La Colombera – La forza della famiglia, la vocazione dei Colli Tortonesi, l’identità del Timorasso e non solo..!

L’Italia del vino è fatta di corsi e ricorsi storici e questo e capita, sovente, che alcuni varietali presumibilmente dimenticati tornino in auge grazie all’opera di rivalorizzazione dei vini da essi prodotti che pochi visionari produttori portano avanti con grande dedizione. 
Una delle più luminose fra queste storie di riscoperta è, senza tema di smentita, quella del Timorasso, vitigno autoctono, a bacca bianca, della provincia di Alessandria. I territori di riferimento sono principalmente: Valli Curone, Grue, Ossona e Val Borbera.
elisa semino timorasso 
Pur essendo uno dei vitigni e dei vini più apprezzati in passato, dobbiamo attendere fino agli anni ’80 e ancor più ai successivi anni ’90 per vedere qualche nuovo appezzamento di Timorasso e una crescente volontà di ridare lustro a questo grande vino bianco piemontese da parte di un piccolo manipolo di vignaioli del territorio capitanati da Walter Massa.
colli tortonesi vigne timorasso
Fonte: https://www.terrederthona.it
Con buone probabilità il Timorasso era stato messo da parte in favore di varietà più “semplici da coltivare” e più costanti in termini di produttività, in quanto il vitigno in questione è decisamente incostante e ha una produttività mai eccessiva. Positiva, invece, la sua buona resistenza alle principali patologie della vite.
Faccio questa premessa perché il mio ultimo viaggio nei Colli Tortonesi aveva come focus proprio il Timorasso e per approfondire ulteriormente la mia conoscenza del territorio e del varietale ho scelto di partire dall’azienda La Colombera di Elisa Semino, giovane vignaiola di una storia realtà della zona.
Un’azienda agricola fondata nel lontano 1937 dai nonni di Elisa, preceduta da suo padre Piercarlo per diversi lustri.
colli tortonesi areale
Elisa arriva in cantina nel 1997, fresca di laurea in enologia e vogliosa di alzare l’asticella aziendale puntando sempre di più alla produzione di vino di alta qualità. Un percorso arduo ma il passaggio dall’essere la principessa del Timorasso a diventarne la regina non è poi stato così lungo.
La Colombera elisa semino timorasso
Oggi La Colombera dispone di più di 20ha di vigneto, interamente dedicati a vitigni autoctoni: un anfiteatro naturale affacciato sulla pianura di Tortona. I terreni sono principalmente argillosi con alcune lenti particolarmente ricche di calcare grazie alla locale marna di Sant’Agata, una formazione gessosa capace di donare eleganza e finezza ai vini. Interessante l’approfondimento che ho avuto modo di fare con l’agronomo Davide Ferrarese, durante la nostra perlustrazione in vigna.
vigne la colombera
Rispetto alle altre zone del Tortonese, la zona di Vho, in cui si trova l’azienda, il microclima è più caldo e asciutto, tanto che le vendemmie sono, solitamente, anticipate.
Nonostante la produzione de La Colombera sia particolarmente dedicata ai rossi (da uve Croatina, Barbera e Nibiò) è stato propri il Timorasso a farmela conoscere e a spingermi fino ai suoi vigneti, alla sua cantina e, addirittura, a casa sua per assaggiare insieme alla sua splendida famiglia in piena convivialità.
Proprio per questo ho deciso di soffermarmi particolarmente sui due Timorasso prodotti da Elisa:
timorasso derthona il montino la colombera vini

Derthona Colli Tortonesi Doc Timorasso 2018 – La Colombera: l’equilibrata e ponderata sintesi dei vigneti di Timorasso dell’azienda. Un vino dal varietale integro, concreto, maturo quanto basta per apprezzarne la polpa del frutto avvolta da fiori bianchi, agrumi e una solare nota di miele d’acacia che rende ancor più ricco il profilo olfattivo, senza risultare eccessivo. Il sorso è pieno all’ingresso ma sa distendersi con buona disinvoltura e la spinta acida è fondamentale per dare il giusto slancio ad una materia importante. La chiusura è decisamente sapida. Un Timorasso di sostanza che non rinuncia all’eleganza e alla dinamica di beva nonostante la buona struttura, comunque inferiore in questa annata a
quelle delle due precedenti (2017 e 2016, più strutturate ma al contempo molto interessanti per l’evoluzione che stanno avendo in bottiglia, con la 2017 in particolare che sta virando verso l’idrocarburo mantenendo ancora una forte identità varietale nel frutto e nella spiccata sapidità finale). Nonostante la zona non sia delle più fresche, in ogni annata, Elisa riesce a tirar fuori dal Timorasso la sua innata attitudine alla beva, grazie ad una percezione di freschezza minerale che stimola la dinamica e da slancio a prescindere dall’acidità, comunque sempre buona.

Il Montino Colli Tortonesi Doc Timorasso 2018 – La Colombera: il “cru” dell’azienda, frutto di una selezione accurata delle uve di un unico vigneto a 250m slm particolarmente vocato. Il risultato nell’annata 2018 è un Timorasso forte, fiero, solare. Un naso ricco nel frutto ma reso più fresco e gentile da fiori e folate balsamiche, a tratti di erbe aromatiche. Intenso il sorso che fa apprezzare una struttura completa con il corpo dell’alcol, lo scheletro minerale e la vena acida in esemplare equilibrio. Il finale è sempre sapido e ancor più lungo in questo caso.
L’evoluzione in bottiglia può solo far bene tanto che, da sempre, annovero il Montino tra quei vini che spero di “dimenticare” in cantina per poi ricordarmi di averne ancora una bottiglia dopo almeno un lustro. Il problema è che difficilmente riesco a non stapparlo prima tanto è piacevole e intrigante anche nei suoi primi anni di vita.

rossi vini la colombera

Sia chiaro, La Colombera è una di quelle realtà capaci di dare giusta attenzione e rispetto sia ai bianchi che ai rossi con punte d’eccellenza nella Barbera (potente ma armonica “Elisa” più slanciata e saporita la Vegia Rampana) e la Croatina (intrigante, materica e profonda la “Romba”).

alice moscato secco colombera

Eppure, la vera e propria sorpresa per me che da anni porto avanti studi e approfondimenti sui precursori terpenici è stata “Alice”, un Moscato Secco molto garbato nell’esposizione aromatica e fresco e sapido alla sorso. Da assaggiare!

Una cantina quella di Elisa Semino che guarda avanti senza dimenticare le origini della propria azienda agricola e del proprio territorio, cercando di dare il giusto spazio a tutti i varietali locali rispettandone a pieno l’identità con un’interpretazione accorta e mai invasiva.

F.S.R.

#WineIsSharing

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