Chi non conosce Vivino?! Diventata, dapprima, la più grande piattaforma al mondo di recensioni enoiche di utenti privati per poi integrare un fornitissimo e-commerce di vino, tra i leader del settore anche nel nostro paese. E’ proprio grazie a Vivino che ho avuto modo di conoscere la persona a cui ho deciso di dare spazio tra le mie pagine oggi: Mauro Bricolo.
– Chi è Mauro Bricolo?
Mauro ha iniziato la sua carriera professionale fondando e dirigendo la Selvin srl, azienda di importazione e distribuzione di vino e distillati in esclusiva con più di 60 agenti rappresentanti sul territorio. Inizia poi una lunga esperienza come selezionatore e buyer di vini ricoprendo, tra gli altri, il ruolo di “buyer e selezionatore” presso Huaxia srl. Qui impara a conoscere il mercato cinese in profondità capendone limiti e potenzialità.
Grazie a vent’anni di esperienza maturata nel commercio e selezione di prodotti, viene selezionato nel Marzo 2016 quale Country Manager della famosa App Vivino. Qui avrà possibilità di utilizzare tutte le esperienze imprenditoriali e commerciali immagazzinate per lanciare Vivino Italia immediatamente nella top 5 dei migliori players di settore. Il ruolo prevede una quasi totale indipendenza nell’impostazione e nella gestione dell’azienda. Mauro per Vivino Italia è stato infatti: immagine e voce dell’azienda, responsabile generale della Nazione, Responsabile della selezione e acquisti vini italiani per Vivino Mondo.
Eppure, non ho deciso di lasciare questo spazio a Mauro per parlare solo del suo passato, bensì per ufficializzare la sua nuova avventura professionale che lo vede finalmente mettere a disposizione del mercato le proprie esperienze specifiche, decidendo di tornare in pieno all’imprenditoria diventando partner di Italyorg Sales Management srl (importante agenzia di vendita vini nel canale GDO), partner di Centoterre srl (agenzia di vendita vino verso il canale Online e produttrice di propri brand di vino) oltre ad altre partecipazioni minori.

– Cosa ti ha insegnato l’esperienza in Vivino?
Beh, ho aperto personalmente Vivino Italia… dalla partita iva al conto bancario e quindi alle strategie commerciali! L’esperienza parte da qui. Ho, poi, avuto modo di entrare in contatto con tantissime realtà produttive e, soprattutto, ho potuto conoscere in maniera più profonda il gusto e le volontà del consumatore finale e grazie a questo ho imparato meglio a selezionare e presentare un prodotto. Diciamo che oggi potrei dirti a occhi chiusi cosa vuole un determinato cliente e quanto vuole spendere.
– Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
I miei obiettivi futuri sono certamente quelle di mettere a disposizione dei produttori attraverso i vari canali (online, GDO e ho.re.ca.) queste mie preziose conoscenze. E’ una consulenza verso i produttori e verso i canali, aiuto entrambi a ottenere il massimo. Per la proprietà transitiva il mio servizio è, dunque, rivolto al protagonista indiscusso della filiera: il consumatore finale.
Come definiresti la tua professionalità odierna?
Oggi mi reputo un imprenditore a 360° nel mondo del vino perché le mie esperienze mi hanno portato a capire e quindi a relazionarmi con tutti i processi dell’industria del vino. Ho messo il piede (nel senso di partecipazioni) in tutti i campi: produttivo, commerciale (GDO, online e horeca), logistico (possiedo una partecipazione in una logistica). Ho una partecipazione anche in un piccolo fondo e in un online di wine & food. Tutto è connesso e ogni azienda può aiutare l’altra.
– Qual è l’identikit del consumatore di vino premium in Italia?
Se parliamo di acquirenti online posso dirti che si tratta della maggior parte della clientela, mediamente maschile e di età compresa tra i 35 e 55 anni. La maggior parte di queste persone risiede nelle grandi città e quasi un terzo del fatturato proviene dalla Lombardia. C’è poi un discorso molto legato alla moda della tipologia di vino consumato e quindi anche molto legato alla generazione di chi lo beve. In esempio i grandi piemontesi sono più bevuti tra i consumatori di 40/55 anni uomini, i Brunelli e Amaroni più tra i 35/45 anni, i bianchi altoatesini o più aromatici tra le donne in generale. Ci sono poi due fenomeni che ormai crescono e resistono da più tempo e che abbracciano un po’ tutte le fasce di età e genere, parlo di Primitivo e Champagne. Le bollicine in generale stanno avendo un incremento di vendite importante da parecchio tempo e in Italia lo Champagne in particolare. Non a caso il primo mandato preso da parte di Italyorg di produttori stranieri è stato lo Champagne Charles Mignon e Léon Launois.
Posso poi aggiungere ulteriori dati come: le donne stanno crescendo in percentuale rispetto agli uomini tra i bevitori di qualità in generale. I supermercati hanno avuto un incremento di 7 punti sulla battuta di cassa nel comparto vino a fronte di uno stesso fatturato totale (2021 su 2020). Questo ultimo punto, come vedi, si lega molto al lavoro che sto iniziando, le aziende produttrici necessitano di professionalità, così come i negozi dell’online e i supermercati, oggi le aziende con brand posizionati con successo nell’horeca aprono ai supermercati di qualità. Io e Gilberto abbiamo credibilità verso produttori, online e gdo per connettere tutte le parti, posizionare e gestire anche questi brand in modo che tutti (produttori, supermercati e online) abbiano successo e ne escano vincenti.
– Quali consigli daresti ai produttori di vino italiano per aumentare la percezione del valore del frutto del proprio lavoro e quindi il posizionamento dei propri vini?
Ne abbiamo parlato, con enorme successo, durante tutte le nostre presentazioni fatte a Prowein. La strategia che adotteremo è semplice come concetto ma non facile da attuare, se non hai le competenze adeguate. Sull’online il percorso per avere successo è più veloce che su altri canali se hai le caratteristiche giuste. Ogni zona o vino deve averne di differenti e si rivolge a clientele differenti, esattamente come riportato nella risposta precedente. Si può avere successo anche con vini provenienti da zone considerate meno famose. Ti porto un esempio concreto. L’azienda Guerrieri si trova nelle Marche, produce prevalentemente Sangiovese Colli Pesaresi e Bianchello del Metauro e non Brunello, Barbera, Gewurztraminer ecc… ebbene, il successo avuto grazie a un vino vero e genuino, prodotto con una qualità eccelsa e oltre a questo, con stili diretti al consumatore a cui sono rivolti, etichette con stili corretti per la clientela a cui sono rivolti, hanno fatto il resto. I proprietari si sono poi sempre comportati coerentemente vendendo allo stesso prezzo su tutti i canali e in Italia come all’estero. Il posizionamento è quello che si merita un prodotto con queste caratteristiche, corretto per il produttore e soprattutto per il consumatore. Oggi, Guerrieri è un vino molto ricercato anche su altri canali grazie a tutto questo e ha anche ottenuto premi e ratings di altissimo livello. Da qui la strada è poi un po’ meno complicata da affrontare sugli altri canali perché il vino è già noto. Ora starà a noi e soprattutto all’azienda capire quali strade percorrere insieme, come è nostra abitudine.
Ringrazio Mauro Bricolo per la sua testimonianza augurandogli un sincero in bocca al lupo per le sue nuove avventure professionali nel mondo del vino.
F.S.R.
#WineIsSharing
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