Alessandro Motta – dalle vendemmie con gli amici al proprio Vino nel Monferrato Astigiano

Oggi vi parlo di un giovane produttore,
Alessandro Motta, classe ’80, titolare dell’omonima Azienda Agricola Alessandro Motta. Alessandro rappresenta una di quelle storie che amo
incontrare nel mondo del Vino: nato in Lombardia, a metà degli anni
’90 soleva andare con i suoi, da amici di famiglia a Castrocaro
Terme, che avevano un’ Azienda Agricola con vigneti, frutteti,
ulivi. Erano weekend che servivano a staccare la spina e “con un
gruppo di 20 amici, di ogni età, ci ritrovavamo ogni anno a
vendemmiare o magari a raccogliere le olive”
mi
racconta Alessandro. Durante il viaggio di ritorno da uno di questi
weekend tra amici, suo padre se ne usci’ con l’ intenzione di
acquistare un podere ed in particolare una vigna. Anche se
Alessandro aveva solo 16 anni si dimostrò sin da subito entusiasta
all’idea ed anche se sua madre s’oppose, sapendo che le sarebbe
toccata una grande mole di “lavoro”, la ricerca partì, dapprima
nell’Oltrepo’ Pavese, per poi spostarsi in Piemonte focalizzandosi
sul Monferrato Astigiano.
azienda alessandro motta
La ricerca si concluse a Castel
Rocchero
un suggestivo comune di 380 anime, situato tra Nizza
Monferrato e Acqui Terme e a 35 km da Asti e 40/50 km dal mare ad
un’altitudine di 420 m.s.l.m., dove acquistarono una casina con 2
ettari di vigneto, che nel giro di pochi anni diventarono gli attuali
4,5, accorpati alla proprietà in una sorta di suggestivo anfiteatro
naturale.
Ormai il richiamo del Vino era troppo
forte per Alessandro, che non ebbe dubbi nell’iscriversi alla Facoltà
di Viticoltura ed Enologia
a Milano, per poi aggiungere al suo
curriculum la Laurea Specialistica ad Asti, usando termini viticoli
iniziò il periodo di invaiatura – Maturazione.
La svolta, dopo qualche anno di
conferimento delle uve alla cantina sociale, fu nel 2012, quando
Alessandro decise di produrre i propri vini, perseguendo la voglia di
vinificare in purezza le uve dei propri vigneti in maniera tale da
produrre Vini che risaltassero le influenze del suolo e
dell’andamento climatico dell’annata e la sua personalità… il terroir!
La prima scelta? Niente più concimi
chimici, bensì concime organico e già mi sembra un bel modo di
iniziare!
Nel frattempo, seppur si definisca uno
studente non proprio “modello”, Alessandro non sembrava essere
pago degli studi già effettuati e si iscrisse ad un Master in
Gestione di Aziende Vitivinicole al CUOA di Vicenza per acquisire
tutti i mezzi necessari a saper gestire la sua Azienda seppur di
piccole dimensioni.
Come nelle migliori commedie o nei
migliori horror, dipende dai punti di vista, l’inizio vero e proprio
della produzione dell’azienda di Alessandro Motta arrivà con
l’annata 2014, una delle più difficili degli ultimi 50 anni. L’uva
era poca, ma la qualità lasciava spazio alla positività, quindi
decide di vinificare le sue uve di Moscato d’Asti, Brachetto d’Acqui
e Barbera d’Asti
(30 quintali o poco più per varietale).
Dato che “il Vino si fa in vigna”,
Alessandro non ha ancora ritenuto opportuno investire, data la
piccolissima produzione (8-9000 bottiglie annue), in una cantina di
proprietà, ma gode della possibilità di usufruire delle vasche di
una piccola azienda a conduzione familiare che gli permette di
seguire ogni fase della produzione.

Grazie alla filosofia produttiva ed
alle peculiarità dei vigneti, è già possibile percepire quanto i
Vini di Alessandro Motta
siano specchio dell’annata, con una 2014 fredda e
piovosa ed una 2015 calda e siccitosa. Emerge chiaramente l’
influenza del suolo e l’andamento climatico mantenendo le
caratteristiche tipiche dei vitigni.
Dati i numeri limitati per tipologia di
vino, quelli di Alessandro sono Vini di nicchia ed il target di
riferimento è esclusivamente privato. Interessante il fatto che le
scelte riguardanti il packaging e, probabilmente, l’approccio di un
giovane nei confronti dei più giovani, permetta ai Vini di
Alessandro di farsi strada nella fascia dei cosiddetti Millennials,
giovani dai 27 ai 40 anni che vogliono conoscere e approfondire la
tipologia di vini e sembrano essere sempre più interessati alle
varie fasi di lavorazione sia in vigna che in cantina.
vini alessandro motta
Per quanto riguarda i tre Vini che ho avuto modo di assaggiare, ovvero Moscato d’Asti 2015, Brachetto d’Acqui 2015 e Barbera d’Asti (2014), devo ammettere che ho riscontrato un filo conduttore evidente, che risiede nella pulizia dei Vini e nella nitida espressività varietale. La scelta delle vinificazioni in purezza e di tecniche di vinificazione per nulla invadenti ed invasive fa si che vengano esaltate le caratteristiche di uve tipiche della zona, con la marcia in più di terreni che conferiscono buona freschezza e mineralità, permettendo un ottimo equilibrio fra morbidezza e sapidità. Un concept contemporaneo di eleganza sia esteriormente che interiormente, con una faccia giovane ed un’essenza che, seppur moderna, sa strizzare l’occhio alla tradizione quanto basti per non risultare monotona ed anacronistica.
Una realtà ed un personaggio che non credo smetterò di seguire da qui ai prossimi anni, curioso di assaggiare nuove espressioni del connubio fra questo enologo-vignaiolo (e chi più ne ha più ne metta) e questo territorio.

F.S.R.
#WineIsSharing

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