Prosegue il sostegno da parte mia e di questo wine blog alle realtà più innovative e virtuose del panorama vitivinicolo in tempo di pandemia. Ho voluto fortemente trattare e sostenere in maniera mirata ambiti e comparti che esulano dalle mie competenze e dalla mia professionalità come l’ambito commerciale e il marketing. L’ho fatto e lo farò anche in questo caso attraverso interviste a professionisti del settore che rappresentano un tassello fondamentale della filiera e, specie nel caso di oggi, possono fungere da volano per l’uscita dalla crisi delle cantine italiane.
Oggi è la volta di Civinization, un’azienda giovanissima ma carica di know how e imperniata sull’esperienza di chi ha già dato tanto alle realtà vitivinicole italiane.
Vi lascio al botta e risposta con il team di Civinization.
-Cos’è Civinization?
Civinization vuole essere molto più e qualcosa di diverso dell’ennesima agenzia di marketing.
Civinization non si limita ad offrire al cliente un servizio creativo ed efficace di comunicazione.
Siamo un partner in grado di affiancare e far crescere le aziende apportando tutta la sua esperienza. Quindi non solo un’agenzia che si limita ad un progetto o ad una consulenza. Piuttosto una squadra con, prima di tutto, una grande esperienza nell’ambito commerciale.
-Come nasce il vostro progetto?
Nasce come detto dall’esperienza in ambito commerciale. A questa abbiamo aggiunto attraverso altri componenti del team le competenze in ambito grafica, comunicazione, marketing, social e web. Quasi tutti i membri di Civinization derivano dal campo vino e beverages o nutrono passioni per esso. Tradurre le competenze in qualcosa che potesse dare supporto alle cantine è stato facile e motivante.
-Qual è la vostra mission?
Non la definirei mission ma consapevolezza. La nostra consapevolezza è che il mercato si è evoluto e molte cantine e aziende non si stanno facendo trovare preparate a questo cambiamento. Noi siamo qui per aiutarle a, non solo mettersi al passo con i tempi, ma anche ad anticiparli.
-Dove e come operate?
Le aziende che seguiamo sono principalmente italiane ma non per questo operiamo solo sul mercato italiano, anzi. D’altronde tutti conosciamo le esigenze che hanno le aziende vitivinicole di espandersi sia in termini commerciali che d’immagine, e le opportunità che riserva il mercato internazionale in questo senso sono molto ampie. Noi lavoriamo per facilitare l’incontro tra le aziende e le opportunità dei mercati esteri preparandole in modo che possano presentarsi nel giusto modo, con la giusta consapevolezza e il giusto materiale adatto ad ogni mercato.
-Quant’è importante valorizzare il proprio brand ed elevare la percezione dello stesso, specie in un periodo come quello in cui ci troviamo ora?
Noi crediamo che prima di tutto sia importante cogliere le necessità delle aziende e valorizzare le proprie capacità, la propria identità aziendale e territoriale, prima che il brand in sé. Per questo, come dicevamo inizialmente, non abbiamo difficoltà a distinguerci da una classica agenzia di comunicazione, perché abbiamo importanti conoscenze a livello commerciale che ci distinguono dal mucchio. Non siamo un brand di uso quotidiano o dalla facile riconoscibilità come può essere un marchio di pasta o di jeans. Siamo un partner che lavora con l’azienda, supportandola in ogni scelta strategica, rendendo sempre protagonista il cliente e mai noi. Siamo un partner con cui ci si può interfacciare ogni giorno per raggiungere un obiettivo.
Per quanto riguarda le aziende produttrici invece la valorizzazione del brand è importante ma non deve essere fine a se stessa. Come diciamo sempre ai nostri clienti ogni azienda è diversa e necessita di differenti dinamiche. Pertanto tanti followers – magari acquistati, non reali o non in target – non significano tante vendite. Per questo lavoriamo affinché l’azienda possa raggiungere i suoi obiettivi in termini di ritorno dell’investimento ed in base alle possibilità di ognuno. Piuttosto, crediamo molto nell’individuare delle strategie che possano soddisfare le esigenze di un acquirente e dar vita ad un trend di vendita del prodotto del cliente costante e duraturo.
– Quali strumenti potete mettere a disposizione delle realtà vitivinicole?
Siamo in grado di aiutare un’azienda vinicola dalla sua fase embrionale fino allo sviluppo del singolo mercato obiettivo. Talvolta ci piace confrontarci direttamente con la produzione in cantina per capire se ci sono dei margini di miglioramento anche sui prodotti, rapportando il prodotto al target del paese o consumatore a cui si vuole puntare. Questo aiuta molto a fare determinate scelte piuttosto che altre. Non siamo perennemente rinchiusi tra le quattro mura di un ufficio ma abbiamo l’opportunità di viaggiare per analizzare i mercati esteri da vicino e sul posto. Ecco perché fino ad ora i clienti con noi si dicono più che soddisfatti. Perché parliamo la loro stessa lingua.
Per il resto li affianchiamo dalla grafica, allo sviluppo della rete o delle strategie commerciali passando per la moderazione del brand. Naturalmente il tutto affiancando da azioni di marketing mirate e aggiornate.
– Avete dei consigli da dare ai produttori italiani per sfruttare questo complesso periodo in maniera positiva?
Ogni crisi da la possibilità di fermarsi, analizzare se stessi e ragionare. La cosa più sciocca che si può fare è stare fermi a guardare che la crisi passi… se passa. La miglior cosa da fare, invece, è confrontarsi, avvalersi della consulenza di esperti, studiare e ragionare per fare degli investimenti mirati.
Ringrazio lo staff di Civinization per la disponibilità e per l’accuratezza nelle risposte alle mie domande, invitandovi a seguire gli sviluppi di questa realtà tramite il sito www.civinization.com.
F.S.R.
#WineIsSharing