Sta per concludersi la 30ma edizione di Benvenuto Brunello ma possiamo già tirare le somme di quella che è stata una scelta tanto azzardata quanto apprezzata da parte di operatori del settore, appassionati e, soprattutto, stampa. Sì, perché finalmente si può parlare di anteprima in maniera concreta, avendo la possibilità di assaggiare il Brunello prima dell’uscita sul mercato di gennaio e in contemporanea con l’uscita di punteggi e recensioni delle più importanti testate internazionali. Un grande segno di rispetto per la compagine di degustazione italiana (e non solo..!) e un punto di svolta che potrebbe suggerire alcuni adeguamenti (ad esempio nelle tempistiche di imbottigliamento) ad alcuni produttori. Vincente anche il format che non prevede i banchi d’assaggio ma spalma su una decina di giornate la possibilità di degustare seduti, in tranquillità e sicurezza, con il rapido e preciso servizio sommelier. Una formula che permette di assaggiare senza condizionamento alcuno una maggior quantità di vini senza il caos e le “interferenze” dei classici walk around tasting. Va da sè che la presenza dei produttori e la possibilità di interagire direttamente con loro manca e rappresenta la componente più empatica ed emozionale dell’evento, ma le realtà montalcinesi si sono dimostrate molto disponibili a ricevere operatori, stampa e appassionati in questo periodo aprendo le porte delle proprie aziende in eventi e cene organizzate in una singola cantina con più produttori ospiti o organizzando, con il dovuto preavviso, visite e degustazioni per singoli o piccoli gruppi. Non trascurabile il colpo d’occhio autunnale sui vigneti di sangiovese, nettamente più gratificante di quello che si può avere a febbraio e per quanto ciò possa sembrare un aspetto prettamente estetico è un biglietto da visita importante per il territorio che si traduce in un impatto più forte su chi lo ha potuto visitare in questo periodo.
Fatta questa piccola e doverosa premessa, dopo aver pubblicato la mia selezione di Rosso di Montalcino Doc 2020-2019 (qui: https://www.wineblogroll.com/migliori-rossi-di-montalcino) condivido con voi le mie impressioni sulle annate in degustazione e la selezione dei migliori Brunello 2017 e Brunello Riserva 2016 assaggiati alla trentesima edizione dell’anteprima Benvenuto Brunello sugli oltre 200 campioni.
Brunello di Montalcino Docg 2017
Un’annata caratterizzata da due macro episodi/fattori climatici: gelata tardiva a metà di aprile che ha colpito in particolar modo di fondovalle e le viti più avanti nel ciclo vegetativo (già in germogliamento avanzato) e un’estate calda e asciutta con elevati picchi di calore. Fattori che hanno portato ad un calo generalizzato della produzione. Fortunatamente in prevendemmia in alcune zone dell’areale un po’ di acqua ha permesso ai grappoli di riprendere un po’ di tonicità. Di certo lo stress si è fatto sentire e la conduzione agronomica (in particolare la gestione della parete fogliare) e le scelte vendemmiali hanno fatto la differenza. Da notare che in alcuni casi l’eccessivo stress ha portato alla chiusura stomatica e a momentanei arresti vegetativi che hanno dato origine ad episodi in cui in valori tecnologici dei campioni di uva erano opportuno mentre quelli fenologici si presentavano ancora molto indietro. Questa situazione poteva portare a vini con una naturale maggiore gradazione alcolica ma tannini non pienamente maturi. A giudicare dagli assaggi in anteprima, ad eccezione di pochissimi casi, questo non si è verificato, a testimonianza del grande lavoro dei produttori montalcinesi in vigna, ancor prima che in cantina. Maggiore il rischio di surmaturazione e di scottature che in alcuni assaggi ha inciso in maniera variabile sulla percezione del frutto. Gli assaggi fatti hanno palesato una qualità media che, data la difficoltà dell’annata, è sorprendentemente alta. Come tutte le annate difficili anche questa è da definirsi un’annata di selezione e chi ha saputo portare in cantina solo e soltanto le migliori uve ha prodotto vini di buon equilibrio.
Albatreti – Stupisce ancora una volta per spiccata identità ma, ancor più, per freschezza e agilità in un’annata così calda e secca. Giusto grip tannico, finale salino.
Argiano – Precisione e allungo per un Brunello che risponde all’annata in fatto di materia ma non accenna a sensazioni surmature. Cesellata la trama tannica e chiusura saporita.
Capanna di Cencioni – Tradizione e persistenza. Un Brunello armonico e godibile, senza alcun ostacolo alla beva né olfattivo né gustativo.
Caprili Brunello 2017- Integro e fiero ma non eccessivo nella maturità e nel calore. Un Sangiovese che sa di Montalcino e di 2017 senza stonature.
Casanova di Neri Brunello 2017 – Un Brunello che conferma un cambio di passo avvenuto negli ultimi anni, che predilige la finezza alla potenza. Vini equilibrato, pieno ma longilineo. Texture fine e finale ematico.
Castello Tricerchi Brunello 2017 – Una zona che ha attutito la calura dell’annata con una coerente freschezza di frutto e un passo decisamente più scattante della maggior parte dei Brunello 2017 in anteprima. Giusto grip tannico e chiusura minerale che invoglia alla beva.
Cortonesi “La Mannella” Brunello 2017 – Non chiamatelo moderno! Un Brunello nitido e ben bilanciato fra struttura e acidità e fra frutto e legno. Levigato il tannino e saporita la chiusura di sorso.
Franco Pacenti Brunello 2017 – In netta crescita nella preciso e nella sensibilità interpretativa anche in annate complesse come questa. Un Brunello saldo nella sua integrità varietale e territoriale, con una buona dinamica di beva e un tannino ben definito. Tra ferro e sale il finale.
Il Palazzone Brunello 2017 – Una delle espressioni più fresche dell’anteprima. Un Brunello old school capace di sfruttare un’annata calda e asciutta per trarre beneficio in termini di prontezza. Tannino fitto e finale salino.
Le Chiuse Brunello 2017 – Dimostra costanza di annata in annata. Equa maturità di frutto, nitida la componente floreale e lieve la spezia. Sorso tonico e saporito.
Padelletti Brunello 2017 – Fiero nell’esposizione del frutto, legno ben integrato, fresca la folata balsamica. Sorso pieno ma non opulento. Tannini dolci e finale umami.
Poggio di Sotto Brunello 2017 – Dopo qualche annata non pienamente convincente per me, questa 2017 mi ha inaspettatamente convinto in ogni sua forma e misura. Quasi un ritorno alle origini nella ben gestita apertura al naso e nello slancio fresco del sorso, garbato, ma presente, il tannino ed ematico il finale.
Pietroso Brunello 2017 – Un’annata ben gestita nella maturità del frutto e nella preservazione della componente floreale. Un Sangiovese di grande armonia e sapore. Tannini soft e notevole profondità.
Sanlorenzo Brunello 2017 – Non è stata un’annata semplice neanche in quel di Sanlorenzo ma la resa nel calice parla diversamente! Equilibrio e dinamica, uniti al finale tra terra e sale e al tannino ben domato, donano un sorso di grande piacevolezza.
Talenti Brunello 2017 – Classico ma non scontato. Vino sicuro di sè ma non gradasso. Armonico lo spettro olfattivo e completo il sorso. Tannini fitti e fini e buon affondo saporito.
Uccelliera Brunello 2017 – Uno degli assaggi più in linea con ciò che speravo di trovare in questa annata, nella consapevolezza dell’estrema difficoltà della stessa: nitidezza di frutto ed eleganza di sorso, senza scompensi tannici e con un buon abbrivio minerale che da inerzia alla beva.
Brunello di Montalcino Docg 2017 Selezione/Vigna
Castello Tricerchi “A.D. 1441” – A differenza del Brunello “classico”, in questo caso abbiamo maggior austerità e solidità, per un Sangiovese tutto d’un pezzo ma affatto monocorde. Struttura e acidità in grande equilibrio. Buon vigore tannico e sapido il finale.
Cava d’Onice “Colombaio” – frutto di un egregio lavoro in vigna, per la prima volta questo “cru” mi convince più del Brunello “generico” dell’azienda. Pieno nel frutto e fiero nell’incedere, non manca di freschezza. Succoso il finale.
Corte Pavone “Fiore del Vento” – una delle selezioni più fresche nell’esposizione del frutto. Integro il sorso e ben definita la trama tannica. Un buon allungo e il giusto tocco di sale in chiusura.
La Fornace “Origini” – si distingue nel “mucchio” per tenacia e carattere, in un’annata in cui la maturità del frutto poteva giocare brutti scherzi. Forse l’assaggio meno “pronto”, ma dalle ottime prospettive evolutive. Una scelta dettata dall’intuizione.
Le Gode “Vigna Montosoli” – Temevo per il caldo e la siccità che hanno colpito anche i vigneti dell’azienda, ma l’annata è stata ben gestita e gli equilibri preservati. Un vino di materia e profondità, con una buona trazione tannica e un piacevole finale saporito.
Sassodisole “Sasso di Luna” – ricco ma non eccessivo al naso. Un Brunello completo, capace di abbinare ad una generosa avvolgenza un’indispensabile percezione fresca e minerale. Tannino lieve e buon allungo.
Brunello di Montalcino Docg Riserva 2016
Dell’annata 2016 è stato già detto tutto in occasione della precedente edizione di Benvenuto Brunello, per la prima volta così ravvicinata, tenutasi a marzo 2021. Eppure, per un’annata così votata all’equilibrio e all’eleganza, alla tensione e alla finezza, non era scontato l’esito del confronto con la non sempre intuibile versione Riserva. “Il test” è stato ampiamente superato, con una grande presenza di referenze in degustazione che hanno manifestato una qualità media tra le più alte del nuovo millennio per una tipologia più volte criticata e, spesso, emarginata dalla critica in favore del più “godibile” Brunello annata. Interessante come un’annata di tale equilibrio non abbia temuto gli esiti di un più lungo affinamento in legno, spauracchio di molti produttori (comprensibilmente) che prediligono una maggior evoluzione in bottiglia che in botte, per preservare maggior freschezza e tonicità, evitando il rischio di arrivare “stanchi” sul mercato. Vini buoni oggi ma che lasciano intuire un notevole potenziale in termini di longevità. In confronto al passato, Riserve come quelle assaggiate quest’anno vantano una minor austerità e durezza, in favore di una beva più affabile seppur non “pronta”.
Canalicchio di Sopra Riserva 2016 – il Brunello annata presentato il marzo scorso prometteva già molto bene e la Riserva conferma l’ottima interpretazione dell’annata da parte dell’azienda. Un vino dalle proporzioni impeccabili. Tonico e saporito.
Caprili “AdAlberto” Riserva 2016 – intenso e profondo. Una Riserva classica nel giusto connubio fra maturità e integrità. Un vino concreto, già dotato di buona complessità.
Cava d’Onice Riserva 2016 – La pienezza di frutto che caratterizza i vini di questa piccola realtà è, nella 2016, bilanciata da un vitale nerbo acido che da slancio alla beva e allunga le prospettive temporali di questa Riserva.
Col di Lamo Riserva 2016 – Un profilo floreale e speziato non più così facile da incontrare. Polpa e slancio, per una Riserva tra le più godibili in questo momento.
Cortonesi Riserva 2016 – una declinazione della Riserva consapevole e lungimirante. Un vino che gode di un’ottima esposizione del frutto e di una buona integrazione del legno, senza alcun segno di cedimento, ancora in piena spinta. Vino buono oggi e buonissimo domani.
Fattoi Riserva 2016 – tradizione e contemporaneità in un vino figlio di un’ottima annata e di un’oculata selezione. Materia e nerbo, grip e sapore.
Fattoria dei Barbi Riserva 2016 – Una realtà storica che con la Riserva ha dimestichezza più di molte delle cantine presenti e quest’esperienza paga, ancor più in un’annata di questo calibro. Vino armonico, bilanciato tra durezze e morbidezze, già godibile ma proiettato verso una lunga vita in vetro.
La Gerla Riserva 2016 – frutto maturo e spezia, sottobosco e balsamicità propri dello spettro olfattivo delle riserve d’antan. Un vino che rievoca fasti di assaggi “antichi” per complessità ma, al contempo, sfrutta la dotazione messa a disposizione dall’annata per trovare un’amalgama che ne agevoli la beva.
La Palazzetta Riserva 2016 – Coerente nella forte personalità e nelle armonie generali. Un vino fiero e sicuro nell’incedere, ben bilanciato nelle percezioni di materia, freschezza e profondità di sorso. Definito il tannino e sanguigno il finale.
Padelletti Riserva 2016 – una delle realtà che hanno scritto la storia di Montalcino, eppure tra quelle che di più stanno evolvendo nelle ultime annate in quanto a sensibilità interpretativa. Questa Riserva 2016 è coerente con la migliore annata prodotta nell’ultimo millennio dall’azienda, presentata a marzo nella versione “classica”. Un vino cangiante nel calice, dove evolve con scandita e ritmata eleganza.
Pietroso Riserva 2016 – Frutto scuro e fiore ancora fresco, speziatura nera ben presente. Materia e freschezza si bilanciano vicendevolmente, dando origine ad un sorso integro che sa distendersi in lunghezza e sapore.
Sanlorenzo Riserva 2016 – Un assaggio sorprendente per nitidezza di frutto e compostezza del sorso. Integro ma non rigido, longilineo ma per nulla esile. Grip tannico che si confà ad una Riserva e buona sapidità nel finale.
Sesti “Phenomena” Riserva 2016 – Uno di quei vini rispetto ai quali ho sempre avuto grandi aspettative che difficilmente sono state anche solo parzialmente deluse. Auspicabile ma non scontato il fatto che in quest’annata toccasse uno dei suoi punti più alti dacché ho memoria per equilibrio fra potenza espressiva e dinamica di sorso. Forte e carico di sapore.
Talenti Riserva 2016 – Ancora molto fresco nel frutto, reso complesso e intrigante dal gioco di spezia, sottobosco e balsamicità. Ingresso pieno, buon centro bocca e giusto allungo. Suadente il finale.
Tassi di Franci Franca Riserva 2016 – Intenso e intrigante. Materico e in pieno controllo di un sorso di buon nerbo e di grande avvolgenza. Tannino ben maturo e chiusura umami.
Tenuta di Sesta “Due Lecci Est” Riserva 2016 – figlio della scelta dedicata alle annate più “fresche” questa Riserva è un compendio di energia, slancio e sapore.
Tiezzi “Vigna Soccorso” Riserva 2016 – Una vigna che apprezzo sempre molto di più in annate bilanciate e tendenzialmente più fresche come questa, anche e soprattutto nella versione Riserva. Un vino giustamente maturo ma capace di una buona percezione di freschezza in un sorso che parte ampio e si tende e distende con buona disinvoltura e persistenza.
Ventolaio Riserva 2016 – un gradito ritorno fra i miei migliori assaggi, con un vino ben concepito dalla vigna al bicchiere. Armonico il naso e decisamente in equilibrio le componenti gustative. Una riserva sfaccettata e degna di ottime prospettive evolutive.
Come di consueto, la selezione dei “migliori assaggi” fatti a Benvenuto Brunello è relativa agli esiti delle sole sessioni di degustazione svolte in occasione dell’anteprima. Questo comporta limiti di tempo e variabili dovute a temperatura, livello della bottiglia al momento del servizio (se appena stappata o già stappata da tempo) stato di forma della singola bottiglia ecc…
Per questo non mancherò di riassaggiare i vini che non ho ritenuto opportuno segnalare in questa occasione, certo che questa lista sia solo una parziale selezione di quelli che sono le più nitide ed espressive interpretazioni del Brunello 2017 e delle Riserve 2016. Anche alla luce del fatto che in questa edizione mancavano all’appello alcune importanti aziende che confido parteciperanno in futuro, in quanto capaci di produrre grandi vini.
Concludo ringraziando i sommelier che si sono occupati del servizio con attenzione, professionalità e rapidità, sempre cortesi e sorridenti nonostante la mole di lavoro.
F.S.R.
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