Il ciclo delle anteprime del vino toscano continua con una delle sue tappe storiche, ovvero quella di Montepulciano e del suo Nobile.
L’anteprima del Vino Nobile di Montepulciano, prima DOCG italiana (1980), è una delle più controverse (nonostante i pochi campioni presenti) in termini meramente degustativi, in quanto le annate in degustazione sono molteplici e la poca linearità interpretativa e di uscita sul mercato porta a dover avere un approccio molto più orientato alla singola referenza che al quadro territoriale generale.
63 i vini in degustazione suddivisi in: 22 campioni di vino Nobile di Montepulciano Docg “classico” dell’annata 2020 (focus dell’anteprima) oltre alle 3 “selezioni” della stessa annata; 13 vino Nobile di Montepulciano Docg Riserva 2019; 25 “annate precedenti”, ovvero uscite ritardate sia della versione “classico” che di selezione e riserva.
N.B.: per correttezza, ai fini della selezione, sono stati contemplati solo i vini degustati alla cieca durante la sessione stampa e non i vini presenti ai banchi d’assaggio alla presenza dei produttori.
I MIGLIORI VINI NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG ASSAGGIATI ALL’ANTEPRIMA 2023 (“classico”, selezione e riserva)
Vino Nobile di Montepulciano Docg annata 2020
Report annata 2020 areale Nobile di Montepulciano
Andamento meteorologico
“Nel primo trimestre dell’anno la piovosità è stata molto scarsa mentre le temperature, rispetto alle medie dello stesso periodo, sono state più alte in gennaio e febbraio e nella media in marzo. Marzo però è stato caratterizzato da temperature prevalentemente sopra la media nelle prime tre settimane e da temperature decisamente sotto la media nell’ultima settimana. I mesi di aprile e maggio hanno fatto registrare temperature poco sopra la media, giornate luminose e con importanti escursioni termiche e pochi e deboli eventi piovosi. Al contrario, giugno è stato caratterizzato da temperature di quasi 4°C sotto la media del periodo e da una piovosità doppia rispetto alla media che ha abbondantemente reintegrato le riserve idriche dei terreni. Luglio e agosto hanno avuto un decorso che rientra nella norma: le temperature massime si sono portate spesso sopra i 30°C ma sono stati pochi i giorni in cui hanno superato i valori critici di 36-37°C; le piogge si sono concentrate in pochi eventi di forte intensità che in collina poco hanno giovato alle piante in quanto il ruscellamento delle acque è stato forte. Il mese di settembre ha avuto due fasi: i primi 20 giorni sono stati una successione di belle giornate con temperature ben sopra la media, soleggiate e asciutte; l’ultima decade invece è stata caratterizzata da forti temporali, in qualche caso accompagnati da violente grandinate, e da un drastico abbassamento delle temperature. In ottobre gli eventi piovosi sono stati frequenti, soprattutto nella seconda metà del mese, mentre le temperature sono state sopra le media nella prima decade e sotto la media nella rimanente parte del mese. In sintesi il 2020 è stato caratterizzato da un mese di giugno decisamente “freddo” e piovoso e da un autunno che ha fatto il suo esordio con piogge abbondanti e un repentino calo delle temperature.
Andamento vegeto-produttivo
Il germogliamento è iniziato nell’ultima settimana di marzo ed è terminato solo alla fine della seconda decade di aprile. Infatti, gli abbassamenti delle temperature verificatisi tra il 23 e il 26 marzo e tra l’1 e il 3 aprile hanno rallentato l’incipiente schiusura delle gemme dilatando fortemente questa fase fenologica. La crescita dei germogli nei mesi di aprile e maggio è stata continua e regolare, ma lenta, sia a causa delle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, sia a causa della limitata disponibilità idrica dei terreni, in particolare in quelli poco profondi. La fioritura della gran parte dei vigneti di Sangiovese si è concentrata nell’ultima decade del mese di maggio ed è stata breve, rapida e contemporanea. Nelle varietà più tardive come Canaiolo, Trebbiano e Malvasia e nei vigneti che si trovano alle altitudini più elevate della denominazione, invece, la fioritura si è conclusa verso la metà di giugno a causa delle abbondanti piogge e del relativo calo termico verificatosi tra il 5 e il 12 giugno.
A partire dal 20 giugno le temperature si sono portate a livelli estivi, con massime tra i 27 e i 30°C, e la vegetazione ha cominciato a crescere con ritmi sostenuti, grazie anche alle copiose piogge che hanno ripristinato abbondantemente le riserve idriche dei terreni.
L’attività vegetativa è continuata per tutto il mese di luglio per poi rallentare e fermarsi nella seconda metà di agosto via via che il contenuto idrico dei terreni andava riducendosi, data la forte evapotraspirazione indotta dalle temperature del periodo. Solo in alcune zone localizzate, a forte pendenza, dove le piogge di luglio non sono riuscite ad infiltrarsi, si sono verificati stress idrici e conseguenti parziali defogliazioni. L’invaiatura è iniziata intorno al 20 luglio e si è conclusa circa un mese dopo, in concomitanza dell’arresto dell’attività vegetativa.
La successiva fase di maturazione dei grappoli ha potuto godere della buona luminosità e delle temperature ottimali di agosto e delle prime tre settimane di settembre. A partire dal 20 settembre le temperature si sono abbassate e sono cadute abbondanti piogge, per cui la maturazione, giunta al termine o quasi, ha subito un brusco rallentamento. Le piogge, in particolare, hanno determinato un leggero incremento del peso degli acini e un rallentamento della maturazione tecnologica (incremento degli zuccheri e diminuzione degli acidi) ma non hanno impedito il procedere della maturazione fenolica, pertanto, in generale, sono stati ottenuti mosti di composizione equilibrata.
Le piogge ovviamente hanno interferito fortemente con le operazioni di raccolta che, iniziate già verso il 15 di settembre in alcune aree della denominazione, si sono protratte senza interruzione, al fine di evitare scadimenti qualitativi da infezioni botritiche, fino alla prima settimana di ottobre.
Riepilogo delle principali fasi fenologiche Germogliamento: 28 marzo – 19 aprile.
Fioritura: 22-31 maggio.
Invaiatura: 21 luglio – 21 agosto.”
I MIGLIORI VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG ANNATA 2020
Az. Agricola Tiberini Vino Nobile di Montepulciano Docg 2020 “Podere Le Caggiole”: frutto fresco, fiore fine e accenni di sottobosco, per un vino che mostra armonia al naso e concretezza al sorso, materico e dal giusto grip tannico. Non manca, però, di dinamica di beva grazie al buono slancio acido e al finale piacevolmente ematico.
Boscarelli Vino Nobile di Montepulciano Docg 2020: classico nell’accezione meno anacronistica del termine. Una nitida fotografia dell’annata, interpretata sapientemente nella quasi totale sincronia delle maturazioni (sempre più difficile) e nell’estrazione garbata. Elegantemente persistente.
Dei Vino Nobile di Montepulciano Docg 2020: buona dolcezza di frutto, fine il fiore e ben integrata la spezia. Sorso ampio in ingresso ma capace di distendersi con buona disinvoltura e senza particolari ostacoli tannici. Chiude tra ferro e sale.
Fattoria della Talosa Vino Nobile di Montepulciano Docg 2020 “Alboreto”: armonico al naso, con un legno ben integrato e una speziatura intrigante. Buona dinamica di beva, generosa in ingresso, ampia nel centro bocca e di buon allungo saporito. Tannini ben delineati.
Un’annata che, nonostante il meteo non sempre favorevole, si dimostra in linea con le aspettative sia in termini di armonia olfattiva (quasi totalmente assenti surmaturazioni e “cotture”) sia per quanto concerne l’equilibro fra struttura e acidità (rare le sovrastrutture e la spina dorsale acida, seppur analiticamente non così sostanziosa, sostiene bene gran parte dei vini assaggiati in termini di percezione di freschezza e slancio). Di certo la cifra distintiva dell’annata è da ricondurre non solo agli esiti degli andamenti climatici stagionali ma anche alla sempre più consapevole gestione della matrice tannica da parte dei produttori di Montepulciano che hanno saputo gestire al meglio le vendemmie in termini di epoca di raccolta e maturità fenolica.
Vino Nobile di Montepulciano Docg “Selezione” annate 2020
Lunadoro Vino Nobile di Montepulciano Docg 2020 “Pagliareto”: nitido al naso, pulito nel frutto e fine nel fiore, con lievi folate balsamiche a fare da prefazione a un sorso equilibrato nel gioco fra struttura e acidità, ritmato nella beva. Tannini cesellati e chiusura ematica.
Vino Nobile di Montepulciano Docg Riserva 2019
Il Molinaccio Vino Nobile di Montepulciano Docg Riserva 2019 “La Poiana”: riconoscibile nella sua iniziale austerità che non ci mette molto a trasformarsi in concreta aderenza territoriale e stilistica. Sorso integro, composto, dal grip tannico ancora in divenire, come si confà a un Nobile che necessita ancora di qualche mese di bottiglia per raggiungere un’armonia che durerà nel tempo.
Le Berne Vino Nobile di Montepulciano Docg Riserva 2019: buona maturità di frutto, fiore e spezia in armonia, con note boisè ancora da integrare olfattivamente ma già in amalgama nel sorso. Sorso materico, sfaccettato e saporito.
Vino Nobile di Montepulciano “annate precedenti”
Lombardo Vino Nobile di Montepulciano Docg 2019: il frutto più generoso e croccante del novero, con buona freschezza e spezia nera fine e intrigante. Sorso che entra ampio per poi svolgersi con tonicità e buona profondità ematica. Tannini ben gestiti.
Contucci Vino Nobile di Montepulciano Docg 2018: altro esempio di classicità e di aderenza territoriale e all’annata. Vino armonico al naso e dinamico all’assaggio. Teso e vibrante nell’allungo e decisamente saporito il finale. Eccellente definizione tannica.
De’Ricci Vino Nobile di Montepulciano Docg 2018 Selezione “Soraldo”: intenso nel frutto, armonico nel fiore, sottobosco e lievi note balsamiche completano lo spettro olfattivo. Sorso deciso, dalla tessitura tattile ben definita e un finale lungamente sanguigno.
Az. Agricola Tiberini Selezione “Vigne Vecchie di Famiglia” 2017: nonostante l’annata è capace di coniugare maturità di frutto a freschezza floreale e balsamica. Concreto il sorso che non lesina materia ma sa tendersi e distendersi grazie al buon nerbo acido. Tannini fitti e finale umami.
Considerazioni generali
In linea di massima anche quest’anno l’anteprima del Vino Nobile ha offerto molti spunti di riflessione e alcuni assaggi rimarchevoli per afferenza territoriale e coerenza con l’annata, con un ulteriore passo in avanti verso una più sensibile e contemporanea interpretazione dell’identità che non può “più” contemplare le durezze come valori aggiunti e la mancanza di “prontezza” come un fattore qualitativo che ne determini – almeno per quanto concerne le versioni “classiche” – una longevità che difficilmente verrà sperimentata dal consumatore (fortunatamente le vendite del Nobile sono in crescita e si presume che i vini immessi sul mercato vengano bevuti entro 1 o 2 anni dall’uscita). Nell’ottica della valorizzazione di più determinanti e distintivi fattori come quelli relativi all’aderenza alle singole sottozone, attendiamo con malcelata curiosità i vini che porteranno in etichetta il riferimento alle “Pievi”, ovvero alle UGA in cui saranno prodotti. Un passo fondamentale per elevare la percezione di una denominazione che merita di trovare equilibri che vertano sempre più verso l’alto (sia in termini di posizionamento che di percezione di valore), non solo per la storicità e la vocazione dell’areale vitivinicolo ma anche per la capacità di portare nel calice vini pregni di un concetto di terroir che attinga al meglio del passato senza risultare anacronistico e guardi al presente come a un’evoluzione positiva in termini di consapevolezza delle proprie virtù. Va ricordato, inoltre, che l’enoturismo rappresenta un polmone fondamentale per il mercato del Vino Nobile che vede vendere ca. il 30% della produzione da cantina e questo aspetto, oltre alla maggior marginalità, ergo a una migliore sostenibilità economica aziendale, può e deve essere “sfruttato” – nella miglior accezione del termine – come veicolo per far conoscere le peculiarità più intime e determinanti non solo delle singole realtà, bensì dell’areale tutto, attraverso espressioni di liquide che antepongano la territorialità alle disquisizioni su varietà e stilistica.
In ultimo, il Rosso di Montepulciano che resta relegato ai margini dell’anteprima (è possibile assaggiarlo ai banchi d’assaggio ma non sempre viene degustato dalla stampa, visto il poco tempo a disposizione e le tante referenze disponibili in tale contesto) ma che non disdegnerei di trovare, quanto meno come possibilità, nella sessione stampa della degustazione dell’anteprima. Credo che la contemporaneità di alcune interpretazioni di rosso e la loro capacità di incontrare palati meno avvezzi alle durezze di alcuni Nobile, possa offrire un ulteriore punto di vista sulla denominazione, nonché fungere da indicatore della qualità del lavoro dei produttori locali anche in quello che, per molti, è il vino “d’ingresso” – nonché il biglietto da visita – della linea.
LE PIEVI – LA ZONAZIONE DELL’AREALE DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG
Tra le scelte di cui più si è parlato (anche in questa edizione dell’anteprima) vi è, senza dubbio, l’introduzione della menzione “Pieve”. Una zonazione che permetterà ai produttori (sono più di 40 le aziende che hanno già selezionato una massa dell’annata 2021 da destinare alle proprie menzioni “Pieve”) di far riferimento a una o più delle 12 “UGA” o “Pievi”, appunto, in cui è stato suddiviso l’areale del Vino Nobile di Montepulciano Docg.
Come da etichetta dimostrativa in foto, la nomenclatura definitiva che caratterizzerà l’etichetta sarà dunque “Pieve nome” Vino Nobile di Montepulciano – Docg – Toscana.
Ecco le Pievi nello specifico:
– Ascianello
– Badia
– Caggiole
– Cervognano
– Gracciano
– San Biagio
– Sant’Albino
– Valardegna
– Valiano
– Ciarliana
– Le Grazie

“Sono oltre 40 le aziende di Vino Nobile di Montepulciano che anche con la vendemmia 2022 hanno selezionato una partita di Vino Nobile di Montepulciano atto a divenire “Pieve”. Circa 500 mila le bottiglie annue previste in uscita per la prima annata disponibile, pari al 7% circa della produzione di Vino Nobile di Montepulciano. Il Consorzio aspetta l’ok definitivo dalla Comitato Vini del Ministero dell’agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
L’idea di far nascere il Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve” (attualmente il disciplinare prevede Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva), nasce da un percorso metodologico che ha visto il consenso e la partecipazione di tutte le aziende produttrici. Un percorso di studio all’interno della denominazione stessa, che grazie a momenti di incontro, confronto e di analisi collettiva, ha portato alla nascita di una “visione” univoca di Vino Nobile di Montepulciano. Una visione supportata dalla ricerca anche degli esperti. Da una parte abbiamo dato vita ad una ricerca dal punto di vista geologico e pedologico, tema che il Consorzio ha a cuore dagli anni ’90, (siamo stati tra i primi in Italia a “zonare” il territorio di produzione e successivamente a riportarlo in una mappa realizzata da Enogea); dall’altra l’approfondimento è stato fatto anche nelle biblioteche e archivi storici, fino ad arrivare al Catasto Leopoldino del 1800.
Il disciplinare: dalla stesura alla approvazione destinazione 2025. Un vino che avrà come caratteristiche il territorio (appunto con le sottozone), l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice. L’altra novità è che verrà istituita una commissione interna al Consorzio composta da enologi e tecnici la quale avrà il compito di valutare, prima dei passaggi previsti dalla normativa, che le caratteristiche corrispondano al disciplinare stesso.
Le “pievi” per caratterizzare anche la territorialità del vino. Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone, definite nel disciplinare di produzione UGA (Unità geografiche aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo. In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo.”
Alcuni numeri sulla denominazione Vino Nobile di Montepulciano Docg
“Il patrimonio “Nobile”. Un miliardo di euro circa. E’ questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Circa 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.208 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 324 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 80 associati al Consorzio dei produttori). Circa mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2022 sono state immesse nel mercato 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile (+6% rispetto al 2021) e 2,8 milioni di Rosso di Montepulciano (+7,7% rispetto al 2021).
Quella del Vino Nobile di Montepulciano è, anche, la prima denominazione italiana ad aver ricevuto il marchio di certificazione di sostenibilità secondo lo standard Equalitas,.
Per quanto concerne il mercato, il 2022 è stato un anno di ulteriore crescita per il Vino Nobile di Montepulciano. Le esportazioni, che tuttavia restano il principale canale di sbocco, hanno fatto segnare un 68% (negli anni passati si era arrivati al 78%), mentre il restante 32% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni la vendita diretta in azienda che nel 2022 ha ormai superato il 30%. Per quanto riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono registrate in Toscana per il 43%. Al nord viene venduto il 31,6% e al Sud il 5,40%. Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. In America (tra Nord e Sud) va il 35% dell’export, in Europa il 30%. Cresce l’Asia con il 2,5% della quota totale. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 37% della quota esportazioni. In crescita continua, anche rispetto al 2022, è quello degli Stati Uniti arrivando a rappresentare il 27% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano. Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni. Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 5% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio che nel panorama italiano vale il 42% delle vendite, mentre a livello internazionale rappresenta oltre il 70%.”
F.S.R.
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