Il sughero e la sostenibilità, dalla sughereta al tappo. Ne parlo con Carlos Veloso Dos Santos

La sostenibilità a 360° (ecologica e aziendale) è fondamentale anche nel comparto della produzione di sughero per chiusure enologiche e non solo. Ne parlo con l’AD di Amorim Cork Italia, azienda leader del settore

sugherete ecologiche

Anche quest’anno è arrivato il momento della mia consueta chiacchierata con Carlos Manuel Veloso Dos Santos, AD di Amorim Cork Italia. L’argomento che ho scelto di trattare è quello della sostenibilità, di grande attualità anche nel mondo del sughero e dei tappi da vino in genere. Vi lascio quindi all’interessante scambio di battute con uno dei massimi esperti di questa affascinante materia prima, utile non solo per le chiusure enologiche.

– Ciao Carlo, cosa significa per te sostenibilità?

Per me essere sostenibile è l’unico modo di stare nella vita e nel business.
Non riusciremo mai ad adempiere alla definizione di sviluppo sostenibile definita dalle Nazioni Unite nel 1987, che stabiliva che, per avere uno sviluppo sostenibile, bisogna soddisfare i nostri fabbisogni senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i loro.
Qui possiamo dire che abbiamo fallito.
Tuttavia possiamo rallentare il corso delle cose introducendo misure che possono rispettare i 3 pilastri fondamentali: la qualità ambientale, la giustizia sociale e la prosperità economica.

– Quali accorgimenti ha preso e prenderà la vostra azienda, in termini di sostenibilità, riguardo le sugherete, i processi di trasformazione e lo smaltimento/riciclo del sughero?

Oggi il nostro Gruppo ha definito una politica riguardo i 17 SDG (Sustainable Development Goals) anche se solo 12 sono quelli applicati alla nostra industria. Inoltre, abbiamo anche programmato la nostra strategia per il quadriennio 2021-2024, perciò siamo perfettamente allineati con l’agenda 2030.

Per quanto riguarda la strategia forestale, oggi il cambio climatico sta creando gravi problemi al bacino occidentale del Mediterraneo e della Penisola Iberica, zone sempre più a rischio desertificazione. Per contrastare gli eventuali rischi per la produzione di sughero, il nostro gruppo è pioniere nella piantagione intensiva di sughero. Ormai abbiamo 8.700 ettari di proprietà, in parte già piantati e un’altra parte che stiamo piantando. L’obiettivo è creare una maggiore disponibilità di materia prima entro 20 anni.

A livello di processi di trasformazione, la nostra scommessa è quella di avere il minore impatto ambientale possibile. Per farti un esempio, abbiamo lanciato due nuove linee di prodotti che usano solo il 25% dell’energia elettrica e il 10% di CO2 rispetto al nostro diretto concorrente.
Per quanto riguarda lo smaltimento, credo che avremo delle novità a breve.

Per quanto riguarda invece il riciclo, siamo molto contenti del nostro Progetto Etico, con il quale nel 2021 abbiamo raccolto oltre 22.000.000 di tappi usati, con il contributo attivo di oltre 40 onlus sparse su tutto il territorio nazionale, e con la collezione Suber Design, una linea di oggetti di arredo prodotti in Italia a partire da tappi in sughero riciclati, sempre in Italia. Vogliamo che questo nostro esempio possa servire da ispirazione ad altri.

Il sughero è da considerarsi la chiusura più sostenibile?

Sì! Basta pensare che la foresta di sughero è fondamentale per l’ecosistema, previene l’avanzata del deserto del Sahara, evita la desertificazione sociale mantenendo circa 100.000 persone in queste regioni, una tonnellata di sughero cattura 73 tonnellate di CO2, evita l’erosione del suolo, regola il ciclo idrologico e, come se non bastasse, un albero di sughero vive mediamente 200 anni e durante la sua vita ci dona dalle 15 alle 18 decortiche.
L’industria del sughero è un perfetto esempio di economia circolare. Niente viene sprecato, compresa la polvere che generiamo nella produzione, usata per produrre energia della biomassa (2/3 nel caso del nostro Gruppo).
Dimmi dove si trova un altro sistema di chiusura così sostenibile. Non esiste…

amorim cork

– La sostenibilità ambientale passa anche per la sostenibilità economica. Quanto stanno incidendo gli attuali aumenti del costo dell’energia sulla produzione dei vostri tappi in sughero?

L’incidenza dei costi dell’energia non è molto rilevante anche perché non siamo un’industria energivora.
Inoltre, oggi usiamo tanto le fonti di energia alternative.
Tuttavia, abbiamo un impatto molto grande a livello di alcuni componenti come i trasporti, i collanti, i cartoni e materiali di imballaggio in generale.
Il problema è invece un altro: l’eccessivo caldo ha lasciato sull’albero oltre il 20% della produzione 2022 e questo diventerà una criticità a livello di costi della materia prima per il 2023. Questo è oggi il nostro vero problema economico.

Riguardo l’approvvigionamento di tappi da parte dei produttori di vino avete avuto anche voi ritardi e aumenti di prezzo, come sta accadendo per altri prodotti della filiera?

La nostra azienda è stata estremamente corretta nel 2022, riflettendo nei prezzi solo un piccolo aggiustamento.
Tuttavia, ne abbiamo pagato le conseguenze con un calo della marginalità, in virtù dell’aumento dei costi di voci che impattano nel prezzo finale dei nostri prodotti come trasporti, energia, materie chimiche e materiali d’imballaggio.
A livello di ritardi, credo che la nostra azienda sia stata molto performante, perché nonostante qualche piccolo disservizio siamo riusciti a soddisfare tutti i nostri clienti.

– C’è chi sostiene che il sughero sia una materia sempre più difficile da reperire. E’ davvero così?

Il sughero è una materia limitata.
Non è un caso che il nostro Gruppo, per la prima volta, diventi proprietario di foreste intensive.
Credo che il cambiamento climatico non aiuterà la foresta in generale e quella del sughero. Perciò bisogna fare qualcosa per assicurare alle future generazioni una disponibilità di sughero in linea con i fabbisogni del mercato.
Il nostro Gruppo sta facendo la sua parte.
Pensa che con 50.000 ettari di foresta intensiva saremo in grado di aumentare la produzione mondiale di sughero del 30%!

sughero cataste

– Ho letto di alcuni progetti di Amorim relativi alla “sostenibilità culturale”. Cosa puoi dirmi a riguardo?

Vedo che sei bene informato.
Il 4º pilastro dello sviluppo sostenibile è la cultura.
A questo riguardo, la nostra filiale italiana ne rappresenta un esempio.
Sono tante le attività culturali promosse in Italia.
In primis, la creazione dell’Amorim Cork Italia Academy per diffondere la cultura del sughero e della sostenibilità.
Dopo ci sono tante altre attività, ad esempio: ogni anno “adottiamo” un artista che decide di usare il sughero nella sua arte e promuoviamo una sua mostra supportando tutti i costi; abbiamo creato il primo museo d’impresa del nostro settore e ormai è diventato itinerante, pensa che all’edizione che si è tenuta al WiMu, Museo del Vino, a Barolo sono passate, in 3 mesi, oltre 20.000 persone a visitarla, ecc…
Questo è il nostro modo di fare impresa responsabile.

– Quali sono le novità in casa Amorim e quali progetti avete per il futuro?

Le novità sono tante, soprattutto a livello tecnologico con l’introduzione di nuove famiglie di prodotto che risponderanno sempre meglio alle necessità delle cantine.
Tuttavia non ci fermiamo qui! Nel 2023 introdurremo un nuovo sistema di trattamento del nostro sughero monopezzo che darà maggiore omogeneità evolutiva, da bottiglia a bottiglia. Il nostro obiettivo è di garantire alle cantine un utilizzo perfetto del tappo in sughero intero.
A breve ti darò altre novità a riguardo.

Ringrazio Carlos Manuel Veloso dos Santos, che dal 2017 ospito annualmente in questo wineblog, in qualità di esperto di chiusure enologiche e di rappresentante di quella che è riconosciuta come l’azienda leader a livello globale nel settore.

In un’era in cui anche le chiusure da vino sono divenute motivo di accese diatribe, credo che la consapevolezza di poter avere differenti tipologie di tappo con diverse attitudini sia un valore aggiunto e che ogni produttore non sia mai stato libero di scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze quanto in questo determinato periodo storico/enoico. Di certo ciò che unisce tutte le tipologie di tappo da vino è la necessità di orientarsi verso percorsi più sostenibili e meno impattanti tanto sul prodotto quanto sull’ambiente.


F.S.R.

#WineIsSharing

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