A Montalcino attraverso i vini delle “Terre Nere” della famiglia Campigli Vallone.
terra che ormai considero come una seconda casa, enoicamente
parlando, ovvero quella meravigliosa enclave del Sangiovese chiamata
Montalcino.
con voi la mia visita alla Cantina Terre Nere Campigli Vallone,
un’azienda a conduzione interamente familiare, nata dalla passione
per la campagna e per la viticultura di Pasquale Vallone e dal
supporto di sua moglie Piera Campigli e, oggi, dei giovani figli
Francesca e Federico.
vera e propria scoperta, da parte di Pasquale e di un suo vecchio
amico, viticultore montalcinese, che porta all’acquisto di circa 30
ha di terreni incolti, circondati da boschi e da una natura ancora
incontaminata, a Castelnuovo dell’Abate sul pendio sud, sud-est del
colle sulla cui sommità sorge il Castello della Velona. Come accade
spesso, dopo una vita di lavori d’ufficio lontani dalla terra e,
spesso, dalla famiglia, anche Pasquale ha sentito forte il richiamo
della campagna e di quell’attività che gli fu tramandata da suo
padre. E’ proprio grazie a questa rinnovata vocazione che nel 1998
impianta i primi ettari di vigneto, oggi divenuti 10.
l’azienda quasi come hobby del fine settimana e nei giorni liberi,
anche per “rigenerarsi dopo periodi di stressante lavoro
d’ufficio”, occupandosi personalmente della vinificazione e della
vigna, coltivata in modo tradizionale, nel rispetto dell’agricoltura
biologica (certificazione richiesta negli ultimi anni).
sempre più forte il legame con le vigne e quel territorio che
diventa sempre più il suo stabile “rifugio”, legame che mi ha
pienamente tramandato ai figli e in particolare a Francesca che in quei vigneti trova serenità, armonia e conforto.
Ad accompagnarmi nella
visita, a spillare i campioni da botte e, soprattutto, a raccontarmi
la storia della propria realtà familiare e vitivinicola è proprio Francesca, coinvolta attivamente ormai da molti anni, coadiuvata
sempre più da suo fratello Federico.
assaggiando i vini a riposo nelle grandi botti della “vecchia”
cantina è palese la volontà di Francesca di voler portare in
bottiglia solo il meglio di annata in annata, senza mai strafare e
nel rispetto di ciò che quei vigneti tanto carichi di unicità
sapranno donare al tempo.
Il cambio
generazionale non è mai facile, ma da un percorso fatto di
contraddizioni e punti d’incontro si è avviato un percorso creativo
importante che ha portato l’azienda a migliorare costantemente negli
ultimi anni sia per quanto concerne la qualità dei vini prodotti che
per quanto riguarda i “progetti per il futuro”, primo fra tutti
la costruzione della nuova cantina più vicina ai vigneti di
proprietà.
nuova cantina fungerà da benchmark per l’azienda in termini
produttivi è sempre dalla vigna che tutto si evolve, seppur con
piccoli accorgimenti, come quello fatto negli ultimi anni da Terre
Nere, intraprendendo un percorso agronomico volto ad un approccio
ancor più rispettoso e mirato, con lo scopo di far emergere sempre
più nitidamente le differenze fra quelli che possiamo a tutti gli
effetti definire cru aziendali.
vigneti a corpo unico devono far valere le proprie unicità
pedoclimatiche dettate dall’altitudine, dal terreno ed ovviamente
dell’esposizione.
poter contare su una proprietà piccola e gestibile in prima persona
ma al contempo ricca di alternanza e diversità, rende molto elastica
la risposta dei vigneti e quindi dei vini prodotti alla singola
annata, permettendo alla famiglia Campigli Vallone di far fronte alle
situazioni più complesse in maniera ottimale.
suddivisi in 9 ha di Sangiovese grosso e 1 ha di Cabernet Sauvignon,
in un terreno assai particolare, molto scuro e minerale composto
principalmente da galestro, con un’azione molto drenante. E’ stato
proprio quel terreno, durante una giornata piovosa, a suggerire a
Pasquale l’attuale nome dell’azienda, dato il colore scuro che aveva
acquisito dopo la pioggia.
contesti vitivinicoli molto noti, a Montalcino e in particolare in
questa zona, la biodiversità è stata ben preservata e i vigneti
godono ancora del benefico abbraccio dei boschi. I vigneti di Terre
Nere, inoltre, guardano al monte Amiata di origine vulcanica e al
Montenero dal quale scende un limpido ruscello, accarezzati da un
venticello costante proveniente dal versante del grossetano. Ai
piedi dei vigneti scorre il fiume Orcia, che svolge una buona azione
termoregolatrice favorendo le escursioni termiche.
rendo subito conto di quanto sarà importante per l’intera famiglia
la costruzione della nuova cantina e questo non potrà che incidere
positivamente sulla qualità dei vini, che già vantano un grande
potenziale nel loro peculiare equilibrio fra forza e profonda
eleganza.
assaggiare i vini che “saranno” e dalle annate che usciranno nei
prossimi anni ho avuto conferma della capacità di trarre il meglio
da ogni stagione, mantenendo una forte identità.
troppo riguardo al futuro dell’azienda, condivido con voi gli assaggi
“in bottiglia” fatti con Francesca a Terre Nere:
DOCG 2013 – Terre Nere: un Brunello che ben esprime le peculiarità
dei vigneti di questa piccola realtà che in annate come questa permettono di raggiungere un raro equilibrio fra estratto e acidità
donando al vino forza, dinamica e grande potenziale evolutivo. Un
tannino che con un po’ di vetro verrà integrato al meglio.
Un sorso profondo, che non lesina carattere e perseveranza nel voler mostrare il suo portamento sicuro e mai cedevole; il passo è certo, ma paziente, non fugge né sfugge, si lascia apprezzare, senza fretta congedandosi con grande eleganza.
Rosso di Montalcino
DOC 2016 – Terre Nere: un Rosso luminoso, che ho voluto aspettare
dal primo assaggio, in quanto consapevole che alla sua agile dinamica
data dall’integrità del frutto e la freschezza del sorso, avrebbe
aggiunto una complessità in divenire e una maggior finezza tannica.
Quello di Terre Nere non è uno di quei Rossi di Montalcino che
mirano a far concorrenza al Brunello, bensì è un vino a sé, che
vuole puntare sulla sua naturale vocazione a stupire grazie ad un
equilibrato connubio fra agilità di beva ed eleganza.
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