Il Grignolino d’Asti – Da vino storico ad avanguardia enoica

Prosegue il mio percorso di valorizzazione dei territori e dei loro varietali tipici attraverso le cantine, le vigne e i vini dei produttori del Grignolino d’Asti.
Produttori che dal 2018 si sono associati per dare nuova luce a un vitigno tanto antico quanto attuale nelle sue espressioni più nitide.

grignolino vendemmia by francesco saverio russo

Sebbene le prime notizie sul Grignolino affondino le proprie radici nella notte dei tempi (se ne ha traccia già dal XIII secolo), nel ‘500 inizia a riscontrare i favori di nobili e abbienti grazie alla produzione di vini “chiaretti”. La sua culla storica, che ancora oggi ne custodisce la quasi assoluta totalità dei vigneti (possiamo trovarne qualche filare in altre zone del Piemonte e anche in Lombardia) risiede tra Asti e Casale.
Pur essendo utilizzato in ben 7 DOC piemontesi (Grignolino d’Asti Doc, Grignolino del Monferrato Casalese e Piemonte DOC Grignolino, Colli Tortonesi Doc, Gabiano Doc, Rubino di Cantavenna e Monferrato Doc) sono le denominazioni in cui il Grignolino è l’indiscusso protagonista che mi interessano maggiormente e, nel mio ultimo focus, ho deciso di prendere in esame quella del Grignolino d’Asti, come già accennato poc’anzi.

L’areale di produzione del Grignolino d’Asti Doc comprende 35 comuni in provincia di Asti e contempla i soli vigneti di collina, ottimali per giacitura ed esposizione. Da disciplinare i vini prodotti possono optare per la purezza o per un taglio fino al 10% con Freisa (la maggior parte dei vini che ho avuto modo di degustare è rigorosamente in purezza).

Un varietale complesso, dal ciclo vegetativo medio-lungo, che rischiavamo di perdere a causa dell’avvento di nuovi trend di gusto negli anni ’90 (che hanno favorito altri varietali e i vini da essi prodotti) e della sua sensibilità ad alcune fitopatie (abbastanza tollerante alla peronospora ma molto suscettibile all’oidio e ancor più alla Botrytis e al marciume acido; non è raro che si presenti un parziale disseccamento del rachide e che si manifesti l’estrusione dei racimoli; soggetto a clorosi ferrica).

Non a caso Veronelli lo definì “anarchico testa balorda” riferendosi alla sua imprevedibilità e alla difficoltà che i vignaioli e i produttori avevano nel gestirlo al meglio. Eppure, in un’epoca in cui la tipicità è sempre più importante e – per nostra fortuna – stanno venendo meno alcuni preconcetti riguardo vini scarichi di colore, acidi e tannici il Grignolino cerca di tornare a far parlare di sé come di un vino fortemente identitario e contemporaneo.

E’ proprio per la sua attitudine innata a rispecchiare in maniera netta e senza compromessi le mie personali (spesso condivise) esigenze di beva che ho voluto fortemente farmi un’idea più concreta dello stato dell’arte della denominazione attraverso la degustazione di una selezione di vini del territorio:

grignolino d'asti vini

Caldera Grignolino d’Asti Doc “Le Serre” 2020: luminosità, freschezza e finezza danzano all’unisono in un’espressione varietale nitida e dalla duplice attitudine, in quanto vino in grado di mostrare già grande agilità di beva e piacevolezza ma, al contempo di stupire come prospettiva evolutiva.

Da Capo Grignolino d’Asti Doc “Renard” 2020: frutto maturo al punto giusto, fiore decisamente fresco e lieve speziatura naturale al naso. Il sorso è dinamico e slanciato, in grado di distendersi con disinvoltura e di chiudere con la giusta dose di sale.

Garrone Grignolino d’Asti Doc 2020: la classicità che non passa mai di moda! Un Grignolino d’antàn ma non per questo anacronistico, anzi..! Complessità in divenire, frutto rosso e fiori scuri avvolti da spezia nera e incenso. Agile e dinamico lo slancio di un sorso teso, fine e asciutto nella texture tannica e sanguigno.

Cascina Rey Grignolino d’Asti Doc “Il Bisbetico Indomato” 2020: integro, armonico e speziato. Un naso complesso che fa da preludio a un sorso longilineo ma con un buon centro bocca e un finale decisamente saporito.

Tenuta dei Re Grignolino d’Asti Doc 2020: finezza ed eleganza da vendere per questo Grignolino luminoso e snello, ma non povero di personalità. Sorso teso e sapido.

Rovero Grignolino d’Asti Doc “Casalina” 2020: nitido nel varietale con frutto e fiore che ben si bilanciano e la spezia mettere un po’ di pepe sin dal primo naso. Il sorso è agile e scattante, il tannino è ben definito e la chiusura saporita, tra ferro e sale.

Crivelli Grignolino d’Asti Doc 2020: piglio tradizionale per un vino fresco e lieve al naso ma fiero e deciso al sorso. Buon nerbo e tannino cesellato.

Agostino Pavia & Figli Grignolino d’Asti Doc 2020: frutto maturo e tonalità di rosa e garofano, alternate a spezia bianca e agrume. Il sorso non è per nulla esile e la matrice tannica composta e decisa. Il finale umami chiude il cerchio.

Ezio Tartaglino Grignolino d’Asti Doc 2020: buona maturità di frutto, contornato da un buon corredo floreale e lievi accenni di erbe officinali. Il sorso non disattende l’aspettativa con incedere sicuro e passo ritmato. Il finale è giustamente saporito.

Tenuta Montemagno Grignolino d’Asti Doc “Ruber” 2020: luminoso nel calice, armonico il naso, agile e slanciato al sorso. Asciuto ed ematico in chiusura.

Goggiano Grignolino d’Asti Doc “Brunot” 2020: fiero nel varietale e concreto nell’ingresso in bocca. Si distende con buona disinvoltura e la trama tannica non rappresenta alcun ostacolo alla beva. Saporito il finale.

Prediomagno Grignolino d’Asti Doc “Splé” 2019: preciso e distinto nello scandire un’evoluzione che dona molto al varietale in termini di armonia. Il sorso è composto, garbato e per nulla ruvido. Sapido il finale.

Scarzella Grignolino d’Asti Doc 2019: prima annata per una neonata realtà che parte con il piede giusto interpretando un varietale non facile in maniera sicura e spensierata, con frutto nitido e fiore fresco. Il sorso è snello, disteso e saporito.

Silvia Castagnero Grignolino d’Asti Doc “Ferlingot” 2019: frutto ancora fresco, viola, sottobosco e resina per un naso di grande armonia. Un sorso dritto, ma non esile, vibrante, dai tannini fitti. Lungo nella chiusura tra ferro e sale.

Montalbera Grignolino d’Asti Doc “lanfora” 2018: un’interpretazione che mira ad esaltare la complessità del Grignolino con un evoluzione positiva che non depaupera la croccantezza del frutto e la freschezza del fiore, arricchite da accenni balsamici e un’intrigante speziatura. Il sorso è integro, agile ed ematico. Ben fatto!

grignolino piemonte vitigno

Extra: Vinchio Vaglio Grignolino Piemonte Doc “Le Nocche” 2020: aderente al varietale e rispettoso della propria identità territoriale a prescindere dalla denominazione. Terso nel frutto e nelle note floreali, lieve nella spezia. Sorso disteso e saporito.

Montariolo Piemonte Doc “Costanza” 2020: fresco e piccante, speziato e seducente. Il sorso non manca di nerbo e la trama tannica è fitta. Lunga la chiusa ematica.

Francesco Saverio Russo Wine Blogger


A seguito della degustazione comparativa e del mio tour fra vigne e cantine del territorio, nonché di alcuni esaustivi confronti con produttori e tecnici locali posso asserire senza alcuna remora che il Grignolino d’Asti mostra una linearità non comune nelle interpretazioni dei diversi produttori. Tutte le referenze assaggiate evidenziano quanto la mira dei produttori di questo areale sia orientata alla più nitida espressione varietale, senza orpelli o ostentazioni, valorizzandone la freschezza, l’agilità e la versatilità senza, però, lederne il potenziale evolutivo e la complessità. Identità varietale e territoriale vanno a braccetto nei Grignolino d’Asti che riescono, oggi, a fare di quelli che da alcuni erano considerati dei minus dei veri e propri punti di forza. Ecco quindi che: il colore scarico diventa confortevole per chi teme i vini troppo carichi nel calice (a parte rare e pregevoli eccezioni, ovviamente!); la freschezza e la disinvoltura olfattiva invitano al sorso e raccontano fedelmente varietale e territorio; l’acidità si fa agilità di beva; il tannino più ordinato e maturo di un tempo si fa portatore di personalità e plus nell’abbinamento. In fine, non più chiusure amarotiche o verdi, bensì ematiche e sapide, per un vino che io faccio rientrare nei “vin de soif” e nei miei amati “vini da merenda contemporanei” ma che non per questo è da considerarsi semplice!

grignolini vini buoni


Devo ammettere nuovo approfondimento riguardante il Grignolino nelle sue versioni più fresche e non orientate a lunghi affinamenti mi ha molto convinto e conferma una delle attitudini del varietale che, sia chiaro, non vuole escluderne altre forme interpretative (come il Monferace) ma, ad oggi, rappresenta il viatico più diretto per far conoscere l’essenza dello storico vino piemontese.

Il fatto che ci siano, oggi, varie correnti di pensiero riguardo quella che potrebbe e dovrebbe essere la strada più opportuna per valorizzare il Grignolino non credo sia un freno, bensì mi piace pensare possa rappresentare uno stimolo per un percorso costruttivo che, seppur su binari paralleli, scriverà nuove pagine di una storia che torna ad avere l’appeal che merita. Ora sta ai produttori alzare l’asticella di annata in annata e a noi appassionati cercatori di stupore in bottiglia seguirne le evoluzioni.

Un passo importante quello che può far passare il Grignolino da vino storico ad avanguardia enoica, forte di un’identità inequivocabile e di un’espressività nel calice che ricalca a pieno le esigenze di chi predilige l’agilità di beva alla concentrazione, facendosi strumento versatile nelle mani dei sommelier (anche dell’alta ristorazione), con acidità e tannini connotare la personalità di un vino mai banale!


F.S.R.

#WineIsSharing

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