Le Battistelle – Vini di famiglia da vigne eroiche nel Soave Classico

Il 2019 è iniziato con il mio ritorno, dopo molto tempo, in uno degli areali più controversi della viticoltura italiana: il Soave.
Mi permetto di definire questo areale controverso in quanto vittima di una mancanza di coerenza fra le potenzialità innate dei terroir a disposizione dei vignaioli locali e la produzione
Mi allontanai dal Soave per rabbia, perché vedevo un territorio dall’infinito potenziale rifugiarsi dietro alibi che, per quanto giustificabili, rappresentavano un ulteriore limite al raggiungimento della consapevolezza utile a fare il salto di qualità dalla vigna al bicchiere.
A gennaio, durante la mia approfondita perlustrazione delle varie sottozone del Soave, ho potuto appurare quanti passi avanti siano stati fatti, nonostante le difficoltà sussistano.
E’ per questo che ho deciso di tornare, molto rapidamente, e di ricominciare un percorso personale fatto di una serie di focus zonali e peculiari che possano porre in evidenza le qualità di alcune virtuose realtà che hanno saputo stupirmi attraverso i loro vini.

Cantina Le Battistelle Soave
Partirò dall’ultima cantina, in ordine di tempo, che ho avuto modo di visitare: Le Battistelle di Gelmino e Cristina Dal Bosco.

vignaioli soave battistelle dal bosco
Come accade spesso in quest’area, anche l’azienda Le Battistelle ha deciso di vinificare le proprie uve solo dopo l’essersi affrancata dal conferimento alla cantina sociale, pur mantenendo una quota importante di uve che tutt’ora vengono vendute a terzi.
Questo perché gli step, dal 2002 ad oggi, sono stati fatti con la giusta cautela e pazienza, cercando di aumentare le uve vinificate dai 9 ettari vitati gestiti dall’azienda in maniera graduale, con l’obiettivo di poter, quanto prima, utilizzare il frutto totale delle proprie vendemmie per produrre i propri vini.
le battistelle soave

A spingermi a visitare questa realtà sono stati proprio i vigneti, capaci di rendere Le Battistelle un riferimento imprescindibile per la viticoltura virtuosa in Soave e non solo in questo areale. Si tratta, infatti, di veri e propri vigneti eroci nei quali mi ritrovo a camminare tra pendii rocciosi e colli ripidissimi, con terreni di chiara origine vulcanica. Siamo a Brognoligo, frazione di Monteforte d’Alpone che vanta alcuni tra i vigneti più nascosti, quasi come se la natura stessa volesse celarli ai più per tutelarne l’integrità. E’ proprio a questa zona che pensavo quando nei miei precedenti pezzi parlavo di sacche di biodiversità ancora presenti nel Soave, nonostante la grande diffusione della viticoltura in quello che è chiamato il “vigneto più grande d’Europa”.

In questo paesaggio arcaico le vecchie viti allevate a pergola sembrano eseguire una strana danza verso il cielo. E’ in queste vigne, così irte e ardue da condurre – agronomicamente parlando – che la Garganega riesce a trovare il contesto pedoclimatico ideale per produrre vini dalla nitida personalità e l’indiscussa territorialità.

I due cru “Battistelle” e “Roccolo del Durlo” sono un esempio di quanto il Soave possa e sappia offrire in termini di vocazione vitivinicola storica, ma anche di quanto sia duro il lavoro dei vignaioli di queste zone che si trovano a dover gestire le lavorazioni impossibili da meccanizzare. E’ la giovanissima vignaiola Gloria Dal Bosco a raccontarmi di queste difficoltà che lei, i suoi genitori e suo fratello fronteggiano a testa alta, consapevoli del valore aggiunto che ognuna di quelle esperte e sagge viti ultracentenarie possono apportare ai loro vini.

le battistelle gloria dal bosco
Vini che ho avuto modo di assaggiare in diverse occasioni, ma che ho avuto modo di comprendere fino in fondo solo dopo aver messo piede nei vigneti, dopo aver gettato occhi, naso e bocca in cantina e, soprattutto, dopo aver parlato con Gloria e suo padre e sentito con forte empatia l’amore che nutrono per questa terra e questo lavoro.
 
Eccovi le mie impressioni sui miei assaggi:
le battistelle vini roccolo del durlo
Montesei 2018 – Soave Classico Doc – Le Battistelle: in bottiglia da pochissimo è già stabile e sa esprimere con coerenza le caratteristiche di spensieratezza, freschezza e agilità di beva che deve avere un vino d’entrata che, a mio parere, non ha nulla da invidiare a molti vini che non vengono considerati degli “entry level”. E’ il vino che da il via al percorso minerale che mi aspetta nei prossimi due assaggi.
 
Le Battistelle 2017 – Soave Classico Doc – Le Battistelle: è in questo vino che è scritto il codice genetico dell’azienda e della famiglia Dal Bosco, in quanto sa esprime il compendio dell’eroico lavoro in vigna e della rispettosa precisione in cantina. Un naso che richiama la mineralità vulcanica e la freschezza aromatica data da escursioni termiche importanti. Il sorso è reso pieno dall’equa permanenza sulle fecce fini; l’incedere è fiero, deciso, longilineo; la chiosa sapida netta e vivace rende la beva inerziale. Un grande vino vulcanico e un grande Soave Classico.
 
Roccolo Del Durlo 2017 – Soave Classico Doc – Le Battistelle: se Le Battistelle rappresentano l’identità territoriale di questa realtà il Roccolo Del Durlo ha insite in sé la personalità e la visione prospettica della famiglia Dal Bosco, oltre alla volontà di produrre diverse espressioni di Soave e del proprio terroir. Un naso più mediterraneo che regala uno spettro aromatico varietale garbatamente enfatizzato dalla crioestrazione (anche detta criomacerazione). Il sorso entra ampio mostrando una maturità ottimale delle uve, per poi distendersi con disinvoltura e quel tocco di spontanea eleganza che è difficile da cercare. Classe indotta dalla rispondenza ad uno dei cru più vocati dell’intera area classica. Un vino che sa anche divertire, con una dinamica di beva vibrante e una mineralità che non annoia mai e fa pensare ad una buona prospettiva evolutiva.
vin botanico le battistelle
Poi ci sarebbe il “Vin Botanico”, ovvero il vino sfuso de Le Battistelle che dopo un assaggio da vasca decido di farmi imbottigliare. Sì, perché in quel vino, ancora non filtrato c’è tutta l’essenza della Garganega e l’identità dei vigneti che questa famiglia alleva con così tanta passione e instancabile dedizione. E’ un vino puro, semplice e così vero da spingermi a portarlo via con me, direzione Le Calandre. Sono questi gli episodi che mi spingono ad andare avanti con la consueta curiosità e una sempre rinnovata voglia di dare al vino tutto ciò che mi ha dato in questi anni e continua a darmi, stupendomi con le sue anime sincere, la suggestione dei suoi luoghi e il fascino di chi sa compiere la rara alchimia capace di trasformare il duro lavoro dell’uomo e della natura in liquido piacere. E’ proprio così che Le Battistelle sanno sorprendere, senza effetti speciali, senza grandi voli pindarici… facendo vigna, facendo vino, facendo ciò che sanno fare meglio… i vignaioli!

garganega a piede franco battistelle

Ora non ci resta che attendere gli esiti della sperimentazione che ha portato Gelmino e la sua famiglia a voler creare un piccolo vigneto a piede franco dai tralci delle viti più vecchie.
Una piccola particella che se tutto andrà per il meglio darà origine a un vino unico nel suo genere, che confido di raccontarvi a tempo debito.

 
F.S.R.
#WineIsSharing

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