Chi di voi non conosce Donato Lanati? Probabilmente uno dei più grandi enologi, ma ancor più studiosi del Vino, al mondo, vanto dell’Italia enoica e grande innovatore.
Io ho sempre sostenuto quel giusto ed equilibrato connubio fra la scienza e quel fare empirico dettato da tradizione e saggezza popolare, ma soprattutto dall’esperienza diretta; ho sempre pensato che il passato ed il futuro potessero coesistere se il fine fosse il perseguimento della qualità e della sostenibilità. Oggi, però, mi ritrovo di fronte ad un dilemma, che poi tanto dilemma non è, in quanto è verosimilmente più un principio di paura, terrore! Parlo della nuova invenzione del Dott. Lanati, che continuo a rispettare ed a comprendere nel suo contesto, ma che mi spiazza, mi prende davvero alla sprovvista: il robot Genesis.
Io ho sempre sostenuto quel giusto ed equilibrato connubio fra la scienza e quel fare empirico dettato da tradizione e saggezza popolare, ma soprattutto dall’esperienza diretta; ho sempre pensato che il passato ed il futuro potessero coesistere se il fine fosse il perseguimento della qualità e della sostenibilità. Oggi, però, mi ritrovo di fronte ad un dilemma, che poi tanto dilemma non è, in quanto è verosimilmente più un principio di paura, terrore! Parlo della nuova invenzione del Dott. Lanati, che continuo a rispettare ed a comprendere nel suo contesto, ma che mi spiazza, mi prende davvero alla sprovvista: il robot Genesis.
Una sorta di Terminator che porterà all’estinzione dei vignaioli, o meglio di chi il Vino lo segue e lo fa dalla vigna alla bottiglia? Non credo, ma di certo Genesis assomiglia a personaggi di film di fantascienza! E’ una macchina computerizzata
con corpo a forma conica, tale per favorire il contatto tra l’uva
spremuta e la parte già liquida. Al suo interno è custodita quella
che in termini di processi sembrerebbe essere un’intera cantina: fino
a 200 chili di uva per la produzione di 100 litri di vino.
L’obiettivo del robot è quello di trovare la migliore vinificazione
possibile in relazione al varietale.
con corpo a forma conica, tale per favorire il contatto tra l’uva
spremuta e la parte già liquida. Al suo interno è custodita quella
che in termini di processi sembrerebbe essere un’intera cantina: fino
a 200 chili di uva per la produzione di 100 litri di vino.
L’obiettivo del robot è quello di trovare la migliore vinificazione
possibile in relazione al varietale.
Genesis, nello specifico, valuta, nel
corso della macerazione, quando avviare il processo che può
integrare o separare, a seconda della qualità dell’acino, bucce e
mosto. Il concetto è che più si ritardi questo processo, più
longevo sia il riscontro in termini aromatici del Vino finito.
corso della macerazione, quando avviare il processo che può
integrare o separare, a seconda della qualità dell’acino, bucce e
mosto. Il concetto è che più si ritardi questo processo, più
longevo sia il riscontro in termini aromatici del Vino finito.
Il lavoro di Lanati e della sua specializzata equipe è fondamentale a livello scientifico e nella sua clinica dell’uva a Fubine, in Monferrato, chiamata cascina Meraviglia di Enosis, si mira da anni a preservare quelle che sono le varietà italiane ed a conoscerne al meglio le diversità e le unicità, ma in questo caso, il mio timore è rivolto alla creazione di un precedente che possa fungere da stimolo ad altri per la creazione di macchine che possano davvero creare Vino senza più bisogno dell’uomo se non per il mero gesto di inserirvi l’uva da “lavorare”.
Se la qualità tecnica e razionale debba portare all’omologazione ed alla completa assenza della componente umana, se non per una mera opera di supervisione, credo che il Vino possa solo perderne e che noi winelovers siamo destinati ad estinguerci, ma confido che tutto questo sia solo un esercizio di stile o quanto meno un progetto mirato a dinamiche di studio e non di reale produzione.
Il Vino di Star Wars è ancora lontano e per ora continuiamo a goderci il frutto dell’empirismo umano, della tradizione e dello “sbagliando si impara”, che unitamente alla consapevolezza, allo studio ed all’esperienza dei produttori danno vita a piccoli grandi capolavori intrisi di anima e personalità, che stento a credere un robot possa creare.
Per uno storyteller, un wineblogger, ma soprattutto un amante del Vino come me, che da sempre cerca nel calice i tratti distintivi di un territorio, ma ancor più di un produttore, di una persona, l’idea che sia tutto delegato ad una macchina è davvero avvilente, ma staremo a vedere e magari Genesis potrà essere sfruttato al meglio, proprio per dare maggior consapevolezza all’uomo, che potrà continuare il suo operato con maggior sicurezza e competenza. Sono positivo, come sempre e data la qualità dell’uomo e del professionista, nonché della sua equipe, sono certo che Lanati utilizzerà questa sua invenzione per il fine migliore e che il Vino stesso ne guadagnerà.
Rimetto a voi ogni ulteriore riflessione, quindi, come si dice sui social “ai Post l’ardua sentenza…”
F.S.R.
#WineIsSharing
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