Il Durello dei Monti Lessini – Vitigno e territorio perfetti per la spumantizzazione

Negli ultimi anni, in Italia, si sta assistendo ad un notevole incremento della spumantizzazione e, parallelamente alle produzioni più note e importanti in termini commerciali e di massa critica, stanno emergendo piccole realtà molto interessanti. Se è vero, quindi, che questa tendenza alla spumantizzazione in ogni areale con “ogni” vitigno – spesso, non così idonei alla produzione di queste tipologie di vini – sta portando alla produzione di vini non sempre qualitativamente interessanti, è pur vero che mai come in questi ultimi anni si sono manifestate le condizioni ideali per far emergere la qualità degli spumanti prodotti in areali storicamente dediti alla produzione di vini metodo Martinotti e metodo classico.

durello spumante
E’ proprio per fare chiarezza in questo “mare magnum” con le bollicine che quest’anno mi sto dedicando a dei focus orientati verso selezioni particolari e fra queste spicca quella dedicata ai vini spumanti e rifermentati in bottiglia da vitigni autoctoni. Durante i miei viaggi ho avuto modo di tornare in molti areali a me già noti ma con un punto di vista differente, data l’oggetto della mia ricerca. Tra questi areali, però, ce n’è uno che mi ha colpito particolarmente in quanto a vocazione pedoclimatica del territorio e per la predisposizione del varietale ivi allevato alla spumantizzazione. Parlo dei Monti Lessini e dell’uva Durella dalla quale si producono da anni spumanti metodo classico e metodo Martinotti chiamati genericamente “Durello”.
durello metodo classico
Il Durello – nel corso dell’articolo vi parlerò delle denominazioni che trovate attualmente in etichetta e di quelle che troverete a breve alla luce dell’ultimo cambio di disciplinare – è, senza dubbio, lo spumante da vitigno autoctono che ha destato maggiormente il mio interesse negli ultimi anni, rispecchiando in toto ciò che mi aspetto da una “bollicina”: freschezza, armonia e finezza alle quali si aggiunge un buon potenziale evolutivo.

A livello ampelografico siamo difronte ad un vitigno, la Durella, dotato di un’attitudine innata alla spumantizzazione in quanto capace di mantenere un livello di acidità totale (e in particolare di malico) altissimo anche a piena maturazione pur trattandosi di una varietà con un’epoca di racconta semi-tardiva (non è raro vedere ancora i grappoli appesi nelle pergole dei vigneti più alti della denominazione che oltrepassano i 600m slm ad ottobre inoltrato).
Questa possibilità di portare in cantina uve mature, con acidità che arrivano a toccare gli 11 g/l in alcuni casi, è fondamentale in quanto la Durella è un’uva dalla buccia abbastanza spessa e coriacea, con una buona dotazione tannica che in caso di raccolte premature rischierebbe di conferire note verdi e amare al vino ottenuto.
Se l’acidità è la dote primaria per ottenere una buona base spumante è altrettanto importante avere una buona struttura che permetta al vino di maturare al meglio sur lies e di evolvere altrettanto positivamente una volta effettuata la sboccatura dei metodo classico o l’imbottigliamento in caso dei Martinotti.
Una struttura che non deve essere alcolica, ma che può costituirsi attorno alla spina acida attraverso un buon estratto secco e in particolare una notevole componente minerale.
A conferire questo insieme di peculiarità e specificità agli spumanti base Durello è, indipendentemente dalle valutazioni della singola annata, il terreno per lo più di origine basaltica (quindi vulcanico) nel quale affondano le radici le viti di Durella.
Pendenze e altitudini con le relative forti escursioni termiche fanno il resto in termini di espressività aromatica: la Durella non ha una grande dotazione di precursori aromatici, eppure grazie a queste particolari concomitante pedoclimatiche e agronomiche, unitamente ad attente vinificazioni, riesce ad arricchirsi di profumi molto caratteristici in cui frutto, fiore e note marcatamente minerali danzano all’unisono.
“Uno spumante giovane e alternativo: stuzzicante, dinamico, mai scontato, con un carattere vulcanico che lo rende unico al mondo.”
zonazione durello monti lessini
In queste alte vallate situate tra le province di Verona e Vicenza la Durella da il meglio di sé, affondando le radici in terreni, ad Est, prevalentemente originati da prodotti vulcanici terziari con tessiture medie in superficie e più fini in profondità, non calcarei, con moderata disponibilità di acqua per le radici delle piante. Mentre nel resto dell’areale sono presenti (soprattutto nelle zone Mazzasetti e Sabbadori) anche suoli formatisi su substrato calcareo, a tessitura media, estremamente calcarei, moderatamente alcalini, con roccia calcarea compatta a partire da 50-80 cm di profondità.
Interessante è il lavoro di zonazione fatto dal consorzio del Durello che ha portato all’identificazione di 15 “cru”:
Val Leogra
Monte di Malo
Trissino
Vestenanova
Cattignano
San Giovanni
Madarosa
Calvarina
Piani
Duello
Brenton
Santa Margherita
Agugliana
Chiampo
Arzignano

Non mi stupirei di trovare le UGA (unità geografiche aggiunte) in etichetta nei prossimi anni, al fine di dare ancor più identità territoriale ai singoli vini. Di certo sarebbe un messaggio importante nei confronti dei media, dei mercati e anche delle altre denominazioni.
Per quanto concerne il disciplinare di produzione, attualmente, il Durello spumante prevede un uvaggio o un taglio con un minimo di 85% di uva Durella, con possibili aggiunte di Chardonnay, Garganega, Pinot Bianco e Pinot Nero, ma molti dei produttori prediligono la purezza. Con la nuova modifica dei disciplinari di produzione le DOC sono diventate due:
  • Il Lessini Durello, cioè il metodo Martinotti (o charmat) ottenuto esclusivamente con la rifermentazione in autoclave.
  • Il Monti Lessini ottenuto da metodo classico con una permanenza sui lieviti per almeno 24 mesi; dai 36 mesi potrà fregiarsi della menzione riserva.
La volontà è quella di distinguere un vino più gioviale, fruttato, disinvolto come quello prodotto da metodo charmat da quello più elegante, strutturato, complesso e fine prodotto con metodo classico. Ciò che stupisce è la capacità della Durella di mantenere integre le proprie peculiarità varietali indipendentemente dai metodi, rendendo entrambi i vini molti riconoscibili per acidità e mineralità. Peculiarità che possono variare anche in base ai cloni e ai biotipi di Durella presenti nei vigneti, in alcuni casi, molto diversi fra loro.
uva durella cloni
In tema di biodiversità il piccolo areale dei Monti Lessini gode di grande integrità, con una buona presenza di boschi e prati, dove proliferano insetti predatori e impollinatori, nonché microrganismi indigeni che vivono in simbiosi con le piante. Elementi
sempre più importanti per la salute del vigneto.

monti lessini areale vigne

Ho potuto valutare personalmente le caratteristiche territoriali e le specifiche varietali di cui sopra durante i miei tour nell’areale culminati qualche settimana fa con una vera e propria full immersion. Una serie di escursioni in vigna, visite in cantina, assaggi da vasca e bottiglia che, unitamente agli incontri di confronto con i produttori, mi hanno permesso di maturare un’ancor più solida convinzione riguardo la qualità del Durello e la sua unicità.

consorzio durello soave

Dalla lungimiranza e la tradizione di cantine pioniere come Casa Cecchin e Fongaro alla nouvelle vague di Tonello, Sacramundi, Tirapelle passando per interpretazioni distintive e ricercate come quelle dei vini di Bellaguardia, senza dimenticare l’apporto di realtà dedite alla produzione di  grandi vini bianchi fermi nei contingenti areali di Soave e Gambellara come Fattori, Sandro De Bruno, Gianni Tessari e Dal Maso.

cantine durello spumante

Se le piccole realtà stanno lavorando davvero di cesello, crescendo di anno in anno nella qualità e nei numeri (passando gradualmente dal Martinotti al Metodo Classico) le cantine cooperative come Cantina del Soave, Cantina di Monteforte e Cantina Vitevis hanno dimostrato di credere nel Durello e il loro apporto sarà fondamentale – purché si mantenga alta la qualità e si porti avanti una politica commerciale di valorizzazione del Durello – nel raggiungimento di una massa critica tale da poter far conoscere questo territorio e gli spumanti ivi prodotti in Italia e all’estero. Questo è lo step fondamentale per il Durello che vede oggi la propria regione d’appartenenza come principale mercato di riferimento.

metodo classico durell

Il Durello nelle due versioni Lessini Durello e Monti Lessini si sta giocando le sue carte e sono convinto che nei prossimi anni saprà ritagliarsi un ruolo di primaria importanza come nicchia d’eccellenza nel panorama spumantistico italiano e internazionale. Un ulteriore vantaggio è, senza tema di smentita, la possibilità impiantare ancora qualche ettaro di Durella in zone altamente vocate, il tutto mantenendo rese contenute (nonostante la generosità della pianta), alta qualità nella conduzione agronomica e altrettanto rispetto nell’approccio enologico.
In un’era in cui molti utilizzano in maniera impropria descrittori come “acido”, “fresco”,  verticale, “minerale” e “vulcanico” gli spumanti base Durella possono vantare una predisposizione naturale a soddisfare questi requisiti tanto amati e ricercati dai palati contemporanei.

produttori cantine durello

Il mio invito è quello a visitare l’areale dei Monti Lessini, andando a trovare alcuni dei produttori di Durello, al fine di rendervi conto della qualità dei vini che si stanno producendo in questa zona e del raro connubio fra tradizione e modernità che questi spumanti riescono a mostrare dalla vigna al bicchiere.

 
F.S.R:
#WineIsSharing




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