Amici, emozioni e sensazioni del mio personale Vinitaly 2015

Anche questo Vinitaly è finito!

Felice? Triste? Stanco? Diciamo che il mio fisico è stato provato da 4 giorni tempestati di impegni e di assaggi, ma il mio cuore è da una parte malinconico, perché già sa che, con buone probabilità, dovrà attendere un anno per incontrare nuovamente amici e produttori che difficilmente riuscirò a raggiungere da qui a 12 mesi con il corpo, ma dall’altra gioioso perché, sicuramente, ritroverò quegli stessi amici in un calice di Vino ed in un sorso di ricordi.

Come promesso al mio ritorno da Verona, quest’anno, vorrei tentare qualcosa di azzardato, o meglio, qualcosa che sia più nel mio stile e non una mera classifica degli assaggi migliori, delle Cantine più interessanti, ma un purpuri di tutto ciò che mi ha emozionato durante il Vintaly 2015 appena conclusosi. Ehm…ovviamente ci saranno anche gli assaggi che mi hanno fatto sentire quel brividino… sapete quella sensazione che si sente quando si ascolta una canzone particolarmente rievocativa o si legge una poesia, una lettera d’Amore inattesa… lo so sono troppo romantico, ma so che avete capito! Sia chiaro… non è detto che il Vino che fa provare un’emozione del genere, e nello specifico a me e non necessariamente agli altri, sia “perfetto” o sia il migliore che abbia mai bevuto, in quanto, a mio parere possono esistere Vini ottimi poco emozionanti e Vini “imperfetti” che ci stravolgono l’anima, se le due cose coincidessero poi… beh… io ancora attendo quel giorno!

  • Partiamo proprio con i 5 Vini + 1 che mi hanno fatto venire i brividi:

Vigna Riggiano (ora Vigna del Generale) 1988: il Cavallo di Troia…un Vino austero, anche se, per alcuni, l’austerità è considerato un “difetto”… per me non lo è mai stato… anche quando è un po’ eccessiva… per quanto mi piaccia la morbidezza in alcuni casi… sono uno di quelli che vede l’astringenza come una caratteristica distintiva ed apprezzabile, quando va presupporre una lenta e complessa evoluzione. Mi piacciono i rossi che entrano morbidi e poi dimostrano il loro carattere e la loro intelligenza… il Vino che piace a me è una sorta di cavallo di Troia… lo lasci entrare perché ti aspetti un “cortese” dono…ma poi escono i “soldati greci” che prima di stendono…poi aprono le porte agli altri soldati per continuare a spiazzarti …a lungo!
Questo è Il Vigna Riggiano, cuore di Romagna!


Pinò Gulfi 2011: un Pinot Nero dell’Etna…per di più coltivato ad alberello… ehm… Sorry?!? Yes, of course, – o meglio – “Oui, naturellement”, dato che le barbatelle vengono direttamente dalla Francia, culla naturale del Pinot! Io di questo Vino non riesco neanche a parlare, sapete? E’ così unico, dal terroir alla sua storia, per passare ai metodi naturali ed artigianali dell’Azienda Gulfi, per arrivare alle più contemporanee tecniche in Cantina, ma soprattutto per la sua grande mineralità. L’eleganza dei Pinot francesi con la vivacità di un Vulcano attivo come l’Etna. Una chicca, se non la chicca del Vinitaly 2015!


Vin Santo 1986 Montemercurio: una storia commovente, che vede il giovane Marco Anselmi, attuale proprietario dell’azienda, ritrovare in un edificio da anni lasciato in balia dell’incuria, i preziosi caratelli che il Nonno aveva curato con estrema attenzione e sacralità (il Vin Santo è davvero “Sacro” per i Toscani) fino al giorno della sua morte. Con sua immensa gioia ed altrettanto stupore Marco trova al loro interno un Vin Santo da far perdere la testa! Lo imbottiglia, in un numero irrisorio di bottiglie e lo porta al Vinitaly solo per amici speciali ed al solo vedere quello “sciroppo” così denso e complesso, così pieno di storia e di amore familiare già ero lì lì per versare la lacrimuccia, poi però l’ho assaggiato ed ho sorriso…si ho proprio sorriso! I miei sorrisi, come ho avuto modo di dire ad alcuni amici al Vinitaly e come dico spesso a chi mi conosce bene, sono  così rari perché sono tutti sinceri e valgono più di ogni mera valutazione tecnica o razionale di un Vino come di una persona.


Verdicchio di Matelica Maccagnano 1998 Vini Gagliardi: arrivato giusto in tempo per assaggiare le ultime pregiate gocce delle bottiglie stappate dal proprietario dell’azienda, Umberto, per una verticale da capogiro, di un Verdicchio che conoscevo relativamente e che mi ha, prima convinto della sua grandezza con la 2009 e poi mi ha rapito con la sua longevità e la sua maturità nella 1998! Il Verdicchio non invecchia bene, dicevano qualche anno fa gli ignavi…
– Chi meglio di lui (in Italia)?!? – dico io…


Sempremai (abrostine) 2010 Podere Santa Felicita: parto dicendo che è stato un onore anche solo poter stringere la mano ad un mito vivente, ovvero Federico Staderini, al quale ho già deciso di dedicare un articolo infinito, data la sua fantastica storia e la sua incomparabile sapienza. Un Guro del Vino, per quanto concerne ogni suo livello, dalla terra al calice, passando per la storia di ogni vitigno, alla conoscenza di tradizioni e metodi di vinificazione tanto ancestrali quanto attuali in quanto perfetti per i suoi Vini. La testimonianza della sua ricchezza individuale e della sua incorruttibile identità è questo Vino prodotto con un vitigno “assurdo”, l’abrostine, antica uva etrusca, che nasce dall’addomesticazione della vite silvestre e che vanta, perciò, una coriacea resistenza ed altresì un’osticità pazzesca per la produzione di Vino. Eppure, la poesia e la sapienza si incontrano e danno vita a qualcosa di così imparagonabile ad altri Vini che l’unica cosa che mi sento di dirvi e di assaggiarlo, se riuscite a trovarne un po’! Da notare che Federico, tra i tanti giovani vignaioli ha condiviso il suo sapere e la sua esperienza con Stefano Amerighi.

+ 1

Rosso Agontano 1998 (Doppia Magnum): scambiare quatto chiacchiere con una persona della levatura di Daria serenamente seduti al suo stand è sempre un piacere, data la sua personalità così schietta ed allo stesso tempo di classe, ma avere questa possibilità con uno dei miei Rossi marchigiani preferiti, il Rosso Agontano, per di più in una Doppia Magnum di un’annata speciale come quella del ’98 è un onore.

  • Le Emozioni continuano con gli splendidi incontri con “vecchi e nuovi” Amici:

Gigliola Giannetti & Simona Natale, inseparabili Sorelle del Vino (io le chiamo così!) che con la loro sensibilità, ancor prima che con gli splendidi Vini delle loro aziende, sanno regalare sempre momenti di convivialità, semplicità e piacevolezza eppure sempre intrisi di imprescindibili valori, quali il rispetto, l’altruismo e l’ospitalità, valori, che ahimé, non tutti ricordano in ogni contesto.
Brunello di Montalcino e Rosso di Montalcino le Potazzine sempre straordinariamente eleganti ed equilibrati, come splendidi sono Vini, che ancora non avevo avuto modo di assaggiare, di Gianfranco & Simona, ovvero il (nuovo nato in casa G.F.), una Puglia che sa rischiare e stupire, ed il Simona Natale Rosé Pas Dosé che sa fondere insieme eleganza, purezza ed esplosività e poi…è lungo…mamma mia che persistenza!

Annalisa Linguerri e Luca Martini (& Family), amici fraterni e grandi professionisti, che dimostrano che il connubio fra Sommellerie, quindi tecnica, e passione, quindi emozioni è più che possibile e può portare molto molto lontano!



Cristian Specogna, la sua inseparabile compagna Violetta e suo fratello Michele sono ormai una tappa fissa per me al Vinitaly, da tempi immemori in cui assaggiai il loro Duality portato solo come anteprima ed ancora “poco pronto”… per loro! Per me si erano già delineate le peculiarità del Sauvignon Blanc migliore d’Italia.


Ilaria Petitto, simpatica ed alla mano, ma sempre stilosa! Ilaria con il suo Esoterico mi ha stregato e con la sua una linea di Vini Donnachiara dimostra sempre rara eleganza ed uno stile inconfondibile, dal Fiano al Taurasi.

Fabrio de Beaumont, un giovane che con umiltà, capacità e caparbietà produce un Vino fortificato fuori dal comune, il Don Fà, che è l’incontro della campagna irpina e della nobiltà gerarchica e d’animo.



La cara Antonietta Amoroso e la sua famiglia della Tenuta Uccellina che ha dimostrato che l’incontro del Sud con la Romagna non possono che dar luogo all’apice dell’ospitalità! Buono come sempre il suo Burson Etichetta nera, piacevolissima la 2009 che già conoscevo e, secondo me, sarà davvero una sorpresa la nuova annata! Interessantissimo il Pinot Nero secco (ne fanno anche una versione passita), che offre un’interpretazione diversa di questo vitigno così importante.


Tra i nuovi amici figurano sicuramente due giovani vignaiole che vivono a poca distanza l’una dall’altra, ma che non si sono mai conosciute e che quindi con questo articolo spero di far incontrare per un pizza e birra (dato che ad una delle due so piacere molto la birra). Parlo Laura Albertini e Lara Damoli, il futuro dell’Amarone di nicchia (per intenderci quello che si fa solo se si può fare) e la passione sfrenata per i Vini Veri!
Di Terre di Pietra, gestita da Laura avevo già parlato in questo articolo “Vini Terre di Pietra” e dal suo “strano, ma buono” Vigna del Peste bianco e dall’Amarone Rosson ho avuto solo grandi conferme delle capacità di Laura e della sua squadra di fare cose belle, pulite e vive. Lara Damoli e della sua Azienda, che gestisce con il fratello ed enologo Daniele, invece, parlerò più approfonditamente in futuro, ma dato che sono stato molto ermetico durante l’assaggio, posso dire a Lara e dire a tutti Voi che il suo Rosso Veronese IGT Brigasco è a tutti gli effetti un Amarone, non solo per il medesimo procedimento di vinificazione, ma per le sue caratteristiche organolettiche, se non fosse per la gradazione alcolica più lieve, che, a mio parere, lo rende ancora più fruibile e semplice da abbinare. Un grande Vino, davvero, fatto di scelte giuste, di grande attenzione, ma soprattutto della pazienza che l’azienda Damoli dimostra aspettando più di molti altri a far uscire i propri Vini, senza fretta e senza eccesso di zelo. 


Felice di aver fatto un viaggio nel mio Centro Italia, partendo dalle due Donne del Vino marchigiano Angela Piotti Velenosi (che bel Vino il Ludi) e Daria Perego Garofoli (Selezione Gioacchino Garofoli Verdicchio perfetto), che con ognuna a modo proprio mi hanno fatto sentire a casa, nelle Marche, pur essendo uno stand del Vinitaly. I miei più sinceri complimenti anche alla Cantina Colognola, che continua a tenere alto il nome della mia città natale (Cingoli), con grandi Verdicchio (Ghiffa e Labieno) e dei nuovi Metodo Classico davvero interessanti;
passando per l’Umbria che piace a me ovvero quella dei fratelli Barberani con la loro capacità unica di gestire la Muffa Nobile sia nei passiti che nel Luigi e Giovanna, delle sorelle Goretti (l’Arringatore è sempre una sicurezza) e di Luca Rosati che rappresenta al meglio la Cantina Roccafiore come ogni anno, che continua a sfornare Vini di estrema piacevolezza con un tocco di modernità che mi piace molto;
finendo con la Toscana più vicina a me, ovvero quella  di Stefano Amerighi, che io chiamerei il “Messia del Syrah”, sia per la qualità del suo Syrah (ora anche in versiona Syrosa) che per i suoi connotati, e quella di Marco Rossi con i suoi Vini Podere di Pomaio belli e pieni di personalità. Di Toscana tornerò a parlare presto con due Cantine da non perdere Usiglian del Vescovo e Marchesi Gondi.

  • Realtà più emozionanti per innovazione e prospettiva:

Noelia Ricci: una Cantina con una grande struttura alle spalle, ma che emerge per la sua volontà di produrre Vini di nicchia e di forte identità. Un’identità Romagnola che è presente e pulsa nelle vene dei giovani componenti del team. Dalla scelta delle etichette alle scelte aziendali, fino a passare nel calice è palese che ci sia stata una minuziosa ed oculata ricerca che mira a dare una nuova idea di Romagna, fatta di Vini di grande mineralità, struttura ed armonia, puliti, ma mai seduti!  Se pensate che se volete capire quanto possa essere piacevole la naturale speziatura del Sangiovese, che ormai è stata quasi dimenticata, provate il Godenza! Il Trebbiano in purezza, il Bro’, invece vi toglierà l’amaro in bocca! Bevetelo e capirete!


Montalbera: si legge Montalbera, ma si dice Ruché! La riscoperta di un vitigno nobile, tanto semplice quanto ricco di storia ed unicità, che assaggio per la seconda volta in vita mia, ma che stavolta mi da sensazioni completamente differenti, foriere di grande intensità ed emozioni. Uno di quei Vini da seguire con estrema attenzione nel suo arco evolutivo…ed io lo farò sicuramente! Segnalo anche il loro Barolo, che non affatto male!


Lucchetti: La Lacrima di Morro d’Alba espressa in maniera esemplare, senza sé e senza ma, ma il “ma” lo metto io chiedendovi “cosa accadrebbe se un vitigno autoctono marchigiano finisse nella mani di un enologo autoctono quanto “lui” e di sua moglie veronese doc?”…beh… assaggiate la loro Lacrima Mariasole, prodotta con appassimento (metodo Amarone) e frutto dell’Amore di una coppia, che se pur molto preparata e poco smielata, di certo ha infuso tanto della propria famiglia dentro una delle mie personali rivelazioni del Vinitaly 2015;


Colline di Sopra: un consiglio dell’ultimo minuto, che non potevo non accettare di buon grado, ma che ha nettamente superato le aspettative, dimostrando nitida pulizia ed armonia dal primo all’ultimo Vino che ho avuto modo di degustare. Senza nulla togliere al nuovo bianco Tredici nato per caso a causa dell’impossibilità di portare a surmaturazione le uve moscato per la produzione del passito, di rara freschezza e bilanciamento ed ai due Rossi Eola  che io definirei “base?! Ma quando mai…questo altro che entry level, sarebbe il top di gamma per molte altre aziende!” e Sopra che è invece il Top dell’azienda a ben d’onde, è stato il Ramanto (Cabernet Franc e Petit Verdot) a regalarmi le emozioni più intense e la complessità maggiore. Unico rammarico? Ne fanno davvero poco, quindi correte se siete curiosi!


Poggio Mandorlo: una posizione stratosferica, un terroir dalla mineralità che solo il vulcano spento dell’Amiata può dare in quell’area geografica. La cosa che mi ha più colpito di quest’azienda è stato il fatto che l’impronta dell’enologo Filippo Paoletti dell’agronomo/enologo Maurizio Saettini (che lavoro anche per Poggio Grande) sono impalpabili… penserete che sia diventato matto… che ve li ho citati a fare, io che raramente parlo di “tecnici del Vino”?!? Beh…il motivo è semplice! Il loro grande lavoro è stato proprio nell’ascoltare e nell’assecondare con rispetto, passione e competenza ciò che il terroir poteva esprimere, cosa che tutti dovrebbero fare. Il Poggio Mandorlo (Merlo 70% Cabernet Franc 30%) è un Vino dal tannino così ben educato che sembra una carezza, eppure ha un corpo ed un’intensità che trasformano quell’apparente suadenza in un bello schiaffo di quelli che si danno per svegliarsi da un sogno…che però continua anche dopo essersi destati, grazie ad un’indiscutibile persistenza. P.M. stanno per Poggio Mandorlo e per pienezza e mineralità che ritroviamo in tutti i Vini che ho degustato.

  • Piccoli rammarichi…

1. Non aver potuto incontrare la carissima Annamaria Sala delle Tenuta Gorghi Tondi, assente giustificatissima, grazie alla quale, in compenso, ho avuto il piacere di ribadire la grande integrità dei Vini prodotti dalla sua Azienda. In particolare ho apprezzato lo Zibibbo versione secca, dai profumi straordinari e davvero siciliani e dal gusto così fresco ed asciutto… davvero il Vino dell’estate e del sole! Rimediare non sarà poi così dura, data l’oasi paradisiaca in cui è immersa la Cantina in questione!


2. Non aver potuto dedicare il tempo che meriterebbero ai Vini di Villa Papiano, che nella degustazione più “bevi e fuggi” della mia vita ho apprezzato in toto! Albana passita di livello assoluto e, da notare, sono stati i primi che sono riusciti a farmi bere un Vermut (meglio la grafia italiana, dato che l’hanno inventato i torinesi) al Vinitaly… e che Vermut ragazzi! Sono sicuro che avrò modo di rifarmi in un futuro molto prossimo!

  • Emozioni e… basta….

Condividere con amici incontrati per “più o meno” caso qualche assaggio in giro per i padiglioni, perché “Wine is sharing” non è solo uno slogan, ma è la realtà!
– Riscontrare il successo di WineBlogRoll, firmando addirittura un paio di autografi sulla copia stampata del mio articolo sugli assaggi consigliati per il Vinitaly 2015 (dato che non sono nessuno, mi sta venendo il dubbio che non fosse carta carbone con sotto qualche cambiale che a questo punto avrei firmato! Speriamo bene!);
– Capire che la natura di questo Blog, ovvero non mirata al mero ritorno economico, bensì alla condivisione di una visione del Vino più emozionale, è ciò che piace di più sia ai produttori (ringrazio i ragazzi di Corvezzo per l’accoglienza speciale riservatami) ed ai lettori/winelovers;
– Passare tra gli stand e tra saluti, strette di mano, baci ed abbracci sentirsi a Casa, che per chi, come me, fa davvero fatica a sentirsi a Casa, avendo viaggiato molto ed avendo vissuto purtroppo e per fortuna in luoghi diversi, è davvero una sensazione stupenda;
– Assaggiare le preparazioni uniche dello Chef Francesco Apreda, organizzata dalla carissima Giulia Murducca, durante la degustazione che lo vedeva preparare piatti in abbinamento al Fiano di Avellino. Un puro viaggio di sapori;
– Conoscere Stevie Kim e Ian D’Agata durante la degustazione sui Vini naturali ed artigianali “The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines”… vedetela come volete, ma sono a loro modo due miti! Dei Vini degustati ve ne parlerò in altra sede… ma il Brunello Biondi Santi “l’era proprio bono”.


Tornando all’argomento centrale di questo Blog e della mia Vita ormai, ovvero il Vino, io riassumerei questo Vinitaly 2015 con le seguenti parole:


Amicizia, Condivisione, Slancio, Lavoro, Semplicità, Casa, Passione e Verità.

Di sicuro avrò dimenticato qualcuno e mi scuso sia con chi non ho citato, sia con chi non sono riuscito a passare a salutare, ma 4 giorni di Vinitaly non bastano ad una persona chiacchierona ed appassionata come me, che quando si siede a parlare di Vino ed ancor più ad ascoltare le storie di Voi magnifici produttori, perde la cognizione del tempo ed a volte (per fortuna avevo la cartina!) dello spazio!


A dimenticavo…un grazie speciale a tutti gli amici che, incontrati per caso, hanno condiviso con me qualche assaggio, di certo con Voi è stato tutto più bello!


See ya next Vinitaly!



F.S.R.
…Wine is sharing!

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