ci hanno
detto che il 22% delle enoteche ha deciso ad oggi di restare chiuso,
il 25 % di restare chiuso ma effettuare il servizio di consegne a
domicilio
mentre il 53% è rimasta aperta e effettua consegne a
domicilio. Il quadro complessivo delinea un calo di fatturato
generale con indici medi tra il 50 e 80 %. Quindi sottolineo che il
dato NON comprende le enoteche che fanno mescita, altrimenti il loro
del 100% avrebbe cambiato i risultati della statistica. 
Oggi
a 15 giorni dal sondaggio i dati sono cambiati con molte più
enoteche aperte e con un maggior numero di queste che  si sono
attrezzate per la consegna a domicilio che in buona parte sta
bilanciando il calo grave di vendite. Come già in passato le
enoteche hanno dimostrato di saper reagire con tempestività alle
situazioni contingenti.
Cosa
cambierà secondo te nel breve periodo e cosa potrebbe mutare per
sempre nel vostro 
settore?
Nel
breve periodo è cambiato e cambierà il metodo di acquisto che in
parte è andato sull’online e in parte verso la consegna a
domicilio delle enoteche
visto le norme sugli spostamenti, c’è
stato un ritorno al vino quotidiano a discapito dei vini più
importanti per le cene conviviali dei fine settimana che ora sono di
fatto impossibili. Il consumo del vino ha in sé la specificità
della convivialità che in questo periodo è venuta meno. 
Sulle
prospettive future continueremo a coltivare la collaborazione stretta
con le associazioni di caviste francesi di SCP e FCI su un’ipotesi
di federazione europea. 
Siamo
invece pronti come associazione per il momento della ricostruzione.
Su una cosa, analisti, scienziati ed in generale opinion leaders sono
unanimi, la vita sarà molto diversa da quella che abbiamo visto fino
a metà febbraio. 
E
dalle macerie dovremo ripartire per ritrovare un ordine accettabile.
Vinarius
è pronta a dare il suo contributo come unica associazione a
carattere nazionale di enoteche e enoiteche (wine bar) e in
quest’ottica ha già provveduto ad inviare una lettera al Ministro
Patuanelli. L’idea di Vinarius è che si debba trarre vantaggio da
questa disgrazia per ricominciare correggendo gli errori del passato,
che ci sono stati e che senza questa sventura difficilmente sarebbe
stato possibile andare a rivedere. La parola d’ordine per il nuovo
assetto all’interno della filiera vino è all’insegna della
professionalità e del rispetto dei rispettivi ruoli nella filiera.
Leggo
spesso di diatribe fra enotecari “old school” e enotecari che
hanno diversificato e 
ampliato
la loro offerta aprendo anche un e-commerce. Cosa ne pensi? L’enoteca
online sarà 
davvero
indispensabile per chi fa il vostro lavoro?
Partiamo
con il dire che l’e-commerce deve essere una valida spalla ad
un’enoteca fisica tradizionale, cioè l’invito oggi agli
enotecari che ancora non l’hanno è di affiancare all’attività
classica un sito e gestire anche l’aspetto dei social, il mondo va
in questa direzione e noi dobbiamo essere pronti, di certo credo che
l’e-commerce puro non possa rappresentare la valida alternativa
futura alla sola enoteca tradizionale. L’e-commerce, oltre alla
mancanza del rapporto personale e umano che si crea invece
nell’enoteca fisica,  ha un limite nel fast delivery, cioè
nella immediatezza: se ad esempio un cliente vuole una determinata
bottiglia 3 ore prima di una cena (come spesso capita) non c’è
alternativa a un’enoteca classica magari sotto casa e che può
fornire quel vino o un’alternativa in tempo magari per essere
consegnata a casa e spesso anche a temperatura corretta.  
Quanto
conterà specializzarsi in offerte di nicchia e reperire etichette
meno conosciute?
Questa
è una caratteristica ormai radicata nell’enotecario
professionista, il saper selezionare e proporre vini di espressioni
meno diffuse a livello commerciale che nutrono e soddisfano la
continua esigenza di sapere e approfondire il vino dei consumatori
clienti delle enoteche. 
Credo
che diventerà un altro aspetto da coltivare o implementare (in modo
assolutamente individualistico e personale in ogni enoteca) nel medio
lungo termine integrandolo con canali social e siti e-commerce.
Se
la vostra associazione dovesse avanzare delle richieste alle
istituzioni oggi cosa 
chiederebbe?
Preso
atto di questa grave difficoltà che il settore sta vivendo
unitamente a molti altri, come Associazione abbiamo già inviato una
lettera al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli non
tanto per domandare imponenti aiuti economici, bensì per chiedere di
partecipare ai tavoli di consultazione che il Ministero vorrà
istituire per ridare il via alle attività economiche del Paese.
Mettendo a disposizione nuove idee, nuove energie, nuove motivazioni
e competenze l’Associazione si propone come interlocutore per
apportare un fattivo contributo di idee per la ricostruzione
dell’economia nazionale. 
Tutto
quello che vorrà e potrà elargire il Governo come provvidenze,
agevolazioni, prestiti e sovvenzioni dovrebbe NON essere distribuito
a pioggia ma solo sulla base di progetti validi, concreti e
realizzabili che abbiano come primaria caratteristica una crescita
qualitativa del settore.
Se,
invece, vi chiedessi di appellarvi agli appassionati che tra qualche
settimana potrebbero 
tornare
ad acquistare vino direttamente nelle vostre enoteche cosa diresti?
Che
saremo felici di condividere con loro le nostre ultime scoperte di
vini e produttori per poter continuare a trasmettere loro la cultura
e la passione per questo entusiasmante mondo del vino. Che potranno
trovare in enoteca la risposta alle loro esigente attuali e future
con dei professionisti attenti e pronti a consigliarli. Il nostro
maggior patrimonio sono i nostri clienti e appassionati consumatori. 
Avremo
nuove storie di vini, produttori e territori da raccontare per
incuriosirli.

Andrea terraneo vinarius


Ringrazio Andrea Terraneo presidente dell’Associazione Enoteche Italiane Vinarius per il suo contributo che ben inquadra la situazione attuale del mondo degli enotecari italiani in questa grave emergenza sanitaria e, sempre più, economica. Sono lieto di constatare grande positività e voglia di mettersi in gioco affrontando i cambiamenti che verranno con capacità di adattamento e lungimiranza.
F.S.R.
#WineIsSharing

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