Nebbiolo Prima 2023 – I migliori vini Barolo 2019 e 2017 Riserva, Barbaresco 2020 e 2018 Riserva e Roero 2020 e 2019 Riserva in Anteprima e i report delle annate

Anteprima Nebbiolo Prima 2023 – Le selezioni dei migliori vini Barolo 2019 e 2017 Riserva, Barbaresco 2020 e 2018 Riserva e Roero 2020 e 2019 Riserva in degustazione e i report delle annate

Come di consueto, condivido con voi il report dell’esclusiva anteprima Nebbiolo Prima, svoltasi ad Alba pochi giorni fa.

Quest’anno, una ristretta selezione di media nazionali e internazionali, ha avuto l’opportunità di degustare e valutare le nuove annate dei vini delle principali denominazioni base Nebbiolo di Langhe e Roero e nello specifico: Barolo 2019 e Barolo Riserva 2017; Barbaresco 2020 e Barbaresco Riserva 2018, Roero 2020 e Roero Riserva 2019.

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Durante le 4 sessioni (ca. 300 campioni degustati) di assaggi rigorosamente alla cieca è emersa un’alta qualità media, al netto delle differenze fra denominazioni, annate e interpretazioni del singolo produttore. Per questo la mia ideale selezione di vini per questa edizione è stata definita secondo criteri di valutazione orientati al rispetto dei seguenti fattori:
espressività varietale: profilo organolettico coerente con le peculiarità varietali;

aderenza territoriale: riconducibilità alla denominazione, alle menzioni comunali e alle specifiche MeGA;

pulizia: palese nitidezza aromatica e pulizia di sorso;

equilibrio: capacità di esprimere un buon bilanciamento fra le parti (struttura, acidità, tannino);

profondità e lunghezza: affondo e persistenza del sorso;

texture: grado di polimerizzazione e tessitura del tannino;

dinamica di beva: agilità e ritmo del sorso;

potenziale di longevità: prospettiva di invecchiamento;

N.B.: va da sé che trattandosi di vini in anteprime e di sessioni d’assaggio molto prolungate, le seguenti selezioni sono da ritenersi relative alla percezione istantanea e allo stato momentaneo dei vini in degustazione. Questo non esclude in alcun modo la possibilità che alcuni dei vini presentati e non inseriti tra i “migliori” meritino una menzione in futuro.

Di seguito troverete i report delle annate in degustazione e le mie selezioni suddivise per denominazioni e tipologia.

Annata 2020 (Barbaresco Docg e Roero Docg)

Langhe (Barbaresco) – L’inverno non ha presentato particolari criticità ed è stato caratterizzato da temperature miti e poche precipitazioni, specialmente a carattere nevoso. La prima parte della primavera è stata relativamente asciutta e soleggiata, garantendo una ripresa vegetativa omogenea che è iniziata alla fine del mese di febbraio e si è conclusa, per le varietà più tardive, come il Nebbiolo, verso la seconda metà di marzo. I mesi di marzo ed aprile sono trascorsi all’insegna del bel tempo e delle temperature miti, con scarse precipitazioni, lasciando presagire, in prima battuta un’annata precoce. Questa previsione è però stata smentita nel mese di maggio, quando il clima instabile ha fatto registrare un numero considerevole di giorni piovosi, situazione che si è protratta fino a giugno inoltrato. Questo, da un lato ha determinato un rallentamento nello sviluppo vegetativo (esaurendo così il vantaggio accumulatosi all’inizio della primavera) e dall’altro ha consentito un importante accumulo idrico nel terreno, che unito alle temperature non eccessive dell’estate ha scongiurato fenomeni di stress idrico. Per quanto concerne la quantità, le produzioni sono state regolari e laddove si è evidenziata una maggior produttività l’equilibrio è stato ristabilito con un ponderato diradamento. In generale l’andamento climatico è stato ideale, con qualche difficoltà nella gestione agronomica evidenziatasi sul finire della primavera e dovuta agli attacchi fungini precoci per le piogge di maggio e giugno, fortunatamente non accompagnate da grandinate o altri eventi atmosferici rilevanti. Il Nebbiolo si è presentato alla raccolta in condizioni ottimali: le temperature notturne non eccessive hanno portato ad un rapido accumulo di polifenoli che si attestavano già su valori ottimi attorno alla metà di settembre. La crescita non è stata esponenziale ma costante così da arrivare a maturazione tecnologica, ovvero al tenore di zuccheri ottimale, tra la fine del mese di settembre e l’inizio del mese di ottobre. Anche dal punto di vista delle acidità il Nebbiolo non ha manifestato quel calo tipico delle annate calde caratterizzate da un ciclo abbastanza breve. Questo effetto può essere dovuto al vigore vegetativo iniziale causato dalla dotazione idrica abbondante con la quale è iniziata l’estate e che ha consentito alle viti di sviluppare al meglio la fisiologia produttiva.
In conclusione possiamo affermare, anche sulla base dei dati messi in evidenza dall’attività di monitoraggio della maturazione delle uve, di essere di fronte ad un’ottima annata, con punte di eccellenza specialmente sui vini da medio lungo invecchiamento che presentano caratteristiche ideali per raggiungere obiettivi enologici importati.

Roero – L’annata è iniziata all’insegna di un inverno senza particolari criticità, caratterizzato da temperature miti e poche precipitazioni, specialmente a carattere nevoso. La primavera è stata asciutta e soleggiata, ancora con temperature miti, lasciando presagire un’annata precoce. Dal mese di maggio fino a giugno inoltrato tuttavia si è registrato un numero considerevole di giorni piovosi, con un rallentamento nello sviluppo vegetativo e un accumulo idrico nel terreno. Per quanto riguarda il nebbiolo le alte temperature del mese di settembre ne hanno accelerato la maturazione, ma con una crescita costante, facendo raggiungere alle uve un tenore di zuccheri ottimale tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Il nebbiolo si è così presentato alla raccolta in condizioni ottimali: le temperature notturne non eccessive hanno infatti portato a un rapido accumulo di polifenoli, già su valori ottimi attorno alla metà di settembre, e anche dal punto di vista delle acidità non si è verificato il calo tipico delle annate calde caratterizzate da un ciclo abbastanza breve.

I MIGLIORI BARBARESCO DOCG 2020 ASSAGGIATI A NEBBIOLO PRIMA 2023

(67 vini in degustazione)

mega cru barbaresco mappa

Giacosa Carlo di Giacosa Mariagrazia – Montefico – Barbaresco Docg 2020: un’interpretazione armonica per equilibri strutturali e acidici. Fresco, netto e definito. Saporito in chiusura. Coerente.

Castello di Verduno – Barbaresco Docg 2020: nitido nell’approccio olfattivo, sorso integro ma in grado di distendersi con disinvoltura. Tannini fitti in via di rifinitura. Chiusa ematica. Classico.

Cortese Giuseppe – Rabajà – Barbaresco Docg 2020: legno ben dosato, frutto di opportuna maturità. Sorso fiero, cadenzato e trama tannica sfaccettata. Complesso.

Cascina Luisin – Basarin “Vecchie Viti” – Barbaresco Docg 2020: fine e di grande armonia al naso. Sorso completo, bilanciato, capace di coniugare la giusta materia a una buona spina acida. Tannini fitti e fini. Ematico in chiusura. Armonico.

Cascina Vano di Rivetti Bruno – Canova – Barbaresco Docg 2020: uno degli assaggi più convincenti del novero per nitidezza del frutto, finezza del fiore e leggiadria della spezia, con accenni iodati. Sorso teso e vibrante. Tannini cesellati e chiusura tra ferro e sale. Luminoso!

Pelissero Pasquale – Bricco San Giuliano – Barbaresco Docg 2020: intenso e nitido nell’espressività varietale al naso. Sorso ampio ma di buona dinamica. Tannini fitti e fini, chiusura lunga e saporita. Concreto.

Fontanabianca – Serraboella – Barbaresco Docg 2020: fresco, fine, croccante. Agile ma non esile. Slanciato ma capace di buon grip e buona persistenza ematica. Elegante.

Antichi Poderi dei Gallina di Francone Marco – Starderi – Barbaresco Docg 2020: naso che mostra personalità e una classicità ormai quasi del tutto perduta, di quelle giocate sul filo del rasoio. Sorso di buon equilibrio fra materia e acidità. Nessun particolare ostacolo tannico. Chiusura umami. Piacevole sorpresa.

Virna Borgogno – Montersino – Barbaresco Docg 2020: intenso, integro, ampio e profondo. Tra i più completi e sicuri nell’incedere. Tannini ben definiti e buona persistenza. Fiero.

Bel Colle – Pajorè – Barbaresco Docg 2020: introverso a primo naso, si apre con ponderata generosità in un naso di ottima armonia tra frutto, fiore e spezia, con accenni balsamici. Sorso equilibrato nelle forme, con tannini fitti e grande profondità. Buono davvero!

Piazzo comm. Armando di Piazzo Marina – Pajorè – Barbaresco Docg 2020: la ricerca estrema della precisione trascende l’esercizio di stile, permettendo a varietà e territorio di esprimersi con grande nitidezza. Sorso bilanciato, di buona definizione tannica e profondità da vendere. Preciso.

Ada Nada – “Elisa” Rombone – Barbaresco Docg 2020: maturità centrata, fine e fresco tra fiore e agrume. Sorso longilineo ma di buona tonicità. Tannini vividi e chiusura sanguigna. Ben fatto!

Considerazioni generali sull’annata 2020 per il Barbaresco

Dando per assunto che le valutazioni generali possono essere evinte, dal sottoscritto, “solo” dal report climatico, dagli assaggi da botte fatti durante l’affinamento di cantina in cantina e dal numero ristretto di vini degustati alla cieca in occasione di Nebbiolo Prima, la 2020 si mostra, per il Barbaresco, un’annata in linea con le aspettative. L’equilibrio fra materia e nerbo acido rappresenta un comun denominatore che solo raramente viene meno per eccessi di maturità. In linea di massima i Barbaresco 2020 si presentano già godibili ma non per questo mancheranno di longevità. Non mi piace parlare di annate “classiche” nell’era dei cambiamenti climatici ma, di certo, la 2020 si guadagna di diritto un posto fra le annate più armoniche del nuovo millennio, con picchi di eleganza non comuni e sempre più rari.

I MIGLIORI ROERO DOCG 2020 ASSAGGIATI A NEBBIOLO PRIMA 2023

(13 vini in degustazione)

mga cru roero cartina

Filippo Gallino – Licin – Roero Docg 2020: maturità opportuna, tra i più eleganti della batteria. Sorso integro e dinamico. Tannini soft e buona profondità. Garbato.

Malabaila di Canale – Bric Volta – Roero Docg 2020: fresco, generoso e gioviale al naso. Sorso agile e saporito. Tannini fini e buona persistenza saporita. Contemporaneo.

Benotti Rosavica – Roero Docg 2020: buona armonia olfattiva, derivante da un’accorta maturità del frutto. Sorso integro e ben definito. Lungo ed ematico il finale. Sicuro di sè.

Considerazioni generali sull’annata 2020 per il Roero

L’annata non sembra aver sortito incidenze negative sull’andamento qualitativo dei vini prodotti nel Roero con una buona qualità media, profilata in coerenza con l’andamento stagionale, ovvero palese equilibrio fra materia strutturale e slancio acido. La tipica finezza tannica di queste terre emerge, in particolar, modo in alcune espressioni dell’annata, meritevoli di menzione. In generale tutti gli assaggi hanno presentato una buona prontezza di riflessi che non preclude un’auspicabile prospettiva evolutiva sul breve e sul lungo termine, anche se continuo a credere che la forza di questo territorio risieda proprio nella maggior spigliatezza e finezza del Nebbiolo, che vede nell’agilità non un sinonimo di esilità o facilità, bensì di contemporaneità nella dinamica di beva.

Annata 2019 (Barolo Docg 2019 e Roero Docg Riserva 2019)

Langhe (Barolo): L’annata 2019 sarà ricordata per essersi sviluppata in modo decisamente più consueto della 2018. La campagna agraria è iniziata a rilento a causa del protrarsi della stagione invernale fino al mese di febbraio, con conseguente ritardo di quella primaverile, che ha portato a un periodo di piogge e basse temperature fino alla metà di marzo. Ciononostante, la ripresa vegetativa è stata regolare: le abbondanti piogge del mese di aprile hanno causato da un lato un avvio a rilento, ma dall’altro hanno portato un notevole accumulo idrico nel suolo, compensando anche le scarse precipitazioni invernali. Il tempo instabile con temperature medie non elevate è proseguito per tutto il mese di maggio confermando un posticipo di circa due settimane rispetto all’andamento vegetativo degli ultimi anni, ma in linea con un andamento più tradizionale. Le temperature alte del mese di giugno, unite alla disponibilità idrica del suolo, hanno creato le condizioni per un rapido sviluppo vegetativo e questo ha richiesto molta attenzione da parte di viticoltori per arginare eventuali problemi fitosanitari. Il periodo più caldo della stagione è stato registrato tra l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio, seguito da giorni in cui si sono viste temperature più miti alternate a eventi piovosi. Al termine del mese di luglio si è registrata la seconda ondata di calore dell’estate, terminata con eventi temporaleschi anche intensi, ma non dannosi per la vite; la parte restante della stagione estiva è trascorsa all’insegna di un clima mite con precipitazioni sporadiche e regolari che hanno impegnato i viticoltori nella conduzione del vigneto dal punto di vista sanitario. Il mese di settembre è iniziato con l’unico fenomeno grandinigeno registrato in Langa: il 5 infatti si è abbattuto sull’areale il temporale più intenso della stagione con annessa grandine, che ha causato danni anche ingenti su porzioni di territorio limitati. Il danno è stato pesante ma fortunatamente, da un punto di vista di territorio, abbastanza circoscritto a due aree sulle colline attorno alla città di Alba lasciando fuori il grosso delle aree di Barolo, Barbaresco e del Roero.
Per tutte le varietà e di conseguenza tutte le denominazioni è stato riscontrato un lieve calo di produzione a beneficio della qualità e dell’equilibrio. Il Nebbiolo è stato vendemmiato nella seconda parte del mese di ottobre e i suoi parametri analitici si presentano “classici”, ovvero buon tenore zuccherino e ottimo quadro polifenolico adatto ad assicurare vini di struttura con potenziali di invecchiamento molto alti. In particolar modo si nota un alto accumulo di antociani e quindi si attendono vini dotati di un ottimo colore, soprattutto in considerazione delle sue caratteristiche genetiche. In conclusione l’annata che abbiamo portato in cantina la possiamo definire tradizionale, con una produzione di qualità nonostante il lieve calo quantitativo rispetto all’anno precedente.

Roero: la stagione invernale è stata particolarmente lunga, con basse temperature fino alla metà di marzo. Le abbondanti piogge del mese di aprile hanno causato un avvio a rilento, ma hanno portato un notevole accumulo idrico nel suolo, compensando le scarse precipitazioni invernali. Il tempo instabile, con temperature medie non elevate, è proseguito per tutto il mese di maggio, confermando un posticipo di circa due settimane rispetto all’andamento vegetativo degli ultimi anni, in linea con un andamento più tradizionale. Le temperature alte del mese di giugno, unite alla disponibilità idrica del suolo, hanno creato le condizioni per un rapido sviluppo vegetativo. Il periodo più caldo della stagione è stato registrato tra l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio, seguito da giorni con temperature più miti alternate ad alcune piogge. Al termine del mese di luglio si è registrata la seconda ondata di calore dell’estate, terminata con eventi temporaleschi, mentre il resto della stagione estiva è trascorso all’insegna di un clima mite con precipitazioni sporadiche e regolari, a parte una spiccata piovosità all’inizio del mese di settembre. Il nebbiolo è stato vendemmiato all’inizio del mese di ottobre e con parametri analitici “classici”: buon tenore zuccherino e un quadro polifenolico adatto ad assicurare vini di struttura con potenziali di invecchiamento molto alti. Un’annata che può quindi essere definita tradizionale, con una produzione di qualità e un lieve calo quantitativo rispetto all’anno precedente.

I MIGLIORI BAROLO DOCG 2019 ASSAGGIATI A NEBBIOLO PRIMA 2023

(204 vini in degustazione)

cru mga barolo mappa

Grimaldi Bruna – “Camilla” – Barolo Docg 2019: buona armonia di fondo, pulito, con una maturità di frutto ben ponderata e una buona finezza floreale. Sorso che entra ampio per poi distendersi con garbo e senza particolari ostacoli tannici. Ematico il finale. Raffinato.

Spirito Agricolo Ballarin – Tre Ciabot – Barolo Docg 2019: frutto fresco, fiore e spezia in palese armonia. Sorso di buona materia e nerbo. Tannini vividi e affondo saporito e persistente. Coeso.

Bel Colle – Monvigliero – Barolo Docg 2019: profilo olfattivo coerente e armonioso. Sorso bilanciato, con struttura e acidità che vibrano all’unisono. Tannini ancora leggermente indietro ben compensati da un finale carnoso da abbrivio all’inerzia di beva. Spiazzante.

Comm. G.B. Burlotto – Acclivi – Barolo Docg 2019: nitido, dal piglio classico, di quelli che danno subito l’idea di essere ancora agli albori delle propria prospettiva evolutiva. Sorso integro, di buona consistenza, ma non privo di dinamica. Tannini ben domati e buona profondità ematica. Ritorno al futuro.

Diego Morra – San Lorenzo di Verduno – Barolo Docg 2019: legno ben integrato, frutto, fiore e spezia lavorano coesi, circondati da lievi folate balsamiche. Sorso terso, netto, di grande equilibrio. Tannini fitti e chiusura tra ferro e sale. Dinamico.

Curto Marco – “La Foia” Arborina – Barolo Docg 2019: un naso che ricorda Baroli lontani eppure appare tra i più contemporanei, specie in un’annata in cui c’è una buona omogeneità espressiva e solo la personalità permette di spiccare. Sorso disinvolto, senza eccessi di sorta. Tannini ben lavorati e finale ematico e persistente. Di carattere!

Enzo Boglietti – Brunate – Barolo Docg 2019: naso di ottima fattura, elegante e suadente. Sorso equilibrato, dal buon affondo caldo e saporito. Muscolare.

Burzi Alberto – Capalot “Vecchi Viti” – Barolo Docg 2019: spettro olfattivo già di buona complessità giusta maturità di frutto, fresco nel fiore e intrigante nella lieve speziatura. Sorso integro, composto, cadenzato nell’incedere con passo sicuro. Tannini nobili e chiusura ematica. Per nulla banale!

Alessandria Marilena Cristian Boffa – Comune di La Morra – Barolo Docg 2019: frutto di buona maturità, fiore e iodio a dare freschezza e finezza minerale. Sorso ben articolato fra materia e slancio acido, con una trama tannica già ben definita. Saporito il finale. Ritmato.

Crissante Alessandria – Comune di La Morra – Barolo Docg 2019: frutto e fiore ancora freschi, spezia lieve. Sorso pieno, equilibrato, capace di ottimo slancio. Raffinata la matrice tannica, ematico il finale. Compendiale.

Agricola Piero Marrone – “Pichemej” – Barolo Docg 2019: intenso, balsamico, fiero. Sorso pieno ma di buona dinamica. Texture fitta e fine e chiusura umami. Convincente.

Rinaldi Francesco & Figli – Rocche dell’Annunziata – Barolo Docg 2019: armonico ed elegante al naso, coerente nella sua espressività identitaria. Sorso suadente, equilibrato. Trama fitta e succosa. Finale sanguigno. Ammaliante.

Piazzo comm. Armando di Piazzo Marina – Sottocastello di Novello – Barolo Docg 2019: un’espressione più complessa nella sua balsamicità, matura ma decisamente integra nel frutto. Sorso dal portamento signorile, di buona dinamica e profondità saporita. Distinto.

Giovanni Rosso – Cerretta – Barolo Docg 2019: spettro olfattivo di grande raffinatezza, frutto, fiore e spezia in perfetta armonia, con legno ben integrato. Sorso opportunamente materico ma teso da un buon nerbo. Trama fine e chiusura persistente tra ferro e sale. Tra i migliori dell’annata. Completo.

Fontanafredda – Lazzarito – Barolo Docg 2019: senza rumori di fondo, armonico e nitido nell’espressione del frutto. Sorso integro, di buona dinamica e dalla trama tannica fitta. Chiude saporito. Lineare.

Boasso Franco – Gabutti – Barolo Docg 2019: profilo olfattivo netto, pulito e di equa maturità. Sorso deciso in ingresso e dal buon affondo. Tannini ben delineati, seppur lievemente asciutti. Finale saporito. Prospettico.

Davide Fregonese – Prapò – Barolo Docg 2019: approccio intimista, sussurrato, senza eccessi ma con buona finezza di fondo. Sorso integro, fermo e deciso, quanto il tannino ancora vivido. Chiude netto e saporito. Sulla strada giusta!

G.D. Vajra di Vaira Aldo – Bricco delle Viole – Barolo Docg 2019: tra i più freschi, fini e floreali del novero. Sorso equilibrato, di buona agilità ma per nulla esile. Trama fine e chiusura ematica. Un Barolo di seta che “disseta”, tanto classico quanto contemporaneo.

Giacomo Fenocchio – Castellero – Barolo Docg 2019: armonico, elegante nella sua espressività varietale e nell’essere scevro da stilemi, pur mantenendo palese classicità. Sorso bilanciato, di buona materia e nerbo tonico e deciso. Tannini cesellati e persistente finale saporito. Fulgido.

Anna Maria Abbona – Comune di Castiglion Falletto – Barolo Docg 2019: ancora fresco nel frutto, fiore e spezia in armonia. Sorso netto, slanciato, di grande agilità ma, al contempo, di buon grip. Ematico il finale. Agile ma non facile!

Sordo Giovanni – Monprivato – Barolo Docg 2019: approccio austero ma capace di aprirsi con garbata eleganza. Sorso tonico, sicuro e sfaccettato. Finale lungo e saporito. Fiero.

Monchiero Fratelli – Rocche di Castiglione – Barolo Docg 2019: buona armonia olfattiva e impeccabile maturità di frutto. Sorso che apre ampio per poi distendersi con passo ben scandito. Trama tannica dal tratto privo di incertezze e chiusura sapida. Regolare.

Cascina Sot di Sanso Maurizio – Comune di Monforte d’Alba – Barolo Docg 2019: buon equilibrio maturazionale. Più floreale della media, con spezia nera e lievi sentori boisè ben integrati. Buona tonicità e tensione di sorso. Tannini fini e chiusura con giusto grip e sapore. Centrato.

Cascina Adelaide – Bussia – Barolo Docg 2019: profilo olfattivo ricco nel frutto e fine nel fiore, sfumato nella spezia e nelle note balsamiche. Sorso ampio e concreto ma di buona agilità. Tannini soft e chiusura carnosa. Seducente.

Podere Ruggeri Corsini – Bricco San Pietro – Barolo Docg 2019: intenso il frutto, lievemente appassito il fiore e calda la spezia. Sorso tonico, dal piglio sicuro e risoluto. Tannini netti e buona persistenza saporita. Carismatico.

Poderi Fogliati – Bussia – Barolo Docg 2019: si presente con sicurezza e nitidezza di frutto. Fine nel corredo floreale a intrigante nella lieve speziatura. Sorso caparbio ma per nulla eccessivo. Tannini fitti e buona persistenza ematica. Energico.

Rinaldi Giuseppe – Bussia – Barolo Docg 2019: sempre riconoscibile per personalità e sensibilità interpretativa. Nessuna parafrasi nella traduzione di territorio, varietale e annata, se non quella della mano di chi il vino lo fa. Sorso integro, cadenzato e tannini ancora vivaci. Sanguigno il finale. Fedele.

Sara Vezza – Castelletto “Persiera” – Barolo Docg 2019: giusto grado di maturità del frutto, fiore fresco e spezia ben percettibile. Ben ponderato.

Comm. G.B. Burlotto – Castelletto – Barolo Docg 2019: severo, deciso, ma tutt’altro che rude. Sorso fermo, vigoroso nell’ingresso e rigoroso nella cadenza. Vivido nella trama tannica ancora in via di definizione, come si confà a un vino di questa stoffa. Chiusura lungamente saporita. Virtuoso.

Conterno Fantino – Ginestra “Vigna Sorì Ginestra” – Barolo Docg 2019: naso impetuoso, intenso e completo. Sorso forte, tonico ed eloquente nello svolgimento. Tannini ancora rigidi ma non ruvidi. Chiusura generosa nel sapore e nella persistenza. Possente.

Alessandria Fratelli – Gramolere -Barolo Docg 2019: armonia fra frutto, fiore e spezia. Ancora fresco e decisamente integro. Sorso ampio in ingresso e slanciato nella distensione. Tannini ricamati e chiusura finemente ematica. Trapunto.

Silvano Bolmida – Le Coste di Monforte – Barolo Docg 2019: frutto ben maturo ma ancora integro nella sua predisposizione varietale. Fiore, spezia e lievi toni balsamici corredano lo spettro olfattivo. Sorso di buona materia, avvolgente, con tannini decisi ma non sgarbati. Chiude con calore e sapore. Appagante.

Diego Pressenda – Le Coste di Monforte – Barolo Docg 2019: frutto di grande integrità e profilo generale netto e definito. Sorso fiero, materico ma di buona dinamica. Tannini fitti e finale tra agrume e sale. Orgoglioso.

E. Pira e Figli – Mosconi – Barolo Docg 2019: fine nel fiore che ingentilisce il frutto, mentre spezia e toni mentolati danno complessità, mantenendo alta la percezione di freschezza. Ampio l’ingresso di un sorso che, però, ha nella tensione e nella finezza della trama tannica i suoi punti di forza. Saporito in chiusura. Nitido.

Poderi Fogliati – “Treturne” – Barolo Docg 2019: raffinato sin dal primo naso, senza alcuna stonatura nell’armonia dell’insieme. Sorso terso, netto, spigliato e di grande finezza tannica. Il finale di arancia sanguinella da ulteriore abbrivio all’inerzia di beva. Acuto.

Sordo Giovanni – Perno – Barolo Docg 2019: tra le migliori esposizioni di frutto, fiore lievemente appassito e spezia ben integrata. Sorso ampio, dal passo deciso. Tratto tannico ben definito e finale lungo e saporito. Scolpito.

Considerazioni sull’annata 2019 per il Barolo

Un’annata di forza ma non di eccessi. Struttura e acidità sono ben bilanciate nella maggior parte degli assaggi, con picchi d’eccellenza in termini di tensione e affondo. A fare la differenza è, come spesso accade (ancor più in anteprima) la texture tannica seguita a ruota dalla persistenza di sorso. Dato per assunto che molti di questi vini acquisteranno maggior compostezza ed equilibrio con qualche mese di bottiglia (almeno), le scelte sono state orientate a valorizzare e gratificare le qualità delle referenze assaggiate allo stato dell’arte, senza eccedere nell’intuizione prospettica del loro potenziale, fatto salvo per gli assaggi capaci di manifestare tale stoffa e personalità da giustificare e compensare alcune spigolature di gioventù. Un’annata che si lascerà apprezzare sin dai primi due anni in commercio (per fortuna! Visto che in quel lasso di tempo ne verrà bevuta la maggior parte delle bottiglie) ma che, grazie ad alcune interpretazioni e relativamente ad alcuni specifici vigneti, potrebbe riservare grandi sorprese nel tempo.

I MIGLIORI ROERO DOCG RISERVA 2019 ASSAGGIATI A NEBBIOLO PRIMA 2023

(14 vini in degustazione)

Malvirà – Mombeltramo – Roero Docg Riserva 2019: maturità ben ponderata, frutto ancora integro. Sorso pieno, deciso e ben definito. Trama ben tessuta.

Marco Porello – San Michele – Roero Docg Riserva 2019: approccio olfattivo tradizionale e coerente con un’espressività territoriale e varietale classica. Sorso sincero, senza fronzoli. Buona profondità e chiusa ematica.

Deltetto – Braja – Roero Docg Riserva 2019: ancora timido ma pronto a raccontarsi con generosità ma non opulenza. Sorso fiero e concreto. Tannini fini e finale saporito. Da attendere.

Considerazioni sull’annata 2019 per il Roero Riserva

Un’annata che si dimostra di complessa interpretazione per il Roero che in alcuni casi ha subito il calore e la poca capacità di ritenzione idrica delle proprie terre eccedendo in maturità (con alcolicità importanti e frutto molto maturo la gestione degli affinamenti ha fatto la differenza, marcando molto il profilo organolettico di alcuni vini). In linea generale i vini risultano, comunque, ben bilanciati con una struttura importante e un’acidità in grado di sostenerla. I picchi espressivi selezionati si sono distinti per armonia e integrità, mostrando una buona attitudine all’evoluzione ma, ancor più, una godibilità odierna completa e appagante.

Annata 2018 (Barbaresco Docg Riserva)

L’annata 2018 si è aperta con un inverno lungo e ricco di precipitazioni che hanno ristabilito la dotazione idrica del suolo che si era affievolita a causa dell’andamento climatico dell’annata precedente. La stagione invernale si è protratta fino all’inizio del mese di marzo con temperature inferiori alla media degli ultimi anni, portando ad una ripresa vegetativa della vite lenta e graduale, che si è completata alla fine del mese stesso. Il germogliamento è stato uniforme senza i problemi dovuti alle gelate tardive. La primavera è proseguita nel segno di quanto osservato a fine inverno, con precipitazioni frequenti e temperature non elevate, lasciando presagire un’annata che si sarebbe sviluppata secondo tempistiche “classiche” ed in ogni caso non anticipata come la precedente; previsioni poi confermate dal prosieguo della stagione. Tra la fine del mese di maggio e l’inizio del mese di giugno nel nostro areale viticolo, vi è stato un periodo caratterizzato da numerose perturbazioni che hanno portato abbondanti piogge, le quali hanno creato qualche difficoltà ai viticoltori dal punto di vista della gestione del vigneto. Dove non si è potuto intervenire con tempestività si sono infatti registrate problematiche legate all’insorgere di malattie fungine. La fioritura e la successiva allegagione si sono svolte in modo regolare ed in condizioni climatiche ottimali, lasciando intendere sin da subito che l’annata sarebbe stata abbondante, come, di fatto, si è poi constatato in seguito alla chiusura grappolo. Per quasi tutti i vitigni si è reso necessario intervenire con operazioni di diradamento mirate a contenere la produzione entro i limiti previsti dai singoli disciplinari di produzione. Lo sviluppo della stagione estiva è stato graduale ed a partire dalla metà di luglio le temperature si sono alzate sensibilmente, il che, accompagnato da un lungo periodo di bel tempo stabile, ha favorito la maturazione delle uve senza però determinare anticipi sulle tempistiche legate alla previsione di vendemmia. Il Nebbiolo, infatti, è arrivato alla raccolta secondo le tempistiche classiche ovvero con l’inizio del mese di ottobre e le operazioni di vendemmia sono durate circa tre settimane. A differenza delle altre varietà, il carico produttivo è stato contenuto con alcune situazioni che hanno visto parti di vigneto con pochi grappoli, fenomeno essenzialmente da ricondurre all’andamento climatico dell’anno precedente, in particolar modo al caldo anomalo registrato nel periodo durante il quale avviene la differenziazione delle gemme a frutto. Sia nell’areale del Barolo che in quello del Barbaresco le gradazioni zuccherine sono aumentate nell’ultimo periodo della stagione così come si è vista un’accelerazione della maturità fenolica che ha consentito di arrivare a vendemmia con parametri eccellenti. Tutto questo, abbinato ad un livello di acidità ideale, consentirà di ottenere vini armonici con un’ottima predisposizione all’invecchiamento.
In conclusione possiamo affermare che è stata un’annata di stampo tradizionale che ha richiesto attenzione da parte dei viticoltori nella gestione del vigneto consentendo di ottenere risultati superiori alle attese di inizio campagna.

I MIGLIORI BARBARESCO DOCG RISERVA 2018 ASSAGGIATI A NEBBIOLO PRIMA 2023

(9 vini in degustazione)

Socrè – Roncaglie – Barbaresco Docg Riserva 2018: armonico, nitido. Sorso fiero, deciso e profondo. Buon grip tannico e chiusura lunga e saporita. Eleganza in divenire.

Punset di Marcarino Marina & C. – “Campo Quadro” San Cristoforo – Barbaresco Docg Riseva 2018: spettro olfattivo già complesso, legno ben integrato. Sorso di buona materia nel centro bocca ma capace di agile distensione. Trama tannica ben definita e chiusura umami. Tonico.

Considerazioni generali sull’annata 2018 per il Barbaresco Riserva

Un’annata che in epoca pre-cambiamenti climatici avrebbe meritato sicuramente più attenzione e alzato notevolmente le aspettative. Per fortuna, però, anche in questa era qualcuno ne ha intuito e compreso il potenziale, non solo per la produzione di vini eleganti e ben definiti nella versione “annata” ma anche nella sua naturale predisposizione all’invecchiamento (dosando con garbo l’affinamento che, in annate così fini ed eleganti, può risultare occlusivo e limitante). Purtroppo gli assaggi della versione Riserva sono stati molto limitati, ma la qualità media si è dimostrata essere buona, con un’evidente e diffusa attitudine all’eleganza.

Annata 2017 (Barolo Docg Riserva)

Un’annata che ricordiamo per il caldo, la siccità e la terribile gelata di aprile che, però, si è dimostrata più clemente del previsto, dapprima, “dati analitici alla mano” e, successivamente, attraverso gli assaggi fatti a Nebbiolo Prima. Detto questo, gli esiti climatici di una delle annate più torride del nuovo millennio (al pari della 2003) hanno sicuramente inciso sulla produzione vitivinicola dell’areale del Barbaresco. La 2017 si è rivelata come una delle più precoci, eppure il connubio fra condizioni pedoclimatiche e un varietale come il Nebbiolo ha permesso ai vignaioli langaroli e, in particolare a quelli dell’areale del Barbaresco, di portare in cantina uve dal potenziale inaspettato. Un inverno mite con poche nevicate e una primavera con qualche pioggia e temperature sopra la media stagionale che hanno portato a un germogliamento anticipato. Anticipo che riscontriamo in tutte le fasi del ciclo vegetativo del Nebbiolo. Tutti ricordiamo la preoccupante gelata di aprile (20-21) che si è abbattuta praticamente su tutta l’Italia, causando danni ingenti ai vigneti già germogliati. Nelle Langhe, però, la gelata ha interessato principalmente i fondovalle e le parti più fresche dei versanti collinari, risparmiando quasi tutte le zone storicamente vocate alla viticoltura, delineando dei confini ideali verso i quali è bene porre la dovuta attenzione. Da maggio in poi è arrivato il caldo e con esso la scarsità di pioggia che da un lato ha garantito ottime condizioni fitosanitarie e, quindi, ha ridotto la necessità di trattamenti, ma dall’altro ha portato nel proseguo della stagione ha picchi di calore che sono arrivati fino ad interrompere l’attività vegetativa/fotosintetica della vite. A differenza delle altre annate calde, però, l’escursione termica giorno-notte registrata in Langa si è dimostrata più importante dando sollievo alla vite. Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre è tornata la pioggia che ha riequilibrato, almeno in parte, la dotazione idrica degli acini ormai abbondantemente invaiati. Un settembre ideale, con temperature in linea con la media stagionale e notti molto fresche, ha garantito una maturazione più lenta che ha riportato il ciclo vegetativo in linea con le tempistiche classiche (185 giorni) e ha permesso un ottimo sviluppo del grappolo, specie sotto il profilo polifenolico delle uve del Nebbiolo, che vanta un ciclo vegetativo medio – lungo. Nonostante l’estate calda e siccitosa, le gradazioni alcoliche rientrano nei range medi e a stupire sono stati i pH non così alti come si poteva temere. Al netto di sporadici arresti vegetativi che hanno portato scompensi nelle maturazioni (tecnologica piena e fenolica ancora indietro), i Nebbioli confermano un giusto bilanciamento fra struttura e acidità, con buon nerbo e una auspicabile buona prospettiva in termini di longevità.

I MIGLIORI BAROLO DOCG RISERVA 2017 ASSAGGIATI A NEBBIOLO PRIMA 2023

(20 vini in degustazione)

Viberti Giovanni – Bricco delle Viole – Barolo Docg Riserva 2017: frutto maturo, freschezza floreale e calore speziato. Materia e acidità in palese equilibrio, con tannini molto più fini della media, per l’annata. Chiude carnoso e persistente. Sorprendente.

Negretti – Bricco Ambrogio “Indio” – Barolo Docg Riserva 2017: intenso, fiero, intrigante. Sorso pieno, deciso e cadenzato. Tannini ancora rigidi ma non ruvidi. Finale lungo e corroborante. Controcorrente.

Enrico Serafino – Briccolina – Barolo Docg Riserva 2017: armonico e raffinato il profilo olfattivo, con legno già ben integrato. Sorso ampio e sfaccettato, ritmato nell’incedere, con un lieve grip tannico che ben si confà a una Riserva, ancor più se 2017. Finale sanguigno di buona profondità. Consapevole.

Ettore Germano – Lazzarito – Barolo Docg Riserva 2017: intenso e generoso il naso, con una buona complessità di fondo. Sorso ampio, materico, con una buona tensione acida a tendere e slanciare la beva. Tannini ancora scalpitanti ma ben definiti. Chiusura umami lunga e saporita. Vigoroso.

Considerazioni sull’annata 2017 per il Barolo Riserva

Un’annata che è stata rivalutata già dal “Barolo” assaggiato due anni fa, ma che si dimostra ancor più adatta alla Riserva in quanto in grado di reggere un più lungo affinamento senza timore alcuno. Vini che spesso hanno mantenuto la sorprendente spina acida che nessuno si aspettava, ma che in molti avevamo riscontrato nei “Barolo annata”. A fare da discriminante nella selezione dei migliori assaggi è stata la trama tannica, in alcuni casi ancora ruvida (dubito che evolverà, data la difficoltà con la quale alcuni vigneti hanno portato a maturità fenolica le uve, a causa di indubbi arresti vegetativi), ma la qualità media delle Riserve presentate (seppur poche) è decisamente più alta delle aspettative.

Conclusioni

In conclusione, la carrellata di assaggi fatti a Nebbiolo Prima ha messo in evidenza quanto i territori vitivinicoli delle Langhe e del Roero stiano attraversando un momento molto positivo per il filotto di annate che si ritrovano in bottiglia e in cantina (ancora in affinamento), ma la consapevolezza dei cambiamenti climatici e della loro incidenza sulle dinamiche agronomiche e sui valori analitici delle uve è sempre più insita nella mente di vignaioli e produttori che si dichiarano pronti ad affrontare a testa alta le sfide future, di annata in annata. La mia speranza è che si possano compensare le criticità con le quali ci stiamo confrontando e, ancor più, quelle con le quali ci dovremo confrontare, con una rinnovata consapevolezza tecnica e una sempre maggiore sensibilità nei confronti della sostenibilità.

Concludo con un sincero ringraziamento ad Albeisa, al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Langhe e Dogliani, al Consorzio di Tutela del Roero, allo staff di AB comunicazione e a tutti i Sommelier AIS Piemonte coinvolti nel servizio (rapidi, gentili e impeccabili come sempre) per l’opportunità e l’ospitalità che continuo a vedere come un privilegio e un onore piuttosto che come un onere o una fatica.

Fonti: le indicazioni relative all’andamento stagionale delle annate in degustazione sono state fornite dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e dal Consorzio di Tutela Roero.

F.S.R.

#WineIsSharing

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