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Fonte: https://www.terrederthona.it |
Derthona Colli Tortonesi Doc Timorasso 2018 – La Colombera: l’equilibrata e ponderata sintesi dei vigneti di Timorasso dell’azienda. Un vino dal varietale integro, concreto, maturo quanto basta per apprezzarne la polpa del frutto avvolta da fiori bianchi, agrumi e una solare nota di miele d’acacia che rende ancor più ricco il profilo olfattivo, senza risultare eccessivo. Il sorso è pieno all’ingresso ma sa distendersi con buona disinvoltura e la spinta acida è fondamentale per dare il giusto slancio ad una materia importante. La chiusura è decisamente sapida. Un Timorasso di sostanza che non rinuncia all’eleganza e alla dinamica di beva nonostante la buona struttura, comunque inferiore in questa annata a
quelle delle due precedenti (2017 e 2016, più strutturate ma al contempo molto interessanti per l’evoluzione che stanno avendo in bottiglia, con la 2017 in particolare che sta virando verso l’idrocarburo mantenendo ancora una forte identità varietale nel frutto e nella spiccata sapidità finale). Nonostante la zona non sia delle più fresche, in ogni annata, Elisa riesce a tirar fuori dal Timorasso la sua innata attitudine alla beva, grazie ad una percezione di freschezza minerale che stimola la dinamica e da slancio a prescindere dall’acidità, comunque sempre buona.
Il Montino Colli Tortonesi Doc Timorasso 2018 – La Colombera: il “cru” dell’azienda, frutto di una selezione accurata delle uve di un unico vigneto a 250m slm particolarmente vocato. Il risultato nell’annata 2018 è un Timorasso forte, fiero, solare. Un naso ricco nel frutto ma reso più fresco e gentile da fiori e folate balsamiche, a tratti di erbe aromatiche. Intenso il sorso che fa apprezzare una struttura completa con il corpo dell’alcol, lo scheletro minerale e la vena acida in esemplare equilibrio. Il finale è sempre sapido e ancor più lungo in questo caso.
L’evoluzione in bottiglia può solo far bene tanto che, da sempre, annovero il Montino tra quei vini che spero di “dimenticare” in cantina per poi ricordarmi di averne ancora una bottiglia dopo almeno un lustro. Il problema è che difficilmente riesco a non stapparlo prima tanto è piacevole e intrigante anche nei suoi primi anni di vita.
Sia chiaro, La Colombera è una di quelle realtà capaci di dare giusta attenzione e rispetto sia ai bianchi che ai rossi con punte d’eccellenza nella Barbera (potente ma armonica “Elisa” più slanciata e saporita la Vegia Rampana) e la Croatina (intrigante, materica e profonda la “Romba”).
Eppure, la vera e propria sorpresa per me che da anni porto avanti studi e approfondimenti sui precursori terpenici è stata “Alice”, un Moscato Secco molto garbato nell’esposizione aromatica e fresco e sapido alla sorso. Da assaggiare!
Una cantina quella di Elisa Semino che guarda avanti senza dimenticare le origini della propria azienda agricola e del proprio territorio, cercando di dare il giusto spazio a tutti i varietali locali rispettandone a pieno l’identità con un’interpretazione accorta e mai invasiva.
F.S.R.
#WineIsSharing
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