Gli strani descrittori del Vino che oso pubblicare dopo Petaloso e finiscono con “oso”

Ragazzi, non me ne vogliate, ma non ho resistito! Dopo la sindrome di isteria di massa, sviluppatasi sui social, in relazione all’approvazione del termine Petaloso da parte dell’Accademia della Crusca, ho cercato nei miei appunti ed online alcuni dei descrittori, dei neologismi utilizzati da colleghi, sommelier, winebloggers, giornalisti e qualcuno anche dal sottoscritto (mea culpa) che terminino con “oso” e non escludo che lo stesso Petaloso non sia già stato utilizzato per definire un Vino floreale o che comunque entri a far parte della terminologia di degustazione. Come sempre, dopo aver letto, potete suggerirne altri a profusione!

vino petaloso



Pastoso: morbido, rotondo, senza spigoli o asprezze;


Ciccioso: utilizzato da alcuni per definirne un’abbondante struttura e da altri per ricordare le note di BBQ tipiche di alcuni Vini rossi invecchiati;


Marmellatoso: descrive il frutto ormai tendente al “cotto”. Non è detto che sia un dispregiativo, in quanto io personalmente lo apprezzo in alcuni Primitivo, la dove si trovi un bell’equilibrio fra tutte le componenti;


Setoso: simile a pastoso e descrive una beva liscia, scorrevole, morbida;

Dadoso/Glutammatoso: il glutammato è subito riconducibile agli aromi ed ai sapori che rientrano nel sesto gusto, ovvero l’Umami. Per intenderci, ricorda il dado da cucina;


Idrocarburoso: note che ricordano la benzina tipiche dei grandi Riesling. Per alcuni considerato un difetto, per altri sinonimo di varietalità;


Peloso o Foxoso: odore tipico di pelo anche bagnato, nel secondo caso (chi l’ha usato è un genio… di cosa decidetelo voi) si riferisce nello specifico al pelo di volpe. Presente sia nei bianchi che nei rossi;


Fienoso: aroma di fieno spesso abbinato ad un’eccesso di evoluzione/maturazione dei rossi, ma presente anche nei bianchi con un’accezione meno negativa;


Legnoso: l’aroma di legno derivante dall’affinamento in legno piccolo di primo passaggio o, nel caso di Vini di scarsa qualità, dai chips, è troppo evidente e quasi fastidioso;


Vaniglioso: come sopra parliamo di Vini che risentono in modo eccessivo dell’incidenza della botti nella quali sono stati affinati;


Formaggioso e burroso: aromi caseari tipici di alcuni Vini bianchi (vedi chardonnay) e dei metodo classico. A volte riconducibili allo svolgimento della fermentazione malolattica;


Tartufoso/Fungoso: aroma complesso, di sottobosco, tra il verde e l’animale. Tipico dei Vini rossi profondi, come il Pinot Nero, con qualche anno alle spalle;


Cioccolatoso: tipico aroma di cacao presente nei Vini maturi ed invecchiati, come il Cabernet sauvignon ed il Teroldego ed ancor più nell’uvaggio dell’Amarone, grazie anche all’appassimento.


Peposo: tipico dei Vini speziati, con una forte componente aromatica che viri verso il pepe, primo fra tutti il /la Syrah;


Vinoso: tipico dei Vini giovani;


Bananoso: aroma di banana matura, tipico del novello e dei Vini rossi giovani ed immaturi, ma anche di bianchi campani come il Fiano e la Falanghina. Se non invasivo, risulta piacevole in concomitanza con aromi esotici e balsamici;


Caloroso: pieno e potente, dalla struttura e, quindi, il grado importante e percettibile una volta deglutito.


Mi fermo qui, in quanto potrei andare avanti all’infinito, ma vi invito nuovamente ad aggiungerne dei vostri o semplicemente a coniarne di nuovi! Dopo il petaloso, possiamo riscrivere il dizionario dei descrittori enoici come più ci aggradi, no?! :-p


F.S.R.
#WineIsSharing

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