Se è vero che Jesi è la patria
indiscussa del Verdicchio, è anche vero che il territorio
vitivinicolo jesino è distribuito in un’area molto vasta e le
Cantine spesso distano non pochi Km dalla città simbolo di questa
denominazione e di questo vitigno. Eppure c’è un’azienda che in
linea d’aria è a, passate il termine, “un tiro di schioppo” dal
centro della città del Leone rampante: Montecappone.
indiscussa del Verdicchio, è anche vero che il territorio
vitivinicolo jesino è distribuito in un’area molto vasta e le
Cantine spesso distano non pochi Km dalla città simbolo di questa
denominazione e di questo vitigno. Eppure c’è un’azienda che in
linea d’aria è a, passate il termine, “un tiro di schioppo” dal
centro della città del Leone rampante: Montecappone.
Jesi è famosa, soprattutto, per due
cose, il Verdicchio e la Scherma ed a mio parere entrambe hanno
qualcosa in comune, ovvero due tipologie di approccio basilari,
quella che vede predominare l’impeto e l’attacco, senza badare troppo
alla pazienza, bensì dando priorità alla freschezza ed alla forza,
l’altro più attendista e ponderato, che attente il momento giusto
per tirare il suo affondo e stupire con colpi di classe e stile
personale.
cose, il Verdicchio e la Scherma ed a mio parere entrambe hanno
qualcosa in comune, ovvero due tipologie di approccio basilari,
quella che vede predominare l’impeto e l’attacco, senza badare troppo
alla pazienza, bensì dando priorità alla freschezza ed alla forza,
l’altro più attendista e ponderato, che attente il momento giusto
per tirare il suo affondo e stupire con colpi di classe e stile
personale.
Se uniamo questi due approcci avremo il
Verdicchio perfetto e di certo quelli di Montecappone mirano a
questo, il raggiungimento di un Vino che sappia, al contempo, stupire
per la sua intensa componente aromatica e per la sua innata
freschezza “fisica”, e maturare in grande stile acquisendo
esperienza e complessità, finezza e personalità.
Verdicchio perfetto e di certo quelli di Montecappone mirano a
questo, il raggiungimento di un Vino che sappia, al contempo, stupire
per la sua intensa componente aromatica e per la sua innata
freschezza “fisica”, e maturare in grande stile acquisendo
esperienza e complessità, finezza e personalità.
Un’azienda fondata nel 1968 dal nonno Recildo, quando molte delle odierne aziende dei Castelli di Jesi non
erano ancora che un lontano sogno nel cassetto, da ben 18 anni è
gestita da Gianluca Mirizzi, che ha saputo mantenere salda la
tradizione, apportando, però, modernità e qualità in termini di
nuovi impianti ed attrezzatura produttive.
erano ancora che un lontano sogno nel cassetto, da ben 18 anni è
gestita da Gianluca Mirizzi, che ha saputo mantenere salda la
tradizione, apportando, però, modernità e qualità in termini di
nuovi impianti ed attrezzatura produttive.
Dal 2002 Gianluca si avvale della
collaborazione dell’agronomo ed enologo Lorenzo Landi, che ha
permesso un notevole salto di qualità all’azienda, che, come già
detto, ha come concreto obiettivo quello di arrivare a produrre Vini
sempre più grandi, elevando le denominazioni produttore, ma ancor più
il vitigno Verdicchio capace di dar vita, ormai all’unanimità, ad
alcuni dei migliori bianchi italiani.
collaborazione dell’agronomo ed enologo Lorenzo Landi, che ha
permesso un notevole salto di qualità all’azienda, che, come già
detto, ha come concreto obiettivo quello di arrivare a produrre Vini
sempre più grandi, elevando le denominazioni produttore, ma ancor più
il vitigno Verdicchio capace di dar vita, ormai all’unanimità, ad
alcuni dei migliori bianchi italiani.
Con Gianluca abbiamo spesso affrontato
la diatriba attorno alle concezioni radicali e radicate riguardo i
metodi produttivi, trovandoci, il più delle volte, in assoluta
sintonia, quindi non mi sorprende il fatto che prossimamente voglia
stampare dietro ai propri Vini la dicitura: <<Vino logico>>.
Senza nascondere un velo di sarcasmo, che con rispetto per tutte le
correnti di pensiero attuali, mira a valorizzare la propria volontà
di creare Vini che siano espressione del terroir, ma anche
dell’apporto umano (e non per questo assimilabile alla chimica o a
chissà quale altra invasiva azione dell’uomo) che con la propria
conoscenza e le proprie capacità di interpretare le proprie vigne
può agevolare ciò che la Natura da sola non potrebbe fare, ovvero
la produzione del Vino, ancor più se di qualità e che miri ad una
longevità importante. Il tutto nel pieno rispetto della materia
prima e cercando di utilizzare il know how tecnico solo ed
esclusivamente per coadiuvare Madre Natura e non per condizionarla
prescindendo la sua naturale evoluzione ed ancor meno le sue
specifiche varietali, che, anzi, Gianluca mira, da sempre, ad
enfatizzare, soprattutto in termini aromatici.
la diatriba attorno alle concezioni radicali e radicate riguardo i
metodi produttivi, trovandoci, il più delle volte, in assoluta
sintonia, quindi non mi sorprende il fatto che prossimamente voglia
stampare dietro ai propri Vini la dicitura: <<Vino logico>>.
Senza nascondere un velo di sarcasmo, che con rispetto per tutte le
correnti di pensiero attuali, mira a valorizzare la propria volontà
di creare Vini che siano espressione del terroir, ma anche
dell’apporto umano (e non per questo assimilabile alla chimica o a
chissà quale altra invasiva azione dell’uomo) che con la propria
conoscenza e le proprie capacità di interpretare le proprie vigne
può agevolare ciò che la Natura da sola non potrebbe fare, ovvero
la produzione del Vino, ancor più se di qualità e che miri ad una
longevità importante. Il tutto nel pieno rispetto della materia
prima e cercando di utilizzare il know how tecnico solo ed
esclusivamente per coadiuvare Madre Natura e non per condizionarla
prescindendo la sua naturale evoluzione ed ancor meno le sue
specifiche varietali, che, anzi, Gianluca mira, da sempre, ad
enfatizzare, soprattutto in termini aromatici.
Montecappone imbottiglia i Vini
prodotti con sole uve di proprietà mirando alla piena valorizzare
delle uve dei seguenti vitigni: Verdicchio e Sauvignon i bianchi,
Montepulciano, Sangiovese e Syrah per i rossi.
prodotti con sole uve di proprietà mirando alla piena valorizzare
delle uve dei seguenti vitigni: Verdicchio e Sauvignon i bianchi,
Montepulciano, Sangiovese e Syrah per i rossi.
E’ proprio da queste uve che prendono
vita i Vini che ho avuto modo di assaggiare e dei quali sono rimasto
piacevolmente colpito, in primis per una qualità media davvero degna
di nota ed in secondo luogo per la pulizia e l’equilibrio dimostrato
da ogni etichetta.
vita i Vini che ho avuto modo di assaggiare e dei quali sono rimasto
piacevolmente colpito, in primis per una qualità media davvero degna
di nota ed in secondo luogo per la pulizia e l’equilibrio dimostrato
da ogni etichetta.

Tabano IGT Marche
Bianco 2014: prodotto con un 50% di Verdicchio ed il restante 50%
diviso fra Moscato e Sauvignon Blanc. Di certo ciò che colpisce
previamente di questo Vino è la sua componente aromatica (la
quota di moscato è ponderata, ma molto evidente e piacevole), dal
frutto esotico al fiore bianco, per passare a note di salvia ed un
finale di mandorla amara che sembra voler ricordare che è il
Verdicchio che comanda, nonostante le altre varietà in blend siano
di grande impatto olfattivo.
Bianco 2014: prodotto con un 50% di Verdicchio ed il restante 50%
diviso fra Moscato e Sauvignon Blanc. Di certo ciò che colpisce
previamente di questo Vino è la sua componente aromatica (la
quota di moscato è ponderata, ma molto evidente e piacevole), dal
frutto esotico al fiore bianco, per passare a note di salvia ed un
finale di mandorla amara che sembra voler ricordare che è il
Verdicchio che comanda, nonostante le altre varietà in blend siano
di grande impatto olfattivo.
Il sorso attacca dolce, potrebbe
sembrare “ruffiano”, ma non lo è… tutt’altro… è un sorso
capace di evolvere al dalla lingua, al palato fino alla deglutizione,
fino a divenire estremamente asciutto e lungo… decisamente lungo!
Vino di equilibri tanto difficili quanto azzeccati, che identifica a
pieno la volontà di Montecappone di creare Vini fuori dal comune, ma
che sappiano appagare palati democraticamente vari e che siano in
grado di produrre abbinamenti interessanti, sia con la cucina locale
che con piatti di altre regioni se non addirittura internazionali.
Dallo stoccafisso all’anconetana, agli spiedini di calamari e gamberi
alla griglia dell’adriatico fino alla cucina orientale che a mio
parere potrebbe riservare notevoli soddisfazioni… penso ad esempio
ad una tempura giapponese.
sembrare “ruffiano”, ma non lo è… tutt’altro… è un sorso
capace di evolvere al dalla lingua, al palato fino alla deglutizione,
fino a divenire estremamente asciutto e lungo… decisamente lungo!
Vino di equilibri tanto difficili quanto azzeccati, che identifica a
pieno la volontà di Montecappone di creare Vini fuori dal comune, ma
che sappiano appagare palati democraticamente vari e che siano in
grado di produrre abbinamenti interessanti, sia con la cucina locale
che con piatti di altre regioni se non addirittura internazionali.
Dallo stoccafisso all’anconetana, agli spiedini di calamari e gamberi
alla griglia dell’adriatico fino alla cucina orientale che a mio
parere potrebbe riservare notevoli soddisfazioni… penso ad esempio
ad una tempura giapponese.

Utopia Rosso Piceno 2012: un Vino
di grande potenza e potenziale, che trae al meglio forza, consistenza
e profumi dalle uve Montepulciano con le quali viene prodotto.
di grande potenza e potenziale, che trae al meglio forza, consistenza
e profumi dalle uve Montepulciano con le quali viene prodotto.
Naso intenso, complesso, intrigante
giocato sull’amarena, integra e matura che è resa sensuale dalle
pennellate speziate e tostate, dovute alla parte delle uve affinate
in barrique.
giocato sull’amarena, integra e matura che è resa sensuale dalle
pennellate speziate e tostate, dovute alla parte delle uve affinate
in barrique.
Sorso coerente, compatto, mai fuori
posto e molto lungo, nel quale ci si lascia piacevolmente assalire da
un tannino importante, ma al contempo, da una buona vena acida che
insieme ne fanno auspicare una buona longevità.
posto e molto lungo, nel quale ci si lascia piacevolmente assalire da
un tannino importante, ma al contempo, da una buona vena acida che
insieme ne fanno auspicare una buona longevità.
Un Vino che
esprime territorio, varietale e viticoltore…. in realtà quello che
per i francesi è il terroir, dal quale noi spesso esuliamo l’uomo,
ma che in realtà, là dove agisca con rispetto e pulizia è
imprescindibile nell’apprezzamento del Vino stesso. Se per i Mirizzi
l’utopia ideale fosse produrre un gran bel Rosso in terra di bianco,
credo che il nome possa benissimo essere cambiato in Realtà!
esprime territorio, varietale e viticoltore…. in realtà quello che
per i francesi è il terroir, dal quale noi spesso esuliamo l’uomo,
ma che in realtà, là dove agisca con rispetto e pulizia è
imprescindibile nell’apprezzamento del Vino stesso. Se per i Mirizzi
l’utopia ideale fosse produrre un gran bel Rosso in terra di bianco,
credo che il nome possa benissimo essere cambiato in Realtà!
Tabano IGT Marche Rosso 2011: ancora
Montepulciano nella sua espressione più pura, con tutta l’uva
affinata in legno piccolo per 12 mesi (a differenza dei 18 della
parte di uve affinate in barrique dell’Utopia) il risultato è un
Vino dai toni addolciti, più malleabili, che al naso spaziano in
maniera serena e piacevole fra piccoli frutti rossi e sfumature di
vaniglia, pepe nero, leggerissimo ginepro ed un finale quasi
mentolato. Vino che mantiene, nonostante i 4 anni, una buona
freschezza, che sostiene benissimo la dolcezza del tannino e
equilibra al meglio il poderoso fisico. Intensità e struttura
armonizzate da fresche note al naso e acidità dinamica al sorso, in
un Vino che mi ha colpito particolarmente e sa andare oltre il mero
esercizio di stile, conferendo modernità al montepulciano, senza
uscire troppo fuori dal seminato.
Montepulciano nella sua espressione più pura, con tutta l’uva
affinata in legno piccolo per 12 mesi (a differenza dei 18 della
parte di uve affinate in barrique dell’Utopia) il risultato è un
Vino dai toni addolciti, più malleabili, che al naso spaziano in
maniera serena e piacevole fra piccoli frutti rossi e sfumature di
vaniglia, pepe nero, leggerissimo ginepro ed un finale quasi
mentolato. Vino che mantiene, nonostante i 4 anni, una buona
freschezza, che sostiene benissimo la dolcezza del tannino e
equilibra al meglio il poderoso fisico. Intensità e struttura
armonizzate da fresche note al naso e acidità dinamica al sorso, in
un Vino che mi ha colpito particolarmente e sa andare oltre il mero
esercizio di stile, conferendo modernità al montepulciano, senza
uscire troppo fuori dal seminato.
Quando riscontro questo
equilibrio fra eleganza e schiettezza, fra classe e moderna
dinamicità mi viene sempre un gran sorriso in volto, spero accada
anche a voi!
equilibrio fra eleganza e schiettezza, fra classe e moderna
dinamicità mi viene sempre un gran sorriso in volto, spero accada
anche a voi!
Per quanto riguarda il Vino di punta
dell’azienda, ovvero il Verdicchio Utopia (2012) ed il Verdicchio
Federico II (2014) dell’azienda Montecappone vi invito a sbirciare
fra le emozioni che ho condiviso qui: www.wineblogroll.com/verdicchio.
dell’azienda, ovvero il Verdicchio Utopia (2012) ed il Verdicchio
Federico II (2014) dell’azienda Montecappone vi invito a sbirciare
fra le emozioni che ho condiviso qui: www.wineblogroll.com/verdicchio.
Concludo ribadendo che ho trovato
davvero impeccabile il lavoro fatto da Gianluca Mirizzi ed il suo
team di Montecappone, in quanto capaci di trarre il meglio da una
materia prima che arriva in Cantina sana e matura, che con pulizia e
sapienza viene coadiuvata nella realizzazione di Vini espressivi e
mai eccessivi.
davvero impeccabile il lavoro fatto da Gianluca Mirizzi ed il suo
team di Montecappone, in quanto capaci di trarre il meglio da una
materia prima che arriva in Cantina sana e matura, che con pulizia e
sapienza viene coadiuvata nella realizzazione di Vini espressivi e
mai eccessivi.
Non c’è complessità che non nasca
dalla semplicità, ma senza know how non si può raggiungere
l’eccellenza, questo è in parole povere il concetto di viticoltura
di questa Cantina, che vuole continuare a mantenere un equilibrio
costante fra il rispetto della Natura e quello del consumatore
finale, al quale deve necessariamente arrivare un Vino privo di
errori e di volontaria o involontaria negligenza. Di certo in azienda hanno le idee molto chiare e questo lo si percepisce in ogni Vino che ho avuto modo di assaggiare.
dalla semplicità, ma senza know how non si può raggiungere
l’eccellenza, questo è in parole povere il concetto di viticoltura
di questa Cantina, che vuole continuare a mantenere un equilibrio
costante fra il rispetto della Natura e quello del consumatore
finale, al quale deve necessariamente arrivare un Vino privo di
errori e di volontaria o involontaria negligenza. Di certo in azienda hanno le idee molto chiare e questo lo si percepisce in ogni Vino che ho avuto modo di assaggiare.
Ora non mi resta che attendere di poter provare anche la nuova bollicina da uve Sauvignon concepita da Montecappone e di condividerne con voi ulteriori sensazioni.
F.S.R.
#WineIsSharing
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.