Per la Vigilia, sarà il pesce l’indiscusso protagonista sulle tavole degli italiani, partendo, molto spesso, dagli antipasti di crostacei e di pesce e crostacei crudi e cotti, freddi e caldi, con i quali potrete abbinare una bollicina nostrana, rigorosamente Metodo Classico: il Franciacorta in tutte le sue versioni “dosaggio zero”, extra brut, brut, extra dry, sec e demi-sec.
affumicato anche il Rosé sarà molto apprezzato, mentre, se
preferite una bollicina che possa sostenere anche le portate
successive, il Satèn, con la sua cremosità ed eleganza sarà
perfetto! Io personalmente opterò per i Vini dell’Cantina Lovera
della cara Alice Betella, che non mancano mai nella mia tavola
durante le feste! Interessanti, però, sono anche i Trento Doc ed i
Metodo Classico fatti ormai in ogni regione d’Italia con stili e
varietalità unici (ottimi quelli Siciliani della Tenuta Gorghi Tondi ed i Marchigiani di Garofoli). Dalle Marche non potrò che portare con me le
ottime bollicine Garofoli. Se poi volete stupire gli invitati meno
attenti alle eno-tendenze del momento, un bel Prosecco Colfondo (Zanotto fra tutti) non
potrà che rappresentare l’inizio di uno dei vostri (nostri!)
eno-monologhi da cena di famiglia.
Le cene delle feste sono fatte, istituzionalmente, per esagerare, quindi, se non siete ancora sbronzi del tutto, e non sapete cos’altro stappare, io vi consiglio 2 soluzioni molto distanti territorialmente, ma simili in termini di impatto organolettico, ovvero due vini “rinforzati” come il Barolo Chinato (io adoro quello dei F.lli Serio & Battista Borgogno) o il Don Fa’ dell’azienda de Beaumont, che nasce dalla rivisitazione di un’antica ricetta di famiglia, risalente al 1500, che vede l’aromatizzazione naturale del Vino (base Aglianico e Barbera) con foglie di amarena.
In caso di antipasti ti terra, come crostini, salumi e formaggi io stapperei un rosso discreto e mai invadente, magari base Sangiovese (Chianti e derivati) o Montepulciano (Rosso Conero o Piceno) se siete nel Centro Italia, le bollicine le abbiamo stappate tutte alla vigilia…ma se proprio non sapete resistere al fascino della bolla, io opterei per un Vino dalla spiccata acidità, che ben potrà protrarsi anche con alcuni dei primi piatti tipici del Natale, ovvero un Raboso Spumantizzato, come l‘“Ikaro” Raboso Spumante Dry IGT Delle Venezie dell’Azienda Corvezzo.
Per i vostri primi, rigorosamente all’insegna della tradizione e dell’abbondanza, vedi cannelloni, lasagne o cappelletti in brodo, io continuerei con il Raboso (ottimo con i cappelletti in brodo) e con un Sangiovese, magari un bel Chianti Classico come lo Scassino di Terrabianca.
Se di secondo avrete un succulento arrosto o una ricetta a base di selvaggina avrete bisogno di struttura e corpo, ma anche di un buon bouquet ed è qui che arriva la perla del vostro pranzo natalizio, ovvero il Bursôn, un Vino che oltre a stupire tutti con la sua “novità”, sarà in grado di reggere alla grandissima anche le preparazioni più complesse ed importanti (io non posso che citare, il top, ovvero l’Etichetta Nera della Tenuta Uccellina di Russi). In alternativa, per me che ho origini Campane, è facile optare per un idilliaco Taurasi, come quello della Concept Winery Donnachiara, o con un Aglianico del Taburno (es.: Fattoria la Rivolta).
Se siete a pranzo con dei veri intenditori e a voi tocca l’onera, l’onore ed il piacere di portare un Vino coi contro…ops…con una bellissima controetichetta… non ci sarò nulla di più “semplice” che optare per i “mostri sacri”: Brunello (io porto quello de Le Potazzine, voi?) e Barolo (Lodali è la mia prima scelta per quest’anno) o con un il Primitivo più premiato d’Italia, ovvero l’ormai mitico ES di Gianfranco Fino.
Per i dolci, valgono le regoline della vigilia, ma se avete la fortuna di conoscere qualcuno che produce Vin Santo di qualità, non fatelo mancare sulla vostra tavola!
P.S.: evitate calici rossi e steli colorati! Vi prego!!!
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