L’acquisto di Vino non è di certo assimilabile alle più comuni tipologie di shopping. Quando andiamo a comprare un capo d’abbigliamento ci affidiamo alla moda, al nostro gusto estetico e l’unica cosa che dobbiamo premurarci di leggere in etichetta è la taglia, sempre che non si sia ancora attenti al made in Italy; quando acquistiamo uno smartphone ci facciamo condizionare volutamente dalla pubblicità, dall’importanza del brand e dallo status symbol che quell’oggetto ha creato intorno ad esso ed al massimo chiediamo qualche specifica tecnica, che spesso non siamo in grado di comprendere completamente o, ancor peggio, ci illudiamo di capire, vedi con i pixel della fotocamera.
Tutte quelle etichette dicono tutto e niente, rendono un neofita spaesato ed addirittura intimorito. La buona notizia è che non è necessario sapere tutto al momento dell’acquisto di vino, hai solo bisogno di sapere quali domande porre, per poi acquisire con il tempo una consapevolezza che renda tutto più agevole.
Anche se comprare vino in un’enoteca possa mettere un neofita a disagio, la maggior parte delle persone che aprono un’enoteca, oltre al business, amano davvero il vino, quindi saranno più che felici di condividere con voi passione e cultura, senza pregiudizi e senza guardarvi dall’alto in basso. Per questo, per chi non ha la possibilità di recarsi ad acquistare Vino sempre e solo in cantina, il consiglio è quello di rivolgersi ad un’enoteca o, al limite, cercare uno dei supermercato in cui è previsto un responsabile con il quale confrontarsi, nel reparto Vino (spesso sono sommelier).
Sia chiaro, il 99% degli italiani acquista Vino in GDO durante la normale spesa casalinga e lungi da me imporre dogmi fondati su un’ipocrisia di base che dovrebbe vedermi desiderare che tutti si fiondino ad acquistare Vino solo in Cantina ed in enoteca, ma per quelle persone poche o tante che siano, che amano il Vino o anche solo che amino la ricerca enogastronomica sempre o ogni tanto, ci sono pochissime regole che secondo me possano aiutare nell’acquisto.
Parlo di domande che potreste rivolgere al referente dell’enoteca:
- A me piacerebbe un Vino: rosso morbido? Bianco secco?
Per quanto neofiti siate solo voi potete conoscere il vostro palato e ciò che di più vi aggradi in termini organolettici, quindi non temete di sbagliare descrittori o di essere troppo poco dettagliati, dite semplicemente ciò che pensate possa essere nelle vostre corde, riportando alla mente ciò che avete già assaggiato. Un consiglio… se vi state rendendo conto che il vostro palato, specie se agli inizi del vostro percorso di winelover, è più orientato verso Vini più piacioni, morbidi, a tendenza dolce, con naso molto fruttato, provate a passare gradualmente a Vini più complessi, equilibrati ed asciutti, magari dello stesso varietale o della stessa denominazione in modo da poter evolvere il vostro palato. Un po’ come accade per il gusto di interi paesi “nuovi al Vino”, il gusto comune è solitamente spostato verso Vini più semplici e diretti, spesso anche sbilanciati verso la morbidezza, con poca freschezza e praticamente privi astringenza tannica, almeno agli inizi. Il rischio se non si provi a cambiare strada è di non passare mai allo step successivo ed il cervello umano ama crogiuolarsi nel dolce, quindi, mi raccomando… Stay thirsty! Stay curious!
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Cosa mi consiglia con questo piatto?
Per quanto io (e molti altri ormai) non creda molto nell’abbinamento Vino-Cibo come disciplina logica ed anzi ami testare e sperimentare accostamenti quanto meno rischiosi per le consuete dinamiche di wine pairing, è pur vero che il Vino è fatto stare e tornare sulle nostre tavole, specie in Italia e quindi per affiancarsi alla cucina nostrana. Quindi nulla di più utile e semplice di chiedere all’enotecaro o al sommelier che vi troverete di fronte quale Vino possa star meglio con… magari cercando di farvi dare più opzioni sia in termini di prezzo che in termini di tipologia, in quanto non esiste un solo abbinamento per un solo piatto, bensì esistono almeno 3 strade da seguire concordanza, contrasto e territorio (per quanto io creda di più nell’abbinamento emozionale), nelle quali sono inglobate centinaia di etichette. Aprite la mente e non commettete l’errore di pensare che, ad esempio, l’abbinamento fra un metodo classico importante (vedi champagne, ma meglio se italiano) e la pizza possa risultare improprio per via del concetto, errato, che abbiamo noi italiani del giudicare la pizza come un piatto povero, di poco conto, che non meriti l’abbinamento con vino importanti. Gli abbinamenti più goduriosi in Italia sono proprio quelli fra i piatti più “poveri” (da noi! Ordinate una pizza in Svizzera o a Londra! Poi ne riparliamo…) e semplice, ma capaci di enfatizzare la qualità della preparazione e delle materie prime, e Vini di alto profilo.
- Il Vino che ti ha colpito di più ultimamente?
Chi ha un’enoteca è abituato ad assaggiare Vini costantemente e (salvo rare eccezioni) cerca di inserire nella propria proposta novità frutto di viaggi, curiosità ed incontri enoici con tanto di assaggio fatti magari ad eventi quali il Vinitaly ed altre manifestazioni più piccole, ma ugualmente utili. Quindi chiedere quali siano i Vini che ultimamente hanno stupito qualcuno che assaggi molti, creerà subito empatia e vi porterà a scoprire qualcosa di sicuramente interessante, per quanto il vostro gusto possa essere completamente differente da quello di altri. Proprio per questo, però, potrete chiedere di assaggiare qualche opzione, tra i Vini arrivati in enoteca da poco, magari già pronti per l’assaggio e vedrete che sarà semplice scegliere facendo una breve degustazione comparativa.
- Vorrei spendere 10€? 15€? 20€? Il vostro budget insomma…
Da quando scrivo di Vino non ho mai parlato di prezzi, in quanto in degustazione è un dettaglio che può influenzare negativamente, ma al momento dell’acquisto, è sicuramente un fattore fondamentale quello di rispettare il proprio budget. Quindi è ancor più importante cercare di trovare l’espressione più vicina al proprio gusto e/o alla qualità in quella fascia di prezzo. In Italia abbiamo la fortuna di poter bere molto bene già da cifre abbordabili intono ai 10/15€, specie per quanto concerne i bianchi, quindi non pensate di fare la figura di quelli col braccino corto, la maggior parte dei Vini italiani finisce a scaffale proprio in quella fascia (in enoteca ovviamente) e ricordare che siete già entrati in una boutique e non nell’outlet della situazione, quindi dovreste partire (sempre con le eccezioni del caso) da uno standard più alto della GDO.
In questo caso, oltre a chiedere all’enotecaro, è doveroso dirvi che l’aiuto primario potrà venire dal web, grazie a google e ad App come Vivino, potrete capire in modo veloce se quel Vino sia nella fascia di prezzo ad esso congrua e se possa rientrare nel vostro range di gusto.
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Premuratevi, sempre grazie al vostro fido smartphone di controllare se i Vini presenti sugli scaffali siano distribuiti anche in GDO, perché sarebbe inutile pagare un Vino che potreste trovare al supermercato il doppio, solo perché acquistato in enoteca. L’enoteca seria e rispettosa non propone mai Vini presenti in grande distribuzione, bensì effettuano una ricerca che possa portare allo sviluppo di un portfolio di cantine ed etichette che possano rendere il proprio negozio un riferimento se si vogliano trovare quelle specifiche referenze, in modo da fidelizzare il cliente. Ovviamente, accanto a queste etichette non preoccupatevi se doveste vedere i “soliti nomi”, una proposta trasversale può accogliere anche etichette molto note, proprio per poter assecondare le esigenze di ognuno.
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Cercate di instaurare un rapporto empatico con l’enotecaro, poiché potrà essere un rifermento di fiducia e non è nel suo interesse vendervi fumo. Lo è invece cercare una fidelizzazione basata su un percorso di crescita comune, che non veda l’enoteca solo come un negozio nel quale acquistare bottiglie di Vino, ma più come un luogo nel quale apprendere di più sul mondo del Vino in genere, sulle varie Cantine e soprattutto sui territori del Vino, con la possibilità di partire da chiacchierate con i responsabili dell’enoteca per poi iniziare coi vostri viaggi enoici e passare ad integrare i vostri acquisti, con l’acquisto diretto in Cantina.
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Non diffidate dell’enoteca online, spesso è sicura tanto quanto quella fisica e può farvi risparmiare tempo e denaro, avendo l’opportunità di confrontare all’istante proposte e prezzi di vari wineshop sul web. In alcuni casi è anche possibile “dialogare” direttamente, seppur virtualmente, con i referenti dell’enoteca, nonché attingere a delle note didattiche ed informative riguardanti tecnica di degustazione, tipologie di Vino e territori.
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Evitate l’errore classico di pensare che il Vino più vecchio debba valere necessariamente di più e che faccia più effetto, specie per un regalo. Magari per qualche neofita sarà così, ma siate consci che ogni annata è diversa, ogni cantina è diversa, ogni vitigno è diverso e la capacità di invecchiamento di ciascun Vino è notevolmente soggettiva, specie per Vini che spesso non vengono conservati in maniera ottimale. Quindi, se volete fare un regalo ad effetto andando indietro di qualche anno, premuratevi di chiedere (o di informarvi da soli) le specifiche di quel Vino per quell’annata o andate diretti su Vini che vantano in genere maggior longevità e magari escono già dopo diversi anni dalla cantina (Amarone, Barolo e Brunello ad esempio).
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Non pensate che i Vini francesi valgano più di quelli italiani a priori! La Francia ha un ventaglio di prezzi davvero enorme, specie per le grandi denominazioni, che ormai sono più dei veri e propri brand. Esistono champagne, bordeaux e sauternes acquistabili online a qualsiasi prezzo, quindi, anche in questo caso, premuratevi di controllare se effettivamente quella referenza possa costare così tanto. Non fermatevi alla cantina ed alla tipologia di Vino quando vi trovate di fronte a Vini stranieri ed ancor più ai francesi e controllate bene la denominazione e la classificazione, potrebbero esserci differenze di centinaia di euro anche per lo stesso Vino o per classificazioni diverse (es: premier cru e grand cru).
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Per quanto riguarda l’Italia, sarebbe inutile dirvi di guardar bene l’etichetta, non troverete molto e potrebbe essere fuorviante, ciò che conta è chiedere e cercare di crearsi una propria capacità di discernere di acquisto in acquisto, di chiacchierata in chiacchierata, ma soprattutto di assaggio in assaggio, in quanto il Vino che vale di più e per il quale potrete sempre andare sul sicuro sarà semplicemente quello che saprà toccare con più enfasi le corde del vostro gusto e del vostro cuore.
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Bio o non bio? Mentre negli States il “bio” nel Vino sembra essere quasi un elemento denigratorio, in Italia siamo disposti a spendere fino al doppio per un prodotto che rechi in etichetta il loghino della certificazione biologica o biodinamica. Bene, ma ci tengo a precisare che quel loghino ci dica “solo” che l’azienda sia certificata bio, che per quanto rappresenti un punto di partenza per sapere quanto meno che non sia stato usato diserbo chimico (glifosato), oltre a fitofarmaci di sintesi e particolari concimi chimici, non equivale a determinarne la qualità assoluta. Dipende quindi dalla vostre etica e dal vostro pensiero a riguardo, ma questo non esclude che molte altre aziende non operino in egual modo, se non migliore, senza però riportare il logo in etichetta. Per questo il mio consiglio è quello di informarsi e di verificare, anche semplicemente online, come lavori effettivamente l’azienda. Oggi trovate la maggior parte dei produttori medio-piccoli sui social e questo è un vantaggio che i winelovers di qualche anno fa non avevano! Quindi entrate in contatto con loro e, magari, chiedete loro anche a quale enoteca, più vicina a voi, riferirvi per l’acquisto dei sui Vini in caso non effettui vendita diretta.
Perché vi sto consigliando “come e dove comprare Vino”?
Questo articolo è emerso da una chiacchierata informale con amici più che neofiti che hanno chiesto a me come e dove comprare vino senza rischiare di prendere cantonate, quindi è scritto volutamente con la dovuta leggerezza e senza un’eccessivo approfondimento tecnico, che sarebbe risultato inutile ai fini di un’utilità di massa e credo che sia compito di chi comunichi il vino, anche, se non soprattutto, riferirsi a chi non necessariamente sappia di vino, ma magari abbia tutte le carte in regola per diventarne appassionato. Purtroppo, io per primo, mi rendo conto di quanto sia, sin troppo spesso, elitario e poco inclusivo il modo di comunicare il vino da parte di chi per passione o professione abbia una maggior dimestichezza con il mondo enoico e con le terminologie tecniche ed è per questo che da anni ormai cerco di spostare l’attenzione sul wine storytelling e su un modo di parlare di vino meno complesso e più accessibile a tutti.
Dimenticavo… non sarebbe male iniziare a seguire qualche wine blog italiano e/o straniero per maturare una approccio al Vino più consapevole, ma se state leggendo questo articolo, vuol dire che siete già avanti in questo senso!
F.S.R.
#WineIsSharing
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