Durante un convegno tenutosi a Siena il Presidente della commissione agricoltura della camera dei deputati sembra confermare che non oltre la prossima vendemmia il disegno di legge denominato Testo Unico del Vino dovrebbe arrivare ad approvazione.
Molte le novità in termini burocratici per i produttori, ma non sarebbe in linea con il mood di questo Wine Blog mettersi a disquisire su leggi, provvedimenti ed altri aspetti della burocrazia del Vino che interesseranno sicuramente i produttori, che alloro volta potranno consultarsi con chi di dovere per avere maggior informazioni a riguardo, dato che io rischierei solo di fare un sacco di confusione, tanta sia la mia avversione con questo genere di argomento.
Tornando a qualcosa di molto più umanistico è coerente con le condivisioni di WineBlogRoll, la sola idea che la storia e la cultura del Vino possano finalmente entrare nelle scuole come materia di studio e di sviluppo in termini di sensibilità all’argomento e responsabilizzazione degli adolescenti non può che rendermi estremamente felice! Parlo di adolescenti in quanto sembra che la proposta sia indirizzata agli studenti delle superiori, che reputo la fascia più idonea a questo tipo di insegnamento, in particolare per provare ad incidere sull’approccio, spesso, negativo che questa i ragazzi di quell’età abbiano con gli alcolici e con il Vino nello specifico.
Mi piace credere che conoscendo ciò che c’è dietro al Vino in termini storici e culturali ed ancor più comprendendone le fasi produttive e quell’innato e labile equilibrio fra meraviglia e rischio che vi è nel fare Vino, molti di quei ragazzi possano imparare a rispettare ciò che noi amiamo tanto e a maturare un atteggiamento differente e meno “sbornia-oriented” nei confronti del nettare di Bacco.
Non credo nelle rivoluzioni istantanee né nella redenzione di massa, ma l’insegnamento della materia Vino nelle scuole rappresenta, comunque, un bellissimo messaggio ed un passo importante per l’Italia nel cominciare a far apprezzare le sue eccellenze e le sue potenzialità anche alle nuove generazioni, che rischierebbero, altrimenti, di crescere in una cultura deviata, povera di contenuti reali e di tanta… troppa virtualità. La realtà del Vino e la sua concretezza, ma anche l’ambito più artistico e poetico, la sua congiunzione con territorio e tradizione e la possibilità di tirar fuori gli studenti dalle classi per portarli, magari, a fare un giro in vigna con l’obbligo di lasciare gli smartphones in cantina, potrebbero rappresentare una tessera importante nella formazione socio-culturale di chi non necessariamente dovrà lavorare nel mondo del Vino o divenire un winelover, ma farà parte di questo paese e ne potrà comprendere una delle principali arterie.
Non ci resta che aspettare settembre ed incrociare le dita!
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