Foodblogger vs Wineblogger – Le differenze e le analogie

Oggi ho preso spunto da vari articoli che mettono in comparazione esponenti di mondi tanto affini quanto diversi e l’ho voluto fare in forma leggera, ironica ed a tratti dissacrante, mettendo a confronto gli amici che hanno un foodblog e quelli, che come me, hanno un wineblog, evidenziando 10 differenze (più o meno) fra foodblogger e wineblogger. Ci tengo a premettere che io mi ritrovo in molte delle voci dedicate ad un ipotetico foodblogger e che, come in tutte le comparazioni, ho cercato di enfatizzare e di rendere più divertente il paragone, ma che è palese che non tutti si possano ritrovare in questi 10 punti, ma spero che qualcuno si faccia una sana risata leggendo qualcosa che senta suo. 

foobloggers vs winebloggers

10 differenze fra Foodblogger & Wineblogger

1. Il foodblogger a casa: dispone di un’attrezzatura da far invidia a molti ristoranti, dai set di coltelli di ogni tipologia e dimensione, compreso l’immancabile Santoku giapponese, alle pentole, per non parlare dei robot da cucina e del musthave… la planetaria! Non vorrai mica montare le uova con la frusta?!? E’ da masochisti!
1. il Wineblogger a casa: dispone di cantinette di ogni forma e dimensione dislocate fra cantina (se è fortunato ad averne una), sala da pranzo, cucina e qualcuno per non sentirsi solo le tiene anche in camera (io ad esempio!). Possiede set di calici adatti ad ogni tipologia di Vino, ma poi si ritrova ad utilizzare sempre gli stessi nella maggior parte dei casi! Siamo dei nerd!
2. il foodblogger al ristorante: prende il Menù e non si interessa, nella maggior parte dei casi, alla carta dei Vini, anzi, in molti prediligono la birra, ma a patto che sia rigorosamente artigianale… Prima di ordinare sistemano il cellulare sul tavolo, ma se richiesto dispongono di fotocamere reflex in grado di mettere a fuoco anche le scaglie più piccole di sale maldon! Qualche foto ad ogni portata, non prima di aver valutato al meglio l’impiattamento e la pulizia dei bordi del piatto e poi si mangia, con fare attento e scrupoloso. Mi raccomando, tutti gli ingredienti in un sol boccone ed attenti alle consistenze! N.B.: La “croccantezza” per loro è quando ciò che si mangia fa crock.
2. il Wineblogger al ristorante: solitamente preferisce stare a casa e magari condividere qualche bottiglia di Vino con gli amici, in quanto è conscio che al Ristorante andrà a spendere cifre inaudite con una scelta in quanto a Vino, spesso inferiore a quella della propria cantina personale. Inoltre è quasi sempre un discreto cuoco. Quando capita di andare al Ristorante, chiede la carta dei Vini anche in pizzeria, nella speranza di essere stupito da quell’etichetta inattesa. Quando arriva il cameriere, il 90% delle volte non ha ancora aperto il menù e decide al volo cosa prendere. Se si trova in un ristorante con una carta dei Vini importante, la legge con il trasporto e l’attenzione con cui una donna sposata con un impiegato del catasto impotente leggerebbe 50 sfumature di grigio sotto l’ombrellone, ma al momento di ordinare va in crisi e qualsiasi Vino scelga sentirà quel vuoto dentro, lasciato da quella trentina di etichette che avrebbe voluto stappare non appena lette in carta. Dell’abbinamento cibo-vino se ne dimentica spesso e volentieri, nonostante ne scriva spesso. Se ha la bottiglia a tavola fa foto con li cellulare, mentre qualora ci fosse il sommelier chiede cortesemente di tenere la bottiglia in posa per qualche scatto. N.B.: La “croccantezza” è un descrittore che ricorda il morso che si da ad un frutto fresco… a me nello specifico fa pensare all’impronta di sangue che lascio ogni volta sulla mela quando la addento con troppa veemenza! :-p


3. il foodblogger in viaggio: sceglie la meta in base alla tradizione culinaria del paese. Una volta arrivato cerca prodotti tipici e ristoranti caratteristici, ma soprattutto pensa a come sfruttare la vacanza per il proprio blog. Si informerà sulle ricette e cercherà di replicarle una volta tornato a casa.
3. il wineblogger in viaggio: sceglie la meta in base alla tradizione vitivinicola. Una volta arrivato, se può evitare i ristoranti, meglio! Prima di partire ha già segnato tutte le cantine nel raggio di 25km e cerca di visitarle tutte, dimenticandosi di pranzare e cenando, spesso, dove capita… magari in spiaggia, ma l’importante è avere un calice ed una bottiglia di Vino buono.
4. Rapporto con sé stesso e con la società: il foodblogger è spesso ospite in ristoranti ed aziende che producono generi alimentari e specialità gastronomiche di ogni genere. E’ costretto a fare sport per non ingrassare, se non ha la fortuna di essere dotato di un metabolismo degno di un olimpionico. In alcuni casi si lascia andare ai piacere della tavola e fa dei suoi kili di troppo un tratto distintivo della sua passione. Ama cucinare e condivide ricette sui social e personalmente con gli amici, che in molti casi vorrebbero parlare anche di altro, ma… esiste altro a parte il cibo?
4. Rapporto con sé stesso e con la società: in genere non è un grande mangione, quindi si tiene abbastanza in forma, ma accetta di buon grado la pancetta e ne va fiero con gli amici come fosse una sorta di indicatore di competenza enoica. Parlerebbe di Vino anche con il Papa (sarebbe una figata, no?!), ma questo lo porta ad apparire monotematico durante cene ed incontri con amici che non siano dotati del gene del winelover. Per natale non regalategli gadget enoici, li ha già tutti… ma optate per una bottiglia di Vino, magari di una piccolissima azienda, semi-sconosciuta e lui sarà felice come un bambino.
5. Come si “foodblogga”? – Il foodblogger ha due strade editoriali: quella della ricerca di un flusso di visite sempre maggiore attraverso la pubblicazione di ricette e consigli sulla cucina e sui prodotti o quella delle recensioni di ristoranti ed aziende del settore, che sono soliti ospitarli o nel caso di produttori di generi alimentari inviare loro campioni.
Il foodblogging è generalmente più libero da preconcetti riguardo le dinamiche commerciali tra blogger ed aziende di quanto lo sia il wineblogging, quindi gli introiti sono sia legati alla pubblicazione di recensioni su attività e prodotti, che alla vendita di spazi pubblitari sui proprio siti (banners).
5. Come si “wineblogga”? – Il wineblogger all’estero opera scrivendo articoli generici ed informativi sul Vino per poi pubblicare recensioni gratuite o a pagamento su Vino degustati o Cantine visitate. Il wineblogger dei paesi di origine anglosassone ha solitamente un approccio o molto leggero e commerciale o estremamente critico e ricercato, mentre quelli italiani e francesi seguono in linea di massima un percorso più equilibrato e rispettoso, dovuto probabilmente al peso della tradizione.
Il wineblogger, e nello specifico quello italiano, è spesso ospite di cantine e, se ha guadagnato la stima di molti, riceve campioni da degustare e “valutare” per darne riscontro diretto al produttore e/o recensirli. Alcuni danno voti e punteggi, altri prediligono altre vie comunicative.
6. Cosa guarda in tv il foodblogger? – Il foodblogger adora tutti i film di cucina da “Chef” a “Il sapore del successo” e non si perde un’edizione di Master Chef dal 2011, ma guarda volentieri anche Hell’s Kitchen, Cucine da incubo e derivati.
6. Cosa guarda in tv il wineblogger? – Per il wineblogger esistono solo due film “Sideways” per i più “scapigliati” (certo che potevo trovare un altro aggettivo, eh?!?) e “Un’ottima annata” per i più romantici. Quando fa zapping e vede una bottiglia di Vino ferma nella speranza che si parli proprio di Vino, ma nel 90% dei casi o è qualcosa di troppo commerciale o quella bottiglia e quel calice sono solo parte del set. Chi ha tempo si diverte a cercare video enoici su youtube.

film sul vino e cucina

7. I profili social del foodblogger: quelli del foodblogger sono pieni di piatti fotografati in maniera impeccabile da prospettive diverse e di links a ricette. Nel cellulare hanno più foto di piatti ed ingredienti che di persone e dei proprio figli e se devono decidere cosa cancellare l’indecisione più grande è di certo sui piatti.
7. I profili social del wineblogger: quelli del wineblogger sono pieni di bottiglie, calici, vigne, cantine e botti, spesso fotografata senza troppa enfasi. Tra le foto di inizio cena o inizio degustazione e quelle della fine dell’evento c’è sempre una differenza notevole nella capacità di messa a fuoco! Nel cellulare ha per lo più foto di bottiglie, etichette, calici e se è uno di quelli che ogni tanto esce anche di casa, anche di viti, vigneti e barrique con inquadrature che neanche ad un matrimonio! Non cancella mai le foto fino a che la memoria non esaurisce e spesso e costretto a cancellare a caso, “aiutato” da Bacco.
8. Le condizioni fisiche e di salute del foodblogger: il/la foodblogger ha spesso il colesterolo alto, ma solo se onnivoro, in quanto esistono categorie immuni al “magna magna che t’engrassi” come i/le foodbloggers vegetariani, vegani e/o crudisti, che spesso hanno molto in comune con i/le fashion bloggers. Sulla dieta i foodbloggers sono profondamente divisi!
8. Le condizioni fisiche e di salute del wineblogger: il wineblogger ha richiesto ed ottenuto un ampliamento notevole del proprio fegato, nella costante speranza di scongiurare la cirrosi epatica. Alle diete preferisce periodi di “disintossicazione”, irrinunciabili dopo eventi come il vinitaly. La frase che gli dicono più spesso “ma te le bevi tutte tu quelle bottiglie?”. La risposta in realtà è che il wineblogger rispetta il Vino ed il bere più di chiunque altro e non è solito oltrepassare il limite.
9. Le tendenze nel foodblogging: come accennato sopra sono nati ormai i foodbloggers vegetariani, vegani ed altri specializzati in intolleranze alimentari come la celiachia, con conseguenze nel modo di interpretare la cucina e di segnalare attività, ristoranti e prodotti.
9. Le tendenze nel wineblogging: la diatriba più accesa degli ultimi anni nell’enosfera e, quindi, nella comunicazione del Vino è sicuramente quella che vede da una parte i Vini convezionali e dall’altra quelli “naturali”. Nell’ultimo periodo, per fortuna, si avverte una rinnovata voglia di equilibrio e rispetto, con una comunicazione più ponderata e meno settaria, da ambo le parti. C’è da dire che la maggior parte dei winebloggers sono fermamente convinti che la virtù stia nel mezzo. Esistono anche interpretazioni della comunicazione che vedono da un lato scelte più commerciali e meno di nicchia e dall’altro una maggior ricerca di realtà più piccole e meno conosciute. Il tutto può essere espresso in maniera rigorosamente tecnica e nozionistica o tramite un percorso più dedito allo storytelling emozionale.
10. Quanto guadagna un foodblogger? – Attualmente in Italia esistono diversi/e foodbloggers che vivono di questo o riescono ad integrare in modo più o meno sostanzioso i propri introiti grazie al proprio blog, con guadagni derivanti da sponsorizzazioni di grandi aziende e multinazionali e dalla vendita di spazi pubblicitari all’interno del proprio sito. Alcuni hanno pubblicato libri, fatto programmi televisivi e godono di una discreta fama. E’ sicuramente una figura ormai entrata nella comunicazione web e tv con notevole costanza ed in modo molto democratico.
10. Quanto guadagna un wineblogger? – Attualmente in Italia non esistono, che io sappia, winebloggers che vivano di questo. Forse prossimamente si vedrà qualcosina in tv, ma quella del wineblogger è considerata, comunque, una figura di nicchia e con un seguito notevolmente minore rispetto a quello del foodblogger. Il perché è semplice: in Italia siamo tutti allenatori di calcio quando gioca la nazionale e siamo tutti cuochi quando c’è da fare una pasta, ma di certo non siamo tutti enoappassionati ed anzi, alcuni, vedono il Vino come un mero coadiuvante dell’ebrezza ed altri come una fonte di calorie da evitare. Il lato storico, quello culturale ed ancor più l’aspetto qualitativo ed umano che risiedono in un calice di Vino sono argomenti che non interessano ai più e questo è comprensibile, in un paese in cui il Tavernello è il Vino più venduto. Essendo il Vino visto ancora come un argomento “esclusivo”, il wineblogger non è una figura che può acquisire notorietà nella cerchia più o meno ristretta del settore.

Concludo con qualche punto extra:

  • La differenza più evidente? La stragrande maggioranza di chi ha un foodblog è Donna, mentre nel mondo dei WineBloggers gli uomini rappresentano ancora una fetta molto più grande, rispetto alle donne, anche se sembra esserci ultimamente un bel fermento di winelovers femminili.
  • Un punto che accomuni entrambi? Per fare i fighi sia foodblogger che wineblogger usano termini francesi come mise en place o degorgement!
  • Il foodblogger non guarda porno, ma si arrapa con scatti di foodporn, che tra l’altro è l’hashtag preferito della categoria! Il Wineblogger non è un amante del Vino, ma un winelover, idem con patate per quanto riguarda l’hashtag.
  • Il foodblogger più “naturale” gode mangiando con le mani, il wineblogger pigiando coi piedi!
Ovviamente questo post vuole solo ironizzare su una delle attività (sia essa professionale o amatoriale) più belle del mondo e che senza passione e curiosità sarebbe impossibile portare avanti, ovvero quella del blogger ed invito tutti quanti ad aprire un blog, qualunque sia la propria passione e qualsiasi siano le proprie doti personali in fatto di scrittura o comunicazione… ormai abbiamo gettato via le chiavi dei lucchetti dei nostri diari con l’avvento dei social, quindi perché non condividere tutto attraverso le pagine di un diario virtuale con può essere un blog? 😉
 
N.B.: ovviamente ho tralasciato gli “ibridi” ovvero i wine & food o food & wine bloggers, che fanno parte di una categoria che non rientrerebbe per forza di cose negli estremi presi come riferimento per questo post.
 
F.S.R.
#WineIsSharing

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