I migliori Rossi di Montalcino Doc (2020-2019) assaggiati alla 30ma edizione di Benvenuto Brunello

La mia grande passione per il Rosso di Montalcino Doc ormai è nota ai più e proprio per questo ho deciso di dedicare ai Rossi il primo dei miei report relativi all’anteprima Benvenuto Brunello che si sta svolgendo in questi giorni a Montalcino. La – a parer mio – apprezzabile e rispettosa decisione del Consorzio di anticipare il 30mo Benvenuto Brunello a novembre, rendendo concreto e veritiero il termine “anteprima” (le scorse edizioni si tenevano dopo il termine utile per l’uscita sul mercato del Brunello), ha portato, per la prima volta nella storia, all’organizzazione di due eventi nello stesso anno solare. Questa particolare situazione, unita alle diverse scelte in termini di epoca di imbottigliamento e tempistiche di affinamento dei singoli produttori, ha diviso le referenze presentate fra Rosso di Montalcino 2020 (con molte assenze che, magari, in vista delle prossime edizioni avranno modo di andare in bottiglia prima e di essere presenti a novembre con i proprio vini) e Rosso di Montalcino 2019 (uscite ritardate e rossi che a marzo non erano stati presentati per scelta). Interessante poter assaggiare vini che possono aiutare ad intuire ciò che saranno i Brunelli di due annate che si prospettano di altissimo livello. Se la 2019 si era già dimostrata a marzo (e si dimostra tramite gli assaggi in cantina delle basi Brunello) decisamente equilibrata e proiettata a quel connubio di slancio e finezza, agilità ed eleganza sempre più raro (addirittura superiore a quello della 2016), la 2020 si presenta con una maggiore intensità e sinuosità, tannini già levigati e buona profondità. In ambo i casi versanti e scelte agronomiche ed enologiche possono evidenziare o smussare queste differenze generali fra le due annate.

migliori rosso di montalcino benvenuto brunello

Se è vero, quindi, che il Rosso di Montalcino può essere preso come benchmark dell’annata e può fare da prefazione a quelle che saranno le storie che i Brunelli pari annate ci sapranno raccontare è pur vero che questi vini manifestano un carattere sempre più netto e distintivo che devono necessariamente porli in un percorso parallelo a quello della denominazione di punta ilcinese. Se volete approfondire alcuni dati fondamentali del Rosso di Montalcino Doc e leggere le mie considerazioni riguardo al presente e al futuro della denominazione vi invito a leggere questo articolo: www.wineblogroll.com/rosso-di-montalcino.

Eccovi la mia selezione dei migliori Rosso di Montalcino assaggiati alla prima edizione autunnale di Benvenuto Brunello:

Rosso di Montalcino 2020

Caprili –  Intenso nel frutto, fresco nel fiore, lieve la speziatura. Dinamico il sorso. Tannini fini e saporito il finale. Una sicurezza.

Casanova di Neri – Ben definito il frutto; elegante lo spettro floreale; accenni balsamici. Integro il sorso. Tannini soft e finale ematico. Coerenza.

La Magia – Fresco il frutto e fine il fiore; appena accennata ma fondamentale la spezia nera. Un sorso equilibrato fra struttura e acidità. Tannini fitti e finale umami. 

Mocali – Frutto e fiore in linea col varietale, lievi accenni di sottobosco. Buona materia e trama tannica per nulla sgarbata. 

Patrizia Cencioni – Pieno il frutto, rifrescato da un mix intrigante di fiore, spezia e tratti mentolati. Fiero il sorso. Buona personalità tannica e finale tra ferro e sale. Gustoso.

Talenti – Classico nell’esposizione varietale. Un sorso ben bilanciato, agile ma non esile! Texture tannica fitta e fine. Lungo e saporito il finale. Buono “oggi” e buonissimo “domani”!

Rosso di Montalcino 2019 (Uscite ritardate non presentate a Marzo)

Agostina Pieri – Una certezza di annata in annata che si fa ancora più nitida con questa 2019 armonica in ogni sua componente organolettica. Vino da bere oggi e da dimenticare in cantina.

Albatreti – Gaetano Salvioni, sorprende anche con il suo Rosso. Un vino che sa di territorio e di quell’artigianalità che contempla la precisione e la pulizia. Equilibrato e profondo.

Ciacci Piccolomini d’Aragona “Rossofonte” – Scuro e balsamico, intrigante e profondo il naso. Forte e tonico il sorso. Tannino ben delineato e buon affondo saporito.

Col d’Orcia “Banditella” – Integro e intenso il naso, potente ma ritmato il sorso. Uno di quei Rossi che mettono subito in chiaro la propria duplice attitudine: da apprezzare ora nella sua forza espressiva o tra qualche anno in un’evoluzione che non potrà che tendere all’eleganza.

Beatesca – Nitido nel frutto, fine nel fiore, intrigante nella speziatura. Un sorso pieno quanto basta per percepirne la materia prima di distendersi con buona disinvoltura. Ben fatto!

Col di Lamo – Rispettoso dell’annata e del varietale. Equilibrato e ritmato in un sorso che spicca per agilità e levigatura tannica. 

Lisini – Un Rosso d’altri tempi che si fa Rosso di grande contemporaneità, grazie alla traduzione liquida di una tradizione che può e deve tornare a dare importanza ad una denominazione sempre più in linea con le esigenze dei palati odierni e più esigenti. Ottimo vino!

Padelletti – Altro esempio di classicità che trascende le mode del momento. Vino fiero nel frutto, fine nella spezia e fresco nelle folate balsamiche. Sorso concreto ma longilineo. Buon grip tannico e finale ematico.

Podere il Cocco – Buona la maturità del frutto, ancora fresco lo spettro floreale, evidente la speziatura. Bilanciate materia e agilità di sorso, con una buona percezione di freschezza. Tannino in divenire e finale tra terra e sale. Una piacevole sorpresa per una realtà che segnalo per la prima volta nelle mie selezioni.

Ridolfi – Grande armonia fra frutto, fiore e spezia. Legno ben integrato. Il sorso è intenso, sfaccettato. Saporito e lungo l’affondo. 

Tenuta Croce di Mezzo – Nitido e fresco lo spettro olfattivo che fa da preambolo ad un sorso slanciato ma di buon corpo. Equo grip tannico e chiusura sapido-minerale che da abbrivio all’inerzia di beva.

Rosso di Montalcino anteprima

In linea di massima tutti i campioni assaggiati hanno palesato una grande attinenza territoriale, varietale e con l’annata, dimostrando per l’ennesima volta l’altissima qualità media dei Rossi di Montalcino. Vini contemporanei nella loro espressione di Sangiovese in purezza di Montalcino che sanno coniugare al meglio tradizione e lungimiranza, personalità e agilità di beva. Il tutto reso ancor più interessante dalla grande duttilità di servizio e di abbinamento. Uno “strumento” per i Sommelier dai wine bar ai ristoranti gourmet, passando per le osterie, sia al calice che in bottiglia.

Come ho già avuto modo di dire poi volte, il Rosso di Montalcino, data l’odierna qualità media, sarebbe il primo vino in molte altre denominazioni a trazione Sangiovese e deve essere visto come un’espressione varietale e territoriale a sé stante, togliendolo dal cono d’ombra del Brunello, che ha già una sua luminosissima strada segnata da percorrere.

L’auspicio è che anche a questo vino si riservi sempre più attenzione sia da parte dei produttori, attraverso un approccio sempre più qualificante (sono sempre di più i produttori che stanno vinificando delle selezioni di Rosso di Montalcino, pensando a questo vino come si pensa a un “primo vino”), che da parte dei media e dei consumatori che possono apprezzarne le qualità per nulla scontate e marcatamente identitarie.

Io, da par mio, non smetterò di cercare di valorizzarlo dalla vigna al bicchiere.

N.B.: Nei prossimi giorni condividerò le mie selezioni di Brunello di Montalcino 2017 e Brunello di Montalcino Riserva 2016.

 

F.S.R.

#WineIsSharing

 

Lascia un commento

Blog at WordPress.com.

Up ↑

%d