C’era una volta… chi partiva dal Sud Italia per andare a trovare “fortuna” al Nord ed in particolare a Milano, città che tutt’oggi ospita moltissime famiglie delle regioni del Sud ormai perfettamente adattate e “milanesizzate” da diverse generazioni.
La favola che vi racconterò oggi, però, non è così scontata, anzi, a dirla tutta è proprio l’opposto di ciò che ci si possa aspettare in una situazione come quella odierna, sia a livello economico che sociale. Questo storia ha come protagonista una giovanissima ragazza, di appena 30 anni, che ha lasciato Milano, città nella quale la sua famiglia (madre del Nord e papà del Sud) viveva e lavorava da quando lei ha memoria, per coltivare un sogno chiamato Vino in una regione nuova, la Puglia, in una città visitata solo per qualche settimana, Cerignola, ed in un contesto completamente avulso da qualsiasi tipo di realtà avesse vissuto fino a quel momento.
La protagonista di questo racconto si chiama Alessandra Leone e del leone vanta la caparbietà, la tenacia e l’instancabile voglia di andare oltre gli ostacoli ed i limiti propri e della terra in cui si trova.
Ho deciso di andarla a trovare in quanto, da sempre, ammiro (nutrendo anche un po’ di sana invidia) chi a poco meno della mia età ha avuto la forza e quel pizzico di fortuna per mollare tutto e ricominciare una nuova vita, piena di incognite, ma anche di notevoli benefici per il proprio organismo e la propria anima, tanto che Alessandra stessa mi confida di essere praticamente guarita da problemi di salute semplicemente lasciando lo smog e lo stress della metropoli per trasferirsi in un casolare di campagna, tra vigne, ulivi, animali da cortile, cani, gatti e tutto ciò che la natura di bello può offrire a chi la sa apprezzare e capire.
Alessandra, è laureata in scienze della protezione delle piante, aveva un ottimo lavoro e tutta la sua famiglia accanto a Milano, ma un bel giorno, sostenuta da suo padre, capì che quella vita non faceva più per lei e che doveva dedicarsi a qualcosa che la portasse a vivere in maniera più serena, meglio se in contatto con la Natura, studiata sui libri di testo, ma mai vissuta come avrebbe desiderato, se non per qualche scampolo di estate. Una Natura a cui lei tiene a tal punto da voler allietare le giornate delle sue uve con la musica, mettendo magari dei diffusori in vigna, cosa che però non è possibile a causa del tasso di criminalità della città, che li vedrebbe scomparire nell’arco di pochi giorni. Ecco perché, ancor prima di sapere che fosse una cantante provetta, mi sono permesso di suggerirle di utilizzare la sua voce naturale, piuttosto che un impianto stereo artificiale, in quanto “potranno anche rubarti le casse, ma nessuno potrà mai privarti della tua voce!”
E’ per questo che colse la palla al balzo quando le giunse voce di un bando per della Regione Puglia che le avrebbe permesso di creare una fattoria didattica alla quale affiancare la sua azienda agricola, che dal 2013 porta il nome di Tenuta Ripa Alta.
Io stesso, che come sapete, sono sempre in giro per l’Italia, ovunque mi porti il Vino, sono rimasto sorpreso di trovare proprio in una città difficoltosa, per usare un eufemismo, come Cerignola, una ragazza, che se pur sostenuta dal suo attentissimo e premuroso fidanzato e da suo padre, si trova a dover gestire un’intera azienda praticamente da sola.
Sì… ero stupito, non lo nego… ma è bastato parlare qualche ora con Alessandra per comprendere quanto sia grande la sua forza d’animo e quanto potente sia la spinta verso il futuro che questa ragazza ha, spinta che ritrovo nei suoi Vini di cui ora vi parlerò.
Tenuta Ripa Alta ad oggi produce solo 6000 bottiglie per 6 etichette differenti, quindi il conto è presto fatto, parliamo di circa 1000 bottiglie ad etichetta… una bazzecola, ma l’azienda è nata nel 2013, quindi ha ancora margine per entrare in un regime che la porterà ad una produzione più consistente, ma sempre artigianale e contenuta.
Le Uve allevate, con il caro “vecchio” tendone “pugliese” sono Nero di Troia, Negroamaro, Montepulciano, Moscato di Trani, Fiano, Trebbiano e Sangiovese, ma ovviamente quelle che concorrono alla produzione dei Vini della Cantina sono solo parte di esse.
I Vini che ho avuto modo di assaggiare, pur essendo solo alla seconda vinificazione, hanno una costante, la loro personalità spiccata, cosa che di certo non era facile aspettarsi da una produttrice così giovane, che poteva semplicemente lasciare tutto in mano al primo enologo pur di ammortizzare l’investimento e cercare di produrre Vini quanto meno negli “standard”, ma non è questo il caso di Alessandra! A lei, come a me, l’omologazione non piace e se è vero che ogni Vino manifesta l’attenzione in vigna di suo padre ed in Cantina sua e del suo nuovo enologo è, altresì, vero che ogni calice assaggiato manteneva forte l’espressione del terroir e dell’annata, in maniera così cristallina da far quasi pensare a dei Vini completamente naturali. In effetti la volontà di Alessandra e di suo padre è quella di convertire quanto prima la sua azienda a biologico e, magari, ad adottare anche il regime biodinamico, per quanto il loro lavoro sia già davvero “natural”.
I Vini di cui ho scelto di parlarvi sono 3 in particolare, ma vi invito a provarli tutti, in quanto ne vale davvero la pena:
Nero Di Troia IGT 2014 – Etichetta T: Alessandra ci teneva particolarmente a farmelo assaggiare, in quanto stupita dalle evidenti differenze al naso con l’annata precedente, ma in realtà l’annata e la vinificazione leggermente differente, hanno fatto il loro corso nella maniera più coerente e vera possibile, conferendo a questo Nero di Troia una complessità aromatica, tutta giocata sulla spezia (pepe nero e verde in particolare) e la sua disarmante freschezza in bocca. Un po’ come accade sempre più spesso con il Sangiovese, anche in questo caso, ci troviamo di fronte alla riscoperta di quella che è la naturale speziatura di un uva come il Nero di Troia, che spesso viene “addomesticata” in maniera tale da non poter esprimersi al meglio. Le Riserve di Alessandra sono già dei Vini di grande identità, ma per questo, che dovrebbe essere una sorta di Vino base io auspico davvero una strada a parte, in quanto, un po’ come la darwiniana deriva genetica (se non la conoscete andatevela a leggere, perché spiega molte cose), dopo aver assaggiato questo Vino mi chiedo se la sua diversità non possa dar vita ad una nuova “specie” di Nero di Troia? Io credo proprio di sì! Pionieristico!
Negroamaro IGT 2012 Riserva – Esteta: 10 mesi di acciaio e 16 di botte troncoconica da 1000l più un anno di affinamento in bottiglia per una Riserva di Negroamaro, anche in questo caso, espressione di un territorio diverso da quello dal quale provengono gran parte dei Negroamaro, ma che riesce ad esprimere al meglio le peculiarità varietali di questa magnifica uva.
L’attacco è speziato ad ampio spettro, dolce di vaniglia, piccante di pepe del sichuan e sigaro cubano, ad evidenziare un uso ponderato ed equilibrato del legno, ma è in bocca che stupisce, con un’acidità ed un tannino ancora in grado di evolvere, tanto da far subito pensare di metterne un paio di casse in Cantina, eppure… beh… dopo un paio di sorsi, si fa fatica a smettere di goderselo anche ora, con il suo un frutto ancora integro e mai cotto, una struttura importante, ma non eccessiva, che in armonia con la sua spina dorsale minerale, lo rendono davvero piacevole alla beva. Io mentre lo bevevo pensavo al cioccolato fondente, come suo abbinamento ideale… appena avrò di provarlo riferirò!

Trebbiano Bianco Igt Puglia 2014 – Madonna Delle Rive: la new entry in casa Leone, assaggiata in anteprima dalla botte e fatta imbottigliare di corsa per potermela portare a casina! Già questo vi dovrebbe far capire che effetto mi abbia fatto! I Vini bianchi, soprattutto se gestiti in maniera “naturale” (non nel senso stretto del termine), ma con senno, come ha pensato di fare Alessandra in questo caso, con 5 giorni di macerazione sulle bucce e filtrazione praticamente nulla, hanno, a mio parere, bisogno di starsene un po’ buoni buoni e zitti zitti in bottiglia per ritrovare un equilibrio interiore atto a potersi esprimere al meglio, ma in questo caso ho trovato già molto stabile ed espressivo questo Madonna delle Rive. Una ventata di freschezza nelle calde giornate pugliesi, con un naso che va dalla mielosa acacia, al biancospino fino alla camomilla, con un fondo di frutto fresco e croccante, mela e pesca in primis.
In bocca non è noioso come un qualunque Trebbiano Toscano, è secco, freschissimo e leggermente minerale. Un’armonia fresca e spontanea, che potrebbe davvero aiutarvi a superare qualche calda giornata estiva con grande gusto.
Inutile dirvi che il Moscato di Trani della Tenuta Ripa Alta sia un grande Vino, ne hanno già parlato in molti e non volevo distogliere l’attenzione da Vini che per me reputano, quanto questa etichetta, le luci della ribalta! Un’azienda, quella di Alessandra Leone, che nonostante sia “nata ieri”, come ci siamo divertiti a scherzare sulla sua giovane età e la novità delle sue proposte, sa guardare avanti e sa farlo con la lungimiranza di chi vuole arrivare in alto, ma anche con quel pizzico di sana incoscienza di chi crede che volere è potere e non esiste sogno che non si possa realizzare se si ha la caparbietà per continuare imperterriti a crederci.
Si parla tanto di Donne del Vino ed io ne sono più che lieto, ma in questo caso credo che l’essere una giovane Donna del Vino valga ancora di più, se poi si tiene conto del contesto nel quale Alessandra ha deciso di imprendere e di intraprendere la sua avventura enoica e le possibilità che avrebbe avuto altrove, non si può che fare un ulteriore plauso a questa ragazza.
Come avrete capito sono davvero colpito dal lavoro fatto da Alessandra, in qualità di Donna e di produttrice e confido lo sarete anche Voi, andandola a trovare o cercando di assaggiare i suoi Vini acquistandoli o incontrandoli nelle numerose manifestazioni e degustazioni alle quali Alessandra prende parte.
Sette cuori al progetto ed alla forza di Alessandra sono più che meritati! |
Spero davvero che molti giovani seguano il suo esempio, invece di continuare a piangersi addosso ed a credere che sia tutto finito ancor prima di aver iniziato a dare, senza pretendere di avere! Scusatemi, ma dovevo chiudere così, è stato più forte di me!!!
P.S.: mi raccomando, provate anche il suo olio!
F.S.R.
Wine is sharing!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.