Chi mi segue sui social avrà notato
che nei giorni scorsi mi sia dedicato ad un breve, ma intenso,
winetour in Toscana che mi ha portato a visitare 4 interessantissime
Cantine, ma soprattutto a conoscere persone delle quali non potevo
fare a meno di condividere con voi attenzione per la propria azienda,
rispetto per il territorio e passione nel fare Vini che esprimano al
meglio il terroir di riferimento.
che nei giorni scorsi mi sia dedicato ad un breve, ma intenso,
winetour in Toscana che mi ha portato a visitare 4 interessantissime
Cantine, ma soprattutto a conoscere persone delle quali non potevo
fare a meno di condividere con voi attenzione per la propria azienda,
rispetto per il territorio e passione nel fare Vini che esprimano al
meglio il terroir di riferimento.
A farmi da Cicerone è stato il caro
Riccardo Gabriele, che gestisce la comunicazione di queste 4 aziende,
ma che non si interpone nel rapporto diretto che io amo avere con i
produttori, anzi lo agevola e ne coordina le dinamiche al fine di
rendere possibile un tour di questo genere ottimizzandone tempi e
modalità.
Riccardo Gabriele, che gestisce la comunicazione di queste 4 aziende,
ma che non si interpone nel rapporto diretto che io amo avere con i
produttori, anzi lo agevola e ne coordina le dinamiche al fine di
rendere possibile un tour di questo genere ottimizzandone tempi e
modalità.
La mia idea è, quindi, di darvi
un’idea di quello che si può fare e vedere in 2 giorni in un raggio
di circa 50Km in questa stupenda area della Toscana, partendo con la
prima tappa per poi proseguire nei prossimi giorni con il resto delle
aziende visitate.
un’idea di quello che si può fare e vedere in 2 giorni in un raggio
di circa 50Km in questa stupenda area della Toscana, partendo con la
prima tappa per poi proseguire nei prossimi giorni con il resto delle
aziende visitate.
Partenza da una base d’eccezione,
l’Hotel La Vedetta che sta sposando il progetto wineshotel che
permette agli enoturisti ed ai winelovers in genere un soggiorno
di-vino a 360°, con camere a tema e possibilità di programmare
degustazioni e visite in cantina.
l’Hotel La Vedetta che sta sposando il progetto wineshotel che
permette agli enoturisti ed ai winelovers in genere un soggiorno
di-vino a 360°, con camere a tema e possibilità di programmare
degustazioni e visite in cantina.
Fatta questa breve, ma doverosa premessa, la prima azienda che ho avuto modo di
visitare è stata la Pagani de Marchi a Casale Marittimo. Una realtà,
questa, fondata dalla signora Pia e da suo marito di origini
italo-svizzere, che si innamorarono letteralmente dei paesaggi
all’epoca quasi selvaggi e della tranquillità che questo scampolo di
Alta Maremma sapesse offrire.
visitare è stata la Pagani de Marchi a Casale Marittimo. Una realtà,
questa, fondata dalla signora Pia e da suo marito di origini
italo-svizzere, che si innamorarono letteralmente dei paesaggi
all’epoca quasi selvaggi e della tranquillità che questo scampolo di
Alta Maremma sapesse offrire.
Tra colline e mare, tra storia e poesia
Pia mi racconta aver scelto questo podere in primis come casa di
villeggiatura, ma sono bastati pochi anni per cedere al richiamo di
questa terra e, quindi, decidere di stabilirsi in pianta stabile nel
casale all’interno della proprietà. Non vi erano vigne, non vi era
una cantina, ma se il richiamo della terra fu galeotto quello
del Vino lo fu egualmente, tanto da spingere la famiglia a
creare intorno a quella che era diventata la propria casa, un‘azienda
agricola vera e propria, che puntasse alla qualità ed al rispetto di
un territorio del quale Pia si sente custode rispettosa.
Pia mi racconta aver scelto questo podere in primis come casa di
villeggiatura, ma sono bastati pochi anni per cedere al richiamo di
questa terra e, quindi, decidere di stabilirsi in pianta stabile nel
casale all’interno della proprietà. Non vi erano vigne, non vi era
una cantina, ma se il richiamo della terra fu galeotto quello
del Vino lo fu egualmente, tanto da spingere la famiglia a
creare intorno a quella che era diventata la propria casa, un‘azienda
agricola vera e propria, che puntasse alla qualità ed al rispetto di
un territorio del quale Pia si sente custode rispettosa.
Fu così che su una terra protetta
dalla tomba di un Principe etrusco (ancora presente all’interno della
proprietà seppur non accessibile), vennero impiantate, con il
supporto del noto agronomo Michele Satta e dell’enologo Attiglio
Pagli, quelle che erano le varietà per le quali quest’area si
presumeva essere più vocata: merlot, cabernet sauvignon ed in un
secondo vigneto con una diversa esposizione e diversi terreni il
Sangiovese, voluto con decisione dalla stessa Pia, in quanto
rappresentante principe del Vino toscano.
dalla tomba di un Principe etrusco (ancora presente all’interno della
proprietà seppur non accessibile), vennero impiantate, con il
supporto del noto agronomo Michele Satta e dell’enologo Attiglio
Pagli, quelle che erano le varietà per le quali quest’area si
presumeva essere più vocata: merlot, cabernet sauvignon ed in un
secondo vigneto con una diversa esposizione e diversi terreni il
Sangiovese, voluto con decisione dalla stessa Pia, in quanto
rappresentante principe del Vino toscano.
Camminare fra le vigne di questa
azienda con accanto l’attuale agronomo interno, ovvero Stefano
Moscatelli, mi ha dato subito l’idea di quanto si stia facendo per
produrre Vini di qualità nella piena tutela di un territorio davvero
interessante dal punto di vista vitivinicolo.
azienda con accanto l’attuale agronomo interno, ovvero Stefano
Moscatelli, mi ha dato subito l’idea di quanto si stia facendo per
produrre Vini di qualità nella piena tutela di un territorio davvero
interessante dal punto di vista vitivinicolo.
Non c’è cosa più bella in una visita
in cantina, specie in questo periodo, di poter partire dalla vigna ed
assaggiare l’uva quasi matura dalla pianta, per poi ritrovarsi a
degustare i Vini prodotti negli anni addietro da quelle stesse viti.
in cantina, specie in questo periodo, di poter partire dalla vigna ed
assaggiare l’uva quasi matura dalla pianta, per poi ritrovarsi a
degustare i Vini prodotti negli anni addietro da quelle stesse viti.
E’ proprio così che è andata, dalla
vigna al bicchiere, dall’uva al Vino, attraverso una degustazione dei
sei Vini prodotti dall’azienda di cui tre in blend e tre in purezza.
vigna al bicchiere, dall’uva al Vino, attraverso una degustazione dei
sei Vini prodotti dall’azienda di cui tre in blend e tre in purezza.
Tre Vini, i primi, molto piacevoli e
ben ponderati, che spaziano dall’uvaggio dal carattere più
internazionale (l’Olmata) che non rinuncia ad un tocco di distintiva
toscanità, al Montescudaio Doc (il Montaleo) che grazie alla preponderante
presenza di sangiovese parla un dialetto toscano comprensibile a
tutti fino ad un Vermentino (il Blumea) che sembra voler rivendicare
la grande vicinanza, in linea d’aria, dal mar Tirreno.
ben ponderati, che spaziano dall’uvaggio dal carattere più
internazionale (l’Olmata) che non rinuncia ad un tocco di distintiva
toscanità, al Montescudaio Doc (il Montaleo) che grazie alla preponderante
presenza di sangiovese parla un dialetto toscano comprensibile a
tutti fino ad un Vermentino (il Blumea) che sembra voler rivendicare
la grande vicinanza, in linea d’aria, dal mar Tirreno.
Di certo tre assaggi in grado di
avvinare palato ed animo in attesa delle tre espressioni in purezza,
che a prescindere dal varietale autoctono o meno, puntano tutto
sull’espressività di questo terroir.
avvinare palato ed animo in attesa delle tre espressioni in purezza,
che a prescindere dal varietale autoctono o meno, puntano tutto
sull’espressività di questo terroir.
Principe Guerriero IGT Toscana 2012-2006:
con un nome importante, che vuole onorare il ritrovamento della tomba
di un vero e proprio principe guerriero etrusco, che vantava nel suo
corredo funebre quello che nell’azienda chiamano simpaticamente “kit
da degustazione”, in quanto composto da una brocca ed un calice e
tutto ciò che, di fatto, sembri testimoniare che già 3000 anni fa
venisse prodotto Vino e che quel Vino venisse considerato degno dei
principi.
con un nome importante, che vuole onorare il ritrovamento della tomba
di un vero e proprio principe guerriero etrusco, che vantava nel suo
corredo funebre quello che nell’azienda chiamano simpaticamente “kit
da degustazione”, in quanto composto da una brocca ed un calice e
tutto ciò che, di fatto, sembri testimoniare che già 3000 anni fa
venisse prodotto Vino e che quel Vino venisse considerato degno dei
principi.
In quanto al Vino, parliamo di
Sangiovese in purezza, che nella 2012 colpisce per la sua innata freschezza che ne esalta la profondità, un assaggio dalle sfumature ematiche e con un’evidente speziatura
naturale, che solo i grandi sangiovesi sanno tirar fuori. Un
equilibrio mai in bilico, giocato sulla commistione fra eleganza e
quel giusto tocco di sfrontatezza di chi sa di aver un potenziale
indiscutibile. La comparazione con la 2006 conferma un buon potenziale evolutivo sostenuto da freschezza e mineralità, con un tannino ancora percettibile, ma ingentilito dal tempo. Un vero e proprio estratto della storia, la passione
ed il territorio che fanno parte di questa cantina.
Sangiovese in purezza, che nella 2012 colpisce per la sua innata freschezza che ne esalta la profondità, un assaggio dalle sfumature ematiche e con un’evidente speziatura
naturale, che solo i grandi sangiovesi sanno tirar fuori. Un
equilibrio mai in bilico, giocato sulla commistione fra eleganza e
quel giusto tocco di sfrontatezza di chi sa di aver un potenziale
indiscutibile. La comparazione con la 2006 conferma un buon potenziale evolutivo sostenuto da freschezza e mineralità, con un tannino ancora percettibile, ma ingentilito dal tempo. Un vero e proprio estratto della storia, la passione
ed il territorio che fanno parte di questa cantina.
Se il principe avesse avuto
l’opportunità di assaggiarlo converrebbe con me riguardo la bontà
di questo Vino.
l’opportunità di assaggiarlo converrebbe con me riguardo la bontà
di questo Vino.
Casalvecchio IGT Toscana 2012-2006: un cabernet sauvignon puro e semplice? Potrebbe sembrare così, data la sua congrua espressione del varietale, ma è dietro la semplicità che, spesso, specie nel Vino, si nasconde la più sincera eleganza. Un inno ad un vitigno che sembra dare il meglio di sé là dove non manchi quel pizzico di sofferenza che lo faccia attingere a tutte le sue forze, senza, però, eccedere in prepotenza. Pulito e preciso, ma capace di mostrare la sua nobiltà nella sua evoluzione da lì a 6 anni, rendendo quella che appariva essere “semplice” precisione stilistica, in un tocco di classe, una pennellata d’autore intrisa dei colori della terra e del mare, delle verdi colline e delle non lontane saline.
Casa Nocera IGT Toscana 2012-2006: il merlot, vitigno “autoctonizzato” in questa parte di Alta Toscana, in quanto divenuto un vitigno immancabile, da anni, nelle vigne di molte delle aziende dell’areale, offre con questo Vino un’espressione sincera e piena del territorio e del varietale. Un modo di interpretare le uve molto rispettoso, che mira a farne emergere sfaccettature non scontate e benché meno didattiche, seppur custodite in un ligneo caldo abbraccio, teso ad aprirsi in maturità trasformandosi in un invito alla libertà espressiva. Un percorso intrigante, che spinge al riassaggio, incuriosisce come a volerne scovare i segreti, celati dietro un’apparente iniziale timidezza, che poi volge alla chiarezza.
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6 cuori alla cantina, che merita per storia, passione e rispetto, nonché per l’ottima qualità dei Vini. Una visita carica di emozioni e sensazioni più positive. |
Come prima tappa di questo mio ennesimo viaggio dove mi porta il Vino posso essere più che soddisfatto, in quanto ho avuto modo di conoscere una realtà che fa della passione e del rispetto i propri caratteri distintivi in un territorio davvero meritevole di sguardi, battiti di cuore e grandi sospiri calice in mano e occhi rivolti all’orizzonte.
F.S.R.
#WineIsSharing
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